Riportiamo con gioia e commozione il pianto di gioia di un palestinese, Zaher; E’ un inno alla libertà il suo, inno alla internazionale umana, alla fratellanza, alla solidarietà. In questo momento abbiamo negli occhi i Taufik Zajad, i Walid Gazal, gli Abu Fares, gli uomini e le donne del soccorso popolare libanese ai tempi di Sabra e Shatila o della mezzaluna palestinese. Tanti di questi oggi non ci sono più. In nome loro e dei tanti caduti per la libertà gridiamo forte “wiva la Palestina libera”.
“eravamo forse una ventina di ragazzi di fronte alla presidenza della regione siciliana, portavamo le bandiere della Palestina, c’erano i ragazzi che hanno portato sempre la Palestina nel cuore, l’hanno amata sempre, e coccolata nel cuore, anche se mai l’hanno conosciuta era Lei, si era Lei, mia madre, sorella, amore amante era lei motivo d’orgoglio di costanza, era il motivo in più per vivere e contiuare a lottare.
Mi sono accorto che non apparteneva a me, ma era l’amore di tanti, ed ora finalmente diventata la sposa di tutte e di tutti coloro che l’hanno amata senza conoscerla mai, io l’ho rivista dopo 40 anni per soli 4 giorni, ma era la sposa più bella che avrei mai sognato, la vedevo e la sentivo negli abbracci dei miei cugini, nelle loro e nelle mie lacrime, nei sorrisi nella zaghroute che mia cugina, muta dalla nascita, tentava di intonare ed io li, come un bambino appena nato, non riusciva a smettere di ……., per i tanti anni in cui mi hanno separato da MIA MADRE …LA PALESTINA”
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