Un ricordo del partigiano “Athos” di Domenico Stimolo
21 luglio : Anniversario della morte del partigiano Nunzio Di Francesco, “Athos”, educatore alla Libertà e alla Pace, di Linguaglossa ( Catania)
…….sono trascorsi due anni dalla sua dipartita
Libero e libertario, di cuore e di fatto. Avulso alle rigidità ideologiche e alle “cordate” di qualsivoglia fattura. Tollerante, semplice e passionale. Umano, nei tratti e nella parola, e senza fobie di selettività intellettuale. Un vero combattente per la libertà, divenuto, nello scorrere del tempo, un vecchio giusto saggio. Amante della Costituzione, dei valori dell’antifascismo, fondativi dell’Italia repubblicana, delle regole e dei diritti. Cultore della Memoria – civile e democratica, degli eventi, degli artefici uomini e donne – radice dell’oggi e del domani. Da combattente partigiano, forgiato durante la Resistenza nelle valli piemontesi, reduce dalle nefandezze dei lager nazisti, ( Mauthausen) era allenato ai sacrifici e alle fatiche; non teneva fronzoli sulla lingua.
“Cresciuto”, poi nelle battaglie civili, con la Confederterra, nella gestione delle lotte contadine del dopoguerra, nella resa operativa del motto “pane, giustizia e libertà”. Protagonista nella divulgazione della cultura cooperativistica nell’area del suo paese natio – Linguaglossa- nel vitivinicolo. Aveva in questo uno spiccato senso per l’organizzazione e la commercializzazione dei prodotti correlati frutto del lavoro.
Da sempre impegnato in prima fila, per consolidare tra i cittadini e tramandare ai giovani i valori supremi della Libertà e della democrazia, il ricordo sull’abnegazione di centinaia di migliaia di persone, uomini e donne nella Lotta di Liberazione contro il nazifascismo. Per non dimenticare gli orrori dei Campi di sterminio installati dagli assassini “propagandisti” materiali della “razza eletta”, direttamente vissuti a Mauthausen.
Era un vero educatore della memoria, specie nelle scuole. Un compito, questo, certamente difficile, assunto con passione partecipativa ed assoluta dedizione. Nel corso di tanti decenni, alcune decine di migliaia di giovani, non solo in Sicilia, hanno avuto maniera di sentire le sue riflessioni e le sue narrazioni. Con voce calma e suadente attanagliava l’attenzione degli studenti. Le sue “lezioni” si svolgevano sempre in un clima di grande coinvolgimento e partecipazione emotiva. La sua “umiltà” dialettica era catalizzante. Raccontava, con amabilità, le tragedie vissute nell’Italia e nell’Europa di ieri, per contestualizzarli nell’oggi. Nelle sue lezioni civili ricordava con grande veemenza i tanti patrioti della libertà che si sacrificarono nei campi di battaglia, o assassinati nei lager. Emergeva spesso la sua acredine contro la monarchia dei Savoia che consegnò l’Italia ai fascisti nell’ottobre del 22, complici diretti dello scatenamento della guerra di aggressione che provocò in Europa cinquantacinque milioni di morti ed immane distruzioni.
Educava i giovani al culto della libertà, sempre e comunque, delle scelte ragionate pesate con l’ “esperienza” della memoria; alla solidarietà, alla comprensione, all’antirazzismo; al rispetto dei diritti umani e civili.
Nunzio Di Francesco era rispettato da tutti. Dai rappresentanti istituzionali veramente democratici, dai cittadini coscienti, dagli insegnanti; dai ragazzi e dalle donne, in particolare. Aveva un “fascino” di genuinità che lasciava un segno nei cuor gentili.
Fu per diversi anni Presidente dell’ANPI provinciale di Catania e componente del Comitato Nazionale dell’ANED.
Poi, il 21 luglio del 2011, ottantasettenne, partì per il “grande viaggio”.
Nella ricorrenza i suoi tanti amici e compagni lo ricordano con affetto e dolore.