10 febbraio “Giornata del ricordo”


ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA
COORDINAMENTO REGIONALE SICILIA
Ente Morale D.L. n. 224 del 5 aprile 1945

Oggetto: Comunicato Stampa: 10 febbraio Giornata del Ricordo
Nota del Coordinatore dell’ANPI Sicilia  Ottavio Terranova

Palermo. 5 febbraio 2015

Rispetto della memoria, decoro democratico e verità storica
NO alle gazzarre neo fasciste e al revisionismo storico

La giornata commemorativa del 10 febbraio è stata istituita il 30 marzo 2004, con la legge n. 92: “in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale”. Per ricomporre e “ricordare” i tragici eventi che si verificarono nelle aree finali  del nord-est tra il 1943 e il 1947. Il 10 febbraio del 1947 si firmò a Parigi il Trattato di Pace tra gli Alleati che congiuntamente ai Movimenti di Liberazione avevano sconfitto il nazi-fascismo e gli stati che assieme alla Germania avevano causato  la seconda guerra mondiale ( Italia, Romania, Bulgaria, Finlandia). La dittatura fascista aveva trascinato l’Italia – da protagonista, con la Germania nazista –  nell’orribile massacro che aveva provocato in Europa oltre cinquantacinque milioni di morti ed immane distruzioni. A seguito del trattato anche alcune aree territoriali del nord-est, Istria, Fiume, ecc.- furono riconosciute parti integranti della Iugoslavia. Il conseguente esodo determinò la fuoriuscita  di diverse decine di migliaia di italiani.
La Iugoslavia, aggredita ed invasa nell’aprile del 1941 dall’Italia fascista, dalla Germania e dagli altri stati che facevano parte dell’Asse  promotrice  della “razza eletta, dominatrice del mondo”, si liberò da sola  con le proprie formazioni partigiane. In quella aree le vicende  della guerra furono violentissime. Già con il dominio  nel ventennio della dittature fascista nelle zone dalmate,  con l’aggressione armata , poi, dopo l’8 settembre del 1943 e con la formazione della RSI con Mussolini, i conflitti tra i nazifascisti e le popolazioni locali di ceppo slavo,  e con i gruppi partigiani italiani e dell’esercito di liberazione iugoslavo, toccarono apici enormemente tragici. Altissimo il tributo collettivo di sangue delle popolazioni iugoslave, con più di 1.000.000 di morti. Le foibe, la scomparsa e la morte violenta di  diverse migliaia di  italiani avvenuta in queste fasi, specie nel periodo finale della sconfitta nazifascista, fanno parte del tragico contesto complessivo.
Nella ricorrenza del 10 febbraio si ha l’obbligo di ricordare i tragici eventi, gli orrori della guerra,  i valori fondamentali di pace, libertà, democrazia, civile convivenza, riconquistate, con un  enorme olocausto umano. Con la memoria, in particolare, rivolta alle tragedie che si consumarono nelle terre che hanno riguardato la “ Relazione della Commissione italo-slovena, sui rapporti italo-sloveni 1880-1956”, con gli Atti conclusivi del luglio 2000.
Come avvenuto nel corso degli anni sul piano nazionale e  anche in Sicilia, alcune organizzazioni di stampo neofascista, completamente emarginate dalla realtà civile e democratica del Paese, con iniziative e manifestazioni di stampo revisionista, tendono a distorcere in maniera strutturale le indissolubili verità storiche e le articolate motivazioni  della “Giornata del Ricordo”, ancora impresse nelle carni di molte persone, uomini e donne.  La condanna perenne ed universale dell’ideologia aberrante del nazifascismo e degli orrori e dei delitti contro l’umanità commessi dai suoi seguaci, rappresentano le fondamenta costitutive dell’Italia repubblicana e dell’Europa intera.  La verità storica non si cancella.
E’ questo il riferimento fondamentale della nostra Costituzione che fonda i suoi Valori su principi radicalmente opposti al totalitarismo, al razzismo, al diniego della dignità umana e alla pace, violentemente perseguiti dai nazifascisti.
L’ANPI Sicilia Invita le organizzazioni politiche e sociali, la cittadinanza civile, a respingere tutte le iniziative provocatorie che si dovessero operare nel corso dei prossimi giorni  caratterizzate da “richiamo fascista” e dalla falsificazione storica. Chiedono alle autorità a non autorizzate le manifestazioni  che nei fatti disprezzano e violentano  i dettami Costituzionali che rappresentano la nostra quotidianità. Riconfermando ancora, che la Sicilia è stata e sarà sempre antifascista.

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