COMUNICATO STAMPA
Oggetto: Solidarietà Professoressa Rosa Maria Dell’Aria ( Palermo)
L’ANPI Sicilia esprime massima solidarietà nei confronti della Professoressa Rosa Maria Dell’Aria, oggetto di un inqualificabile provvedimento disciplinare, e manifesta grande preoccupazione per un’azione chiaramente indicativa della volontà di attentare alla libertà d’insegnamento ed alla libera espressione di pensiero.
La professoressa ha svolto il suo insegnamento nella convinzione che la Scuola non debba solo informare ma debba, essenzialmente, formare cittadini in grado di orientarsi nella realtà in cui vivono e di operare scelte ragionate e non sudditi pronti ad accettare qualunque forma di imposizione e di censura.
Nuove generazioni sprovviste di spirito critico e di autonomia di pensiero sono funzionali ad un esercizio distorto del potere.
Chiediamo che venga immediatamente annullato il procedimento disciplinare altamente lesivo dei principi di libertà, democrazia e solidarietà sanciti dalla nostra Costituzione, figlia della Resistenza.
Maria Letizia Colajanni Coordinatrice regionale scuole ANPi Sicilia
Dal prof. Fausto Clemente Presidente della sezione Anpi di Termini Imerese riceviamo:
COMUNICATO STAMPA.
Nell’esprimere alla professoressa Rosa Maria Dell’Aria la massima solidarietà, la sez ANPI e il Comitato 25 Aprile di Termini Imerese condividono le preoccupazioni di tutti coloro che, nelle modalità di intervento della burocrazia scolastica e della Digos al Vittorio Emanuele III di Palermo, vedono un attacco alla libertà di insegnamento e, più in generale, alla stessa libertà di espressione, ambedue costituzionalmente garantite.
La gravità di quanto è accaduto è accentuata dalla sequenza quasi quotidiana di episodi in cui legittimi comportamenti di liberi cittadini sono immediatamente troncati dall’intervento delle forze dell’ordine, mentre in tutto il Paese si moltiplicano manifestazioni di gruppi e organizzazioni di estrema destra in palese e provocatoria violazione delle norme che le vietano e le sanzionano. Colpisce in particolare la prontezza con cui un gigantesco apparato – che va da un sottosegretario sino all’Ufficio scolastico regionale, al direttore dell’ambito territoriale di Palermo e alla Polizia di Stato – si sia mobilitato per “punire” una docente di specchiata carriera e un gruppo di adolescenti, colpevoli di avere accostato le leggi razziali del 1938 ai provvedimenti contro i migranti dell’attuale governo, che com’è noto hanno il loro principale assertore e sostenitore nel ministro degli interni e nel partito che rappresenta.
Provvedimenti e direttive in cui, non un docente e un gruppo di studenti, ma l’alto Commissariato delle Nazioni Unite ha individuato ripetute violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale e che dunque, nello stile della democrazia e nel rispetto delle prerogative della scuola, avrebbero tutt’al più potuto suggerire la richiesta di un ulteriore esame delle circostanze e delle opinioni. Nei termini in cui tutto è avvenuto non è possibile sottrarsi alla sensazione di una sistematica azione di contenimento – se non di vera e propria intimidazione – nei confronti di legittime valutazioni di fatti e di altrettanto legittime manifestazioni di dissenso e di critica, che costituiscono i presupposti irrinunciabili della convivenza democratica.
Mentre chiediamo a chi di dovere di accertare se la sanzione adottata dal direttore dell’ufficio scolastico di Palermo non abbia obbedito a sollecitazioni che travalicano le norme e le procedure che regolano l’addebito di responsabilità ai lavoratori della scuola, chiediamo anche l’immediata restituzione della professoressa Dell’Aria al suo insegnamento; invitiamo docenti e studenti a rafforzare la consapevolezza della fondamentale importanza della libertà culturale e didattica di chi studia e lavora nella scuola; ribadiamo che i principi costituzionali su cui è fondata la Repubblica non consentono che istituzioni e apparati dello Stato siano impegnati nella tutela di ruoli e posizioni politiche di parte, ma solo nella difesa dei diritti dei cittadini e del libero confronto democratico.
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MANIFETAZIONE DAVANTI AL LICEO VITT. EM. III
Palermo, 17 maggio 2019
– -Condividiamo il testo di Romano Romano Luperini sul caso della prof.ssa Dell’Aria di Palermo:
I fatti di Palermo costituiscono una minaccia alla libertà dei cittadini e un attentato gravissimo ai diritti sanciti dalla Costituzione: la libertà di opinione e la libertà di insegnamento. Una insegnante è stata esclusa per quindici giorni dall’insegnamento e da parte dello stipendio (ridotto alla metà) per non aver vigilato su un video dei suoi alunni che accosta il decreto salviniano sulla sicurezza alle leggi razziali del 1938 (cosa peraltro pensata da almeno un terzo degli italiani).
Il fatto è di una gravità inaudita. Chi riteneva i gesti di intolleranza del nostro ministro degli interni delle innocue pagliacciate deve ripensarci. Questo atto di forza vuole intimidire non solo una categoria (gli insegnanti) ma tutti i cittadini. E che si sia partiti dai docenti non è casuale: sono loro che devono insegnare il rispetto dei diritti, la democrazia, la tolleranza, i principi della Costituzione antifascista. La scuola da sempre è un terreno di resistenza. Per questo è stata colpita per prima.
Questa prova di forza è solo un inizio, un ballon d’essai per vedere quanto avanti ci si può spingere sin da oggi nella fascistizzazione dello stato. Per questo esige una risposta pronta e decisa. Già gli insegnanti e gli studenti di Palermo, che sono subito scesi in sciopero, hanno reagito con decisione.
Nessuno sottovaluti quanto è successo. Di qui in avanti nessuno è più sicuro e, come è successo alla insegnante di Palermo, chiunque può trovarsi la Digos in casa o in classe. Si sta procedendo alacremente verso uno stato di polizia, e bisogna resistere, resistere subito con gli strumenti della democrazia ma con il massimo di determinazione.
Romano Luperini
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