Resistenza perfetta e partecipazione siciliana alla lotta di Liberazione

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In tutte e tre le sedi è emerso il dato della scoperta recente di nuovi nostri Partigiani; fatto  che pone sempre con più forza il tema, per noi ineludibile, della ricerca su quella che abbiamo chiamato “la memoria negata”: Ortoleva a Enna, un nuovo partigiano a Marsala, la strage dimenticata di Nola dell’ 11 settembre 1943 ricostruita da Umberto Santino, la storia del partigiano Jonny di Isnello, Salvatore Santino di Capaci di cui ci ha parlato Vincenzo Guli, il bellissimo ricordo di Pippo Oddo che nella sua infanzia, per le elezioni amministrative del 1946 nella  sua Villafrati, vede Pompeo Colajanni con circa 60 partigiani, lo straordinario messaggio di Nunzio Di Francesco ricordato da Domenico Stimolo, infine la medaglia d’argento Partigiano Pesapane nato a Palermo di cui avremo modo di parlare quando prima.

I ritardi, certamente involontari di cui generosamente ci parla Salvo Li Castri, ci dicono di quanto non sia affatto facile recuperare una memoria così a lungo negata ( pensiamo ai Fasci Siciliani ) , scoprirne le cause, indagarne le circostanze e la collocazione storica. Prima di tutto è necessario sconfiggere culturalmente le opinioni e gli stereotipi di chi questa storia per vari motivi, in buona o cattiva fede, ha fin qui negato.

Siamo profondamente convinti, sempre più dopo la straordinaria lezione del referendum, che è assolutamente necessario fare la battaglia per rendere operativa la piena applicazione della Costituzione, a partire dall’articolo 1: “la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”; è ai cittadini che noi dobbiamo imparare di nuovo seriamente a rivolgerci, bisogna farla finita con lo stereotipo con cui le classi dominanti hanno oppresso per secoli , in una ottica coloniale, colpevolizzando i cittadini come ignoranti, se non incapaci di intendere e di volere. 

Riteniamo che questa sia non solo l’unica strada per recuperare in termini di conoscenza la Storia e quindi la liberazione, ma anche l’unica via per difendere oggi veramente con la dignità umana, la democrazia.

Angelo Ficarra

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