PALESTINA

21/07/2014

Eduardo Galeano   “Se fossi palestinese ”

Fin dal 1948, i palestinesi sono stati condannati a vivere in un’umiliazione senza fine. Non possono neanche respirare senza permesso. Hanno perduto la loro patria, le loro terre, la loro acqua, la loro libertà, ogni cosa, anche il diritto di eleggere il loro governo. Quando votano per chi non dovrebbero, vengono puniti. Gaza ora viene punita, è diventata una trappola senza via d’uscita da quando Hamas ha vinto giustamente le elezioni nel 2006. Qualcosa di simile era accaduta nel 1932, quando il Partito Comunista ha vinto le elezioni a El Salvador: la gente espiava il suo cattivo comportamento con un bagno di sangue e da allora in poi ha vissuto sotto dittature militari. La democrazia è un lusso che soltanto pochi si meritano. I missili fatti in casa che non hanno dato scelta ai combattenti di Hamas a Gaza, sparano con una mira approssimativa verso le terre una volta palestinesi e attualmente sotto il dominio israeliano, sono nati dall’ impotenza.
E la disperazione, del tipo che confina con la pazzia suicida, è la madre delle minacce che negano il diritto di Israele a esistere con grida vane, mentre una guerra genocida molto efficace nega da lungo tempo il diritto della Palestina alla vita.
Resta pochissimo della Palestina. Passo dopo passo, Israele la sta cancellando dalla carta geografica. I coloni invadono, seguiti dai soldati che ridisegnano i confini. Le pallottole  sparate per auto-difesa santificano il saccheggio. Nessun tipo di aggressione manca di dichiarare che il suo scopo è di difesa. Hitler ha invaso la Polonia per evitare che la Polonia invadesse la Germania. Bush ha invaso l’Iraq per impedire che l’Iraq invadesse il mondo.
Con ognuna delle sue guerre difensive, Israele inghiotte un altro pezzo di Palestina, e il festino continua.

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