Moffo Poeta contadino

Da Siciliainformazioni.com  questo pezzo di Antonio Ortoleva sul nostro poeta Moffo Schimmenti

Non è un intellettuale, un artista che si è trasferito in campagna. Moffo, all’anagrafe Gandolfo Schimmenti, in campagna ci è nato, alle porte di Polizzi Generosa sulle Madonie, ci vive e ci lavora da sempre, da 63 anni. “Sono bracciante agricolo autodidatta, canto e scrivo quannu aiu un po’ di timpu”. L’aspetto da contadino è evidente: camicia sempre a scacchi, baffoni, lineamenti marcati e forti, colorito bruno, cozzi cotti o’ suli, scriveva Buttitta. Moffo non solo coltiva la fagiola “badda”, una specialità della zona inserita nell’elenco slow food, ma anche la passione di raccontare in musica storie di miseria e di lotte per il lavoro, di figure di capipopolo, di vittime di mafia, di donne siciliane che si sono ribellate in tempi più difficili di oggi. E a dieci ritratti al femminile è dedicato il disco “Candide calle”, presentato l’altra sera durante una pioggia tropicale nella sede del circolo Arci Tavola Tonda a Palermo. Un cd distribuito per ora gratuitamente, con arrangiamenti di Roberto Terranova, disegni di Santo Lipani, pittore naif, tutti di Polizzi, e sfornato dallo studio di registrazione di buon livello costruito nel paese di alta montagna a cura della Dafde Musica, gruppo di giovani artisti che si cimentano in vari generi.

Nel disco sotto forma di ballate popolari ritratti di donne, e non tutte siciliane, accumunate da cosa? “Da imprese straordinarie nel Novecento – spiega Moffo – alcune le ho conosciute, come Antonella Azoti, che ha una storia particolare come figlia di una vittima di mafia, come Felicia Impastato, la mamma di Peppino che era anche amico mio e compagno di lotte, come Concetta La Ferla, donne che si sono ribellate, rinnegate anche dalle sinistra perché troppo avanti per i tempi”.

Dell’ultimo cantore di un’epopea dei campi e dei paesi che sembrava dissolta, la fondazione Buttitta ha prodotto due dischi. “Canto – dice Moffo con la sua voce rauca e armonica a forte accento madonita – i mali antichi della Sicilia e la voglia di riscatto”. Ha collaborato con Fabio Abate, cantautore di Catania e con Luciano Maio, cantante dei Taberna Milensis, ha musicato poesie di Ignazio Buttitta e ha inciso dieci singoli, una collana dal titolo “Uomini, fatti e cose di Sicilia”. “Le vittime di mafia come ha detto Enzo Consolo sono i veri nobili di Sicilia, hanno donato la loro vita per la comunità, canto le loro imprese eroiche”.

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