Grande soddisfazione per la tre giorni siciliana di richiamo ai valori ideali e morali della Resistenza e alla partecipazione siciliana alla lotta per la Liberazione dal nazifascismo.Tre giorni con il Prof. De Luna già ordinario di Storia all’Università di Torini. Il sei sette e otto Settembre rispettivamente a Enna, Marsala e Palermo grande partecipazione dei compagni, pur in pieno clima estivo, e dei nostri Partigiani a partire dallo “zio” Benincasa appena rientrato dal suo pellegrinaggio a Cefalonia, la sua Itaca, la terra di sua moglie, la terra dei suoi compagni, i compagni della terribile strage di Cefalonia che con i loro corpi insanguinati, coprendolo, gli salvarono la vita.
In tutte e tre le sedi è emerso il dato della scoperta recente di nuovi nostri Partigiani; fatto che pone sempre con più forza il tema, per noi ineludibile, della ricerca su quella che abbiamo chiamato “la memoria negata”: Ortoleva a Enna, un nuovo partigiano a Marsala, la strage dimenticata di Nola dell’ 11 settembre 1943 ricostruita da Umberto Santino, la storia del partigiano Jonny di Isnello, Salvatore Santino di Capaci di cui ci ha parlato Vincenzo Guli, il bellissimo ricordo di Pippo Oddo che nella sua infanzia, per le elezioni amministrative del 1946 nella sua Villafrati, vede Pompeo Colajanni con circa 60 partigiani, lo straordinario messaggio di Nunzio Di Francesco ricordato da Domenico Stimolo, infine la medaglia d’argento Partigiano Pesapane nato a Palermo di cui avremo modo di parlare quando prima.
I ritardi, certamente involontari di cui generosamente ci parla Salvo Li Castri, ci dicono di quanto non sia affatto facile recuperare una memoria così a lungo negata ( pensiamo ai Fasci Siciliani ) , scoprirne le cause, indagarne le circostanze e la collocazione storica. Prima di tutto è necessario sconfiggere culturalmente le opinioni e gli stereotipi di chi questa storia per vari motivi, in buona o cattiva fede, ha fin qui negato.
Siamo profondamente convinti, sempre più dopo la straordinaria lezione del referendum, che è assolutamente necessario fare la battaglia per rendere operativa la piena applicazione della Costituzione, a partire dall’articolo 1: “la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”; è ai cittadini che noi dobbiamo imparare di nuovo seriamente a rivolgerci, bisogna farla finita con lo stereotipo con cui le classi dominanti hanno oppresso per secoli , in una ottica coloniale, colpevolizzando i cittadini come ignoranti, se non incapaci di intendere e di volere.
Riteniamo che questa sia non solo l’unica strada per recuperare in termini di conoscenza la Storia e quindi la liberazione, ma anche l’unica via per difendere oggi veramente con la dignità umana, la democrazia.
Angelo Ficarra