Oggi, 2 dicembre, Matteo Renzi è venuto a Palermo per la terza volta in quasi due mesi per fare l’ennesimo comizio elettorale a favore del “Sì” per il referendum e, per la terza volta, c’è stata una contestazione, o quantomeno, c’è stato un tentativo di contestazione. Perché solo un tentativo? Solo un tentativo perché, a circa 200 metri dal teatro Politeama (dove il premier teneva il comizio), i manifestanti sono stati bloccati da un cordone di carabinieri in assetto antisommossa che con l’uso della forza hanno impedito l’accesso alla piazza. Gli studenti erano intenzionati ad andare a contestare il presidente del consiglio all’esterno del teatro e hanno cercato di oltrepassare il blocco dei carabinieri i quali hanno risposto caricando il corteo composto interamente da ragazzi disarmati e a volto scoperto, con manganellate e calci. Durante la carica i carabinieri hanno arrestato un nostro compagno di scuola e militante del Collettivo Cannizzaro con metodi discutibili (dato che riporta varie escoriazioni e contusioni). Tutto questo è avvenuto perché le forze dell’Arma (e chi le comanda) vogliono tenere lontano dalle televisioni e dalla vista del premier il dissenso popolare verso questa riforma e verso questo governo poiché, ora più che mai, si intende lottare per cambiare le cose in meglio e non in peggio.
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