25 aprile: per noi fu un momento emozionante e festoso, la conquista della Libertà.

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L’ANPI: BLOCCARE INTOLLERABILE PROVOCAZIONE VIOLENTA FASCISTA

L’ANPI PALERMO COMANDANTE BARBATO MOBILITERA’ TUTTE LE SUE FORZE  E CON IL POPOLO SICILIANO BLOCCHERA’ LA PROVOCAZIONE FASCISTA

Comunicato della Segreteria nazionale dell’ANPI sull’annunciata manifestazione del 28 ottobre di Forza Nuova

 

La Segreteria nazionale dell’ANPI, vista la gravissima provocazione che i movimenti neofascisti  intendono porre in essere per il 28 ottobre, data carica di ricordi negativi e profondamente significativa per tutte le nefaste conseguenze che ne sono derivate, ritiene di non potersi limitare ad una protesta, pur doverosa e ferma, ma assume l’impegno con tutta l’ANPI di contrastare con forza una simile iniziativa, qualora essa non venga impedita dalle autorità pubbliche, non solo con la presenza nelle piazze di Roma il 28 ottobre, ma in tutte le piazze d’Italia, in cui le nostre organizzazioni  ricorderanno e spiegheranno ai cittadini che cosa è stato il 28 ottobre e quanti lutti, dolore e sangue ne sono derivati per i cittadini e il Paese nel suo complesso durante il tragico ventennio fascista.

Rivolge un appello alle Istituzioni pubbliche competenti affinché assumano i provvedimenti necessari a proibire la preannunciata manifestazione, rilevando che è loro compito e dovere primario quello di pretendere e assicurare il rispetto della Costituzione nei suoi contenuti profondamente democratici e antifascisti. Peraltro non occorre la ricerca di chiare e particolari motivazioni, essendo manifesto che il riferimento al 28 ottobre è – di per sé – una evidente manifestazione di apologia del fascismo, repressa dalle leggi vigenti e respinta dall’intero contenuto della Costituzione.

Rivolge altresì un caldo appello a tutte le forze democratiche, partiti, associazioni e a tutti i cittadini affinché prendano posizione apertamente contro l’escalation di tipo neofascista e razzista che si sta verificando nel Paese.

In particolare è dovere degli intellettuali che amano la democrazia, non solo farsi sentire, ma usare gli strumenti della cultura e della informazione per far vivere la memoria, rivolgendosi particolarmente ai giovani che non hanno vissuto la tremenda esperienza del fascismo. Spetta a chi comprende e ricorda rendere evidente che siamo di fronte ad un vero, autentico e grave pericolo per la democrazia.

Si riserva di sottoporre al Comitato Nazionale, convocato per la prossima settimana, ulteriori proposte, perché la voce dell’ANPI si levi sempre più alta e forte in tutte le sedi d’Italia, non solo contro l’aberrante iniziativa che ci si propone di realizzare oggi, ma contro ogni tentativo di inquinamento della nostra democrazia, col rischio effettivo di un grave peggioramento delle condizioni complessive della convivenza civile. Abbiamo assistito a troppe manifestazioni neofasciste, abbiamo letto sul WEB cose addirittura raccapriccianti, per il loro contenuto di fascismo e razzismo. Ora basta!

 

La Segreteria nazionale ANPI

 

Roma, 8 settembre

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No MUOS riceve il Premio Aquisgrana per la pace

Oggi- 1 settembre – il Movimento No MUOS riceve in Germania il Premio di Aquisgrana per la pace (Aachen Friedenspreis)

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Coordinamento regionale dei Comitati No MUOS

Lo striscione che la delegazione No MUOS recherà ad Aachen (Aquisgrana) per la cerimonia di premiazione

Il 1 settembre 2017, ore 19, ad Aquisgrana ci sarà la consegna ufficiale dell’Aachener Friedenspreis (Premio di Aquisgrana per la pace),  il più prestigioso premio europeo per la Pace, al Movimento No Muos,.

Aachener Friedenspreis (Premio per la Pace di Aachen) è il più ambito riconoscimento europeo per la pace che dal 1988 si assegna ogni anno in Germania e prevede due sezioni: una interna alla Germania e l’altra Internazionale.

L’8 maggio 2017, nel corso della consueta conferenza stampa ad Aachen, è stato dato l’annuncio che per quest’anno il premio sarà assegnato a noi No MUOS.

La cerimonia di premiazione è prevista il primo settembre; vi prenderà parte una delegazione di attivisti siciliani.

Nell’esprimere tutta la nostra soddisfazione per l’importante riconoscimento internazionale conseguito, ribadiamo la validità di un impegno che dura da molti anni, caratterizzato da iniziative di ogni tipo, dall’informazione all’azione, con conferenze, azioni legali, cortei, e occupazioni delle antenne della base USA, l’invasione della stessa, i blocchi stradali. Il tutto grazie al consenso popolare che questa lotta si è saputa conquistare e ai valori di autorganizzazione, indipendenza, partecipazione dal basso e solidarietà alla base di questo impegno.

L’assegnazione del Premio per la Pace è un incoraggiamento a proseguire la battaglia contro la militarizzazione della Sicilia e del Mediterraneo, contro i micidiali respingimenti di migranti di Frontex e dei governi europei, contro le guerre imperialiste che insanguinano il Pianeta, delle quali il sistema MUOS, con le sue quattro stazioni sparse nel Mondo, di cui una a Niscemi, è uno strumento essenziale.

La nostra resistenza continuerà fino a quando le antenne NRTF e le parabole del MUOS non verranno smontate, fino a quando Sigonella e tutte le altre basi USA in Sicilia non verranno smantellate. La Sicilia non vuole più essere una piattaforma militare al centro del Mediterraneo, ma una terra di pace, di accoglienza, e di benessere per chi ci vive.

Movimento NO MUOS

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ANPI Trapani: Erice interessante Convegno IMI GLI EROI DI UNTERLUSS

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“…sono Numu, Lamin e Sheriff che amo parlino coi miei bambini raccontando loro cosa significhi essere cresciuti desiderando di vivere in un paese finalmente libero dalla dittatura e dall’oppressione. “

Ci sono stati diversi aggiornamenti: l’ultimo oggi 16/8/2017 art. di Tonino Perna dal “il manifesto”

Ringraziamo Alessandra Sciurba, Giuseppe Carlo Marino, Marco Revelli, Domenico Sabatino, Domenico Stimolo, Tonino Perna,  per vari contributi su “Emigrazioni e diritti” tema antico quanto drammatico che ci costringe a non chiudere gli occhi e a riflettere sulla condizione umana. Tentiamo di farlo nella consapevolezza della sua complessità e con assoluta apertura e anche nella profonda convinzione e determinazione di volere perseguire un obiettivo di vera ‘conoscenza liberatoria’. Lo facciamo tentando di aderire ad un comportamento ‘scientifico’, cioè nella assoluta consapevolezza che il perseguimento della verità non è per sempre, ma “fino a prova contraria”. Ringraziamo per l’importante contributo in chiave “di educazione per la conoscenza come liberazione degli oppressi“A.F.

 

GIUSEPPE CARLO MARINO
UN NUOVO GENOCIDIO DI CUI L’EUROPA E’ (DISTRATTAMENTE) RESPONSABILE
L’importante servizio televisivo di ieri sera (“In Onda”) della 7 ha rivelato quel che si sa da molto tempo e da molto tempo non si vuol vedere o si ignora circa il trattamento criminale riservato dalle cosiddette “autorità libiche” ai migranti. E ha messo in luce l’inferno di violenza al quale sono condannati quei disgraziati, ingabbiati come bestie in soffocanti contenitori metallici, costretti a vivere l’angoscia di come conquistarsi (se forniti di qualche rotolo di carta moneta nelle tasche) una via di fuga per sfuggire ad una morte quasi certa, per percosse, malattie, fame e disidratazione. Ha contestualmente denunziato il fatto incontrovertibile che ormai la Libia è una landa radicalmente deprivata di statualità, consegnata all’anarchia e ai turpi interessi di bande criminali la cui fondamentale risorsa è costituita da quell’infelice umanità di derelitti che sono soliti indicare cinicamente come la loro “merce”. Di fronte a quanto sta lì accadendo, in terra libica – non in mare, si badi, ma prima delle molte e sempre probabili tragedie del mare! – non è azzardato parlare di genocidio. Un genocidio ignorato, direi persino tollerato, da un’Europa che tutt’al più si limita a soccorrere (e con molto e contestato travaglio) quei migranti che siano riusciti a pagarsi il terrifico rischio della fuga e non si preoccupa minimamente di quelli costretti a rimanere in quell’inferno africano. Infatti, questa Europa ad uso e consumo di finanzieri e di sofisticati lestofanti , sa ed ignora e i suoi superflui politicanti (insieme ad una miriade di sciocchi e di codardi che ne costituiscono il seguito di massa), al massimo della loro ipocrisia umanitaria non sanno far altro che blaterare tronfiamente: “AIUTIAMOLI A CASA LORO”,
Ma qual è la loro “casa”, se non quell’inferno? E come aiutarli dopo averli secolarmente dominati e sfruttati, disgregando le loro società e violentando le loro culture con la pretesa di dettare le regole della “civiltà” e del progresso? Sono, queste, delle domande che putroppo rimangono senza risposta. Mentre l’immediato aiuto che potrebbe darsi a quelle crescenti masse di infelici in fuga dalla miseria e dalle torture dei loro indigeni tiranni sarebbe intanto un’azione comune della cosiddetta comunità internazionale (con l’ovvio, primario coinvolgimento operativo di una ben coordinata forza europea) per annientare l’inferno libico e imporre su quella landa di potere criminale e di desertificazione della civiltà gli standard minimi del rispetto della vita umana. Giuseppe Carlo Marino.
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ANPI Palermo ricorda il compagno Luciano Guerzoni

15194524_10154239439282903_6322650156897168854_o.jpg.742x742_q85LA PRESIDENZA E LA SEGRETERIA PROVINCIALE DELL’ANPI PALERMO COMANDANTE BARBATO

Commossi per la scomparsa del compagno Luciano Guerzoni, Vice Presidente Nazionale Vicario, con grande affetto lo ricordiamo particolarmente impegnato in Sicilia nella ricostruzione di un tessuto antifascista e nella promozione delle ANPI siciliane. Con particolare gratitudine lo ricordiamo impegnato nella partecipazione della Resistenza Italiana, il 1° maggio del 2010 a Portella della Ginestra, evento che congiuntamente  alla spinta derivante dalle risoluzioni dell’11° Congresso di Torino, hanno inciso profondamente nell’importantissimo processo di recupero della memoria in particolare della partecipazione siciliana alla lotta di Liberazione e dell’antifascismo. Il suo ricordo rafforzerà sempre più il nostro impegno a proseguire nel recupero dei valori ideali e morali della Resistenza, il più alto momento della Storia Italiana, a partire dalla difesa e dalla realizzazione dei principi fondamentali della nostra Costituzione.

La Presidenza e la Segreteria Provinciale ANPI Palermo Comandante Barnato

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Salvatore Salvino Partigiano di Capaci

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è morto un combattente, Nicola Cipolla

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è morto un combattente, Nicola Cipolla. Fino ai suoi 95 anni nulla ha fermato la sua totale dedizione, la sua intelligenza, la sua vita alla causa della liberazione degli oppressi. Di seguito un appassionato ricordo di Antonella Leto, il commiato dell’ANPI Palermo del fraterno filiale amico Ottavio Terranova,  una bella testimonianza in “ Lettera Memoria e Libertà” di Domenico Stimolo. Lo ricorderemo sempre A. F.

Nicola è stato un pilastro della storia del movimento politico e sindacale siciliano ed italiano. Una intera vita spesa nelle lotte per i diritti delle persone, dall’antifascismo della prima ora alla riapertura della Camera del Lavoro a Palermo nel ’44 alle lotte del movimento contadino con la fondazione di Federterra di cui è stato segretario responsabile, Nicola non ha mai smesso di lottare ed immaginare un futuro migliore. La sua vita ed i suoi incarichi pubblici, tre volte deputato regionale tre volte senatore della repubblica, deputato europeo, non gli hanno mai fatto perdere di vista quale fosse l’obiettivo ed il significato vero del fare politica, che per lui è sempre stato essere al servizio delle lotte per i più deboli, contro la mafia, la militarizzazzione della nostra isola e paladino indefesso dell’ambiente. Il CEPES che aveva fondato insieme a Pio La Torre nell’81 quando insieme e dietro sollecitazione di Pio entrambi tornarono in sicilia per affrontare la mafia e le lotte contro i missili cruise di Comiso, è stato la sua vita dopo l’uccisione di Pio nell’82. Con il CEPES Nicola ha continuato a tenere viva la memoria e la verità su tanti fatti ancor oggi misconosciuti dalla storia ufficiale e da lui raccontati, ma sopratutto ha coltivato la speranza e progettato il futuro facendone un centro propulsivo di iniziative sul piano regionale, nazionale ed euromediterraneo. Il CEPES e Nicola sono entrati con entusiasmo nel Forum siciliano dei movimenti per l’acqua ed i Beni Comuni, collaborando a scrivere il testo di legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione delle Acque in Sicilia, e quello per un nuovo piano energetico reg.le basato sulle rinnovabili.  Per me è stato un grande, grandissimo onore diventare sua amica e compagna di tante lotte negli ultimi anni. Non ricordo più a quante assemblee, manifestazioni, iniziative abbiamo collaborato e partecipato insieme, quante ne abbiamo organizzate dietro la sua costante sollecitazione. Da quelle romane del Forum italiano dei movimenti per l’acqua alle campagne referendarie contro la privatizzazione dei servizi pubblici locali, contro il nucleare, contro le trivellazioni, ai cortei contro la mafia, contro il MUOS, alle costanti proposte di nuove iniziative, non riuscivamo a stare al suo passo. Nicola aveva preso parte alle manifestazioni antifasciste dell’8 luglio del 1960, conosciuto il carcere, era a Genova per il G8, e pochi giorni fà ad un’iniziativa sulla risoluzione ONU sulla messa al bando delle armi nucleari Lorenzo Barbera, il compagno di Danilo Dolci, lo ricordava aiutare i contadini del Belice che protestavano a Roma dopo il terremoto ad essere ricevuti in Senato con cravatte acquistate in blocco ed indossate sui poveri abiti per superare lo sbarramento del cerimoniale.  Nicola non si è mai fermato, neanche quando si è rotto prima un femore poi l’altro nel mettere in fuga col suo bastone chi tentava di rapinarlo. Era fatto così, sarebbe andato ovunque. Era all’ultimo sciopero generale della fiom a Roma, a fianco dei partigiani nella battaglia per salvare la Costituzione, per strada a raccogliere firme, sui giornali che non mancavano di pubblicare i suoi lucidissimi articoli. Nicola è stato tra i primi precursori dell’ambientalismo e la sua più grande preoccupazone, a 95 anni di età, erano i mutamenti climatici, l’evidente possibilità che la vita sulla terra potesse cessare per mano umana. Non si dava pace per il fatto che un tema tanto importante fosse costantemente e colpevolmente sottovalutato dalla politica. Per questo continuava a sollecitarci instancabilmente ad organizzare iniziative che mettessero le rinnovabili al centro di un nuovo modello di sviluppo. Con Nicola ed il CEPES abbiamo avviato il comitato per la conversione ecologica in sicilia e stavamo programmando le prossime iniziative per sollecitare ancora un nuovo piano energetico, acqua pubblica, rifiuti zero. Da tempo programmavamo una nuova iniziativa per sollecitare la trasformazione di Sigonella in aereporto civile. Sono talmente tanti gli episodi che ho avuto l’onore di sentir raccontare dalla sua voce di cui è stato protagonista e che si intrecciano con la storia d’Italia, tanti quelli che ha raccontato nel suo libro “Diario di un socialcomunista siciliano” e tanta la storia che avrebbe voluto ancora scrivere, perchè se il corpo si faceva più fragile la mente di Nicola è rimasta sempre lucidissima, informata e proiettata nel futuro sostenibile, che quello che oggi ci consegna insieme al peso della sua assenza è l’esempio di un uomo che non ha mai pensato di arrendersi o pensare a se stesso.Ci consegna l’onere e l’onore di continuare lee battaglie che abbiamo condiviso e cercare di vincerle, non per noi ma per tutti, ed anche un pò per lui. Grazie di esserci stato vicino e di averci insegnato tanto.  Antonella Leto   http://palermo.repubblica.it/politica/2017/07/30/news/morto_nicola_cipolla_storico_sindacalista_e_senatore_del_pci-171966093/ 

Cari Compagni ed amici, questa mattina ci ha lasciati il nostro carissimo Nicola Cipolla, grande storico, dirigente Comunista, fondatore della Camera del lavoro di Palermo, dirigente della Federterra, protagonista di tante lotte nelle campagne ed ovunque bisognava lottare per i lavoratori e per la nostra terra e per la democrazia, animatore di tante lotte. Antifascista, parlamentare Comunista  in Sicilia nel Parlamento Nazionale ed in Europa. Con Pio La Torre ha fondato il CEPES che ha diretto con tantissimo  impegno,  fraterno amico e maestro di impegno e di vita per tanti di noi. Anche per la  nostra ANPI è una grave perdita che onoreremo con la nostra presenza e le nostre bandiere, durante i suoi funerali.  Ottavio Terranova

 

E’ morto Nicola Cipolla,  protagonista in Sicilia

delle lotte sindacali  politiche e sociali

 

Nella giornata di domenica 30 luglio è morto novantacinquenne nel suo luogo di residenza (Palermo) Nicola Cipolla – nato a Agrigento il 14 gennaio 1922 -, protagonista in Sicilia delle lotte politiche  e sociali,  già a partire dal 1944.

 Pur avanti nel percorso degli anni si manteneva alto, massiccio, di viva lucidità intellettuale e con grande bontà umana.

 Un tenace,  indomabile e innovativo combattente, sempre in prima fila come sindacalista, rappresentante politico della sinistra e della società civile siciliana, per il riscatto degli sfruttati e per l’abbattimento delle condizioni di asservimento al potere politico-affaristico-mafioso.

 Subito dopo il disfacimento della dittatura fascista – 25 luglio 1943 – si impegnò nel ricostituito Partito socialista, quindi, nel 1944 contribuisce in maniera determinante assieme al segretario comunista Cesare Sessa alla rifondazione della Camera del Lavoro di Palermo. Successivamente, nel 1946 lasciò il PSI aderendo al PCI guidato da Girolamo Li Causi. Quindi  la sua attività sociale si svolse nel movimento sindacale, assumendo nel 1947 il ruolo di segretario responsabile della Confederterra /CGIL– Confederazione nazionale dei lavoratori della terra – in Sicilia, erede della Federterra soppressa dal regime fascista.

 Fu in quella fase storica di fondamentale importanza per la Sicilia, organizzatore e protagonista delle numerose lotte contadine che si svilupparono intensamente in tutta l’isola, contro  l’ enorme potere dei latifondisti  sostenuti dalla mafia. I contadini, braccianti, sottoposti storicamente ad un laido sfruttamento, sorsero di nuovo,  uniti e compatti, dopo le violente repressioni subite nel “Movimento dei  Fasci Siciliani” del fine ottocento, per conquistare il riscatto sociale sempre negato e schiacciato. In quegli anni eroici “ i morti di fame”, resi servi e condannati ad infami condizioni di vita, furono protagonisti con l’occupazione delle numerosissime terre incolte  da sempre accorpate nei feudi dai ricchi padroni. Tante le uccisioni, di lavoratori della terra e di sindacalisti.

 In quegli anni Nicola Cipolla, nell’area  occidentale dell’isola,  oltre che a tanti altri sindacalisti e capi contadini fu a fianco di Pio La Torre, ucciso successivamente dalla mafia a Palermo  il 30 aprile 1982.

Poi, si impegnò in un lungo e diretto nella politica istituzionale. Dal 1951 al 1963, per tre legislature fu deputato regionale, prima nella lista del “ Blocco del Popolo”, poi nel PCI.  Senatore, dal 1963 al 1976 – componente della prima Commissione Parlamentare antimafia -, parlamentare europeo dal 1968 al 1976, sempre con il PCI.

 Nel 1982, in collaborazione con Pio La Torre, fu fondatore del CEPES – Centro Studi di Politica Economica in Sicilia -, del quale per tanti anni è stato presidente e  forza propulsiva  in molteplici iniziative di impegno sociale e democratico, animatore fino all’ultimo.

 Con le iniziative del Cepes è stato appassionato dirigente, operando  in maniera decisa, anche in veste di organizzatore e di innovatore intellettuale attivista coordinatore, nei Movimenti per la pace e per la smilitarizzazione della Sicilia, promuovendo altresì, assieme a vari movimenti pacifisti, la conversione della base militare statunitense di Sigonella in aeroporto civile internazionale di Catania. Ha incentivato la cultura e la pratica dei valori ambientali e la difesa delle risorse naturali dell’isola, contro le scelte del nucleare, sostenendo l’ esigenza fondamentale  di realizzare impianti energetici alternativi.

 Ha sostenuto tutta la fase dei Movimenti “ No Global” e dei Social Forum, partecipando a molte iniziative in Italia e sul piano internazionale, dando un significativo contributo di elaborazione in analisi e progettualità finalizzate al sostegno e alla solidarietà per l’indipendenza dei popoli, contro il nuovo imperante colonialismo dettato dalle politiche della globalizzazione neoliberista,  a danno dei cittadini del mondo e dei paesi del Terzo Mondo che costituiscono la parte più grande dello sfruttamento e delle conseguenti devastazioni ambientali in atto.  

 Ha sempre sorretto  la necessità  e il dovere per tutti i cittadini democratici  di proteggere i valori costituzionali per realizzarne in forma compiuta i principi espressi dopo la riconquista della libertà, avversando in maniera determinata le azioni di stampo razzista e fascista che stanno assumendo conseguenze sempre più nefaste. Nell’ultimo periodo  ha dato un contributo significativo ai Movimenti sorti in difesa dell’ Acqua pubblica, Forum per l’acqua, a  sostegno dei Beni Comuni.

Per lunghi anni con i suoi scritti ha collaborato con il quotidiano “ Il Manifesto”.

 Nicola Cipolla ha raccolto la testimonianza del suo lungo percorso di  rivoluzionario civile e democratico, di integerrimo combattente a sostegno degli sfruttati  nel libro Diario di un socialcomunista siciliano – tra memoria e futuro-“, edito nel 2013 da Editori Riuniti.

 

 diLettera Memoria e Libertà”

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FERMIAMO LE PROVOCAZIONI FASCISTE RAZZISTE E XENOFOBE

a lettera aperta

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ANPI NEWS: a proposito di violenza sulle donne

 

NOTAZIONI DEL PRESIDENTE NAZIONALE ANPI
CARLO SMURAGLIA:
► “Non basta una legge, deve cambiare prima la nostra testa” (a proposito di violenza sulle donne, ma anche dell’escalation dei neofascismi).
Mi approprio (e spero che l’autrice non me ne voglia) del titolo di un bellissimo articolo di Michela Marzano (la Repubblica, 15 luglio 2017), non solo perché lo condivido, parola per parola, ma anche perché lo trovo particolarmente utile in più direzioni.
Nel caso specifico, Michela Marzano parla del femminicidio e della violenza contro le donne, considerandoli ormai come un fenomeno “strutturale” nel nostro Paese. E conclude rilevando come ci possano essere mille leggi, mille campagne di prevenzione (ed è bene, aggiungo io, che ci siano) ma non basteranno mai ad eliminare questa violenza, ormai strutturale, se non si formerà una cultura diffusa ed adeguata, in tutti, negli uomini e nelle stesse donne: una cultura della tolleranza e dell’accettazione reciproca e, potrei aggiungere, della libertà ed uguaglianza (art. 3 della Costituzione) e del rispetto della persona.
Una tesi che andrebbe gridata ed affissa sui muri, ma soprattutto attuata ed applicata in concreto, se vogliamo contenere, ridurre e infine sconfiggere questa violenza che si consuma spesso anche dentro le mura domestiche. Una tesi che, ricordo, ebbi modo di sostenere, in Senato, anni fa, assieme ad altri, in occasione dell’approvazione della legge sulla violenza sessuale; presentammo un ordine del giorno, che diceva in sostanza questo: approviamo pure questa legge, aumentiamo le pene e quant’altro, ma tutto questo servirà solo se si
metterà in campo una grande campagna culturale e formativa. L’ordine del giorno fu approvato all’unanimità e poi, come spesso accade in Italia, finì travolto dall’oblio. Riprendere oggi quel tema è giusto ed utile. Ma l’articolo mi ha colpito particolarmente anche per un altro motivo, perché “mutatis mutandis”, l’assunto vale anche per l’impegno antifascista nostro e delle istituzioni, proprio nel momento in cui, da un lato si avvia in Parlamento la discussione su una legge che mira a reprimere la propaganda del fascismo, ma dall’altra accadono fatti come quello di Milano (una specie di assalto, di CasaPound, all’interno del Comune, mentre è in corso una seduta del Consiglio comunale) e quello di un gestore di un bagno, a Chioggia, dichiaratamente e spudoratamente fascista nell’impostazione della conduzione dello stabilimento, nei discorsi, nei simboli quotidiani apertamente utilizzati. In entrambi i casi ci hanno colpito due cose: la scarsità e la limitatezza delle reazioni, una certa tendenza a parlare di goliardia e a considerare questi atti come un mero esercizio di libertà del pensiero (e di azione). Anche in questi casi, è una diffusa cultura dell’antifascismo che manca, nel nostro Paese, nelle istituzioni ed in una parte non indifferente di cittadine e di cittadini. E’ su questo che bisogna lavorare. Per carità, ben vengano leggi più chiare e di più facile applicazione, se il Parlamento riuscirà ad approvarle in una versione compatibile con i ben noti insegnamenti della Corte Costituzionale. Bisogna tuttavia lavorare su molti altri fronti: la memoria, anzitutto, perché troppi dimenticano, (o non sanno) che cosa è stato e cosa ha generato il fascismo, e l’orrore di molte gesta del regime (non ultima, la persecuzione degli antifascisti e degli ebrei). In secondo luogo, sulla cultura della democrazia, che è anche la cultura dell’antifascismo, proprio perché abbiamo questa Costituzione che è, lo ripeto ancora una volta, tutta antifascista. Questa formazione culturale si realizza con un diverso atteggiamento delle istituzioni, con una posizione più chiara e ferma della stampa che si proclama indipendente, ma soprattutto con la formazione, nelle scuole, di una coscienza civica e di una “cittadinanza attiva”. Se non si battono questi sentieri, temo che avrà ragione – ancora una volta – Michela Marzano a dire che ci vuol altro, cioè: non solo le leggi (“le leggi son – diceva uno dei nostri Grandi – ma chi pon mano ad elle?”), ma una vera cultura del rispetto, un fanatismo della libertà e dell’uguaglianza, un amore estremo per la democrazia. In questo sta la vera possibilità di successo dell’antifascismo, così come nelle misure indicate nell’articolo più volte richiamato sta il “segreto” per ottenere un vero “cambiamento della testa” in tema dei rapporti di genere.

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