L’ANPI INCONTRA I DETENUTI DEL CARCERE DELL’UCCIARDONE

PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA
UNA DELEGAZIONE DELL’ANPI INCONTRA I DETENUTI DEL CARCERE DELL’UCCIARDONE

Oggi, con inizio alle ore 14,00 una delegazione del Comitato Provinciale ANPI di Palermo, con il Coordinatore regionale Ottavio Terranova, Letizia Colajanni, Giusy Vacca, Giuseppe Sunseri e Mario Piraino accompagnati dalla Direttrice del carcere Dottoressa Rita Barbera, ha incontrato i reclusi dell’Ucciardone per parlare di storia della resistenza e della guerra di liberazione contro il nazifascismo, legalità, Costituzione, rispetto della dignità dell’uomo e percorsi culturali di recupero e reinserimento. L’incontro è stato cordiale con applausi a scena aperta per i rappresentanti dell’ANPI.
Il dialogo costruttivo intrapreso ha suscitato curiosità ed interesse, e sono state poste le basi per successivi incontri culturali.
E’ la prima volta in Italia che l’ANPI si reca a parlare con i detenuti nelle carceri italiane.

Il carcere dell’Ucciardone è un antico istituto penitenziario di Palermo. E’ situato in piena città, vicino al quartiere di Borgo Vecchio, nei pressi del porto, in via Enrico Albanese 3.
Il nome deriva dal siciliano u ciarduni, a sua volta dal francese chardon, che vuol dire cardo: un tempo, infatti, questa pianta commestibile veniva coltivata nel terreno in cui sarebbe poi sorto l’edificio.
È stato progettato all’inizio del XIX secolo dall’architetto Nicolò Puglia e riformato, come oggi si vede, dall’architetto palermitano Emmanuele Palazzotto (Palermo 1798-1872). Nel 1842, con il trasferimento dei detenuti dallo storico carcere della Vicaria, poi trasformato in Palazzo delle Reali Finanze dallo stesso architetto Palazzotto, iniziò la sua attività. Il 2 settembre 2014 è stato trasformato da casa circondariale a casa di reclusione.]
Come gran parte delle carceri italiane presenta gravi problemi di sovraffollamento oltre agli ovvi disagi legati alla vetustà della struttura. Le sue celle hanno accolto moltissimi esponenti della mafia e sono sovente state teatro di oscure vicende, tanto da essere definito dai mafiosi “Grand Hotel dell’Ucciardone”. Nella sua aula bunker si sono svolti numerosi processi (ivi compreso il celebre “maxiprocesso” degli anni ’80) a carico dei boss di cosa nostra. Durante il fascismo prese il nome di Villa Mori a causa dei metodi utilizzati da Cesare Mori, durante il suo periodo di servizio in Sicilia.

Mario Piraino

5 GIUGNO 2015  INCONTRO CON I DETENUTI

Superato il muro di recinzione, passi attraverso una serie di porte che vengono serrate alle tue spalle da guardie sorridenti.
Entri in una sala gremita di uomini giovani e meno giovani; sei emozionata e un po’ preoccupata: riuscirai a stabilire una comunicazione in un ambiente così nuovo e sconosciuto?
Cominci a parlare e ti rilassi: leggi nei loro occhi interesse ed attenzione. Ti poni una domanda: perché sono qui rinchiusi? Sono colpevoli di piccoli o grandi reati? Non è

importante dare una risposta: sono persone e come tali degni di ogni rispetto. Alcuni hanno una conoscenza approfondita delle leggi che riguardano la loro condizione e
reclamano il riconoscimento dei propri diritti, mostrando amarezza per ciò che  esiste solo sulla carta ma che non è stato realizzato.
Quando te ne vai, molti ti porgono la mano che stringi con calore, consapevole di essere stata arricchita dall’esperienza vissuta.

  Maria Letizia Colajanni

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