In memoria di Rosario Militello – di Piazza Armerina – sopravvissuto ai Lager
Dalle pagine dell’ultimo numero di “Triangolo Rosso” – dell’ Associazione Nazionale ex deportati nei Campi nazisti – si apprende della morte di ROSARIO MILITELLO, avvenuta il 23 maggio, a Roma. Deportato politico nei Lager nazisti.
Era nato a Piazza Armerina, in provincia di Enna, il 10 aprile 1924. Proveniente da una famiglia numerosa ( otto figli) cominciò a lavorare molto presto, da ragazzino di fatto, come avveniva nella gran parte delle “tormentate” realtà siciliane . Iniziò nella miniera di zolfo di Grottacalda, situata tra Enna e Piazza Armerina. Un’attività durissima. A 15 anni, stanco di fare il “topo” nel fondo della miniera, andò via di casa, direzione Torino. Iniziò a lavorare in una fonderia. Alla fine del 1941 iniziò a frequentare la scuola di motorista dell’Aereonautica militare a Torino.
Con l’8 settembre del 1943 ( armisstizio), dopo essere fuggito dall’assalto dei tedeschi alla caserma dove era alloggiato, e dopo diverse peripezie, per sfuggire ai bandi di arruolamento obbligatori della RSI ( appena costituitosi con il sostegno dei tedeschi) si rifugiò nelle campagne, lavorando con i contadini. Nel marzo del 1944 dopo essersi salvato da un rastrellamento nazi-fascista che ricercavano i renitenti alla leva fascista si aggregò ai gruppi partigiani operanti nella zona delle Langhe, facendo parte della Brigata Garibaldi comandata da Davide Lajolo.
Fu catturato nel mese di agosto e trasferito a Torino alle Carceri Nuove, sottoposto a cruenti interrogatori. Dopo circa un mese assieme ad altri partigiani imprigionati fu internato a Bolzano. All’iniziò del gennaio successivo fu portato nel lager di Mauthausen.
Quindi le atroci sofferenze, la fame, l’assoluto annullamento della dignità umana, testimone degli aberranti assassini di massa commessi nei riguardi dei tanti rastrellati in tutte le località europee. L’odore della morte sempre in agguato. Gli scalini in muratura della scala, 186, che “risalivano” dalla cava, portando addosso le pietre di oltre trenta chili. Quanti morituri caduti.
Poi, il 5 maggio la liberazione del lager da parte delle truppe statunitensi.
Rosario Militello era una composizione di carne, ossa e muscoli di ventiquattro chili.
Ritornò in Italia il 21 luglio del 1945. Ricoverato in ospedale, ne uscì nel marzo del 1947.
Si stabilì a Roma, cambiando vari lavori.
E’ stato sempre in prima fila nella testimonianza degli orrori dei Lager, nelle scuole, nei viaggi di memoria nei luoghi della deportazione e delle stragi.
Mai dimenticare.
Grazie Rosario. Un buon siciliano che si è battuto per la nostra Libertà.
( domenico stimolo)
· VIDEO: http://www.memoro.org/it/Rosario-Militello-6-7-%E2%80%93-La-liberazione-del-campo_7298.html