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- Pagliarulo: "I partigiani e le partigiane hanno combattuto per un’altra Italia, un’altra Europa, un altro mondo. È ancora la nostra lotta"DI SEGUITO, IL TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DEL PRESIDENTE NAZIONALE ANPI IL 25 APRILE IN PIAZZA DUOMO A MILANO: Qualche giorno fa, a proposito del lutto nazionale per la scomparsa di Papa Francesco, un ministro di questo governo ha affermato che le manifestazioni del 25 aprile sono consentite con sobrietà. Sono consentite? Gentile ministro, forse […]
- "Confermiamo le iniziative promosse per il 25 aprile, che si svolgeranno ovviamente in piena civiltà e senso di responsabilità e nel dovuto rispetto della giornata di lutto""La scomparsa di Papa Francesco è una gravissima perdita per tutti, laici e cattolici, e in particolare per gli antifascisti che hanno condiviso le sue parole di pace e di fratellanza su scala universale. Condividiamo perciò il lutto nazionale. Ricordiamo peraltro che il 25 aprile di quest’anno è l’80° anniversario della Liberazione. Si tratta di […]
- Pagliarulo: "La scomparsa di Papa Francesco è una perdita pesantissima per tutta l'umanità""È scomparso Papa Francesco, un gigante di umanità, di umiltà, di speranza. Ci ha lasciato con le sue parole di ieri, evocando la pace e condannando il riarmo. Francesco aveva impresso una svolta profondissima nel suo magistero riportandolo alle origini dell'insegnamento cristiano, per una chiesa dei popoli e degli ultimi, per i popoli e per […]
- APPELLO NAZIONALE ANPI PER IL 25 APRILE: "È tempo di resistenza, una resistenza consapevole, pacifica, collettiva"25 APRILE 2025Ottant’anni dopo, per una resistenza consapevole, pacifica, collettiva 25 aprile di ottant’anni fa. In quella data simbolica fummo liberi e liberati. Liberi, finalmente, dopo vent’anni di dittatura fascista. Liberati dal tallone di ferro nazista e dai complici fascisti di Hitler. Dal gigantesco massacro della seconda guerra mondiale con decine di milioni di morti e […]
- L'intervento del Presidente nazionale ANPI alla conferenza: "Gli ebrei italiani dall'antifascismo alla Costituzione Repubblicana"“Noi, l’Anpi, abbiano fortemente voluto questo incontro per diverse ragioni per così dire usuali, ma anche per una ragione specifica che dirò dopo. In primo luogo la cura dell’ANPI è costante verso i temi che voi avete affrontato, perché attengono alla natura dell’associazione, che è chiaramente rappresentata da alcune delle sue finalità esposte nell’articolo 2 […]
- Pagliarulo: "I partigiani e le partigiane hanno combattuto per un’altra Italia, un’altra Europa, un altro mondo. È ancora la nostra lotta"
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23 maggio Capaci: “Verità sulla trattativa Stato mafia”
la bandiera dell’ANPI al memoriale di Capaci nel 25° anniversario della strage in cui trovarono la morte Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinari.
Porta la bandiera dell’Anpi il professore Vincenzo Gulì del circolo ANPI di Isola delle Femmine. Folta partecipazione dei giovani delle locali Scuole ai quali ha rivolto, fra gli altri, significative parole di impegno antifascista il Presidente dell’Anpi Palermo Ottavio Terranova che è stato, con Franco Carollo, anche l’autore delle foto.
Nel cubo di vetro avvolto dal tricolore, tragico monumento intriso di sangue a imperituro ricordo, i resti dell’auto di Falcone ridotta ad un informe ammasso di ferraglia.
Significative nella giornata le ferme e amare parole di Rita Borsellino che richiamano tutti a fare, ancora dopo 25 anni, completa chiarezza sulla ormai accertata complicità di non meglio definiti oscuri apparati dello Stato.
af
Pubblicato in Anpi notizie, ANTIFASCISMO, EVENTI, Lotte contadine, memoria, Movimento Fasci Lavoratori Siciliani, Resistenza
Contrassegnato Angelo Ficarra, Franco Carollo, Ottavio Terranava, Rita Borsellino, Vincenzo Gulì
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MEMORIA E FUTURO – ANPI PALERMO LA STRAGE DI PORTELLA
Interessante convegno organizzato da Memoria e Futuro sulla strage di Portella della Ginestra con interventi di Nicola Tranfaglia, Ferdinando Imposimato, Armando Sorrentino, Peppino Lo Bianco, Antimafia 2000, Sandro Immordino, Giorgio Mannino. Testimonianze di Ottavio Terranova e video di Giuseppe Casarubbea, Fofi. Presente Maurizio Casarubea.
nella foto la testimonianza di Ottavio Terranova e Angelo Ficarra che porta il saluto dell’Anpi avanzando, fra l’altro, la proposta della creazione, con l’aiuto dell’ANPI Nazionale, di un Isstituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea (ISTORECO) a Palermo da intestare, su proposta del Presidente onorario Giuseppe Carlo Marino, a Giuseppe Casarubea.
Pubblicato in Anpi notizie, ANTIFASCISMO, EVENTI, Lotte contadine, memoria, Movimento Fasci Lavoratori Siciliani, Resistenza
Contrassegnato Alessandro Immordino, Angelo Ficarra, Antimafia 2000, Armando Sorrentino, Ferdinando Imposimato, Giorgio Mannino, Maurizio Casarubea, Memoria e Futuro, Nicola Tranfaglia, Ottavio Terranava, Peppino Lo Bianco
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Palermo 27 maggio Giornata antifascista
Pubblicato in Anpi notizie, ANTIFASCISMO, Lotte contadine, memoria, Movimento Fasci Lavoratori Siciliani, Resistenza
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INVITO ANPI PER MOSTRA ATTIVITA’ SCUOLE CELEBRIAMO IL 70° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE
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Contrassegnato Maria Letizia Colajanni
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27 maggio giornata dell’antifascismo
ARCI, CGIL e Libertà e Giustizia aderiscono alla Giornata antifascista promossa dall’ANPI
15 Maggio 2017
Il testo dei messaggi di Francesca Chiavacci, della Segreteria Nazionale CGIL e di Tomaso Montanari
Di seguito, il testo delle adesioni:
Caro Carlo,
come sai, l’ARCI ha l’antifascismo tra i suoi valori associativi. Essere antifascisti è per noi un elemento costitutivo e, ci permettiamo di dire, costituzionale. Con voi condividiamo la preoccupazione per la diffusione, nel mondo reale come in quello virtuale, di gruppi che si richiamano in maniera esplicita al fascismo, non rinnegando gli elementi di sopraffazione dei diritti altrui e delle minoranze.
Per questi motivi aderiamo con convinzione alla “Giornata dell’antifascismo” che ci proponete.
Nei prossimi giorni invieremo una nota ai nostri Comitati territoriali per comunicare questa nostra adesione e per chiedere alle nostre articolazioni territoriali la massima collaborazione verso le sezioni ANPI che sui territori organizzeranno le iniziative.
Francesca Chiavacci
Presidente Nazionale ARCI
15 maggio 2017
La Segreteria nazionale della CGIL aderisce alla Giornata antifascista promossa dall’Anpi per il prossimo 27 maggio.
La CGIL non può che unirsi alla richiesta “Basta con i fascismi” che viene proposta con forza.
I valori della Costituzione, della democrazia e della libertà sono indelebilmente connaturati alla stessa ragione di esistere della CGIL, quale Organizzazione di rappresentanza generale e confederale.
Dire “Basta con i fascismi” ha il valore ed il significato sia di tenere viva la memoria della lotta partigiana, sia di ribadire l’impegno a combattere i regimi liberticidi, autoritari e violenti che ancora opprimono i propri popoli in diverse parti del mondo.
Tutto ciò è coerente con la tradizione di solidarietà, democratica e libertaria del Sindacato e del movimento dei lavoratori e delle lavoratrici.
La proposta che la CGIL ha avanzato di “Carta dei diritti universali del lavoro” è il frutto di questa tradizione e della cultura che fa della sfida per i diritti un tratto fondamentale dell’iniziativa del Sindacato confederale in Italia e nel mondo.
14 maggio 2017
Caro Presidente Smuraglia, carissimi amici dell’Anpi,
Libertà e Giustizia aderisce con profonda convinzione e viva gratitudine alla giornata promossa dall’Anpi contro tutti i fascismi.
Con questa iniziativa l’Anpi raccoglie l’invito pressante della generazione che ha liberato l’Italia dal fascismo e ha scritto la Costituzione. Mi piace ripetere le parole che Piero Calamandrei indirizzò ai giovani in un suo celebre discorso, tenuto a Milano nel 1955: «La libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai.E vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perché questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, vigilare».
Ecco: siamo grati all’Anpi perché non cessa di vigilare. Cioè di vegliare, mentre gli altri dormono.
Oggi ad apparire sprofondata nel sonno è l’intera Europa. Solo pochi giorni fa la Francia ha concretamente rischiato una presidenza fascista. E il fatto che si sia evitata non è per nulla rassicurante: se gli europei dovranno continuare a scegliere tra banchieri e fascisti, la prospettiva è, letteralmente, nera. Dunque, oggi il più concreto antifascismo appare la costruzione dell’eguaglianza, la pratica della giustizia sociale.
Occorre poi una efficace educazione al senso critico che metta in grado i più giovani di reagire subito: fin dai primi segnali di autoritarismo, censura, riduzione degli spazi di democrazia. Come ben sappiamo l’Italia non è affatto immune da queste tentazioni, e l’Anpi ha dimostrato, anche in tempi davvero molto recenti, di saper leggere ogni attacco alla democrazia, reagendo con forza.
È questo il buon cammino che vogliamo continuare a percorrere sul vostro esempio, accanto a voi. Contro ogni fascismo, per l’attuazione della Costituzione della Repubblica.
Buon lavoro,
Tomaso Montanari
Presidente nazionale di Libertà e Giustizia
14 maggio 2017
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Contrassegnato 27 maggio giornata dell'antifascismo
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Ricordo di TERESA MARTINI e le sue sorelle che con Lei furono nella cospirazione e nel rischio
Carissimi/e, con dispiacere vi annunciamo che è morta Teresa Martini, nostra
iscritta da sempre, che negli anni bui e drammatici della guerra fece parte,
allora giovane ragazza, della “rete” coordinata da Padre Placido Cortese,
conventuale del Santo, che aiutava, nascondendoli, soccorrendoli, favorendo
il loro espatrio in Svizzera, antifascisti, prigionieri alleati, ebrei.
Questa rete ebbe i suoi martiri nello stesso padre Placido e nella Maria
Borgato “Soti” di Saonara; Teresa pagò questo suo impegno umano e politico,
assieme ad altri/e, con la deportazione nel campo di MAUTHAUSEN.
A Lei siamo grati per averci consentito, agendo assieme a tanti
partigiani/e, antifascisti, soccorritori, di nascere liberi in una libera
Repubblica, di godere i frutti del loro sacrificio e delle loro lotte.
Ricorderemo TERESA MARTINI, le sue sorelle che con Lei furono nella
cospirazione e nel rischio, quella bella gioventù di 70 anni fa, con
rimpianto, riconoscenza e affetto nelle esequie che si tengono GIOVEDI’
29 Dicembre 2016 alle ore 11.00 nella sala del Commiato del Cimitero
Maggiore di Padova.
La sala si trova al termine della strada che costeggia il Cimitero Maggiore
sul lato destro, guardandolo da Via Chiesanuova.
VI raccomandiamo di partecipare con i fazzoletti e le bandiere
dell’Antifascismo e della Resistenza.
Floriana Rizzetto e Maurizio Angelini
Pubblicato in ANTIFASCISMO, EVENTI, Lotte contadine, memoria, Movimento Fasci Lavoratori Siciliani, Resistenza
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46 anni fa l’omicidio del Procuratore della Repubblica Pietro Scaglione e dell’agente Antonio Lorusso
Dal nostro Pietro Scaglione junior riceviamo e con piacere pubblichiamo ricordando che sabato 6 maggio ci sarà la cerimonia ricordo dalle ore 930 alle ore 1030 nell’aula magna del Palazzo di Giustizia.
Comunicato stampa: 46 anni fa l’omicidio del Procuratore della Repubblica Pietro Scaglione e dell’agente Antonio Lorusso. Un convegno in memoria.
Il sacrificio del Procuratore Pietro Scaglione e dell’agente Antonio Lorusso (uccisi il 5 maggio del 1971 nella via Cipressi di Palermo) sarà ricordato sabato 6 maggio, alle ore 9.30, nell’Aula magna del Palazzo di Giustizia di Palermo, in occasione del Convegno dal titolo “L’assetto ordinamentale del Pubblico Ministero tra poteri e responsabilità”, organizzato dal Centro Siciliano di Studi sulla Giustizia.
Entrato in magistratura nel 1928, Pietro Scaglione mantenne la sua piena indipendenza dal regime fascista. Nella sua lunga carriera di giudice e pubblico ministero, le battaglie in difesa dell’autonomia dei magistrati dal potere esecutivo si alternarono con l’impegno per la verità sui misteri e sui gialli siciliani.
In relazione alla strage di Portella della Ginestra di 70 anni fa, il Pubblico ministero Pietro Scaglione, nel 1953, accreditò come principali moventi: la “difesa del latifondo e dei latifondisti”; la lotta “ad oltranza” contro il comunismo che Salvatore Giuliano “mostrò sempre di odiare e di osteggiare”; la volontà da parte dei banditi di accreditarsi come “i debellatori del comunismo”, per poi ottenere l’amnistia; la volontà di “usurpazione dei poteri di polizia devoluti allo Stato”; la “punizione” contro i contadini che allontanavano i banditi dalle campagne.
Con riferimento agli assassini dei sindacalisti siciliani negli anni Quaranta e Cinquanta, l’allora sostituto procuratore generale Pietro Scaglione chiese l’ergastolo per i boss imputati dell’omicidio del sindacalista Placido Rizzotto e il rinvio a giudizio per gli accusati dell’omicidio del sindacalista Salvatore Carnevale. Nelle sue dure requisitorie, il pubblico ministero Scaglione parlò di “febbre della terra” ed esaltò le lotte sindacali.
Secondo quanto scrisse, poi , il giornalista Mario Francese (ucciso dalla mafia nel 1979), il Procuratore Pietro Scaglione “fu convinto assertore che la mafia aveva origini politiche e che i mafiosi di maggior rilievo bisognava snidarli nelle pubbliche amministrazioni. E’ il tempo del cosiddetto braccio di ferro tra l’alto magistrato e i politici, il tempo in cui la linea Scaglione portò ad una serie di procedimenti per peculato o per interesse privato in atti di ufficio nei confronti di amministratori comunali e di enti pubblici”. Il riacutizzarsi del fenomeno mafioso, negli anni 1969-1971, “aveva indotto Scaglione ad intensificare la sua opera di bonifica sociale”, infatti, richieste di “misure di prevenzione e procedimenti contro pubblici amministratori ……. hanno caratterizzato l’ultimo periodo di attività del Procuratore capo della Repubblica”. (M. FRANCESE, Il giudice degli anni più caldi, in il Giornale di Sicilia, 6 maggio 1971, p. 3).
In questo contesto – come affermò Paolo Borsellino – “la mafia condusse una campagna di eliminazione sistematica degli investigatori che intuirono qualcosa. Le cosche sapevano che erano isolati, che dietro di loro non c’era lo Stato e che la loro morte avrebbe ritardato le scoperte. Accadde così per Scaglione […]” (in La Sicilia, 2 febbraio 1987, p.10)
L’uccisione del Procuratore Scaglione – come scrisse, a sua volta, Giovanni Falcone – ebbe sicuramente “lo scopo di dimostrare a tutti che Cosa nostra non soltanto non era stata intimidita dalla repressione giudiziaria, ma che era sempre pronta a colpire chiunque ostacolasse il suo cammino” (in La Posta in gioco, edizioni Bur, 2011, p. 320).
Le causali dell’omicidio del Procuratore Scaglione e del precedente sequestro del giornalista Mauro De Mauro – come scrisse lo storico Francesco Renda – erano “inequivocabili”: “Si trattava di una ripresa del terrorismo mafioso tipo 1946-1948, non più però contro dirigenti sindacali e politici del mondo contadino, bensì contro la stampa e un corpo essenziale dello Stato, come l’organo giudiziario” (in Storia della mafia. Come, dove, quando, Palermo, Sigma edizioni, 1997, p. 374).
Il Procuratore Scaglione svolse altresì, con impegno e dedizione, la funzione di Presidente del Consiglio di Patronato per l’assistenza alle famiglie dei detenuti ed ai soggetti liberati dal carcere, promuovendo, tra l’altro, la costruzione di un asilo nido; per queste attività sociali, gli fu conferito dal Ministero della Giustizia il Diploma di primo grado al merito della redenzione sociale, con facoltà di fregiarsi della relativa medaglia d’oro.
Infine, con Decreto del Ministero della Giustizia del 1991, previo parere favorevole del Consiglio Superiore della Magistratura, Pietro Scaglione fu riconosciuto “magistrato caduto vittima del dovere e della mafia”
Palrmo 4 maggio 2017
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Contrassegnato Antonio Lorusso, Antonio Scaglione, Pietro Scaglione
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1° maggio a Portella della Ginestra
Ieri sera a Corleone interessante dibattito/conoscenza sulla memoria orale e la Sicilia dei Fasci Siciliani, di Portella, della battaglia di Palermo. Avrei voluto leggere il pianto di Ignazio Buttitta su Portella ma è mancato il tempo (e forse il giusto raccordo), lo faccio ora 1° maggio in partenza per Portella
Pianto di IGNAZIO BUTTITTA
per la strage di Portella
petri e fangu
pi cu supporta a miseria
petri e fangu
pi chi batti i manu ai potenti
petri e fangu
pi cu nun metti u coddru
nda furca da libertà.
Lu dicu ai siciliani
e mi scatta u cori.
E fu aeri, a data nun cunta,
Iu vitti chiangiri i matri
ndo chianu da Purteddra
e Saveria Megna agginucchiata
supra l’erba parlari
cu so’ figghiu ammazzatu.
Idda u videva io no.
Foddi era io
si doppu vitti nesciri di fossi,
tutti i morti
pa libertà da Sicilia.
Vivi a migliara a marusi
Cu focu ‘nda l’occhi.
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supra l’erba parlari
cu so’ figghiu ammazzatu.
Idda u videva io no.
Foddi era io
si doppu vitti nesciri di fossi,
tutti i morti
pa libertà da Sicilia.
Vivi a migliara a marusi
Cu focu ‘nda l’occhi.

















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PORTELLA DELLA GINESTRA: UN MISTERO LUNGO 70 ANNI.
grazie a Pietro Scaglione per questo prezioso contributo
PORTELLA DELLA GINESTRA: UN MISTERO LUNGO 70 ANNI. MA GIA’ NEL 1953 PM SCAGLIONE INDICO’ APERTAMENTE I MOVENTI E LA FINALITA’ ANTICOMUNISTA DELLA STRAGE.
Lunedì si celebrerà a Portella della Ginestra il settantesimo anniversario della strage del Primo Maggio del 1947, alla presenza dei segretari generali di CGIL Confederazione Generale Italiana del Lavoro, Cisl e Uil. Alla vigilia, il presidente del Senato della Repubblica Pietro Grasso ha chiesto la desecretazione di tutti gli atti riguardanti l’eccidio, accogliendo la richiesta dei familiari delle vittime e dell’ Istituto Gramsci Siciliano guidato da Salvatore Nicosia.
70 anni di gialli, depistaggi e segreti di Stato, ma le sinistre, i sindacati, la stampa democratica e una parte della magistratura compresero subito la vera natura della strage di Portella della Ginestra, scontrandosi con il muro di gomma del potere.
La finalità anticomunista dell’eccidio fu ad esempio ben compresa sin dagli anni Cinquanta dall’allora sostituto procuratore generale Pietro Scaglione, poi ucciso nel 1971 dopo essere diventato Procuratore Capo della Repubblica di #Palermo. Nel 1953, Scaglione scrisse nero su bianco i moventi piu’ credibili della strage di Portella: “la lotta ad oltranza” contro il comunismo che Giuliano “mostrò sempre di odiare e di osteggiare”; la volontà da parte dei banditi di accreditarsi come “i debellatori del comunismo”, per poi ottenere l’amnistia; la volontà di “usurpazione dei poteri di polizia devoluti allo Stato”; la “punizione” contro i contadini che cacciavano i banditi dalle campagne; la “difesa del latifondo e dei latifondisti”.
Il PM Pietro Scaglione respinse il depistante tentativo di coinvolgere il Pci – operato dagli ambienti conservatori – e archiviò per assoluta infondatezza la denuncia del giornalista Vincenzo Caputo contro il senatore comunista Girolamo Li Causi (divenuto in seguito vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia). Scaglione smentì il ministro Scelba e scrisse: “Giuliano non strinse mai intese con il Partito comunista, verso cui mostrò sempre la più irriducibile avversione e l’odio più tenace”.
Il PM Pietro Scaglione archiviò per infondatezza anche le denunce contro la sinistra separatista siciliana dell’avvocato Nino Varvaro, che aderì al Blocco del Popolo, il fronte unitario delle forze socialiste e comuniste. Scaglione scrisse: “Salvatore Giuliano si orientò politicamente genericamente verso i partiti anticomunisti, come risultò dalle deposizioni dei suoi familiari”, quindi non avrebbe mai potuto stringere accordi con il Blocco del Popolo (fautore delle lotte contadine).
Nelle sue Conclusioni, invece, il PM Scaglione parlò di “crisma della verità” per le rivelazioni di Gaspare Pisciotta, luogotenente di Salvatore Giuliano, in relazione ai rapporti tra banditismo, mafia e forze dell’ordine. Un ritratto inquietante degli anni in cui il Ministero degli Interni concesse un singolare “attestato di benemerenza” per Pisciotta. In particolare, un Ispettore generale di Pubblica Sicurezza intrattenne “amichevoli incontri con il capobanda Giuliano, allietati da soffici panettoni e liquori”; un ufficiale dei carabinieri concesse a Pisciotta “generosa ospitalità e amichevoli attenzioni”; un generale dell’esercito offrì allo stesso Pisciotta “un regolare passaporto perché potesse liberamente espatriare e sottrarsi così alle sanzioni della legge per tutti i gravissimi delitti commessi”.


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