120 ANNI FA: 14 Settembre 1893 siamo nel bel mezzo dello sciopero che vede coinvolte diverse migliaia di contadini che si battono per conquistare gli obiettivi della piattaforma definita in luglio nel congresso regionale di Corleone che passerà alla storia col nome di “Patti di Corleone”. Per la prima volta si riuniscono, su base regionale; impongono e trattano con gli agrari le condizioni per la ripresa del lavoro nei campi. Quasi dappertutto è un grande successo. I lavoratori dei campi guidati dal gruppo dirigente dei FASCI SICILIANI acquistano coscienza della propria forza, GUARDANO IL PADRONE NEGLI OCCHI, affermano il fondamentale valore della dignità umana e con essa della libertà. Gli operai delle miniere stanno preparando il loro primo congresso che si svolgerà a GROTTE nell’ottobre 1893.
Il Governo Giolitti che fino a questo momento – con la gravissima eccezione del 20 gennaio di Caltavuturo dove pare che per prima sparò la mafia dei campieri – è riuscito a imporre alle forze in servizio di ordine pubblico a non usare le armi da più parti invocate contro il Movimento dei Fasci Siciliani, si avvia a essere fatto fuori dalla Monarchia che imporrà, dopo un tentativo fallito di formare il Governo del democratico Zanardelli, un Governo Crispi che si macchierà del sangue dei siciliani.