RECUPERO DELLA MEMORIA

16195452_10208253792442973_4050429380811448163_nRICORDANDO  PLACIDO ARMANDO FOLLARI L’INDIMENTICABILE COMANDANTE OTELLO MANCATO L’ANNO SCORSO, COMANDANTE PARTIGIANO CHE PARTECIPA ALLA LIBERAZIONE DI BOLOGNA, L’ANPI PALERMO E’ STATA PRESENTE IN TANTI MOMENTI IMPORTANTI DI RECUPERO DELLA MEMORIA535336_10205380613451642_2145680064202264650_n: Letizia Colajanni vice Presidente ha portato il messaggio dell’ANPI in una scuola di Favara,   il Presidente Ottavio Terranova ha partecipato alla cerimonia ufficiale tenuta dalla Prefettura a Villa Paino, Clementina Castrone alla Scuola Ciro Scianna a Bagheria,  Salvo Li Castri e Angelo Ficarra vice Presidente vicario hanno partecipato ad una bellissima cerimonia in un Liceo di Niscemi per la consegna di una medaglia al partigiano Giuseppe Bennici di 97 anni,16299503_1867658063449369_6890134105981681993_n

A POLLINA CON GIUSY VACCA E FAUSTO CLEMENTE  Il giorno 27 gennaio è la giornata internazionale della memoria e cade nella data in cui vennero abbattuti i cancelli e fu liberato il campo di concentramento di Auschwitz.
Il giorno nel quale la ferocia indicibile a cui può arrivare l’essere umano venne disvelata e consegnata per sempre alla storia.
In Italia si ricordano le vittime della Shoah e delle leggi razziali, non dimenticando la persecuzione italiana dei cittadini ebrei;
gli italiani oppositori politici, che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte;
coloro che hanno salvato delle vite a rischio della propria.
E’ importante mantenere viva la memoria di un periodo oscuro e feroce della storia dell’umanità affinché tali atrocità non possano più accadere. Impegnarsi per il riconoscimento del valore di ciascuno,per la dignità, per il rispetto dei diritti di tutti gli uomini e per la legalità.Ricordare non è un atto passivo che si esaurisce in sé. Ricordare vuol dire prevenire le condizioni che possono portare alla discriminazione e alle sopraffazioni; vuol dire vigilare e prestare attenzione ai gesti e agli eventi, piccoli o grandi, che hanno il segno della disuguaglianza. Ricordare vuol dire anche scegliere, stare dalla parte del bene, agire e proteggere chi si trova a vivere una condizione di fragilità e di offesa.
Conoscere i rischi della memoria corta, del non ricordare e non voler vedere.
Cercare di capire la realtà e saper riconoscere i pericoli che possono derivare dall’odio e dalla discriminazione, dal disprezzo per il “diverso”… Cerchiamo di riconoscere e combattere il riaffiorare di una nuova forma di razzismo che potrebbe sfociare in qualcosa di pericoloso…Non è allarmismo, ma consapevolezza…Sapere che si vive in un periodo difficile in cui bisogna diventare parte attiva per cercare di difendere i sacrosanti principi della nostra Costituzione, per difendere la libertà e la dignità di ciascun individuo e adoperarsi per la pace dovrebbe essere sentito come naturale e necessario.Ciascuno di noi può fare la sua parte, a tutte le età e in qualunque luogo…
Una interessantissima giornata organizzata dalla direttrice didattica Antonella Cancila e i ragazzi del comprensorio di San Mauro, Pollina e Finale di Pollina, che sono stati davvero bravissimi con approfondimenti e video sui temi della memoria.
L’ ANPI presente con il Presidente dell’ ANPI di Termini Imerese Fausto Clemente e Giusy Vacca della segreteria ANPI di Palermo. Presenti il sindaco di Pollina e il deportato nei campi di lavoro Mariano Norata, di cento anni compiuti, che solo l’ anno scorso, ha ricevuto la medaglia a Roma dal Presidente della Repubblica Mattarella. Un commovente ricordo degli anni trascorsi tra varie sofferenze e un invito ai ragazzi e agli adulti ad impegnarsi per essere contro tutte le guerre!

ERANO GERANI, CI DISSE, PIANTATE CON IL SANGUE DI OTTO EBREI POLACCHI NEL PRIMO CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI POLONIA. Ottavio Terranova

li ho visti ancora piantate all’esterno del campo che ho visitato diversi anni fa in Polonia con una delegazione della CGIL .

Ci accompagnò l’unico sopravvissuto, a destra del piazzale,notammo una montagna di suole di scarpe di gomma, i tedeschi non potevano ci disse, bruciarli con i poveri cristi, non volevano inquinare. Poi i forni crematoi con accanto lettere di deportati e tante fotografie, ed ancora capelli umani in artistici riquadri, tantissime cuccette di legno e noi sentimmo l’odore di quei corpi martoriati che vi si erano adagiate prima di finire nelle camere a gas e nei forni, In un angolo, un tavolaccio, dove le belve, in divisa squartavano, per i loro studi di razza, donne in cinta e bimbi appena nati. Poi, al centro del viale del campo, una moderna costruzione del tempo, era stata la sede del comandate. Il nostro vecchio accompagnatore, raccontava e riviveva, I trucidati di quel luogo furono ben 750.000, non compresi vecchi e bimbi, ed aggiunse che il comandante tedesco, amava sempre suonare il pianoforte e accarezzare il bianco colombo che teneva nella sua stanza prima di ordinare la decimazione di donne e uomini di ogni razza e religione e spesso con altri, abbattevano lanciandoli in area, come fossero dei piccioni, i bimbi piccoli che non potevano far parte della loro contabilità.

Ho voluto raccontare questa mia esperienza vissuta con tanta emozione, proprio l’indomani della giornata del ricordo, per riflettere ancora, ed ancora, perchè la memoria di questi terribili eventi, possa diventare memoria attiva ed impegno quotidiano di tutti perchè simili mostruosità non possano mai più accadere.-2

 

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