Giusi Leone è con Giuseppe Carusotto, Enzo Giuliana e altre 2 persone.
“QUESTA MATTINA MI SON SVEGLIATA…” e ancora mi sono resa conto che, spesso, dimenticando, alimentiamo l’oblio della nostra appartenenza storica a una condizione sia essa di matrice sociale o etnica, politica o economica o culturale e altro ancora… Condizione che ci tributa “quello” che siamo e ci identifica rendendoci al nostro modus pensanti.
Non ho ritirato la mia bandiera tricolore. Ho lasciato che continuasse a sventolare. Quasi a procrastinare la scomparsa di quella passione e di quel coinvolgimento “resistente” che ieri proclamavano il 25 Aprile. Un tentativo, forse, di suscitare pensieri e ancora sollevare voci unanimi verso quella coralità di testimonianze che annullano il silenzio che l’ignoranza adduce.
La mancata conoscenza e l’IGNORARE fatti e storie che ci appartengono è grave, porta all’indifferenza.
Molti interventi e post e articoli, sui diversi siti web, hanno chiaramente esposto qual è la “condizione” che definisce lo status del popolo italiano oggi. Sommerso così com’è da un’ignoranza imperante e da forti venti comunicativi devastanti e frequentemente “malamente” formativi.
Premesso ciò, volevo semplicemente ricordare un altro aspetto della nostra storia locale che, ieri, è stato completamente obliato dalla comunità. Un aspetto molto importante che rende, anche, Delia partecipe e protagonista di quel tanto discusso movimento di opposizione e lotta, di cui tanto ieri si è parlato, al mondo conosciuto come RESISTENZA e che, in maniera incontestabile, ha portato tutti noi alla libertà e alla democrazia.
Alla Carta Costituzionale sono addebitati «anche umili nomi, voci recenti. Quanto sangue e quanto dolore per arrivare a questa Costituzione! Dietro a ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi, caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta» e facendo appello alle parole di Piero Calamandrei è MIO DOVERE di cittadina “libera” ricordare i nomi di GABRIELE e LORENZO LOMBARDO, figli di Delia, eroi della Resistenza e martiri per la libertà.
Durante il ventennio fascista molti deliani antifascisti furono costretti ad emigrare in Francia, a causa della disoccupazione e per sfuggire alla repressione.
Alcuni di essi parteciparono poi alla Resistenza Francese scrivendo una pagina gloriosa di LOTTA PER LA LIBERTÀ:
Gabriele e Lorenzo Lombardo emigrarono in Francia in cerca di lavoro, con le rispettive mogli, le sorelle Auria di Sommatino.
Le atrocità della guerra li toccarono così profondamente che decisero di entrare a far parte della Resistenza Francese alla quale aderirono coerentemente.
Furono arrestati l’11 novembre 1943 a Grenoble dove stavano partecipando ad una manifestazione patriottica.
In seguito furono trucidati dagli invasori Tedeschi a Hradisko U Prahy, in Boemia, l’11 Aprile 1945. Pochi giorni dopo la loro esecuzione l’armata Rossa liberò il campo ove erano stati rinchiusi.
«Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra Costituzione».
Pertanto, se noi vogliamo andare nel luogo dove è testimoniata la nascita della la nostra Costituzione, rechiamoci a VILLA FLORA ove un monumento attende gli onori dei vivi.
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Ad onor del vero
Giusi Leone