Comitato Provinciale ANPI di Caltanissetta

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Negli ultimi anni grazie all’impegno profuso dal Comitato Provinciale ANPI di Caltanissetta coordinato dal presidente Giuseppe Cammarata dal , con l’ausilio delle diverse sezioni ANPI locali del territorio nisseno, stanno emergendo parecchie storie di uomini e donne che hanno dato un contributo notevole alla storia della resistenza partigiana nel nord e centro Italia. Questo ha avvicinato molte famiglie siciliane a riscoprire se tra i loro antenati ci fosse qualcuno che in passato fosse stato un partigiano, deportato o antifascista.

Tutto questo grazie alle numerose iniziative politico culturali intraprese in questi anni dal Comitato Provinciale di Caltanissetta all’interno delle scuole, dei circoli culturali e alle presentazioni di diversi libri sull’argomento. Questo ha permesso di estendere il numero delle sezioni sul territorio nisseno negli ultimi cinque anni con la nascita della sezione “Sandro Pertini di San Cataldo”, la sezione “Gaetano Butera” di Riesi, la sezione “Joseph Sanguedolce” di Sommatino, la sezione “Bella Ciao” di Mussomeli e la sezione di “Niscemi”. In questi territori grazie a ricercatori e istituzioni locali è stato possibile censire le storie di molti siciliani che si sono spesi nella resistenza partigiana che potevano andare persi grazie al coraggio e alla volontà dei famigliari e dei pochi deportati e partigiani rimasti in vita.

Ecco le diverse storie che vogliamo proporvi di raccontare per il 75° anniversario della liberazione dell’Italia dal nazifascismo.

Medaglie e Riconoscimenti

Giuseppe RIGGI è nato a San Cataldo il 19 novembre 1920, arruolato nel Regio Esercito in data 25.11.1940 con matricola n.8679/31, giunto alle armi il 12.01.1941 e assegnato alla 15^ Compagnia Sussistenza.  Trasferito in data 29.02.1942 con la 53^ Squadra panettieri. Dopo varie peripezie l’11 maggio 1943 rientra in Italia dalla disastrosa e drammatica campagna militare di Russia e dopo l’8 settembre 1943 si unisce alle formazioni di partigiani operanti nelle zone di Lodi e Cremona con il nome di battaglia “Ricciardi” partecipando attivamente alle operazioni di contrasto alle forze nazifasciste nell’ambito della guerra di liberazione italiana. In data 26 luglio 1944 in località Erbatica del Comune di Spino d’Adda (Cremona), la formazione partigiana dove operava il Riggi Giuseppe veniva accerchiata e attaccata da ingenti forze fasciste, riuscendo a catturare dopo un conflitto a fuoco diversi membri della formazione partigiana mentre, se pur ferito di striscio in un piede, riusciva a scappare. Nella stessa giornata del 26 luglio 1944 le cascine tra in una località poco distante e precisamente in località Villa Pompeiana ricadente nel comune di Zelo Buon Persico (LO), le forze di oppressione fasciste trucidavano i partigiani patrioti catturati durante il feroce rastrellamento. Fu la strage più sanguinosa compiuta dai fascisti nel lodigiano, escludendo le stragi nazifasciste dei giorni dell’insurrezione. Il 29 aprile 1945 partiva a piedi per attraversare l’Italia e tornare nella sua San Cataldo per svolgere l’attività di contadino.

In data 2 giugno 2013 nell’ambito della ricorrenza della Festa della Repubblica Italiana, ha ricevuto dalle mani del Prefetto di Caltanissetta Dott. Carmine Valente, il Diploma di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica.

In data 16 dicembre 2016 nell’ambito dei festeggiamenti del 70° anniversario della Liberazione, ha ricevuto da sua Eccellenza il Prefetto di Caltanissetta Dott.ssa Maria Teresa Cucinotta, la “Medaglia della Liberazione”, riconoscimento assegnato dal Ministero della Difesa, con l’Alto Patrocinio della Presidenza della Repubblica, in occasione della ricorrenza del 70° anniversario della Guerra di Liberazione e della Resistenza.

In data 19 settembre 2017, su richiesta della Sezione ANPI “Sandro Pertini” di San Cataldo, veniva riconosciuto partigiano combattente e concesso il Diploma d’Onore di “Combattente per la Libertà d’Italia 1943-1945”, riconoscimento assegnato dal Ministero della Difesa.

Tutt’ora in vita e lucido, compirà 100 anni in prossimo novembre.

 

 

Michele LIPANI è nato il 5 febbraio 1911 a San Cataldo, iscritto al n. 20283 di matricola del Distretto Militare di Caltanissetta e richiamato alle armi per esigenze di carattere eccezionale, venne inserito nel Reggimento Fanteria di Agrigento, trasferito al 27° battaglione Costiero “Lecce”, imbarcatosi a Bari, partì per l’Albania. Partecipò dal 18.11.1942 all’8 settembre 1943 alle operazioni di guerra svoltesi in Balcania (guerra greco-albanese) col 428° Battaglione Territoriale Mobile (B.T.M.) 3ª compagnia P.M. 402.  Il 12 settembre 1943, in seguito all’Armistizio dell’8 settembre 1943, è stato fatto prigioniero delle truppe tedesche e condotto nel Lager di Fallingbostel (Bassa Sassonia- Germania) Stalag xI – B  dove è deceduto il 20 aprile 1944 per cause imprecise. E’ sepolto ad Amburgo, Cimitero militare italiano d’onore, Posizione tombale: riquadro 5, fila Q, tomba 54.

In data 11 Dicembre 1990 ha ricevuto n. due croci al Merito di Guerra alla memoria, dal Comandante del Distretto Militare di Caltanissetta, visto il R.D. 14 dicembre 1942, n 1729.

Il 28 gennaio 2017 ha ricevuto la medaglia d’onore del Consiglio dei Ministri come deportato IMI dal prefetto di Caltanissetta, Maria Teresa Cucinotta.

Alessandro Bevilacqua è nato Sommatino il 6 febbraio del 1924, era conosciuto per la sua vita da soldato partigiano per la liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Venne chiamato alle armi l’11 maggio 1943. Entro nelle file partigiane il 23 ottobre del 1944, operando tra i comuni di Zoppola, Casarsa della Delizia e altri comuni della provincia pordenonese. Alla conclusione del conflitto, si impegnò in prima linea nella segreteria della Lega Braccianti della CGIL di Sommatino per la difesa dei diritti della classe contadina. In ambito letterario ha pubblicato tre libri in vernacolo siciliano ( Li Misi di l’ANNU, Cci pinzu sempri, Lu nannu e lu niputi), dove attraverso racconti e poesie rievoca la sua Sicilia che lavora la terra, che lavora e muore nelle miniere, che emigra all’estero in cerca di fortuna. Il 25 aprile del 2016,  su richiesta dell’ANPI provinciale di Caltanissetta, Alessandro Bevilacqua ricevete la medaglia d’oro per il 70°anniversario della Liberazione da parte del prefetto di Caltanissetta. Un uomo che si è speso molto per la sua famiglia e per la propria comunità. Muore il 26 marzo 2017.

Mario Vela era nato a Ravanusa (AG) il 30 Gennaio 1916. Partigiano combattente. Zona d’operazione Monastero prov. Macerata. Appartenente alla Divisione Garibaldi formata da 350 uomini. Comandata la formazione il tenente Augusto Pantanelli. Muore il 10 agosto 2015 a Sommatino. Ha ottenuto la medaglia d’oro per il 70°anniversario della Liberazione da parte del prefetto di Caltanissetta il 25 aprile 2016, la cui richiesta è stata fatta dl Comitato Provinciale di Caltanissetta nel 2015 quando Mario Vela era ancora in vita-

Salvatore Russo nasce il 30 gennaio 1919 a Riesi. Aviere dell’esercito, Russo che oggi è Presidente onorario dell’Anpi di Riesi, venne catturato dai tedeschi in Albania. A tal proposito Russo ricorda: “Badoglio firmò l’armistizio incondizionato, noi in aeroporto eravamo in forze maggiori dei tedeschi ma il generale, un fascista, non ci diede indicazioni”. Uno dei tanti casi di un esercito lasciato allo sbaraglio dopo l’8 settembre.

Il 101enne di Riesi, ex aviere dell’Esercito, ricorda bene le sevizie e le angherie. Costretto come gli altri a lavorare in fabbrica su turni di 12 ore, alternativamente di giorno e di notte, insieme ai compagni di prigionia ha dovuto commettere qualche furto per poter mangiare. Come un furto di patate che gli costò punizioni corporali da parte dei tedeschi. “Per la fame commettevamo qualche furto. Avevamo rubato le patate da un magazzino vicino. Ci hanno preso e portato in una stanza facendoci mettere in uno sgabello a petto in giù con la testa fra le gambe dei tedeschi e un altro che dava bastonate”.

Due anni di prigionia prima della liberazione e del ritorno a casa. Prima, però, bombardamenti alleati sui campi e tante persone viste morire. “Ho subito pure io i bombardamenti e una notte, la più spinosa, per quattro cinque giorni bombardamenti a tappeto. I morti cadevano a terra insieme agli animali. Per fortuna avevo una coperta e quando ero fuori dopo l’allarme anti aereo, mi sono trovato rannicchiato con una coperta addosso, se ero più alzato non sarei qui”.

Il 28 gennaio 2017 ha ricevuto la medaglia d’onore del Consiglio dei Ministri come deportato IMI dal prefetto di Caltanissetta, Maria Teresa Cucinotta. La storia è stata pubblicata all’interno del manoscritto Resistenti, storie di antifascisti, partigiani e deportati di Riesi a cura di Giuseppe Giancarlo Calascibetta.

Salvatore Giujusa (Mazzarino), arruolatosi nell”Arma dei Carabinieri il 13 giugno 1938 venne assegnato al Comando di Legione di Trieste. Un anno dopo l’armistizio firmato dal governo Badoglio, l’arma dei carabinieri venne sciolta. Schieratosi nelle file dei partigiani venne fatto prigioniero il 28 settembre del 1944 in territorio Monte Croce, in Trentino, e deportato nel lager di Dachau in Germania. Fece ritorno a casa grazie alla liberazione avvenuta quando si trovava insieme ad altre 80 persone davanti ad un forno crematorio. All’ arrivo degli alleati, il giovane Giujusa  si trovava insieme ad altre 80 persone davanti al forno crematorio; ma si salva nel «tempo di nessuno», nell’ intervallo in cui i tedeschi erano scappati e i liberatori non erano ancora entrati nel campo. Rimasto senza forze, per sua fortuna non corre verso il filo spinato ancora carico di corrente elettrica, come avevano fatto altri compagni, morendo. Il completo scioglimento della tensione si raggiunge nel momento in cui Giujusa, rientrato in Italia, riesce ad abbracciare la sua famiglia: «Mia madre mi strinse al cuore, forte; non so se per un minuto o per un secolo. Ritornavo alla vita» Dopo 50 anni decide di trascrivere  i suoi ricordi nel libro: Il tempo di nessuno pubblicato nel Gennaio 2008 con l’introduzione di Oscar Luigi Scalfaro.

Nel 2018, in occasione della giornata della Memoria, il prefetto di Caltanissetta, Dott.ssa Maria Teresa Cucinotta ha consegnato ai famigliari di Salvatore Giujusa la medaglia d’onore alla memoria del Presidente della Repubblica.

Il 26 Gennaio 2019 , il Comune di Mazzarino ha intitolato una via a Salvatore Giujusa, ex Via Pecorella.

 

Giuseppe La Rosa  nacque a Riesi il 2 aprile 1918 e il 14 marzo 1940 venne chiamato alle armi, dal Distretto Militare di Caltanissetta. Dopo un lungo addestramento, venne destinato al 130° Reggimento Fanteria di Spoleto. Il 31 luglio del 1942, il La Rosa giunge a Cetinje, capitale del Montenegro.

Dopo l’8 settembre 1943 si aggrega ai gruppi di resistenza armata del Montenegro,  ma il 22 aprile 1944, venne catturato dai tedeschi e internato nel campo di concentramento di Mathausen-Gusen, in Austria. Venne impiegato nei lavori forzati. Il 5 maggio del 1945 venne liberato dall’esercito alleato.

Il 30 gennaio del 2018, su richiesta Comitato Provinciale ANPI Caltanissetta, a Giuseppe La Rosa viene conferita la medaglia d’onore alla memoria del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, dalle mani del prefetto di Caltanissetta sua Eccellenza Maria Teresa Cucinotta.

Calogero Giardina è nato a Mussomeli l’1.12.1920, Il 29 gennaio 1939 viene chiamato alle armi  e giunge in data 31.01.1942 al 27° Reggimento Fanteria.  In data 15.08.1942 viene collocato effettivo nel 101° Reggimento Fanteria – 16° Battaglione “Cosenza”. Trasferito con il 101° Reggimento Fanteria in Grecia nelle zone di guerra. Il 9 settembre 1943, viene catturato dall’esercito tedesco e deportato in Germania. Destinato al lavoro coatto presso le miniere di carbone –Stammlager XII D – Zollverein Renania. Il 25 aprile 1945 viene liberato dagli Alleati e trattenuto dagli stessi fino al 21 ottobre 1945. In tale data Giardina Calogero ritorna in Italia e si presenta al Centro Alloggio di Verona. Lo stesso giorno gli viene concessa la licenza e ritorna a Mussomeli. Collocato in congedo illimitato in data 22 dicembre 1945, in tale data riscontriamo la seguente dicitura dal foglio matricolare: “Considerato come prigioniero di guerra a tutti gli effetti G 125900/1-3-133-8-5 in data I-II- 1945 dal Ministero di Guerra – Gabinetto.

Il 30 gennaio del 2018, su richiesta Comitato Provinciale ANPI Caltanissetta, a Giuseppe La Rosa viene conferita la medaglia d’onore alla memoria del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, dalle mani del prefetto di Caltanissetta sua Eccellenza Maria Teresa Cucinotta.

Giuseppe La Rosa  nacque a Riesi il 2 aprile 1918 e il 14 marzo 1940 venne chiamato alle armi, dal Distretto Militare di Caltanissetta. Dopo un lungo addestramento, venne destinato al 130° Reggimento Fanteria di Spoleto. Il 31 luglio del 1942, il La Rosa giunge a Cetinje, capitale del Montenegro.

Dopo l’8 settembre 1943 si aggrega ai gruppi di resistenza armata del Montenegro,  ma il 22 aprile 1944, venne catturato dai tedeschi e internato nel campo di concentramento di Mathausen-Gusen, in Austria. Venne impiegato nei lavori forzati. Il 5 maggio del 1945 venne liberato dall’esercito alleato.

Il 30 gennaio del 2018, su richiesta Comitato Provinciale ANPI Caltanissetta, a Giuseppe La Rosa viene conferita la medaglia d’onore alla memoria del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, dalle mani del prefetto di Caltanissetta sua Eccellenza Maria Teresa Cucinotta.

Paolino SALAMONE nasce a Sutera (CL) il 21 gennaio 1915, il 28 maggio 1940 viene richiamato alle armi per mobilitazione e giunge in data 06.06.1940 al 76° Reggimento Fanteria.  In data 14.06.1941 viene trasferito effettivo nel 225° Reggimento Fanteria. Trasferito il 15.06.1941 con il 225° Reggimento Fanteria sul fronte Greco-Albanese e giunge a Durazzo (Albania) il 16.06.1941. Catturato prigioniero dai tedeschi in data 08.09.1943 in seguito all’armistizio e deportano in Austria. Destinato al lavoro coatto presso il campo di prigionia di Wels (Austria). In data 31 maggio 1944, resta vittima durante una incursione aerea alleata. E’ sepolto nel Cimitero Italiano di Guerra di Mauthausen (Austria) – Fila n.3 – Tomba n.283.

Il 30 gennaio del 2018, su richiesta Comitato Provinciale ANPI Caltanissetta, alla nipote viene conferita la medaglia d’onore alla memoria del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, dalle mani del prefetto di Caltanissetta sua Eccellenza Maria Teresa Cucinotta

 

Salvatore Pellegrino, nacque a San Cataldo il 22.02.1904, viene richiamato alle armi e inviato nelle zone di guerra in Croazia-Jugoslavia. Catturato prigioniero dai tedeschi in data 12.09.1943 in seguito all’armistizio e deportano in Germania nel M-Strannlager IIID – Bezeichnung nella regione della Sassonia dal 12.09.1943 al 29.08.1945. Liberato dalla prigionia dall’esercito sovietico.

Il 25 gennaio del 2019, su richiesta del Comitato Provinciale ANPI Caltanissetta e della Sezione “Sandro Pertini” di San Cataldo, al figlio Liborio Pellegrino viene conferita la medaglia d’Onore alla memoria del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, dalle mani del prefetto di Caltanissetta sua Eccellenza Cosima Di Stani.

 

Carmelo Boncore nacque a Riesi il 15 luglio 1915 . Da ragazzo frequenta gli ambienti valdesi di Riesi, dove coltiva la sua cultura antifascista .  Il 25 maggio 1938 viene chiamato alle armi e assegnato al 29°Reggimento Artiglieria di Modena e inviato alla città di Valona. Il 13 settembre 1943 viene catturato dai tedeschi e condotto nei campi di lavoro in Germania.

Il 9 aprile 1945 viene liberato e inviato al Centro Alloggio di Bolzano dove venne interrogato e curato prima di essere inviato a Riesi.  Alla fine del conflitto riceve due croci di guerra e il 27 gennaio 2020 su richiesta del Comitato Provinciale ANPI di Caltanissetta, gli è stata conferita la medaglia d’onore alla memoria del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, dalle mani del prefetto di Caltanissetta dott.ssa Cosima Di Stani.

Luigi De Bilio nato a Riesi il 7 marzo 1918. Viene inviato sul fronte Greco-Albanese, dove dopo l’8 settembre 1943 viene arrestato dalle S.S e deportato in Germania nei campi di lavoro.  Viene liberato dagli Alleati. La sua storia non è stata mai raccontata a nessuno, neanche ai suoi famigliari. Solo nel 2019 con l’interesse di suo fratello Rocco De Bilio decide di rivolgersi al Comitato Provinciale ANPI di Caltanissetta  per fare la richiesta per l’ottenimento della medaglia d’onore alla memoria dal Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana. Il 27 gennaio 2020, ottiene il meritato riconoscimento, a consegnarlo il Prefetto di Caltanissetta dott.ssa Cosima di Stani.

Intitolazioni locali pubblici

Centro Polivalente Partigiano Gaetano Butera. Il 16 settembre 2016 è stato intitolato il Centro Polivalente di Riesi a Gaetano Butera, medaglia d’oro al valor militare e ucciso nel 1944 nelle Fosse Ardeatine; grazie al lavoro svolto da due anni a questa parte dell’assessore Franco La Cagnina e dallo studioso locale Salvatore Michele Mirisola, nonché componente della Commissione Toponomastica. Alla cerimonia hanno preso parte tutti gli studenti  presenti sul territorio,  l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Salvatore Chiantia, dal Presidente dell’ANPI Riesi Giuseppe Calascibetta dal Comitato provinciale dell’ANPi di Caltanissetta presieduto da Giuseppe Cammarata, dal Coordinatore Regionale ANPI Sicilia, Ottavio Terranova, dall’Associazione nazionale “Arma di Cavalleria di Sicilia”, del Capitano Salvatore Salerno, del Colonello dell’Esercito Italiano, Petralia,  dal Comandante dei Carabinieri di Riesi, Rosario Alessandro e dal Comandante dei Vigili Urbani Salvatore Miccichè. Una cerimonia solenne scandita dal silenzio e dall’inno nazionale intonato dalla Banda Musicale Don Bosco, seguita dalla benedizione della stele commemorativa da parte del Vicario Foraneo Don Antonella  Bonasera.  I ragazzi delle scuole elementari, medie e superiori hanno potuto visitare la mostra di pittura “RiESISTENTI” che racconta la resistenza e l’antifascismo di Riesi,  curata da Rosario Riggio e Attilio Gerbino. La  testimonianza  di Gaetano Butera è stata raccontata dalla signora Silvia Baglio, cugina del partigiano Butera, e socia dell’ANPi di Roma sezione Don Papagallo. A tal proposito afferma: “Gaetano Butera era un giovane di 19 anni che ha sacrificato la propria vita per un ideale di libertà e democrazia. E deve essere un esempio luminoso per tutti i giovani presenti. Mio cugino inoltre ha combattuto a Roma nella ottava zona, e veniva aiutato molto spesso dai carabinieri che gli cedevano le loro armi per combattere i fascisti per poi riportarli nella notte stessa.  Sono orgogliosa che oggi a Riesi c’è un edificio pubblico intitolato a mio cugino  e soprattutto che esiste una sezione ANPI a Riesi”.

 

Sala Riunioni “Cap. Gaetano Mancuso. Il 26 aprile 2016 è stata intitolata su esplicita richiesta della Sezione Anpi “Sandro Pertini”, la Sala Riunione posta al primo piano del Palazzo di Citta di San Cataldo al Cap. Gaetano Mancuso nato a San Cataldo il 05.04.1904, Medaglia d’Argento al Valor Militare alla memoria. Arruolatosi giovanissimo all’Artiglieria a Cavallo e corsista nella scuola ufficiali di Modena. Richiamato per partecipare con il 1290° Regimento di Fanteria della Divisione “Perugia” alle operazioni militari nella regione del Kosovo in Albania. La Divisione “Perugia”, comandata dal Generale Ernesto Chiminello, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e sino al 5 ottobre 1943, si sottopose a marce forzate nel tentativo di raggiungere e difendere i porti di imbarco di volta in volta indicati dal nostro Comando supremo. La marcia verso il mare, contrassegnata da continui scontri con i tedeschi, si concluse tragicamente a Porto Edda (l’odierna Sarandë Albania), dove il Generale Chiminello, catturato con molti suoi uomini, venne fucilato. Analoga sorte toccò ai suoi ufficiali e sottufficiali tra essi il Capitano Gaetano Mancuso, che si erano opposti alle forze naziste: il 5 ottobre 1943, 120 di loro vennero mitragliati dai tedeschi, i loro corpi cosparsi di benzina e poi incendiati, prima di essere buttati in mare. L’onorificenza della Medaglia d’Argento al Valor Militare alla memoria, è stata consegnata alla vedova Sig.ra Ascari Elsa, durante una cerimonia ufficiale nell’agosto 1952. Alla cerimonia di intitolazione erano presenziato; la vice Prefetto D.ssa Elisa Carbone, il Sindaco di San Cataldo Ing. Giampero Modaffari, il Dirigente della Polizia di Stato Michele Emma, il Comandante della Compagnia dei Carabinieri Cap. Mauro Epifani, il responsabile della Sezione ANPI Giuseppe Cammarata nonché, diversi componenti della famiglia Mancuso. Nel chiudere la cerimonia la Vice Prefetto Dott.ssa Elisa Carbone: “ Eventi come questo devono servire da testimonianza di coraggio, dignità e fierezza da lasciare soprattutto alle giovani generazioni ”.

 

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