Ho voluto scrivere, con Paolo Mondani, giornalista di “Report”, un libro sull’omicidio di Pio La Torre.
Abbiamo viaggiato, per lungo tempo, tra carte e documenti con alterni stati d’animo, spesso combattuti tra mollare o andare avanti. Ma, alla fine, non ci siamo rassegnati a considerare archiviata la vicenda politica del più importante dirigente comunista ucciso ne nostro paese.
Quella di Pio La Torre è la storia emblematica di un’Italia che vuole e riesce a pensare in grande guardando al futuro, che ragiona, lotta e non sta in silenzio.
E’ una storia che, negli anni in cui volgeva al termine, raggiunge livelli alti di un discorso concreto sul potere e sul sistema di potere mafioso, fuori da analisi superficiali e di comodo.
E’ una storia tragicamente interrotta dalla mente politica che ha armato gli esecutori di quella stagione di sangue che, in Sicilia, va dal 1979 al 1982, ma che ha inizio con Portella della Ginestra e arriva a via D’Amelio, sommandosi alle stragi compiute da Piazza Fontana in poi, tutte con l’obiettivo di impedire una cittadinanza caratterizzata dall’eguaglianza e dalla giustizia.
La vicenda di Pio La Torre appartiene alla democrazia, quella vera, fatta di partecipazione, lucidità e passione che va ricordata e mantenuta dentro i canali di una ricerca instancabile delle troppe verità nascoste di questo Paese.
La Torre, in questo lavoro di studio e di ricerca, ci ha fatto incontrare Aldo Moro, Piersanti Mattarella, Enrico Berlinguer, in un insieme di sconcertante attualità, uomini che avevano visto avvicinarsi il pericolo di un grande silenzio della politica e ci ha spinto a riconsiderare tutto quello che è dovuto donne e uomini di tenace concetto che lottano per il diritto alla verità.
Lo presenteremo a Palermo il prossimo 23 aprile ore 17,30 nell’aula magna del Rettorato dell’Università (Palazzo Steri).
Un caro saluto, Armando Sorrentino