Marcia Eroica del maestro Vito Gaiezza ispirata alla storia del partigiano Giovanni Ortoleva

L’organista-compositorre Vito Gaiezza, nato a Roma nel 1962 e palermitano d’adozione, ha scritto la Marcia Eroica, breve componimento musicale ispirato alle gesta del partigiano siciliano delle Madonie, Giovanni Ortoleva, che l’8 marzo 1945 nel Biellese affrontò crudeli sevizie e la morte pur di non tradire i compagni della Brigata Garibaldi. Il maestro Gaiezza spiega in questo scritto la genesi della sua composizione dedicata al giovane eroe della Resistenza.


di Franco Vito Gaiezza

Il giorno 3 settembre nell’aula consiliare del Comune di Isnello, eseguirò una mia Marcia Eroica, originariamente scritta per organo e fiati, e per l’occasione realizzata al piano. La Marcia Eroica è dedicata al partigiano di Isnello, Giovanni Ortoleva, le cui spoglie torneranno da Salussola al suo paese d’origine proprio il 3 settembre.

L’ispirazione della Marcia è sorta spontanea durante la prima cerimonia in piazza Giovanni Ortoleva, mentre i parenti deponevano i fiori in prossimità della villa, il 25 aprile scorso, proprio nella piazzetta intestata all’eroico partigiano.

Commosso dalla devozione dei parenti, rimasi in silenzio, e in quell’istante mi risuonò un motivo nobile e solenne. Tornato a Ribera (il paese in cui risiedo) in una notte buttai il canovaccio della Marcia e la riscrissi per piano in bella copia (si fa per dire con la mia calligrafia a zampa di gallina). Nei giorni successivi la detti al maestro Carlomoreno Volpini per l’elaborazione per banda o per organo e fiati. I desideri, si sa, sono portatori di innovazione spirituale e materiale.

Non potendo dunque eseguire la Marcia con la banda di Isnello (per motivi oscuri), ho contattato la banda militare della Croce Rossa italiana nella persona del direttore il M° Michele Raia, che eseguirà la Marcia Eroica in occasione del XII Festival Albert Schweitzer nei comuni di Menfi, Ribera e Palermo (Monreale).

Non è qui la sede per approfondire il concetto di Eroismo: già l’idea di ingabbiarlo in una qualsivoglia esegesi non fa che svilire la bellezza di codesto sentimento.

Poi io essendo profondamente anarco-cristiano (un ossimoro come è poi tutta la mia esistenza) e disprezzando la guerra in tutta la sua ampia manifestazione, non credo di essere degno di disquisire sull’argomento.

Dirò soltanto che l’eroe è colui che travolto dalle circostanze, viene per così dire, abbagliato da una luccicanza che gli consente di aprire porte percettive oltre il piccolo Io che alberga in ognuno di noi.

Il piccolo Io si risveglia di colpo e diventa multi-Io, perdendo così la percezione di uno spazio ridotto e contenuto dal nostro povero involucro.

L’Eroe è guidato da forze potenti che non lo distoglieranno dal suo proposito di martirio, di sacrificio.

L’eroe fu Giovanni Ortoleva che disse “No” ai nazi-fascisti, per aver giurato fedeltà alla bandiera italiana e alla libertà; eroe è il partigiano vivente che riuscì a lanciarsi dal burrone mentre la mitragliatrice impazzava alle sue spalle: non fu solo un disperato tentativo di salvarsi la pelle, ma di ribellarsi al giogo dell’ingiustizia; eroe è colui che affronta con dignità una malattia terminale; eroe è l’artista che nonostante i venti contrari rimane sul campo, rimane in Sicilia, terra delle ingiustizie, della dismemoria, terra irredimibile; eroe è stato il senatore Corrao, accoltellato per paura e gelosia, lui che aveva donato la propria anima, ed oggi anche il corpo; eroe è Biagio Conte, sacerdote del nulla, ma che dal nulla ha ridato speranza a molti.

La verità è, che siamo in nuce tutti eroi: con la sostanziale differenza che troppi dormono, cullati dal proprio piccolo Io quotidiano, lasciandosi sfuggire, ogni minuto, atti di profondo eroismo.

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