Palermo 8 luglio 1960

 
 
   
 
 

 8 luglio 1960

 

giuseppe marsala <giuse.marsala@gmail.com>

 
 

Il mio omaggio a quei morti

 

Luglio caldo, furore

Il sole nel cervello

E nell’aria l’odore

Di gas e manganello

 

“Scusasse brigadiere”

– “monta sopra e stai zitto,

Caricate a dovere

Dove il popolo è fitto”

 

Non si muove un monello,

Comunista per caso

Un barista ignorante

Non ha fatto la scuola

Non ha visto il cartello

Non calpestate l’aiuola

 

Luglio Caldo – Travaglini, 1968

Parole di Mauro De Mauro

Musiche di Ignazio Garsia

Palermo, 8 luglio 1960: io c’ero

Parla Ottavio Terranova, oggi Presidente Anpi Palermo, allora segretario della Camera del Lavoro di Augusta. I quattro uccisi dalla polizia a colpi d’arma da fuoco. Nessun processo in Sicilia per chi sparò o dette l’ordine di uccidere

Ottavio Terranova

Il tuo primo fiore

Porta anche tu un fiore

sui Morti dell’otto

luglio per la Libertà.

Oggi sarà la mano

di tuo figlio a deporre

il tuo fiore.

Egli tornerà ancora

su questo luogo di martirio

per deporre con il suo bimbo,

un nuovo fiore.

Quando racconterà

dei Martiri dell’otto luglio,

parlerà anche di te e del suo

primo fiore.

Ottavio Terranova, luglio 2011


Ottavio Terranova, Presidente dell’ANPI Palermo, era in piazza, quando nel capoluogo siciliano la polizia sparò sui manifestanti. Quali sono i ricordi di quell’8 luglio 1960?

Avevo 24 anni ed ero segretario della Camera del Lavoro di Augusta, incaricato da Pio La Torre, allora segretario della Cgil Sicilia. Mi avevano licenziato dai cantieri navali di Palermo, nonostante fossi un operaio specializzato, saldatore elettrico, molto bravo. L’8 luglio avevamo indetto uno sciopero e una manifestazione di protesta per i fatti e i morti di Reggio Emilia del giorno prima. E c’era stata Genova che aveva portato in primo piano la rivendicazione antifascista a cui si univa un forte desiderio di giustizia sociale. Un operaio del Sud guadagnava la metà di uno del Nord, se andava bene. Anche in Sicilia, a Licata, la polizia aveva ucciso. Nella misera cittadina dell’agrigentino, il 5 luglio aveva sparato contro dimostranti in sciopero contro la fame.

Tra le ragioni della manifestazione, la componente antifascista aveva quindi un forte peso anche a Palermo?

Fu sicuramente la principale. In Sicilia non si è combattuta la Resistenza ma il 20% dei partigiani italiani sono siciliani. La componente politica delle mobilitazioni era fortissima. Come in tutto il Paese, da Nord a Sud, si chiedevano le dimissioni del governo Tambroni con i suoi esponenti del Msi. Palermo è una città dove l’antifascismo viene da lontano, da fine 800 con i Fasci siciliani, ed è fortemente sentito ancora oggi; basti pensare che nel referendum costituzionale il No ha vinto con il 70% dei voti. Negli anni 30, le donne del popolo palermitano scioperarono contro il fascismo, un fatto che fece impazzire di rabbia Mussolini. Al momento dello sbarco alleato, i tedeschi in ritirata avevano minato il porto e i cantieri navali. La città si salvò perché dei giovani, calandosi nei tombini, riuscirono a tagliare i fili ed evitare le esplosioni. La furia nazista si scatenò, per esempio, alle falde dell’Etna. I militari del Reich irruppero nelle case dei contadini, depredarono tutto. Come poi accadde al Nord, quella povera gente si difese con le armi e per questo in decine e decine vennero fucilati.

Che città era Palermo nel 1960?

Un immenso cantiere a cielo aperto. La mafia controllava il territorio, si sparavano tra clan per aggiudicarsi aree edificabili, appalti e manodopera. Ai cantieri navali solo 2.800 erano regolari, gli altri erano assunti a tempo determinato da ditte o cooperative gestite dalla malavita organizzata. L’8 luglio con uno sciopero generale ci si mobilitò per la democrazia e per dire basta a tutto questo. Non ci aspettavamo una partecipazione così numerosa, spontanea. Nella centralissima piazza Politeama, come viene chiamata dai cittadini, c’erano soprattutto giovani delle borgate, operai metalmeccanici, netturbini, tantissimi edili. Portavano le magliette a strisce, divenute ormai simbolo della rivolta, bandiere di libertà. Ricordo Pio La Torre cominciare il comizio, riuscire a parlare appena una decina di minuti perché la folla era incontenibile e prese a sfilare in corteo. La celere presidiava la zona fin dalla mattina presto e immediatamente caricò. Poi gli agenti tirarono fuori le armi da fuoco, sparavano ad altezza d’uomo. La gente cominciò a tirar su barricate, a difendersi tirando sassi e bastoni.

I morti furono quattro…

Da qualche anno, anche in quest’ultimo anniversario, l’Anpi con la Cgil e le forze politiche democratiche commemorano i Caduti della strage di Stato con un’iniziativa dal titolo “Porta anche tu un fiore sui luoghi dell’8 luglio”. Ci rechiamo dove vennero colpiti i Caduti e alla lapide in via Maqueda che li ricorda. In via Spinuzza la polizia mirò ad Andrea Cangitano, diciannovenne operaio edile e dirigente sindacale e del partito comunista, mentre cercava di placare i manifestanti. Era una personalità conosciuta, lo ammazzarono di proposito, per punirlo. Giuseppe Malleo era un ragazzino, aveva 15 anni, morì in via Celso; Francesco Vella aveva 45 anni. Quel giorno Palermo divenne teatro di una guerra contro civili inermi: Rosa La Barbera, una signora di 53 anni, morì mentre chiudeva la finestra di casa.

Un momento dei funerali

La polizia però non riuscì a sciogliere la manifestazione…

Restammo nelle piazze, nelle strade e nei vicoli fino a pomeriggio inoltrato. Pio La Torre e il segretario del Pci di Palermo, Peppino Miceli, pretesero di essere ricevuti dal presidente della Regione, il barone Benedetto Majorana, esponente della Dc, monarchico con un passato nell’Uomo Qualunque, che aveva costituito un governo con l’appoggio del Msi anticipando quello Tambroni a livello nazionale. La Torre e Miceli, esigettero e ottennero da Majorana il ritiro della polizia. C’era stato un morto anche a Catania, Salvatore Novembre, un giovane disoccupato, massacrato prima dai manganelli della polizia e poi finito con un colpo di pistola. Purtroppo la repressione continuò in altro modo. Moltissimi partigiani, sindacalisti e politici erano stati feriti, identificati e arrestati durante la manifestazione. Vennero processati e condannati. Si volle processare l’antifascismo.

 Per i morti dell’8 luglio, i responsabili locali dell’ordine pubblico vennero processati?

Non ci fu alcun processo in Sicilia per chi sparò o dette l’ordine di uccidere. Peggio, la polizia continuò a reprimere con le armi. Ad Augusta, nel febbraio 61, lanciò una bomba a mano ferendo quattro sindacalisti durante uno sciopero alla Rasion. Piuttosto si provò a infangare la manifestazione di Palermo sostenendo che la mafia avesse sobillato i giovani delle borgate palermitane, mandandoli in piazza per distruggere tutto. Non è vero affatto. Fu un momento di presa di coscienza spontanea, di richiesta di libertà, democrazia e rinnovamento. Certo, la mafia contava molto anche allora, in un primo tempo nelle campagne, 56 dirigenti sindacali vennero uccisi prima e dopo Portella della Ginestra. Poi la mafia si trasferì a fare affari in città e ora si è di nuovo “modernizzata”: il business attuale è la finanza. Una volta l’arcivescovo di Palermo, il cardinale Pappalardo, mi disse che se l’acqua benedetta si fosse potuta vendere la mafia ne avrebbe dominato il mercato. Storicamente ritengo che la mafia non fosse fascista, così come nel dopoguerra il Msi non era mafioso. Però i datori di lavoro si sentivano ben protetti dal controllo mafioso. Ma allora come oggi, l’antifascismo fa paura alla mafia, alle destre xenofobe e razziste, e anche alla cattiva politica. Perché l’Anpi è la coscienza e la memoria critica della politica.

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8 luglio 1960 57° anniversario 8 luglio 2017

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IMG_0590IMG_0591IMG_0603Il segretario della Fillea cgil Francesco Piastra commemora i caduti dell’otto luglio sessanta. Siamo in via Spinuzza propio nel luogo dove fu ucciso il compagno Andrea Gangitano 18 anni lavoratore edile. E’ presente la figlia di Fina Vella Sanfilippo, nipote di Francesco Vella. Poi, dopo la deposizione di fiori nel posto dove fu ucciso Francesco Vella, interventi, sotto la lapide all’angolo con via Celso dove fu ucciso Giuseppe Malleo 16 anni, dell’assessore Giovanna Marano in rappresentanza del Sindaco Orlando, di Enzo Campo segretario della Camera del lavoro di Palermo e di Ottavio Terranova Presidente dell’Anpi Palermo e Coordinatore delle Anpi Siciliane.

Lettera a Francesco Vella nell’anniversario del suo assassinio, Palermo 8 luglio 1960

Ciao Francesco,

come ogni anno si rinnova il ricordo di quanto accaduto, come ogni anno consumiamo il rito che le nostre coscienza hanno elaborato per le occasioni tristi. Difficile sfuggire alla retorica della circostanza. In ogni caso noi oggi siamo qua, e questo da di per sé la misura di quanto accaduto a Palermo in quel tragico 8 luglio 1960. Non è questo che deve appagarti però, non è da questo che dovrai trarre il senso asciutto della tua venuta come quello della tua dipartita, ciò che deve alleggerire il tuo petto è il sapere della nostra continua voglia di ricamare brandelli di vissuti personali per allestire quel grande corredo che è la sotria collettiva. Quella stroria vissuta anche per gli altri, per gli ultimi. Quella storia che da forza e orgoglio a quel pezzo di popolo che ancora oggi ti omaggia, che sa leggersi e rileggersi, che trova nelle lotte, nelle vittorie e nelle sconfitte, le regole e gli stimoli per reinventarsi sempre, per rimettersi sempre in cammino ad ogni alba possibile. Noi siamo qua, a testimoniare che è ancora utile e necessario credere nelle cose in cui anche tu credevi per riaffermare ogni giorno il diritto a condizioni di lavoro dignitose, ad una retribuzione congrua, a garanzie sociali nella misura tale da garantire a tutti l’accesso ai servizi sanitari, all’instruzione. Ancora quelli sì, il blocco liberal-liberista negli ultimi venti anni ha dato il meglio di sé. La tua Palermo però è molto cambiata, è una città aperta, che affronta le proprie contraddizioni con maggiore coscienza, accoglie e non respinge, parla molte lingue come il nostro circolo. Noi siamo qua Francesco, a indagare ogni giorno nuove strade per continuare quel cammino che anche tu hai intrapreso. Un caloroso abbraccio.

8 lugio 2017

Le compagne e i compagni del Circolo Francesco Vella

Rifondazione Comunista – Palermo

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FIAMMETTA BORSELLINO SULLA STRAGE DI VIA D’AMELIO

DAL FATTO QUOTIDIANO

FIAMMETTA BORSELLINO SULLA STRAGE DI VIA D’AMELIO

Strage via D’Amelio, la figlia di Borsellino: “25 anni di buchi neri. Un Paese senza verità”

Fiammetta Borsellino, la figlia minore di Paolo, 19 anni nel momento della tragedia, denuncia con forza 25 anni di volgari depistaggi fra mafia, politica e servizi segreti.

25 ANNI DI BUCHI NERI 25 ANNI SENZA VERITA’

E’ NECESSARIO RISCRIVERE LA STORIA A PARTIRE DALLA TRATTATIVA STATO MAFIA SERVIZI.

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Aspettando l’otto luglio

 

2 tavola picciolo  IL TUO PRIMO FIORE

PORTA ANCHE TU UN FIORE

SUI MORTI DELL’OTTO

LUGLIO PER LA LIBERTA’.

OGGI SARA’ LA MANO

DI TUO FIGLIO A DEPORRE

IL TUO FIORE,

ED EGLI TORNERA’ANCORA

SU QUESTO LUOGO DI MARTIRIO

PER DEPORRE CON IL SUO BIMBO

UN NUOVO FIORE

QUANDO RACCONTERA’

DEI MARTIRI DELL’OTTO LUGLIO,

PARLERA’ ANCHE DI TE E DEL SUO

PRIMO FIORE.

 Ottavio Terranova

Luglio 2011

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Una quinta elementare ha chiesto l’iscrizione collettiva all’Anpi

IMG-20170509-WA0030WP_20170421_10_15_21_ProINCONTRO CON GLI STUDENTI DELLA QUINTA CLASSE DELLO I.C. ALCIDE DE GASPERI

Evento straordinario, il 21 aprile 2017, all’I.C. Alcide De Gasperi di Palermo: la V Elementare sezione G ha chiesto l’iscrizione collettiva all’A.N.P.I. La richiesta arriva a conclusione del percorso scolastico seguito dalla docente Caterina Orlando che ha sensibilizzato la classe sui valori della democrazia, della solidarietà, della pace, della tolleranza, sanciti dalla nostra Costituzione Repubblicana, figlia della Resistenza.

La tessera è stata consegnata dalla Vicepresidente provinciale Maria Letizia Colajanni che ha risposto alle numerose domande acute ed intelligenti poste dalla classe, che ha così dimostrato, con una maturità sorprendente in elementi tanto giovani, di avere interiorizzato il prezioso insegnamento ricevuto e di avere voluto sancire, attraverso l’associarsi all’A.N.P.I. a conclusione del primo ciclo di studi, l’impegno futuro per una cittadinanza attiva e responsabile.

L’incontro si è concluso rinviando ad un appuntamento successivo l’approfondimento di alcuni temi.

m.l.c.

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PER UN CONTRASTO GIURIDICO, SOCIALE E CULTURALE AI FASCISMI

18 maggio 2017 ore 12.25
Iniziative in tutta Italia il prossimo 27 maggio. Smuraglia: “Occorre un ulteriore e importante passo in avanti della nostra associazione sul fronte del contrasto giuridico, sociale e culturale ai fascismi”

“Un’iniziativa unica nel suo genere che segna un ulteriore e importante passo in avanti della nostra associazione sul fronte del contrasto giuridico, sociale e culturale ai fascismi”. Con queste parole il presidente nazionale dell’Anpi Carlo Smuraglia lancia la Giornata antifascista che si svolgerà in tutta Italia sabato 27 maggio a cui aderiscono, tra gli altri, Libertà e Giustizia, Arci e Cgil. Una iniziativa – spiegano i promotori – pensata per costruire nel paese una diffusa coscienza nazionale sul problema dell’intensificarsi del fenomeno e della minaccia neofascista in Italia e nel mondo, dei razzismi, della xenofobia e sulla necessità, quindi, di una piena attuazione dei principi e dei valori della Costituzione nata dalla Resistenza.

“In Italia in particolare assistiamo a sempre più diffuse manifestazioni di apologia del fascismo – prosegue la nota – come il recente raduno al Cimitero maggiore di Milano in onore dei repubblichini di Salò, che sembrano non avere adeguate risposte e attenzione da parte delle istituzioni e della politica. Ancora più grave è l’impatto sulle giovani generazioni delle dimostrazioni di forza e odio che imperversano in modo particolarmente preoccupante nel web. Su Facebook, secondo l’inchiesta del quindicinale dell’Anpi www.patriaindipendente.it, sono ben 500 le pagine apologetiche del fascismo e del razzismo”.

Tra le numerose iniziative del 27 maggio, il seminario nazionale a Roma “Essere antifascisti, oggi” (qui il programma) con Carlo Smuraglia, Piero Ignazi, Nadia Urbinati, Amalia Signorelli e il sindaco di Udine, Furio Honsell. Saranno presenti anche il segretario generale della Cgil Susanna Camusso e Francesca Chiavacci, presidente nazionale dell’Arci.

Ordine del giorno relativo alla concessione di spazi comunali ad
associazioni, organizzazioni di matrice razzista, xenofoba e
neofascista. Comune di Cavarzere
Sabato 27 maggio sarà la Giornata dedicata all’antifascismo. Un’iniziativa unica
nel suo genere che segna un ulteriore e importante passo in avanti verso la
difesa della Costituzione.
L’ANPI con questa giornata intende alimentare nel Paese una diffusa coscienza
nazionale sul problema dell’intensificarsi del fenomeno e della minaccia
neofascista in Italia e nel mondo, dei razzismi, della xenofobia, del sessismo e
sulla necessità, quindi, di una piena attuazione dei principi e dei valori della
Costituzione.
Assistiamo però a sempre più diffuse manifestazioni di apologia del fascismo.
Non solo il fascismo non è morto come dimostra il recente raduno al Cimitero
maggiore di Milano in onore dei repubblichini di Salò, ora ci sono i fascisti “del
terzo millennio”, fascisti che non si dichiarano tali, ma in realtà lo sono anche se
camuffati da associazioni culturali e sociali, il fascismo è quello che sotto il
profilo dell’autoritarismo e del populismo razzista si profila in mille forme.
Essere antifascisti, oggi, significa dunque arginare questi fenomeni, ma
soprattutto prendere coscienza che nel nostro ordinamento legislativo esistono
delle leggi (la legge 20 giugno 1952, n° 645, nota come legge “Scelba” e la
legge 25 giugno 1993, n° 205 nota come legge “Mancino” oltre che la XII
disposizione transitoria e finale secondo cui “è vietata la riorganizzazione sotto
qualsiasi forma del disciolto partito fascista”) che sono state applicate dalla
stessa Corte Suprema di Cassazione e che dunque rappresentano un punto
fermo dal quale non si può prescindere.
Per questo l’ANPI ritiene che chi chiede di occupare degli spazi pubblici debba
conoscere e rispettare queste leggi.
4
Ieri sera, 24 maggio 2017, il Consiglio Comunale di Cavarzere ha approvato una
delibera che vede regolate le concessioni delle sale pubbliche nel pieno rispetto
della legge. Con questa deliberazione, voluta dal gruppo consigliare di Art.Uno
Mdp della Città di Cavarzere – nella figura della capogruppo Elisa Fabian del
consigliere Francesco Viola e dell’assessore Andrea Orlandin – assieme al
sindaco Henry Tommasi e all’Amministrazione Comunale di Cavarzere, si è
ribadito il rispetto della Costituzione e dei suoi valori di libertà e si è ricordato
come questa Costruzione sia nata dalle terribili esperienze della guerra causata
da regimi totalitari, come il fascismo e il nazismo, e nazionalistici.
Con questa decisione l’ANPI Regionale vede iniziare un percorso che va verso il
rispetto delle leggi, dei valori di solidarietà, partecipazione e ripudia ogni atto di
razzismo, di xenofobia, di sessismo che vengono manifestate più o meno
apertamente da associazioni e gruppi politico-culturali che direttamente o
surrettiziamente si ispirano agli ideali di matrice Nazifascista.
Coordinamento Regionale ANPI del Veneto

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I nostri emigrati con l’ANPI Palermo a Shaffhausen

Locandina 24 giugno 2017(1)Una splendida iniziativa con il patrocinio dell’ANPI Palermo Comandante Barbato che ci rende orgogliosi della civiltà italiana nel mondo, orgogliosi per la difesa con la memoria della dignità umana.

Auguri a tutti i partecipanti da parte dell’ANPI Palermo

Angelo Ficarra Vicepresidente vicario

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ANPI Udine 30 maggio: convegno su Portella con Ottavio Terranova

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23 maggio Capaci: “Verità sulla trattativa Stato mafia”

IMG-20170524-WA0006 IMG-20170524-WA0005la bandiera dell’ANPI al memoriale di Capaci nel 25° anniversario della strage in cui trovarono la morte Giovanni Falcone, Francesca Morvillo,  Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinari.

Porta la bandiera dell’Anpi il professore Vincenzo Gulì del circolo ANPI di Isola delle Femmine. Folta partecipazione dei giovani delle locali Scuole ai quali ha rivolto, fra gli altri, significative parole di impegno antifascista il Presidente dell’Anpi Palermo Ottavio Terranova che è stato, con Franco Carollo,  anche l’autore delle foto.

Nel cubo di vetro avvolto dal tricolore, tragico monumento intriso di sangue a imperituro ricordo, i resti dell’auto di Falcone ridotta ad un informe ammasso di ferraglia.

Significative nella giornata le ferme e amare parole di Rita Borsellino che richiamano tutti a fare, ancora dopo 25 anni, completa chiarezza sulla ormai accertata complicità di non meglio definiti oscuri apparati dello Stato.

af

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MEMORIA E FUTURO – ANPI PALERMO LA STRAGE DI PORTELLA

-1IMG-20170522-WA0005Interessante convegno organizzato da Memoria e Futuro sulla strage di Portella della Ginestra con interventi di Nicola Tranfaglia, Ferdinando Imposimato, Armando Sorrentino, Peppino Lo Bianco, Antimafia 2000, Sandro Immordino, Giorgio Mannino. Testimonianze di Ottavio Terranova e video di Giuseppe Casarubbea, Fofi. Presente Maurizio Casarubea.

nella foto la testimonianza di Ottavio Terranova  e  Angelo Ficarra che porta il saluto dell’Anpi avanzando, fra l’altro,  la proposta della creazione, con l’aiuto dell’ANPI Nazionale, di un Isstituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea (ISTORECO) a Palermo da intestare, su proposta del Presidente onorario Giuseppe Carlo Marino, a Giuseppe Casarubea.

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