Enzo Barnabà
Sono Francesco Dainotti, nipote di Francesco Dainotti, da Lei citato nell’articolo “L’umanità e la dignità di Francesco Dainotti, il Valguarnerese deportato nei campi di concentramento nazisti.” http://www.valguarnera.com/parliamo_di/Dainotti_francesco.htm
Volevo ringraziarLa profondamente per l’articolo, frutto di una importante ricerca di avvenimenti storici che hanno così radicalmente segnato intere generazioni, sopravvissute alle indicibili bestialità che hanno pervaso in maniera nefasta molti popoli e molte famiglie. Ancora oggi, sono fortemente presenti, nella mia famiglia i segni di un accadimento che ne ha segnato inesorabilmente la storia. Mio padre Giuseppe, che mio tramite sentitamente la ringrazia, troppo emozionato e colpito per scriverLe personalmente, fu a seguito di questa disgrazia rinchiuso nell’orfanotrofio per orfani di guerra della Certosa di Padula (SA), portandosi dentro segni indelebili per un bambino, che oltre aver perso il padre, ha pagato personalmente colpe che non poteva capire. Tragedia personale gestita nel tempo con grande dignità, con il doloroso silenzio su questa storia, alle volte più duro di mille spiegazioni e con l’amore protettivo di sua moglie, mia madre.
Sicuramente questo articolo oltre ad essere utile per la mia famiglia, per averci, tra l’altro, fatto meglio comprendere i valori, oggi in disuso, dell’umanità e della dignità anche in posti dove può sembrare impossibile l’esistenza di questi sentimenti, è, oggi più che mai, di esempio e testimonianza per le nuove generazioni perché come scrisse Primo Levi: ”Tutti coloro che dimenticano il loro passato sono condannati a riviverlo:””
Con stima
Francesco Dainotti”