“Il 27 maggio l’ANPI farà sentire in tutta Italia la voce e l’urgenza dell’antifascismo”

Smuraglia all’Unità: “Il 27 maggio l’ANPI farà 1236334_10200420715017281_1435045271_nsentire in tutta Italia la voce e l’urgenza dell’antifascismo”

11 Aprile 2017

Nella foto il partigiano Peppino Benincasa superstite di Cefalonia suona il silenzio nel cimitero di Isnello di fronte alla tomba del partigiano Giovanni Ortoleva

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“Per uno Stato pienamente antifascista”.

COMUNICATO ANPI-Istituto Cervi

Neofascismo: c’è qualcosa di nuovo, anzi d’antico

Una riflessione sulle dinamiche attuali nella destra e nella sua parte estrema. La crisi Ue, il pesante peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, il declino della rappresentanza: da ciò la fascinazione autoritaria. L’urgenza di intervenire sulla costruzione del senso comune

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UNA SPLENDIDA GIORNATA DELLE ANPI SICILIANE CON CARLO SMURAGLIA

20170325_185939STRAORDINARIA GIORNATA DI CARLO SMURAGLIA A PALERMO PER PRESENTARE IL LIBRO SUL CONVEGNO SVOLTO A NAPOLI NEL GENNAIO DEL 2015 ALLORA CONCLUSO, DOPO DUE GIORNI DI INTENSO DIBATTITO, CON LE IMPORTANTI PAROLE DI CARLO SMURAGLIA: ” IL PRIMO RISULTATO E’ CHE IL TITOLO DEL CONVEGNO ERA  SBAGLIATO, NON SI TRATTA DEL CONTRIBUTO MA DELLA PIENA NAZIONALE PARTECIPAZIONE DEL MEZZOGIORNO ALLA RESISTENZA E ALLA LOTTA DI LIBERAZIONE”, PAROLE CHE SIMBOLICAMENTE DANNO IL TITOLO AL LIBRO.

DI QUESTO LE ANPI SICILIANE SONO ORGOGLIOSE CONSAPEVOLI CHE  QUESTO RISULTATO SANCISCE IL PERCORSO DI RICERCA DI QUESTI ULTIMI ANNI, LUNGO IL RECUPERO E LA ELABORAZIONE DELLA MEMORIA DAI FASCI SICILIANI ALLA RESISTENZA.

LA GIORNATA SI E’ APERTA CON L’INTRODUZIONE DI OTTAVIO TERRANOVA AL COORDINAMENTO DELLE ANPI SICILIANE  RIUNITO NEL SALONE DELLA CGIL  DOPO IL BENVENUTO DI MIMMA ARGURIO DELLA SEGRETERIA REGIONALE CGIL, E ALLA PRESENZA DI DIVERSI FAMILIARI DI NOSTRI EROICI PARTIGIANI. SIGNIFICATIVAMENTE E’ STATA DATA NOTIZIA DELLA PROMOZIONE DA PARTE DELL’ANPI DI UN DOCUMENTARIO DEL REGISTA ENZO RIZZO SU POMPEO COLAJANNI, IL MITICO COMANDANTE BARBATO LIBERATORE DI TORINO.pompeo-crowfundig-grigio

A SANCIRE SIGNIFICATIVAMENTE IL RINGRAZIAMENTO E L’AFFETTO DI SEMPRE A CARLO SMURAGLIA, UNA PERGAMENA CHE RIPRODUCE UNA MAIL A LUI INVIATA LA SERA DEL 3 DICEMBRE, ALLA VIGILIA DELLA IMPOTANTISSIMA TAPPA REFERENDARIA, IL CUI FELICE ESITO APRE POSSIBILI STRADE NUOVE  CON AL CENTRO L’ATTUAZIONE DELLA COSTITUZIONE ITALIANA CHE DEVE DIVENTARE SEMPRE PIU’ L’ANIMA IDENDITARIA DEL POPOLO ITALIANO.

NEL POMERIGGIO, NELLA MAGNIFICA CORNICE DEL PALAZZO DEI NORMANNI, CARLO SMURAGLIA HA PRESENTATO “LA PARTECIPAZIONE DEL MEZZOGIORNO ALLA RESISTENZA E ALLA LOTTA DI LIBERAZIONE”.  COORDINATI LUCIDAMENTE DAL NOSTRO ARMANDO SORRENTINO, GLI INTERESSANTI INTERVENTI DI OTTAVIO TERRANOVA PRESIDENTE E COORDINATORE REGIONALE, GIUSEPPE CARLO MARINO PRESIDENTE ONORARIO DELL’ANPI, MICHELE PAGLIARO SEGRETARIO REGIONALE DELLA CGIL, SALVATORE NICOSIA PRESIDENTE DELL’ISTITUTO GRAMSCI SICILIANO E, PER I SALUTI A NOME DELLA PRESIDENZA DELL’ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA, L’ON. GIUSEPPE LUPO ORGOGLIOSO ISCRITTO ANPI.

ERA INEVITABILE IL RIFLESSO, E SE NE AVUTA ECO ANCHE SE PER CENNI,   DEI SETTANTA ANNI DI RITARDO CON CUI ARRIVIAMO A QUESTO RISULTATO. QUESTO CI DICE IL CAMMINO CHE ANCORA BISOGNA  FARE PER SUPERARE  E SPAZZARE VIA QUEGLI STEREOTIPI CHE   SONO SERVITI PER SETTANTA ANNI A  SOTTOVALUTARE  SE NON  ADDIRITTURA NEGARE LA STESSA ESISTENZA IN SICILIA DI DIVERSE MIGLIAIA DI PARTIGIANI, DEPORTATI, PERSEGUITATI POLITICI, CONFINATI, ANTIFASCISTI  CHE HANNO DATO ANCHE LA VITA PER LA LIBERTA’. A.F.17522877_1283009308402586_1889858101984430879_n

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NELL’ANNO DELLA COSTITUZIONE REPUBBLICANA

Iniziativa Anpi Sicilia - ARS-1STRAORDINARIA IMPORTANTE GIORNATA DELLE ANPI SICILIANE CON IL PRESIDENTE PARTIGIANO CARLO SMURAGLIA. RAGGIUNGIAMO UN PRIMO TRAGUARDO IMPORTANTE SULLA STRADA DEL RECUPERO DELLA MEMORIA DELLA PARTECIPAZIONE SICILIANA ALLA RESISTENZA E ALLA LOTTA DI LIBERAZIONE.

E’ IMPORTANTE LA PARTECIPAZIONE DEI FAMILIARI DEI PARTIGIANI, ANTIFASCISTI, CONFINATI, PERSEGUITATI POLITICI, DEPORTATI.

PER PARTECIPARE ACCREDITARSI CONTATTANDO ENTRO IL 21 MARZO s.licastri@tin.it

 

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PARTIGIANI SICILIANI: A SALUSSOLA TRUCIDATO GIOVANNI ORTOLEVA

eccidio salussolaOGGI ISNELLO RICORDA LA STRAORDINARIA FIGURA DI GIOVANNI ORTOLEVA TRUCIDATO NELLA STRAGE DI SALUSSOLA.

L’ANPI DI ISNELLO CON IL COMUNE RENDE OGGI OMAGGIO AL SUO EROE, AL PARTIGIANO DELLE MADONIE CHE MUORE NEL NOME DELLA SOLIDARIETA’ DELLA FRATELLANZA, DELLA LIBERTA’. CON I RAGAZZI DELLE SCUOLE CI SARANNO GIUSY VACCA, SALVO LI CASTRI, ANTONIO ORTOLEVA, ANGELO FICARRA A NOME DELLE ANPI SICILIANE.

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8 MARZO: DONNE IN LOTTA PER LA LIBERTA’

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COMITATO NAZIONALE
____

MESSAGGIO DELL’ANPI NAZIONALE PER L’ 8 MARZO,
GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA
Gli uomini che hanno fatto la Resistenza sono stati la prima generazione a scoprire che la
credenza secolare della fragilità femminile, della subalternità “naturale”, dell’obbedienza al
maschile, altro non era che un mito coltivato nei secoli. Scoprirono che le donne erano
capaci di autonomia, di coraggio, di intuito, di inventiva. Le ebbero materialmente vicine – e
protagoniste – nei momenti più bui della storia di questo Paese. Mentre, infatti, gli uomini
nascevano al mondo trovandolo predisposto ad accoglierli naturalmente ovunque, e
soprattutto nei luoghi del comando, le donne hanno dovuto reagire e per decenni,
scalando montagne, sono diventate fisiche, magistrate, ingegnere, astronaute.
Hanno compiuto passi enormi verso la parità, ma non hanno ancora vinto la loro (la
nostra) battaglia, perché sono tuttora svantaggiate in molti campi, dai servizi, al lavoro, alle
pensioni, all’accesso alle maggiori cariche pubbliche. C’è ancora un percorso da
compiere, nella politica, nelle istituzioni, nella società, nel privato. Un percorso che ci
riguarda tutti ed al quale tutti dobbiamo contribuire, se vogliamo che cambi davvero la
“cultura“ del nostro Paese, ancora affetta da un eccessivo maschilismo e non priva di
perduranti pregiudizi.
La grave situazione economica mondiale, le crisi che si succedono, il drammatico
problema dei migranti, la violenza che percorre quasi tutti i Paesi d’Europa e del mondo,
gli egoismi nazionali che si risvegliano, sono fenomeni che storicamente hanno colpito
sempre e prima di tutto, i soggetti più deboli, i lavoratori, le donne, i “diversi”. A tutto
questo, che oggi rappresenta uno dei maggiori problemi a livello mondiale, occorre reagire
con forza e convinzione e con la partecipazione di tutti, se non si vuol consentire che si
allontani ancora il raggiungimento degli obiettivi indicati da una norma fondamentale della
Costituzione italiana, l’art.3.
L’ANPI, che ha seguito, condiviso e sostenuto il percorso delle donne, vede oggi con
sgomento che, nel dilagare dell’ignoranza, dell’analfabetismo di ritorno, dell’individualismo
più sfrenato, tornano sentimenti che arrivano alla negazione di diritti conquistati con molto
coraggio e fatica, sentimenti che arrivano alla violenza sessuale e all’assassinio: quasi
ogni tre giorni una donna viene uccisa da un uomo che la ritiene sua proprietà.
L’ANPI considera indispensabile una seria riflessione e una decisa capacità di reagire alla
violenza maschile quale che sia la forma in cui si esprime. Ed è urgente una risposta
istituzionale, politica, culturale e sociale per difendere la parità di genere, i diritti, la dignità,
la vita di tutte e di tutti. E’ il grande tema della libertà e dell’uguaglianza, cioè l’anima
stessa della Costituzione. E’ una questione di civiltà.
LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPIAnpinews n 237

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ANPI SICILIA – slargo G. Almirante a S. Gregorio e l’incredibile posizione della Storia Patria di Catania

A.N.P.I.

anpi-logo

ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA

COORDINAMENTO REGIONALE SICILIA

 

                                                                                   Istituto Storia Patria per la Sicilia Orientale

                                                                    c.a. Presidente   Prof. Giancarlo Magnano di San Lio

                                                                                               storiapatriacatania2016@gmail.com

 

Oggetto: Nota di ANPI SICILIA – slargo G. Almirante S. Gregorio di Catania

 

Pregiatissimo Istituto Storia Patria per la Sicilia Orientale,

come ben noto in data 12 febbraio c.a. , con grande sfolgorio di nominali intenti di civici principi espressi dall’amministrazione comunale di S. Gregorio di Catania, in un’area cittadina del paese è stato inaugurato uno slargo intitolato a Giorgio Almirante.

Ebbene, l’art. 1 della vigente legge 23 giugno 1927, n. 1188, – ancora in auge, prodotta dalla dittatura fascista -, riguardo la toponomastica stradale a personaggi contemporanei, dispone che “ nessuna denominazione può essere attribuita a nuove strade i piazze pubbliche senza l’autorizzazione del prefetto, udito il parere della ( Regia) deputazione di storia patria…..”

Come Coordinamento regionale Sicilia dell’ANPI – Associazione Nazionale partigiani d’Italia – Vi rivolgiamo cortese richiesta al fine di conoscere le motivazioni che da parte di codesto Istituto hanno determinato parere favorevole, quindi il riconoscimento di valore patrio, civile e democratico ad un rappresentante del regime fascista, tra l’altro segretario della rivista “ Difesa della Razza” e capo di gabinetto nel Ministero della “Cultura Popolare” della R.S.I. – Repubblica sociale Italiana”, durante la drammatica fase storica di occupazione nazista dell’Italia, di efferata persecuzione degli ebrei e dei tanti patrioti che si impegnarono per riconquistare libertà e democrazia.

In attesa di Vs. risposta volgiamo Distinti Saluti

Coordinatore ANPI Sicilia

Ottavio Terranova

 

Palermo, 6 marzo 201

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“Per conservare la memoria della Resistenza bisogna fare di più. Soprattutto a scuola”

Smuraglia (Anpi): “Per conservare la memoria della Resistenza bisogna fare di più. Soprattutto a scuola”

Smuraglia (Anpi): "Per conservare la memoria della Resistenza bisogna fare di più. Soprattutto a scuola"
 Carlo Smuraglia 

Il presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia: “Bisogna sconfiggere i nemici della memoria, e per farlo bisogna spiegare di più il fenomeno della guerra di liberazione. Che non fu una guerra solo del Nord”

di ALESSIO SGHERZA

Intervista al Presidente Nazionale dell’ANPI
pubblicata nello speciale di www.repubblica.it:
Partigiani, vite di Resistenza e Libertà
Presidente Smuraglia, che rilievo ha oggi il ricordo della
Resistenza nella società?
Bisogna fare una premessa: in Italia c’è una tendenza all’oblio piuttosto forte. Le istituzioni non hanno fatto molto per conservare la memoria. Non solo della Resistenza, ma nemmeno di quello che è successo prima, di quello che è stato il fascismo. Perché è da lì che bisogna partire per capire. E’ stata più l’opera delle associazioni, come l’Anpi, a tramandare il ricordo. Al massimo le istituzioni organizzano un evento, si celebrano le date, il 25 aprile, gli eccidi, gli scontri. Ma l’analisi e lo studio sono molto più rari, e per questo l’Anpi ha lavorato molto. Per conservare la memoria e proteggerla.
Da chi?
La memoria ha tre nemici fondamentali, strettamente collegati: il primo è la debolezza stessa del ricordo in una società che si evolve molto velocemente; il secondo è la tendenza all’oblio; e poi c’è il tempo, che è un nemico implacabile se non ci sono nella società antidoti efficaci.
E come si costruiscono antidoti efficaci alla perdita di
memoria?
Io sono convinto che la memoria sia prima di tutto ricordo, delle persone e dei fatti, ma non ci si può limitare a questo. Lo sforzo che abbiamo fatto è unire il doloroso ricordo dei caduti, il caloroso ricordo dei fatti gloriosi alla conoscenza di un fenomeno che è estremamente complesso. Spesso si punta al racconto del dolore e ci si dimentica il tentativo di storicizzare e contestualizzare quelle vicende e darne una spiegazione.
Provi a darcelo, il contesto.
La Resistenza fu un’esperienza collettiva fatta da tante persone di origine diversa, di storia diversa, di formazione politica diversa o a volte assente. Gli obiettivi erano due: c’era quello di liberare l’Italia dall’occupante tedesco e dal regime fascista e quello di creare un paese democratico dopo 20 anni di dittatura. E dall’impegno di quei tanti è maturata la consapevolezza che poi ci ha dato la Costituzione.
Ma permangono anche convinzioni sbagliate sulla resistenza…
Certo. Non fu ad esempio solo lotta armata: moltissime donne non furono impegnate nella lotta armata, ma il loro aiuto fu fondamentale. Penso poi ai sacerdoti che si sono immolati per salvare i propri concittadini. E poi c’è un altro tipo di resistenza, quella dei militari che potevano scegliere e non si sono arresi. E per questo hanno subito la morte, in migliaia, come a Cefalonia. Quella di quei 20 mesi fu una Resistenza di tanti, che hanno contribuito in mille forme. Altra convinzione sbagliata è che fu solo un fenomeno del Nord Italia quando in realtà ormai è chiaro che fu nazionale, perché prese forma anche al Sud: intanto perché molti meridionali combatterono al Nord, ma anche per i tanti esempi di insurrezione nelle città del centro-sud che l’Anpi ha raccolto in un libro.
Qual è il punto debole della catena di quella memoria in Italia? La scuola? La cultura? La politica?
Dovremmo dire che c’è un punto debole diffuso, che riguarda un po’ tutti. Forse quello della scuola è il peggiore, perché spesso non si arriva nemmeno a studiare gli eventi di quel periodo. Ma anche le istituzioni, che dovrebbero difendere la memoria, spesso si limitano a celebrare le ricorrenze. E c’è una parte del mondo della cultura che ha preferito sottolineare solo le ombre e le colpe della resistenza, quando si sa come ogni fenomeno di quel tipo abbia delle luci e delle ombre, ma quello che conta è soprattutto il complesso di quell’esperienza. Non aiuta la conoscenza e la memoria fare libri per raccogliere singoli episodi che andrebbero contestualizzati e spiegati, condannandoli se del caso, ma inserendoli nel giusto contesto.
Del ruolo dei media cosa pensa?
Anche gli organi di comunicazione in genere non fanno abbastanza, non si parla a sufficienza di Resistenza in tv e sulla stampa. C’è insomma una responsabilità collettiva, con un epicentro sulla scuola.
I ragazzi non sanno niente. Non sanno perché celebriamo il 25 aprile con tanto impegno, a loro potrebbe sembrare retorica. Ma io conservo il ricordo dei giorni della liberazione come i più appaganti della mia vita. Per le strade incontravamo persone ridenti e felici, quella era la fine delle stragi, delle torture, la fine della guerra. Erano momenti di gioia inenarrabile. È un peccato perché un paese civile dovrebbe ricordare le pagine gloriose della sua storia. Noi ricordiamo più il Risorgimento, come se il 1943-1945 fosse ancora cronaca. Ma ormai anche la Resistenza è storia. E senza spiegare che quello fu un fenomeno pluralistico e intenso non si può capire come fu possibile mettersi d’accordo e dare vita alla Costituente.
Molti partigiani sono restii a volte a raccontare la loro esperienza. C’è chi dice che le storie dei singoli emozionano ma non fanno conoscenza.                                                                                                Come mai questa ‘riservatezza’?
È un fenomeno molto diffuso, ci sono molti casi di persone che sono state perseguitate o hanno combattuto e poi per anni non ne hanno voluto parlare. Pensano di non dover mettere la propria esperienza in primo piano, davanti a un fatto storico, come se la offuscassero. Ma è importante tramandare. La Resistenza è un mosaico che si ricostruisce da tante parti, anche se ovviamente nessuno può erigersi a monumento di quella storia. L’esperienza dell’uno deve integrarsi con quella degli altri. Io ad esempio ho studiato molto prima di parlare, per non limitarmi a raccontare la mia esperienza, ma per poter spiegare cosa significò quel fenomeno. Un esempio è
quello delle donne. Perché le donne non furono solo staffette, ma anche in molti casi combattenti. E anche se molti uomini avrebbero voluto relegarle a ruoli marginali, non fu così. Ma molte donne per anni hanno avuto pudore a raccontare la loro esperienza.
Come vede l’Italia di oggi rispetto a quella che è uscita dalla guerra?
Quell’Italia era un Paese distrutto, mancava tutto. Ma c’era una grandissima voglia di rimettere in piedi il paese. Con entusiasmo ci si attaccava alla possibilità che potesse risorgere e rinascere. A
distanza di tanto tempo noi viviamo in un Paese smarrito. Ha perso molto dei suoi valori, vive una crisi economica enorme, ma non c’è una reazione, manca la voglia di riscatto. C’è più indifferenza e assenteismo.
E l’Italia di oggi come vede l’esperienza dei partigiani?
Oggi la memoria è flebile. C’è magari rispetto per l’anziano partigiano, ma c’è meno rispetto per l’Anpi, che invece rappresenta i combattenti per la libertà e ne è erede e successore, come
riconosciuto anche da molte sentenze. Non è decisivo che molti partigiani che hanno combattuto la guerra di liberazione non ci siano più. Rappresentare i valori dei combattenti per la libertà di ieri e di oggi è la ragion d’essere di un’associazione come la nostra. Anche per quelli iscritti delle nuove generazioni, che diventano a loro volta portatori di quei valori.
di Alessio Sgherza
L o speciale di Repubblica.it è disponibile su:
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COMMEMORAZIONE PARTIGIANI SICILIANI

POGGIO DI OTRICOLI ( TERNI): 18 febbraio 2017

COMMEMORAZIONE DEI DEI PARTIGIANI SICILIANI: ORAZIO COSTARELLA ( Misterbianco/Catania),19 ANNI –medaglia d’oro-), DI BLASI GAETANO ( Calatafimi/Trapani, 20 anni, medaglia d’argento)POGGIO DI OTRICOLIPOGGIO DI OTRICOLI 2

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VERSO L’8 MARZO

VERSO L’8 MARZO

La strada difficile della Scienza e il maschilismo

In un articolo di Piero Bianucci13528841_10210192836601597_7969679669469404407_n13131372_10206159827095148_1070160418482450145_o apparso su ‘Le Stelle’ febbraio 2017, sulla figura di una grande esploratrice della materia oscura, Vera Cooper Rubin scomparsa nel giorno di Natale, si fa opportunamente anche riferimento a curiose incredibili difficoltà di ‘genere’ che, erroneamente, non ci si aspetterebbe nel celeste mondo della astrofisica. Il pensiero corre a Ipazia, la celebre matematica a capo della scuola neoplatonica di Alessandria senza arrivare alla tragica terribile fine complice il vescovo, poi santo, Cirillo di cui ci parla Socrate.

Vera Rubin del 1928 “misurando … la velocità di rotazione in circa 200 galassie…, verificò accuratamente che le stelle esterne orbitano ad una velocità almeno doppia rispetto a quella che dovrebbero avere secondo la legge di gravitazione universale di Newton”. Plausibile risposta a questo fenomeno trovava spiegazione nella ipotesi dell’esistenza della materia oscura. Aveva con le sue osservazioni messo in evidenza l’esistenza della materia invisibile. Dice Biancucci un lavoro da premio Nobel che però non porta Vera Cooper Rubin a Stoccolma, così come non ci potè andare Jocelyn Bell, la scopritrice di stelle di neutroni che dovette cedere il suo posto al suo professore, Antony Hewish.

Questo importante indizio dell’esistenza di materia oscura la Rubin lo scrisse in un articolo che fu rifiutato dalle due più importanti riviste di astrofisica. Lo presentò allora ad un convegno mentre era alle prese con la nascita di un figlio. Il 30 dicembre 1950 il Washington Post uscì col titolo “Una giovane mamma scopre il centro della creazione studiando il moto delle stelle”. Incoraggiata la Cooper Rubin presentò domanda per il dottorato alla Università di Princeton. Neanche le risposero. Non sapeva che le donne non vi erano ammesse, divieto che durerà fino al 1975. Ma riesce a lavorare con Georges Gamow, uno dei profeti del Big Bang, che aveva notata la sua intelligenza. Ormai è una astronoma affermata. Ciò nonostante non era consentito né a lei né ad altre donne accedere al telescopio di 5 metri di Monte Palomar, il telescopio all’epoca più grande del mondo. Anche se la strada per abbattere il maschilismo è ancora lunga, questa barriera verrà abbattuta. Ormai dice Biancucci, Vera Cooper Rubin è diventata la “ dark lady”, anzi la “dark queen” che con l’enigma della materia oscura fa intravvedere all’orizzonte forse una “nuova fisica”.

Angelo Ficarra

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