COSI’ RICORDO IL LATINISTA MARIO GEYMONAT

In memoria di Mario Geymonat figlio di Ludovico Geymonat uno dei pochi professori in Italia che rifiutò la tessera del fascismo a costo della persecuzione e dell’esilio. Con il nome di battaglia Luca fu partigiano inPiemonte nella 150ª Brigata Carlo Pisacane

di Sebastiano Saglimbeni

Il cinque luglio 2010, di pomeriggio, ho chiamato per telefono Mario Geymonat che   mi ha riposto con voce disturbata, ma gioiosa. E’ trascorso un trentennio da quando mi ha fatto dono, con dedica, delle  Bucoliche, da lui tradotte con tanto di commento, ed edite da Garzanti. Le ho lette e rilette nel testo virgiliano e nella  sua traduzione. Ho  inteso quel dono come uno stimolo che  subito mi ha fatto riprendere lo  studio del latino che avevo trascurato e la lettura di alcuni classici che ho provato ai volgere nella nostra lingua. L’ amico è il curatore di tutta l’opera critica di Virgilio. Lavorò tanto  consultando codici e commenti antichi e moderni.  Un suo lavoro,  edito da Zanichelli, “ENEIDE/CON EPISODI SIGNIFICATIVI DI ILIADE  E ODISSEA”, con  rari dipinti riprodotti, di una cura eccezionale, è un raro titolo quali quelli che circolavano nel passato,  parascolastici, cosiddetti, dai quali  gli insegnanti estraevano non poca erudizione che trasmettevano  ai loro alunni.  “Virgilio è l’autore che ha avuto maggiore  influenza su tutta la successiva letteratura europea, ma egli stesso appare estremamente innovatore e moderno per come ha saputo rielaborare e rifondere la grande poesia precedente a lui:  l’austera solennità di Ennio, la fantasia cosmica di Lucrezio, la passionalità di Catullo in ambito latino, la raffinatezza dell’arte alessandrina, la profondità della tragedia del V secolo e soprattutto la maestosa grandiosità di Omero in ambito greco”. Questo ed altro di intenso si legge nel sopraddetto titolo, mentre Mario Geymonat partecipa ai lettori il poeta Virgilio. Egli, autore di Virgilio e la scienza, ultimamente, prima che lasciasse la cattedra di Latino all’Università Ca’ Foscari, ha pubblicato  Il grande Archimede, opera, edita dal giovane Sandro Teti,   una sorta di tributo  reso  al padre Ludovico, uno dei maggiori epistemologi del secolo scorso, pure autore di scritti sullo scienziato siciliano. Ne Il grande Archimede, c’è pure un lavoro, non agevole, di ricerca  tendente alla costruzione di una diversa biografia, che, in qualche modo,  accosta quella figura antica del grande scienziato a quella che si proietta nell’attualità.   Dopo la data, di cui nell’incipit di questa nota, ho sentito alcune volte l’amico Mario. L’ultima volta,  un mese fa, ma non stava bene, mi aveva  espresso il desidero  di venire a Verona dove, alla Biblioteca Capitolare, aveva trascorso giorni e giorni per consultare il Codex  Veronensis, quando lavorava all’opera critica di Virgilio. Il 17 di questo mese, Mario Geymonat si è spento a Venezia.  “Geymonat ha scritto numerose voci per l’Enciclopedia virgiliana della Treccani”, ha ricordato il quotidiano La Stampa.  “  La sua mancanza sarà a lungo difficile da sopportare”, ha scritto il Calendario del Popolo che diresse  a lungo lo scomparso Nicola Teti.

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