Una Costituzione per l’oligarchia

Una Costituzione per l’oligarchia

Domenico Gallo

La Costituzione della Repubblica italiana fu approvata dall’Assemblea costituente il 22 dicembre 1947, con 458 voti favorevoli e 62 contrari. I deputati dell’Assemblea costituente furono eletti con sistema proporzionale, rappresentavano tutte le componenti politiche sociali e culturali presenti nel popolo italiano e vararono la Costituzione con un accordo quasi unanime. Si trattava di edificare le mura della casa comune per unire il popolo italiano e trasformarlo in una comunità politica unita da un destino comune. La nuova Costituzione fu scritta ad iniziativa e ad impulso esclusivamente del Parlamento, senza che il Governo potesse mettervi becco. Quando l’Assemblea Costituente discuteva del progetto della Costituzione, i banchi del Governo rimanevano vuoti. Tutto il contrario di quello che è successo questa settimana con l’approvazione della revisione costituzionale. Quando Renzi si è presentato in Parlamento l’11 aprile per concludere la discussione finale sulla sua nuova Costituzione, i banchi del Parlamento erano vuoti, mentre il banco del Governo era strapieno. Questo dovrebbe far riflettere sulla totale delegittimazione politica del percorso che ha portato una maggioranza risicata, frutto di un Parlamento eletto con una legge maggioritaria dichiarata incostituzionale, ad approvare sotto dettatura dell’esecutivo la più pesante riforma della Costituzione della storia repubblicana. La Costituzione è un bene comune: la sua riforma dovrebbe fiorire da un dibattito collettivo, aperto e condiviso perché in essa sono scolpite le basi della convivenza civile. Le Costituzioni si modificano infatti con assemblee costituenti, in ogni caso con Parlamentari eletti con sistemi proporzionali a seguito della più ampia condivisione tra le forze politiche. Le Costituzioni sono fatte per unire un popolo, per questo non possono essere imposte da una minoranza faziosa ed arrogante.

La Costituzione italiana ha unito il popolo italiano costituendolo in comunità politica che si riconosce in un destino comune. Quel destino che i padri costituenti vollero garantire alle generazioni future, ancorandolo ad una serie di beni pubblici repubblicani, quali: l’eguaglianza, la pace, il pluralismo, l’istruzione, la solidarietà sociale, la salubrità dell’ambiente, la dignità del lavoro, che sono tutt’ora di straordinaria attualità anche se da molti anni languono nei palazzi della politica, quando non sono apertamente ripudiati.

Il popolo italiano è rimasto unito anche quando si sono verificate drammatiche rotture storiche, come la guerra fredda, proprio grazie alla Costituzione. E’ la Costituzione che ha impedito che la guerra fredda ci trascinasse nella tragedia della guerra civile, com’è avvenuto in altri Paesi. E’ la Costituzione che, attraverso l’indipendenza della magistratura, ci ha salvato da sbocchi autoritari ed ha tenuto unito il popolo italiano nelle drammatiche contingenze della strategia della tensione e del terrorismo. Adesso che, per le vicende della globalizzazione e delle crisi politiche del dopo 89, si sono sfaldate le grandi organizzazioni di coesione sociale, come i sindacati, i partiti e le associazioni di massa, nella società liquida in cui l’individualismo trionfa perchè imposto dal mercato, la Costituzione è l’unico baluardo che mantiene l’unità del popolo italiano, che ci consente di essere ancora un comunità politica unita da un destino comune in cui tutti possiamo riconoscerci.

Da domani, se la nuova Costituzione di Renzi e Boschi sarà confermata dal referendum, le istituzioni non saranno più la casa comune del popolo italiano. Già adesso non godono di buona salute perchè le leggi elettorali hanno prosciugato i canali di collegamento fra il Parlamento e la società, fra la società civile e la società politica, che si è resa autonoma dal popolo sovrano ed è diventata autoreferenziale, manomettendo i meccanismi della rappresentanza politica. Una crisi profonda testimoniata, a tacer d’altro, dalla totale perdita di fiducia degli italiani nei partiti politici (3%) e nel Parlamento (8%).

Solo che per curare la malattia ci viene proposto di uccidere il malato. La cura proposta con questa riforma è peggiore del male. Niente chiacchere, niente dibattiti, nessuna mediazione politica. Per legge (italicum) un solo partito deve comandare, controllando la maggioranza della Camera politica ed il Governo, non importa se espressione di una minoranza di elettori. Quest’unico partito che non è un intellettuale collettivo ma una struttura di potere controllata da una o pochissime persone (il capo politico ed il suo cerchio magico), deve governare senza contrappesi e senza dialogare con nessuno. Il Parlamento non sarà più un luogo di raccordo di mediazione e di sintesi del pluralismo sociale. Questo comporterà la rottura dell’unità del popolo italiano perché le formazioni sociali nelle quali si articola il pluralismo del popolo italiano non avranno più un luogo istituzionale nel quale le domande ed i bisogni collettivi possano essere filtrati e composti. E’ vero che ci saranno ancora le elezioni politiche, ma non serviranno per consentire ai cittadini di concorrere con metodo democratico alla determinazione della politica nazionale, come pretende l’art. 49 della Costituzione, bensì saranno lo strumento in base al quale singoli individui otterranno il potere di decidere attraverso una competizione che ha per oggetto il voto popolare, ed è irrilevante che siano prescelti da una minoranza di elettori.

Quello che si sta realizzando è un caso veramente straordinario, la sostituzione di una Costituzione, espressione della sovranità popolare al più alto livello in un momento decisivo della storia patria, con una Costituzione imposta da una minoranza, per consolidare e stabilizzare un potere di minoranza, cioè un sistema di oligarchia. Abbiamo già sperimentato nel secolo scorso un sistema politico che i costituzionalisti dell’epoca definirono come “Governo del Primo Ministro”, in cui il Governo era affidato ad un partito unico che – per legge – aveva il controllo del Parlamento. Sappiamo tutti com’è andata a finire.

Domenico Gallo

 

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SOLIDARIETA’ DELL’ANPI CON I/LE DIPENDENTI DI ALMAVIVA

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VOTA SI PER FERMARE LE TRIVELLE

Invito a partecipare a conferenze stampa Referendum trivelle – IL 13 E 14 APRILE in Sicilia il costituzionalista Prof. DI SALVATORE – estensore del quesito referendario – per spiegare le ragioni del SI

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Antonella Leto

19:16 (12 ore fa)

Care e cari tutti, siete invitati a partecipare e contribuire alle inziative di seguito descritte nel comunicato stampa inviato oggi agli organi d’informazione. A partecipare alle conferenze stampa del 14, a contribuire ad animare le iniziative e ad intervenire in Piazza Verdi a Palermo il 14 pomeriggio.  Siamo alle ultime battute di una Campagna impegnativa e troppo breve, e dobbiamo fare il massimo per raggiungere ed informare i cittadini per arrivare al quorum! un abbraccio circolare antonella leto   #BATTIQUORUM!

 

 

 

COMUNICATO STAMPA  

 

COMITATO REGIONALE “17 APRILE VOTA SI PER FERMARE LE TRIVELLE”

 

IL 13 E 14 APRILE IN SICILIA IL COSTITUZIONALISTA PROF. ENZO DI SALVATORE, ESTENSORE DEL QUESITO REFERENDARIO,  PER SPIEGARE LE RAGIONI DEL SI!

UN MARE DI DEMOCRAZIA PER DIRE SI’ AL RINNOVAMENTO DELLA SICILIA

 


 il Prof. Enzo di Salvatore, Costituzionalista estensore dei sei quesiti referendari inizialmente promossi da 10 regioni su sollecitazione del Coordinamento Nazionale NO TRIV insieme ad oltre 200 associazioni, sarà in Sicilia per toccare le città metropolitane di Catania, Messina e Palermo e spiegare le ragioni del SI.

 

Pochi sanno o ricordano che dei sei quesiti referendari  cinque sono già stati soddisfatti secondo la Corte Costituzionale, dal governo Renzi,  che li ha inseriti in legge di stabilità. Sono state così già  rigettate dal MISE, Ministero dello Sviluppo Economico, 27  autorizzazioni a nuove trivellazioni entro le 12 miglia  segnando una prima importante vittoria del fronte NO TRIV.

 

Il quesito sul quale siamo chiamati ad esprimerci il prossimo 17 aprile ci  chiede di abrogare  votando SI, la norma che consente la prosecuzione di sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi e gas fino all’esaurimento degli stessi, con tutti i rischi ambientali correlati, anziché alla scadenza delle concessioni per e 44 concessioni per 135 piattaforme estrattive. Il prof. Enzo Di Salvatore spiegherà cosa cambia in Sicilia se il 17 aprile vincerà il SI e cosa si rischia invece con la vittoria dell’astensione o del no.

 

A Catania mercoledì 13/04 dalle ore 20,45,Enzo Di Salvatore terrà un convegno, presso “Città Insieme”, generosamente ospitati da Padre Resca,   con Antonio Condorelli, premio “Ilaria Alpi” 2014 per le sue inchieste sul petrolchimico a Siracusa e neo direttore del mensile “S”  dove è possibile leggere l’inchiesta sulla piattaforma Vega B, sarà presente  il Segretario generale siciliano della Filctem CGIL (chimici, tessili, elettromeccanici) dott. Giuseppe D’Aquila, interverranno il prestigioso economista dell’università di Catania, prof. Maurizio Caserta,  il pianificatore del PAES ( Piano di Azione Energia Sostenibile) di CT, l’ing. Giuseppe Sgroi, il più antico attivista NO TRIV di tutta la Sicilia, Salvatore Mauro del Coordinamento Nazionale No Triv, modererà Anna Bonforte, attivista di numerose associazioni ambientaliste ed esponente del comitato catanese Sì #Stop Trivelle.

 

A Messina giovedi 14/04 alle ore 10,00 presso Palazzo Zanca nella Sala delle Bandiere, si terrà una conferenza stampa che, insieme a Enzo Di Salvatore, vedrà raccolti l’intera giunta del sindaco Renato Accorinti e le associazioni ambientaliste tra cui Zero Waste Sicilia, attraverso il suo presidente, prof. Beniamino Ginatempo.

 

A Palermo giovedi 14/04 dalle ore 14,30 presso la sede istituzionale di ANCI Sicilia a Villa Niscemi si terrà un incontro conferenza stampa alla quale insieme al Prof.Enzo Di Salvatore, saranno presenti il Presidente dell’ANCI e sindaco di Palermo, Prof.Leoluca Orlando con i Sindaci siciliani tra cui quello di Messina Renato Accorinti e quello di Caltanissetta Giovanni Ruvolo, in rappresentanza dell’Arcivescovo di Palermo Mons. Orefice il Prof. Giuseppe Notarstefano Direttore dell’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro, il segretario regionale della FIOM CGIL Roberto Mastrosimone, insieme ai rappresentanti delle associazioni ambientaliste e di promoozione sociale che hanno promosso e costituito il Comitato regionale “Vota SI per fermare le trivelle”ed i comitati ed associazioni del Forum Siciliano dei movimenti per l’Acqua e i Beni Comuni.

 

Dalle 16.30 in poi presso Piazza Verdi, Teatro Massimo, si terrà un evento-festa di piazza a microfono aperto di informazione e sensibilizzazione dei cittadini al tema referendario ed al voto. Le testimonianze e/o domande dei cittadini alle quali Di Salvatore e gli altri partecipanti potranno rispondere, si intervalleranno con iniziative di carattere ludico e artistico di tutte le realtà che contribuiscono a promuovere il SI del 17 aprile. (musicisti, attori, artisti di strada, animatori, etc.). All’iniziativa sono invitati a partecipare e portare il proprio contributo i Sindaci ed amministratori degli enti locali già rapresentati nel Comitato regionale dalla partecipazione di ANCI Sicilia insieme alle associazioni, i movimenti, comitati e cittadini che sostengono il SI.

Il Referendum popolare sulle trivelle del 17 Aprile offre l’occasione di discutere nel merito e mettere in discussione anche in Sicilia, la strategia energetica nazionale e regionale, di parlare del modello democratico di partecipazione dal basso alle scelte energetiche ed ambientali dei territori, nonché di approfondire gli effetti della possibilità di prolungare la durata delle trivellazioni  in mare che sono presenti particolarmente nel cosidetto “offshore Ibleo” tra Scicli e Pozzallo,  come sul litorale della Valle del Belice che tocca Agrigento Trapani e Palermo.

 

Quello di Enzo Di Salvatore in Sicilia è un gradito ritorno dopo il ciclo di conferenze tenute nel 2013 sul tema “Energia, Ambiente, Costituzione“, che toccò anche Gibellina nell’ambito della campagna di sensibilizzazione promossa dal Coordinamento Nazionale No Triv, e la sua partecipazione alla conferenza internazionale “Pace e diritti nel Mediterraneo” del novembre scorso.

 

Per Catania Anna Bonforte 3338417875
Per Messina Beniamino Ginatempo 3287547423
Per Palermo Antonella Leto 3336599512

a a.leto
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VOTIAMO SI AL REFERENDUM PER ABOLIRE LE REGALIE DEL GOVERNO AI PETROLIERI

IL 17 APRILE VOTIAMO SI AL REFERENDUM PER ABOLIRE LE REGALIE DEL GOVERNO AI PETROLIERI

COMUNICATO STAMPA  

FORUM SICILIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA  E I BENI COMUNI

 

UN MARE DI DEMOCRAZIA PER DIRE SI’ AL RINNOVAMENTO DELLA SICILIA

 

Il Forum Siciliano dei Movimenti per l’Acqua ed i Beni Comuni chiede ai sindaci siciliani di prendere parola sul referendum contro le trivelle del 17 aprile.

Il referendum ci consente di dare un impulso significativo verso un futuro sostenibile che salvaguardi l’ambiente, la salute dei cittadini,  che costruisca un modello vocato a creare nuovi posti di lavoro stabili e duraturi nelle energie rinnovabili, nel turismo, nella pesca, nella riqualificazione edilizia, nell’agricoltura, nelle risorse culturali ed umane, vere ricchezze della nostra regione. Come Forum Acqua e Beni Comuni promuoviamo un modello basato sulla conversione ecologica, sull’economia circolare richiamata dalle direttive europee, sulla democratizzazione della gestione delle risorse e dei Beni Comuni, intrecciando il nostro percorso con quello degli Enti Locali, avamposti della democrazia di prossimità.
Insieme  ad ANCI Sicilia abbiamo costituito a dicembre scorso il  Comitato per la conversione ecologica;  i  Comuni siciliani sono quelli che in maggior numero a livello nazionale hanno aderito al Patto dei Sindaci per le rinnovabili, e la prossima programmazione dei fondi EU ci consentirà di fare un balzo in avanti per orientarci verso  il 100% di rinnovabili.  L’ANCI Sicilia è  entrata a far parte del Comitato regionale “17 aprile vota SI per fermare le trivelle”, invitando i Sindaci ad esprimersi pubblicamente, ed informando i propri cittadini sull’intenzione di votare o meno il 17 aprile.
Il quesito sul quale siamo chiamati ad esprimerci il prossimo 17 aprile ci  chiede di abrogare  votando SI, la norma che consente la prosecuzione di sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi e gas fino all’esaurimento degli stessi, con tutti i rischi ambientali correlati, anziché alla scadenza delle concessioni.

Si tratta di un quesito che entra con forza nel dibattito aperto dopo la Conferenza internazionale sul clima di Parigi di dicembre scorso,(COP 21) nella quale anche l’Italia ha preso impegni vincolanti per la riduzione delle emissioni di gas climalteranti, vera causa degli sconvolgimenti climatici e dei fenomeni migratori.

 

Crediamo che questa occasione non vada sprecata e che l’esercizio democratico del voto, diritto e dovere di ogni cittadino, debba essere promossa aldilà di sterili polemiche, senza assistere al paradosso di vedere tacitati i Sindaci  per i quali vige il divieto svolgere attività di comunicazione” (l’art. 9, comma l, della legge 22 febbraio 2000, n. 28), mentre un pubblico ufficiale, come una viceministra, contravviene a ben due norme in vigore (l’articolo 98 del testo unico delle leggi elettorali per la Camera; l’articolo 51 della legge che disciplina i referendum) che castigano l’astensione organizzata da chiunque sia «investito di un pubblico potere» con pene detentive (da 6 mesi a 3 anni).

 

 Per questo chiediamo ai Sindaci ed agli amministratori degli Enti Locali di pronunciarsi da CITTADINI e di mobilitarsi per  cambiare energia scegliendo quella pulita, inesauribile, a forte intensità di lavoro, benessere, a produzione decentrata per restituire ingentissime risorse economiche alle comunità.

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messaggi di solidarietà

 La politica arrogante e “fascista” di  facciata progressista, denigra il  Presidente ANPI   che rappresenta la memoria storica di eroi morti per la libertà e il tutore della  Costituzione nata dal sangue innocente.

“Non ti curar di loro ma guarda e passa”, l’attacco non  è altro che la conferma che iI Presidente ha saputo raggiungere l’obiettivo con un politica forte che contrasta aspramente progetti di burattinai che tirano le fila sostenuti da giornali faziosi.  Ci vogliono grandi uomini per grandi battaglie e Smuraglia ne è la conferma, ora c’è una nuova sfida, creare un fronte unico di resistenza  nazionale per ostacolare l’ondata fascista  che trasforma e da forma a corporazioni  fondate su interessi di casta contro la dignità dell’uomo. L’ANPI e Smuraglia andrà lontano con in mano la fiaccola della libertà che nessuno riuscirà a spegnere e sarà tramandata alle nuove generazioni.

Sostegno agli ideali ANPI

Gisella Taormina

Presidente

Ass. Pro Loco Nostra Donna del Rotolo 

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LA NOSTRA TOTALE INCONDIZIONATA SOLIDARIETA’

La nostra totale incondizionata solidarietà

L’ articolo apparso sull’Unità a commento di una intervista al nostro Presidente Carlo Smuraglia rilasciata proprio a Palermo in occasione del nostro congresso provinciale, oltre a testimoniare tristemente l’inqualificabile e miserevole livello cui è arrivata quella che fu una gloriosa testata, rivela sopratutto il clima di confusione e di panico a cui è pervenuto l’anturage dei pennivendoli al servizio del presunto potente di turno. Di seguito pubblichiamo la significativa lettera di ringraziamento degli studenti di Catania che in delegazione sono venuti al nostro congresso a Palermo per incontrare il Presidente Carlo Smuraglia, e il comunicato della Segreteria Nazionale dell’ANPI inviato alla direzione dell’Unità. Anpi Palermo Comandante Barbato

La Lettera
Caro Professor Smuraglia, il suo invito al Congresso dell’ANPI di Palermo ha permesso, a noi studenti di alcune scuole di Catania, di prendere parte come protagonisti ad un momento molto significativo, poiché per noi ha rappresentato la possibilità di entrare in contatto diretto con una parte della storia del Nostro Paese che siamo abituati a conoscere solo attraverso racconti di familiari o insegnanti, oppure attraverso i libri di scuola.
Infatti non avevamo mai avuto occasione di vedere e ascoltare da vicino delle persone che hanno rappresentato così tanto per la società in cui viviamo.
Persone che avevano la nostra età quando, carichi di responsabilità, hannodifeso i valori della libertà e della democrazia, che ancora oggi faticano a trovare spazio nel cuore di tutti, come purtroppo siamo abituati a vedere ogni giorno dai telegiornali. Le parole ascoltate ci hanno fatto capire le responsabilità che abbiamo noi giovani di oggi affinché la lotta dei nostri coetanei di ieri non sia vana.
Siamo diventati ancora più consapevoli del nostro ruolo: noi non siamo il futuro, siamo il presente! E, per questo, dobbiam o trasmettere ai nostri amici e alle persone a noi vicine l’insegnamento che voi partigiani ancora oggi diffondete con forza ed entusiasmo.
Nella nostra città siamo già molto attivi con iniziative legate al contrasto alla mafia e siamo convinti che quanto impareremo durante il percorso che ci porterà al 25 Aprile, alimenterà il nostro impegno per vivere in una società dove regnano la legalità e la libertà. Un sincero grazie,
I ragazzi del Presidio di Libera di Catania “Barbara, Giuseppe e Salvatore Asta”

Perché l’Unità attacca l’Anpi?

5 Aprile 2016

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CONGRESSO ANPI PALERMO

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Con la straordinaria, trascinante conclusione di Carlo Smuraglia che il congresso ha fatto propria per le puntuali, chiare  indicazioni di impegno ideale e politico, si è in serata concluso il Congresso provinciale a Palermo con l’approvazione all’unanimità del documento congressuale, l’elezione del Comitato Provinciale, dei delegati al congresso nazionale (Ottavio Terranova, Giusy Vacca, Letizia Colajanni, Angelo Ficarra) e con la conferma a Presidente di  Ottavio Terranova. Il congresso che in mattinata aveva conferito la tessera ad Honorem a Simona Mafai per la sua partecipazione alla Resistenza e per la battaglia per la emancipazione e per la libertà delle donne, ha registrato una importante partecipazione di giovani, due delegazione di studenti, una venuta da Catania per incontrare il Presidente Smuraglia,  e si è concluso in una atmosfera festosa al canto di “bella ciao”.

DOCUMENTO DEL CONGRESSO PROVINCIALE DELL’ANPI Palermo “COMANDANTE BARBATO”

La conclusione di un quinquennio assai intenso di attività perseguito dall’Anpi Palermo “Comandante Barbato” segna , con il Congresso qui inauguratosi a Palermo il 30 marzo 2016, con la partecipazione straordinaria del presidente nazionale Carlo Smuraglia, una ripartenza nella continuità, pur con un preciso mandato, ai compagni eletti a ricoprire e ad esercitare i compiti direttivi statutari , di perseguire finalità e obiettivi di ordine ideale e organizzativo indicati dalla stessa relazione introduttiva e dalle raccomandazioni emerse dal dibattito congressuale, approvate e acquisite agli atti.

Il Congresso, concludendo i suoi lavori, esprime un’unanime soddisfazione per il fatto che il suo dibattito abbia approfondito la riflessione sulla straordinaria risposta del popolo italiano alla provvida decisione dell’ANPI di aprire le porte dell’associazione a quanti, pur non avendo partecipato direttamente alla Lotta di Liberazione, di essa avvertono non solo il prezioso inesauribile contributo ai valori fondanti della nostra Carta Costituzionale ma anche l’ampio, unitario, ricco messaggio che da quella lotta contro la barbarie nazifascista ancora oggi arriva alle nostre coscienze. Contestualmente approva, proiettandola verso un’ulteriore valorizzazione, l’azione politico-culturale costantemente e unitariamente perseguita dall’Anpi Palermo “Comandante Barbato” tendente a riscoprire, nonché a dare pubblico rilievo e degna memoria, ai dati umani e storici relativi alla partecipazione dei siciliani alle lotte antifasciste, alla Resistenza e alla guerra di liberazione. Questo, sulla linea di una riflessione unitaria sulla storia lunga e travagliata delle lotte popolari siciliane contro le oppressioni e i poteri mafiosi di ogni tipo e rilevanza; lotte, i cui contenuti e i cui obiettivi sono costitutivi di un grande patrimonio civile da cui i partigiani siciliani traevano consapevolmente ispirazione nel loro stesso impegno ideale e militare contro il nazifascismo e che costituisce gran parte dello specifico contributo di cultura democratica offerto alla Resistenza dall’antifascismo meridionale nel suo complesso e da quello siciliano in particolare. Di tale contributo, continuano ad essere titolari in Sicilia sia gli eredi diretti dei molti conterranei che, fuori della Sicilia, nel Nord dell’Italia, diedero le loro giovani energie e spesso la loro vita alla guerra di liberazione (indimenticabili organizzatori e dirigenti politici e comandanti militari della Resistenza, migliaia di partigiani combattenti e di caduti, centinaia di medaglie e di riconoscimenti al valore, per un numero complessivo che è il più rilevante del Mezzogiorno); sia tutti quanti si riconoscono come appartenenti, ancora memori e fieri, di quella grande ed ultrasecolare tradizione di lotte popolari per la libertà e per la giustizia che fu all’origine anche del rifiuto da parte di molti giovanissimi, e degli oltre ottocentomila militari che dopo tale rifiuto furono deportati in Germania dai nazisti, pur cresciuti nel clima retorico del regime fascista, di aderire alla repubblica di Salò, e poi, anni dopo, nel 1960, di altri giovani e giovanissimi che sarebbero scesi in piazza a difesa della democrazia e della Costituzione, pagando un significativo prezzo di sangue al tentativo neofascista dell’infausto governo Tambroni.

Si tratta di un complessivo lascito di memoria civile che l’Anpi Palermo “Comandante Barbato” ha in questi anni opportunamente ricostituito, soprattutto con un lavoro di informazione e riflessione attivato nelle Scuole anche sulla base della convenzione stipulata con il MIUR in coincidenza con il 70° della Liberazione, e con le pubblicazioni della collana dei Quaderni dell’ANPI Sicilia; un lascito che si affida, per una continuazione e per un potenziamento, ai nuovi dirigenti eletti dal Congresso. Se ne è avuta una più intensa e organica ricostituzione, anche critica, e sempre deliberatamente non retorica ma storicamente fondata, in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell’unità d’Italia e del 120 anniversario dei Fasci dei lavoratori siciliani (movimento troppo a lungo cancellato dalla memoria, che fu al suo tempo la più rilevante mobilitazione di massa in Europa dopo la Comune di Parigi) assunto come matrice storica della cultura democratica siciliana confluita nell’antifascismo.

Sulla medesima linea di recupero della memoria, è particolarmente vivo, e toccante, tra l’altro, nella rilevazione del lavoro già svolto, e nel ricordo degli intervenuti a questo Congresso, lo straordinario momento dell’abbraccio a Portella della Ginestra della lotta partigiana di tutta Italia con le lotte di liberazione del mondo del lavoro e del movimento contadino in difesa della dignità degli esseri umani.

Certamente l’assai rilevante balzo in avanti degli aderenti all’ANPI registratosi in Sicilia negli ultimi anni è da mettersi in relazione, oltre che al recupero della memoria e alla riscoperta di tante esemplari esperienze di donne e di uomini siciliani della Resistenza, con l’acquisizione e la maturazione della consapevolezza, congiunta persino a un legittimo orgoglio, di una siffatta specificità siciliana. Questo soprattutto per il dialogo fruttuoso intessutosi nelle Scuole con le nuove giovani generazioni grazie all’importante protocollo di intesa raggiunta dall’Anpi con il Ministero della Istruzione, dell’Università e della Ricerca, e anche, più in generale, tramite gli esiti positivi del più ampio dibattito attivato in una larga opinione pubblica sui valori nazionali, democratici e patriottici da difendere a fronte di una deriva antidemocratica che ormai da troppo tempo caratterizza il corso delle repubblica italiana.

Pericolo, quello della deriva antidemocratica, sul quale in più punti  richiama l’attenzione il Documento Congressuale che il Congresso dell’Anpi Palermo recepisce integralmente e assume come riferimento fondamentale del suo orientamento.

Il Documento Congressuale, al quale si rinvia, richiama e descrive una situazione di pericolo di cui sono un fattore rilevante le campagne di revisionismo storico che, a vario titolo in questi ultimi trent’anni, hanno fatto da sfondo e da sponda a diverse operazioni politiche e ideologiche tendenti a demolire il patrimonio antifascista e l’insieme dei diritti fondamentali del mondo del lavoro, che costituiscono la base morale e politica del nostro Paese; e, soprattutto, denunzia con forza un odierno processo involutivo che minaccia le istituzioni repubblicane: le attuali iniziative legislative per modificare la Costituzione, in un “combinato-disposto” con la legge elettorale che lascia prevedere l’avvento di una pseudo democrazia populistica ed autoritaria, agli antipodi del lascito storico della Resistenza.

A fronte di così gravi pericoli che incombono sulle stesse sorti civili della Patria, il Congresso di Palermo, conferma e sottolinea l’importanza della difesa dell’autonomia dell’ANPI,  innanzi tutto da ogni partito, affinché la sua riflessione e la sua azione siano le più ampie, inclusive e proficue possibili, a salvaguardia e ad esaltazione della sua funzione di coscienza critica della democrazia e della società.

La dichiarata e fermamente ribadita autonomia rispetto a tutti i partiti, non esclude, ma addirittura sollecita e rende stringente e vitale per tutti gli iscritti all’Anpi, e per quelli siciliani in particolare, l’impegno di nette scelte politiche, e di correlative azioni da attuare in difesa della democrazia e dei caratteri antifascisti delle Repubblica, un impegno nel quale si iscrivono anche quelli per la lotta ad ogni forma risorgente di razzismo nel confronto con le questioni di accoglienza civile e di trattamento solidale dei perseguitati e dei poveri delle migrazioni epocali; per la lotta contro le nuove forme di fascismo di nuovo emergenti in Italia e in Europa, con i suoi turpi simboli e slogan; per la lotta contro i fondamentalismi e i fenomeni di intolleranza che alimentano gli attuali conflitti nello scenario mondiale; per la lotta alla mafia soprattutto nei suoi aspetti più recenti di organica compenetrazione con una dilagante corruzione della politica e della pubblica amministrazione; per le lotte delle donne e per tutte le altre relative a questioni di pari opportunità e diritti civili di pari accesso al lavoro, ai saperi e ai diritti universali, nonché per quelle a difesa della natura e dell’ambiente invitando ad esercitare il diritto di voto per il referendum del 17 aprile p.v.

In tale quadro si darà concreta attuazione, con le più ampie purché coerenti alleanze, e con un lavoro di informazione e di propaganda, ad iniziative tendenti a conseguire la vittoria del NO nella prossima consultazione referendaria per le modifiche apportate alla Costituzione. Così, l’Anpi Palermo, a partire dalle urgenze di una difesa tanto ferma quanto non meramente conservatrice, della Costituzione repubblicana, con il fondamentale obiettivo di tutelarne i valori democratici, continuerà a prodigarsi in un ulteriore esercizio per una memoria attiva della Resistenza e dell’antifascismo.

 

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CONTRIBUTI AL DIBATTITO VERSO IL 16° CONGRESSO ANPI

Interessante contributo al dibattito congressuale dell’ANPI di Fausto Clemente Presidente della sezione ANPI di Termini Imerese af12042698_10205703834135609_7976344200750828416_n

L’incontro di oggi precede il Congresso provinciale e va considerato come un contributo sui temi che saranno oggetto di approfondimento e di dibattito al 16° Congresso Nazionale dell’ANPI, previsto a Rimini nel maggio prossimo.

E’ dunque naturale che le riflessioni odierne seguano la traccia del Documento politico-programmatico (DPP) della Direzione nazionale (“Con i valori della resistenza e della Costituzione, verso un futuro democratico e antifascista”), nella cui premessa viene sottolineata la continuità delle prospettive dell’immediato futuro con le iniziative e le strategie messe in atto dall’Associazione negli ultimi cinque anni. E’ vero tuttavia che, proprio negli ultimi anni, in Italia, in Europa e nel Mondo si sono succeduti eventi e si sono avviati o accentuati mutamenti sociali e politici che richiedono rinnovati strumenti di comprensione e di chiarificazione; ad essi deve seguire un rinnovato impegno, per tradurre in azioni coerenti ed efficaci il richiamo inderogabile ai valori della Resistenza e della Costituzione Repubblicana.

Il quadro internazionale e quello italiano nel Documento della Direzione Nazionale. Il quadro della situazione internazionale illustrata nel DPP è necessariamente sintetica ma costituisce lo sfondo nel quale collocare l’analisi della situazione italiana. Ne riportiamo rapidamente alcuni punti chiave:

  • La congiuntura mondiale, caratterizzata da contrasti e conflitti che intersecano la crisi economica, i fondamentalismi religiosi, il ruolo sempre più marginale degli organismi internazionali, l’incapacità dell’Europa e delle grandi potenze di convenire su una strategia di intervento.
  • La minaccia del terrorismo dell’ISIS, le sue ricadute sulle scelte politiche dei paesi europei e sulla improvvisa percezione di disorientamento e insicurezza indotto nelle società e negli individui.
  • L’avanzata in Europa di partiti e aggregazioni politiche che si richiamano esplicitamente a ideologie autoritarie o chiaramente nazifasciste.
  • L’evento epocale della migrazione di milioni di uomini, donne, bambini dall’Africa e dal Medio Oriente, in fuga dal terrore, dai lutti e dalle distruzioni degli innumerevoli conflitti (che ignorano ormai i più elementari principi delle convenzioni internazionali) con la speranza di potere trovare in Europa salvezza, dignità, lavoro.

Quanto al quadro italiano, vengono messi in evidenza gli interventi di riforma dell’assetto costituzionale del Governo Renzi, rispetto ai quali l’ANPI ha assunto una posizione fortemente critica, ritenendo che riducano gli spazi di democrazia e configurino uno squilibrio tra i poteri dello Stato. In dettaglio:

  • La riforma dell’architettura costituzionale del Parlamento, con la modifica del bicameralismo perfetto che prevede l’abolizione dell’attuale Senato elettivo e la sua sostituzione con Senato delle Regioni. L’ANPI ha ufficializzato la sua posizione contraria alla riforma per i rischi di squilibrio tra i poteri del Parlamento e quelli dell’esecutivo
  • La legge 52/2015, meglio conosciuta come Italicum, che disciplina l’elezione della sola Camera dei deputati e prevede un sistema proporzionale a doppio turno con un forte premio di maggioranza che ridurrebbe ulteriormente la funzione e il ruolo delle opposizioni.

 

Il ruolo, i compiti e l’impegno dell’ANPI.

La prima responsabilità dell’Associazione, conforme alla sua ispirazione originaria e alla sua tradizione, è e rimane quello della Memoria: memoria della Resistenza, ovvero di fatti, di situazioni, di uomini e donne a cui il Paese deve la sua Libertà e la sua Rinascita dopo l’umiliazione della dittatura fascista e i disastri di una guerra terribile, inutile e ingiusta. B. Brecht scrisse che è “sciagurata la terra che ha bisogno d’eroi”. Si potrebbe riformulare la frase dicendo che i veri eroi non si considerarono mai tali e lo furono, loro malgrado, per necessità interiore, fatta di rispetto di se stessi, di dignità e di amore per la Patria. La memoria della Resistenza non ha quindi bisogno né di enfasi né di mitizzazioni, perché la verità storica non ha nulla a che fare con la mitologia: ma è questa verità che dà consistenza alla comprensione dei fatti e che non consente quella retorica che, ricordiamolo, pur facendo parte del costume italico, è stata soprattutto fascista. Andando nelle scuole, abbiamo sperimentato la forza persuasiva della documentazione visiva e grafica: avvicinare attraverso documenti e testimonianze i protagonisti della Resistenza, scoprire il loro profilo umano, comprendere il peso psicologico di scelte difficili e spesso fatali, è molto più efficace sul piano emotivo e psicologico di quanto non sia qualunque enfasi. Questo almeno è quanto abbiamo constatato negli studenti di ogni ordine e grado, coinvolti nella ricostruzione della microstoria delle loro famiglie o dei contesti di provenienza e messi a confronto (cosa sempre più rara) col racconto di esperienze semplici o drammatiche vissute da nonni, prozii, vicini di casa, sottratti con semplicità all’oblio. I loro volti, rintracciati su foto sbiadite o su documenti (fogli di congedo, tessere annonarie, lettere dai fronti della guerra…) di 80-70 anni or sono, restano impressi nella memoria e nella coscienza dei ragazzi più di qualsiasi nozione appresa sui libri.

La Resistenza è prima di tutto un fenomeno morale e civile, e solo secondariamente (per necessità) un fenomeno militare e politico.

Nel DPP viene sottolineato che la Resistenza non fu soltanto quella armata. Si tratta di un passaggio di grande importanza: di fatto ci fu anche una Resistenza le cui armi furono cultura, idee, valori, convinzioni, di persone provenienti da matrici ideologiche differenti, declinati diversamente dalle varie sigle dei movimenti e dei partiti antifascisti, ma fondamentali per mantenere viva la speranza del ripristino delle istituzioni rappresentative e, dopo il crollo del fascismo, per affrontare l’immensa opera della ricostruzione civile, sociale e politica del Paese. Accanto ai caduti, ai mutilati, ai deportati della lotta armata, ci furono i Matteotti, i Turati, i Gobetti, gli Amendola, gli Sturzo, i Rosselli, i Gramsci gli Spinelli e tutti i perseguitati, incarcerati e confinati dal regime. Le loro vite e le loro scelte, insieme a quelle dei partigiani, dei patrioti, dei militari internati, delle donne dei GDD, costituiscono il fondamento della Nuova Italia e della Costituzione repubblicana.

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ONORE E GLORIA AL PARTIGIANO DI GIULIANA

articolo pietro cacioppocertificato patriotaQUESTA MATTINA 10 MARZO 2016 E’ MORTO IL PARTIGIANO PIETRO CACIOPPO DA GIULIANA.

CON CATERINA POLLICHINO CI SIAMO RECATI, DA CORLEONE DOVE ERAVAMO PER L’ANNIVERSARIO DI PLACIDO RIZZOTTO, A GIULIANA A RENDERE L’OMAGGIO DELL’ANPI AL PARTIGIANO PIETRO DA GIULIANA. E’ STATO UN INCONTRO COMMOVENTE CON TUTTA LA FAMIGLIA, TRE FIGLI, TANTI NIPOTI E VICINI. IL PARTIGIANO “BARBA” ERA FELICE, CI DICONO I FIGLI, I NIPOTI, PER L’APPUNTAMENTO CON L’ANPI CHE AVEVAMO GIA’ FISSATO. E’ MORTO QUESTA MATTINA ALLE QUATTRO E MEZZO.

ERA VIGILE, PARLAVA DELLA SUA RESISTENZA, DELLA SUA MONTAGNA FINO ALLE QUATTRO CANTAVA BELLA CIAO. ADDIO COMPAGNO “BARBA” LA TUA FEDE PER LA LIBERTA’ E PER LA DIGNITA’ UMANA SARA’ SEMPRE UN FULGIDO ESEMPIO IDEALE E ORGOGLIO DELLA TUA GIULIANA E DI TUTTA LA SICILIA. ANGELO FICARRA SEGRETARIO ANPI PALERMO COMANDANTE BARBATO.

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PARTIGIANI DELLE MADONIE GRATTERI: GLI AMICI RITROVATI

logo_2Invito0001CON LA PRESIDENTE DELL’ANPI DI MONTEBELLUNA CATIA COSTANZO BOSCHIERI E IL SINDACO DI GRATTERI ROSARIO LAPUNZINA, RIPERCORRIAMO 70 ANNI DOPO LA STORIA DI SANTO SANTINO, PARTIGIANO “CICLONE” DI GRATTERI, COMANDANTE DEL BATTAGLIONE ANTONIO BOSCHIERI DELLA MATTEOTTI, DAL NOME DEL SUO AMICO DI LOTTA UCCISO NEL TRAGICO RASTRELLAMENTO NAZIFASCISTA SUL MONTE GRAPPA DEL SETTEMBRE DEL 1944.

RACCONTA SANTO: “DURANTE LA BATTAGLIA, LA RITIRATA E LA NOTTE IN CUI CI SIAMO SEPARATI, TONI ED IO SIAMO STATI SEMPRE ASSIEME. QUANDO POI, DOPO IL RASTRELLAMENTO, ABBIAMO RIORGANIZZATO LA BRIGATA, ABBIAMO DATO IL NOME DEL CARO TONINO A UN BATTAGLIONE DI CUI IO FUI COMANDANTE E NE FUI ORGOGLIOSO”.

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