RICORDO DI UN INCONTRO CON ENZO SELLERIO
C’era stato da poco, il 19 di novembre ad Agrigento, il coordinamento regionale siciliano dell’ Associazione Nazionale dei Partigiani. Su proposta del Presidente Ottavio Terranova ci eravamo impegnati alla realizzazione di un convegno per il recupero della memoria dell’antifascismo e della partecipazione siciliana alla lotta di Liberazione. Avevo saputo che il professore Enzo Sellerio, fondatore della casa editrice Sellerio di cui è stato l’anima estetica, genio della fotografia di fama internazionale, anche per la storia della sua famiglia aveva una significativa documentazione su l’antifascismo palermitano. Infatti il padre professore Antonio, fisico, era un noto antifascista, fondatore della Facoltà di Architettura, era riuscito a fare trasferire alla Facoltà di Ingegneria una pila atomica che divenne basilare strumento didattico e di ricerca per l’Istituto di Ingegneria nucleare. La madre Olga, russa e di origine ebraica, con la signora Raffaella Mameli Fais e con Lina Coffarato Colajanni, moglie di Pompeo Comandante Barbato, fonda l’associazione Italia URSS. E così, presentato dalla compagna Maria Eleonora Fais, ho incontrato a nome dell’ANPI Palermo Enzo Sellerio. Ora che è venuto a mancare ricordo con tristezza quei momenti. E’ stato per me un grande onore, un incontro molto interessante. Il professore Enzo è una figura imponente nonostante la sua età avanzata, di poche parole mi riceve con grande gentilezza nel suo studio, dietro una grande scrivania. Mi aveva subito dichiarato il suo pessimismo rispetto alla attuale situazione politica e alla attuale classe dirigente. Prima ho accennato a lungo alla nuova stagione dell’ANPI aperta ai giovani “nuovi partigiani”, soprattutto all’impegno in Sicilia per il recupero della memoria. Così ho parlato del 3 settembre a Isnello, della partecipazione popolare, corale e commossa, alla rievocazione, 66 anni dopo, della strage di Salussola dove viene trucidato il giovane eroe Giovanni Ortoleva. Avevo ricordato, a mo’ di presentazione, il mio lontano legame a quel primo volume della collana “la memoria” della Sellerio, “Dalle parti degli infedeli” di Leonardo Sciascia. Allora mi parla di una raccolta di documenti catalogati in alcuni faldoni sull’antifascismo con diversi riferimenti a Franco Grasso e tanti altri. Poi, trasferendoci in una altra stanza, li sfogliamo tutti pagina per pagina. E’ un archivio importante che va gelosamente custodito, consultato e studiato, cosa che mi ero promesso di fare. Ritorniamo nella sua stanza e così mi parla di diverse lettere del fratello Ugo scritte da Ventotene dove era stato confinato dopo essere stato arrestato e processato con Franco Grasso a Palermo. Lo sollecito a pubblicarle. Gli parlo, e lo prometto in dono che porterò l’indomani, di “Stalag XB” fumetto di mio figlio Marco, che parla delle lettere di un mio cugino di Palermo, Gioacchino Virga, sottotenente dell’accademia di Modena, deportato in Germania dai nazisti e lì morto di fame e di freddo. Mi guarda a lungo poi mi dice, forse poco convinto, che ci penserà e mi invita comunque con insistenza a parlare con un suo carissimo amico che vive a Roma, l’architetto Alessandro Di Benedetto figlio del grande partigiano Totò. Sono passate circa due ore e ci salutiamo promettendoci di incontrarci.
Gli antifascisti siciliani, i compagni e gli amici, assieme ai giovani collaboratori Alfonso Geraci e Erminia Scaglia lo ricorderanno sempre.