Da ”La Voce dell’Jonio”
Mascalucia ricorda l’insurrezione del 3 agosto 1943: un comitato
cittadino ne chiede il riconoscimento ufficiale.
Tratto dal periodico ”La Voce dell’Jonio”
Cronaca degli eventi (1943)
La Resistenza è iniziata in Sicilia? Questa interessante domanda da tempo avvince
gli storici, non solo locali, che si occupano delle vicende belliche della seconda
guerra mondiale. Ciò sin da quando, in tempi più recenti, si è iniziato a fare luce su
un episodio di vera e propria insurrezione, avvenuto a Mascalucia, il 3 agosto 1943;
quindi ben prima della data che nei libri di storia viene ufficialmente indicata come
l’inizio della Resistenza in Italia, vale a dire le “quattro giornate” di Napoli (27-30
settembre 1943). Quando ancora non era stato firmato nè reso noto l’armistizio di
Cassibile (8 settembre 1943), la popolazione del paese etneo, armi in pugno, si
ribellò contro gli atti criminali commessi su inermi civili dai soldati tedeschi in
ritirata.
Intervento dell’avv. Domenico Scalia (ex sindaco di Mascalucia)
Per ricordare fatti e protagonisti di quell’evento storico, il 25 luglio (anniversario
della caduta del fascismo) a Mascalucia è stato convocato un consiglio comunale
straordinario presso l’auditorium di via Etnea. L’intento è stato quello di
sensibilizzare l’amministrazione mascaluciese e la cittadinanza tutta su una
importante iniziativa, partita alcuni anni fa e finalizzata ad ottenere un
riconoscimento ufficiale del contributo dato dai mascaluciesi alla lotta di liberazione
dell’Italia dal nazi-fascismo; riconoscimento già ottenuto da Randazzo e Castiglione,
città martiri del nazi-fascismo, insignite dal presidente della Repubblica Ciampi
delle medaglie al merito civile “per atti di abnegazione durante il secondo conflitto
mondiale”.
Il pubblico presente all’incontro.
Dopo l’apertura dei lavori ad opera del presidente del consiglio comunale, Nicola
Musumarra, coordinatore del Comitato promotore, nato su iniziativa
dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, ha brevemente ricordato il contesto
storico in cui si svolsero i fatti: il precipitare degli eventi tra il luglio e l’agosto del
1943 (caduta e arresto di Mussolini, invasione della Sicilia da parte degli
angloamericani, ritirata delle truppe tedesche) e la peculiare situazione che si venne
a creare a Mascalucia: un paese di appena tremila abitanti, distante sia dalla costa
che dal fronte di ritirata dei tedeschi, quindi considerato più sicuro, anche perché
era sede di postazioni dell’esercito italiano, del corpo dei vigili del fuco e dei
carabinieri. Per tale motivo divenne luogo di “sfollamento” per moltissimi catanesi.
Proprio qui avvenne il primo episodio di aperta ribellione ai soprusi dei tedeschi
avvenuto in territorio italiano, quando ancora la Germania nazista era ufficialmente
un paese “alleato” del Regno d’Italia.
I militi tedeschi – adottando un atteggiamento sprezzante e disumano, non certo
consono alla loro posizione ufficiale di soldati di un paese alleato – nel ritirarsi dalla
piana di Catania verso nord si abbandonarono a furti e violenze di ogni tipo contro
la popolazione civile. Que 3 agosto, però, gli abitanti di Mascalucia reagirono alle
barbare uccisioni a sangue freddo dell’armiere catanese Giovanni Amato, sfollato in
paese, e del soldato Francesco Wagner, “reo” di avere difeso un paesano dal
tentato furto della sua motocicletta da parte del solito tracotante tedesco.
“A distanza di anni si dovrebbe esigere il riconoscimento della verità e dell’eroicità
dei fatti di Mascalucia” ha detto Musumarra. Per ricordare, ma soprattutto per
trasmettere alle nuove generazioni questo valoroso episodio a lungo misconosciuto
(o, peggio, occultato per motivi politici) “occorre esercitare un’azione di pressione
nei confronti delle competenti autorità governative al fine di ottenere l’aspirato e
meritato riconoscimento ufficiale”.
Consegna delle targhe-ricordo
Alla manifestazione hanno partecipato i rappresentanti istituzionali dei comuni di
Mascalucia, Nicolosi, Pedara e Ragalna, oltre a Domenico Stimolo(autore della
”Lettera di Memoria e Libertà”) e Maurizio Dal Bosco (commissario FIDCA-Catania).
Molto significative le testimonianze dell’avv. Domenico Scalia (già sindaco di
Mascalucia) e diOrazio Carpino (Ass. Nazionale Ex-internati), che hanno raccontato
il clima vissuto nei paesi etnei e alcuni episodi che spiegano la giustificata astiosità
delle popolazioni etnee – esauste e provate da tre anni di guerra non voluta ma
imposta dal regime fascista – nei confronti dei tedeschi, non più alleati bensì
invasori violenti e usurpatori di ogni diritto. Lo scrittore Salvo Barbagallo ha
concluso auspicando l’organizzazione di una apposita giornata della memoria.