CARA DI MINEO, novità giudiziarie……… inquietanti
E’ noto, forse ai più, che in provincia di Catania, nell’entroterra collinare in località Mineo, è sito il luogo di “internamento” degli umani detti “migranti clandestini” più grande in Europa.
E’ un sito costituito da diverse centinaia di costruzioni (….“villette”) adibite fino a pochi anni addietro ad uso abitativo dalle famiglie dei militari statunitensi stanziati nella mega base militare di Sigonella, non molto distante.
Poi, spostatosi gli americani, dal 2010 è stato fatto diventare “luogo di accoglienza” per migranti/profughi. Quelli che pur di fuggire a guerre, dittature, sopraffazioni e fame, imbarcati sulle barchette, sopravvissuti alle tempeste marine, hanno sfidato le ire del Mar Mediterraneo.
E’ sempre strapieno, in almeno 3500, di uomini donne e bambini, per oltre –quasi il doppio – della normale capienza abitativa. In attesa del riconoscimento di asilo ( accoglienza, protezione umanitaria) permangono mediamente per circa dodici/diciotto mesi.
Nel corso del tempo tante sono state le manifestazioni di protesta promosse dai rifugiati, energiche e partecipate, contro i tempi lunghissimi di permanenza, contestando le generali ed “asfissianti” condizioni di scadente qualità assistenziale/umanitaria. Un lungo “internamento” coatto che facilmente scade nel degrado, con tutti i potenziali rischi che possono determinarsi, per donne e uomini, data la promiscuità e la ricerca da parte di “caporali” esterni di lavoro a bassissimo costo.
Parecchie le iniziative di sostegno, di solidarietà attiva, operate davanti al Cara – cortei e presidi – da parte di gruppi democratici ed antirazzisti che agiscono nell’area territoriale del catanese. Denunziate le rilevanti contraddizioni che caratterizzano le quotidianità del CARA di Mineo: i tempi di concessione dei permessi, le modalità utilizzate per l’accoglienza, la qualità dell’assistenza generale, vitto, abbigliamenti, supporto sanitario e formazione per l’inserimento sociale, le modalità delle concessioni ( ….”gare di appalto”) e gli enormi costi di gestione.
Ora la situazione è finalmente “deflagrata”! E proprio di oggi 12 marzo la notizia, riportata da tutti gli organi di informazione, che le procure di Catania e Caltagirone, già in opera d’indagine da tempo – in particolare a seguito della presenza ispettiva a Mineo una settimana addietro di Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione -, si sono mosse sulle modalità attuative delle gare di appalto sulla gestione, nello specifico quella bandita nel luglio dello scorso anno, per un valore di quasi cento milioni di euro, con valenza triennale. Poi c’è da guardare anche al pregresso. Sarebbero iscritte nel registro degli indagati numerose persone coinvolte a vario titolo nella conduzione del Consorzio del calatino, “soggetto attuatore” del CARA, comprendente parecchi comuni del comprensorio territoriale interessato.
Si mormora di nomi anche “ di pezzi grossi”. Si parla, oltre di Luca Odevaine già coinvolto mesi addietro nell’inchiesta di “Mafia capitale”, anche del sottosegretario Giuseppe Castiglione, ex presidente della Provincia di Catania.
Che sia fatta Giustizia, civile e democratica. Per i tanti profughi sofferenti…..e per i morti annegati.
Una nota finale. La Rai ogniqualvolta fa servizi sul Cara di Mineo manda da tempo in onda un breve consolidato filmato “storico”. Sempre lo stesso. Le immagini si soffermano su profughi che giocano al calcio, ed altri che si dondolano su un’altalena………. Come se il luogo fosse un’amena località di villeggiatura. Speriamo che adesso “cambi il vento”!
domenico stimolo