Palermo 2 giorni con Smuraglia

Immagini dell’incontro dei giovani con Carlo Smuraglia.
Si è svolto il pomeriggio di venerdì 9 novembre alla Facoltà di Lettere in viale delle Scienze. Hanno aperto le struggenti note di Schindler’s list del magico violino del maestro Aldo Mausner, ebreo palermitano  che ha conosciuto da bambino le persecuzioni fasciste dopo le leggi razziali. Presenti e hanno presa la parola i partigiani Placido Armando Follari, comandante Otello, che ha partecipato alla liberazione di Bologna, Giuseppe Benincasa, cavaliere della Repubblica, sopravvissuto alla terribile strage di Cefalonia; Coordinatore Antonio Ortoleva hanno preso la parola dopo una breve introduzione di Angelo Ficarra, e la lettura per la voce di Rosa Gargano di una piece “perchè anonimo siciliano” dedicata agli sconosciuti caduti nelle lotte per la libertà e in difesa della dignità umana;  Flora Buttitta, figlia di Ignazio, piccola staffetta partigiana al Nord dove si era trasferita con la famiglia, Pippo Oddo testimone e storico delle lotte del movimento contadino, il professore Giuseppe Carlo Marino intervenuto sulla trattativa Stato mafia,  e il professore  Eugenio Giannone di Cianciana che ha riportato la testimonianza di un parente partigiano caduto per la libertà.
Dopo la consegna effettuata da Carlo Smuraglia all’on. Angelo Capitummino, già presidente dell’ Assemblea Regionale Siciliana, di una pergamena dell’ANPI Palermo a firma di Ottavio Terranova con la motivazione  della tessera ad honorem: “Per essersi instancabilmente impegnato con Pio La Torre nel Movimento per la pace,  mobilitando il mondo cattolico siciliano, contro la istallazione della base missilistica di Comiso. Sempre impegnato in difesa della democrazia e per la smilitarizzazione della Sicilia”, ha preso la parola Carlo Smuraglia che ha concluso l’incontro con una straordinaria indimenticabile lezione umana, politica e storica sulla Resistenza e sulla necessità di più antifascismo oggi.  “Da un lato c’è questo crescendo di episodi e manifestazioni quasi quotidiane, il fenomeno si espande e suscita reazioni troppo modeste. C’è molta indifferenza in giro, ignoranza di quello che significano queste manifestazioni. Un Paese che ha avuto una dittatura fascista, una guerra disastrosa, lutti, tragedie, dovrebbe provare una sensazione di vergogna di fronte a episodi di questo tipo.  Forse non abbiamo fatto abbastanza i conti con cosa è stato il fascismo. Parlarne oggi è importante. Bisogna coinvolgere le istituzioni che  a loro volta reagiscono assai poco a questi fenomeni”.

 

 

 

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