CONGRESSO ANPI PALERMO

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Con la straordinaria, trascinante conclusione di Carlo Smuraglia che il congresso ha fatto propria per le puntuali, chiare  indicazioni di impegno ideale e politico, si è in serata concluso il Congresso provinciale a Palermo con l’approvazione all’unanimità del documento congressuale, l’elezione del Comitato Provinciale, dei delegati al congresso nazionale (Ottavio Terranova, Giusy Vacca, Letizia Colajanni, Angelo Ficarra) e con la conferma a Presidente di  Ottavio Terranova. Il congresso che in mattinata aveva conferito la tessera ad Honorem a Simona Mafai per la sua partecipazione alla Resistenza e per la battaglia per la emancipazione e per la libertà delle donne, ha registrato una importante partecipazione di giovani, due delegazione di studenti, una venuta da Catania per incontrare il Presidente Smuraglia,  e si è concluso in una atmosfera festosa al canto di “bella ciao”.

DOCUMENTO DEL CONGRESSO PROVINCIALE DELL’ANPI Palermo “COMANDANTE BARBATO”

La conclusione di un quinquennio assai intenso di attività perseguito dall’Anpi Palermo “Comandante Barbato” segna , con il Congresso qui inauguratosi a Palermo il 30 marzo 2016, con la partecipazione straordinaria del presidente nazionale Carlo Smuraglia, una ripartenza nella continuità, pur con un preciso mandato, ai compagni eletti a ricoprire e ad esercitare i compiti direttivi statutari , di perseguire finalità e obiettivi di ordine ideale e organizzativo indicati dalla stessa relazione introduttiva e dalle raccomandazioni emerse dal dibattito congressuale, approvate e acquisite agli atti.

Il Congresso, concludendo i suoi lavori, esprime un’unanime soddisfazione per il fatto che il suo dibattito abbia approfondito la riflessione sulla straordinaria risposta del popolo italiano alla provvida decisione dell’ANPI di aprire le porte dell’associazione a quanti, pur non avendo partecipato direttamente alla Lotta di Liberazione, di essa avvertono non solo il prezioso inesauribile contributo ai valori fondanti della nostra Carta Costituzionale ma anche l’ampio, unitario, ricco messaggio che da quella lotta contro la barbarie nazifascista ancora oggi arriva alle nostre coscienze. Contestualmente approva, proiettandola verso un’ulteriore valorizzazione, l’azione politico-culturale costantemente e unitariamente perseguita dall’Anpi Palermo “Comandante Barbato” tendente a riscoprire, nonché a dare pubblico rilievo e degna memoria, ai dati umani e storici relativi alla partecipazione dei siciliani alle lotte antifasciste, alla Resistenza e alla guerra di liberazione. Questo, sulla linea di una riflessione unitaria sulla storia lunga e travagliata delle lotte popolari siciliane contro le oppressioni e i poteri mafiosi di ogni tipo e rilevanza; lotte, i cui contenuti e i cui obiettivi sono costitutivi di un grande patrimonio civile da cui i partigiani siciliani traevano consapevolmente ispirazione nel loro stesso impegno ideale e militare contro il nazifascismo e che costituisce gran parte dello specifico contributo di cultura democratica offerto alla Resistenza dall’antifascismo meridionale nel suo complesso e da quello siciliano in particolare. Di tale contributo, continuano ad essere titolari in Sicilia sia gli eredi diretti dei molti conterranei che, fuori della Sicilia, nel Nord dell’Italia, diedero le loro giovani energie e spesso la loro vita alla guerra di liberazione (indimenticabili organizzatori e dirigenti politici e comandanti militari della Resistenza, migliaia di partigiani combattenti e di caduti, centinaia di medaglie e di riconoscimenti al valore, per un numero complessivo che è il più rilevante del Mezzogiorno); sia tutti quanti si riconoscono come appartenenti, ancora memori e fieri, di quella grande ed ultrasecolare tradizione di lotte popolari per la libertà e per la giustizia che fu all’origine anche del rifiuto da parte di molti giovanissimi, e degli oltre ottocentomila militari che dopo tale rifiuto furono deportati in Germania dai nazisti, pur cresciuti nel clima retorico del regime fascista, di aderire alla repubblica di Salò, e poi, anni dopo, nel 1960, di altri giovani e giovanissimi che sarebbero scesi in piazza a difesa della democrazia e della Costituzione, pagando un significativo prezzo di sangue al tentativo neofascista dell’infausto governo Tambroni.

Si tratta di un complessivo lascito di memoria civile che l’Anpi Palermo “Comandante Barbato” ha in questi anni opportunamente ricostituito, soprattutto con un lavoro di informazione e riflessione attivato nelle Scuole anche sulla base della convenzione stipulata con il MIUR in coincidenza con il 70° della Liberazione, e con le pubblicazioni della collana dei Quaderni dell’ANPI Sicilia; un lascito che si affida, per una continuazione e per un potenziamento, ai nuovi dirigenti eletti dal Congresso. Se ne è avuta una più intensa e organica ricostituzione, anche critica, e sempre deliberatamente non retorica ma storicamente fondata, in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell’unità d’Italia e del 120 anniversario dei Fasci dei lavoratori siciliani (movimento troppo a lungo cancellato dalla memoria, che fu al suo tempo la più rilevante mobilitazione di massa in Europa dopo la Comune di Parigi) assunto come matrice storica della cultura democratica siciliana confluita nell’antifascismo.

Sulla medesima linea di recupero della memoria, è particolarmente vivo, e toccante, tra l’altro, nella rilevazione del lavoro già svolto, e nel ricordo degli intervenuti a questo Congresso, lo straordinario momento dell’abbraccio a Portella della Ginestra della lotta partigiana di tutta Italia con le lotte di liberazione del mondo del lavoro e del movimento contadino in difesa della dignità degli esseri umani.

Certamente l’assai rilevante balzo in avanti degli aderenti all’ANPI registratosi in Sicilia negli ultimi anni è da mettersi in relazione, oltre che al recupero della memoria e alla riscoperta di tante esemplari esperienze di donne e di uomini siciliani della Resistenza, con l’acquisizione e la maturazione della consapevolezza, congiunta persino a un legittimo orgoglio, di una siffatta specificità siciliana. Questo soprattutto per il dialogo fruttuoso intessutosi nelle Scuole con le nuove giovani generazioni grazie all’importante protocollo di intesa raggiunta dall’Anpi con il Ministero della Istruzione, dell’Università e della Ricerca, e anche, più in generale, tramite gli esiti positivi del più ampio dibattito attivato in una larga opinione pubblica sui valori nazionali, democratici e patriottici da difendere a fronte di una deriva antidemocratica che ormai da troppo tempo caratterizza il corso delle repubblica italiana.

Pericolo, quello della deriva antidemocratica, sul quale in più punti  richiama l’attenzione il Documento Congressuale che il Congresso dell’Anpi Palermo recepisce integralmente e assume come riferimento fondamentale del suo orientamento.

Il Documento Congressuale, al quale si rinvia, richiama e descrive una situazione di pericolo di cui sono un fattore rilevante le campagne di revisionismo storico che, a vario titolo in questi ultimi trent’anni, hanno fatto da sfondo e da sponda a diverse operazioni politiche e ideologiche tendenti a demolire il patrimonio antifascista e l’insieme dei diritti fondamentali del mondo del lavoro, che costituiscono la base morale e politica del nostro Paese; e, soprattutto, denunzia con forza un odierno processo involutivo che minaccia le istituzioni repubblicane: le attuali iniziative legislative per modificare la Costituzione, in un “combinato-disposto” con la legge elettorale che lascia prevedere l’avvento di una pseudo democrazia populistica ed autoritaria, agli antipodi del lascito storico della Resistenza.

A fronte di così gravi pericoli che incombono sulle stesse sorti civili della Patria, il Congresso di Palermo, conferma e sottolinea l’importanza della difesa dell’autonomia dell’ANPI,  innanzi tutto da ogni partito, affinché la sua riflessione e la sua azione siano le più ampie, inclusive e proficue possibili, a salvaguardia e ad esaltazione della sua funzione di coscienza critica della democrazia e della società.

La dichiarata e fermamente ribadita autonomia rispetto a tutti i partiti, non esclude, ma addirittura sollecita e rende stringente e vitale per tutti gli iscritti all’Anpi, e per quelli siciliani in particolare, l’impegno di nette scelte politiche, e di correlative azioni da attuare in difesa della democrazia e dei caratteri antifascisti delle Repubblica, un impegno nel quale si iscrivono anche quelli per la lotta ad ogni forma risorgente di razzismo nel confronto con le questioni di accoglienza civile e di trattamento solidale dei perseguitati e dei poveri delle migrazioni epocali; per la lotta contro le nuove forme di fascismo di nuovo emergenti in Italia e in Europa, con i suoi turpi simboli e slogan; per la lotta contro i fondamentalismi e i fenomeni di intolleranza che alimentano gli attuali conflitti nello scenario mondiale; per la lotta alla mafia soprattutto nei suoi aspetti più recenti di organica compenetrazione con una dilagante corruzione della politica e della pubblica amministrazione; per le lotte delle donne e per tutte le altre relative a questioni di pari opportunità e diritti civili di pari accesso al lavoro, ai saperi e ai diritti universali, nonché per quelle a difesa della natura e dell’ambiente invitando ad esercitare il diritto di voto per il referendum del 17 aprile p.v.

In tale quadro si darà concreta attuazione, con le più ampie purché coerenti alleanze, e con un lavoro di informazione e di propaganda, ad iniziative tendenti a conseguire la vittoria del NO nella prossima consultazione referendaria per le modifiche apportate alla Costituzione. Così, l’Anpi Palermo, a partire dalle urgenze di una difesa tanto ferma quanto non meramente conservatrice, della Costituzione repubblicana, con il fondamentale obiettivo di tutelarne i valori democratici, continuerà a prodigarsi in un ulteriore esercizio per una memoria attiva della Resistenza e dell’antifascismo.

 

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CONTRIBUTI AL DIBATTITO VERSO IL 16° CONGRESSO ANPI

Interessante contributo al dibattito congressuale dell’ANPI di Fausto Clemente Presidente della sezione ANPI di Termini Imerese af12042698_10205703834135609_7976344200750828416_n

L’incontro di oggi precede il Congresso provinciale e va considerato come un contributo sui temi che saranno oggetto di approfondimento e di dibattito al 16° Congresso Nazionale dell’ANPI, previsto a Rimini nel maggio prossimo.

E’ dunque naturale che le riflessioni odierne seguano la traccia del Documento politico-programmatico (DPP) della Direzione nazionale (“Con i valori della resistenza e della Costituzione, verso un futuro democratico e antifascista”), nella cui premessa viene sottolineata la continuità delle prospettive dell’immediato futuro con le iniziative e le strategie messe in atto dall’Associazione negli ultimi cinque anni. E’ vero tuttavia che, proprio negli ultimi anni, in Italia, in Europa e nel Mondo si sono succeduti eventi e si sono avviati o accentuati mutamenti sociali e politici che richiedono rinnovati strumenti di comprensione e di chiarificazione; ad essi deve seguire un rinnovato impegno, per tradurre in azioni coerenti ed efficaci il richiamo inderogabile ai valori della Resistenza e della Costituzione Repubblicana.

Il quadro internazionale e quello italiano nel Documento della Direzione Nazionale. Il quadro della situazione internazionale illustrata nel DPP è necessariamente sintetica ma costituisce lo sfondo nel quale collocare l’analisi della situazione italiana. Ne riportiamo rapidamente alcuni punti chiave:

  • La congiuntura mondiale, caratterizzata da contrasti e conflitti che intersecano la crisi economica, i fondamentalismi religiosi, il ruolo sempre più marginale degli organismi internazionali, l’incapacità dell’Europa e delle grandi potenze di convenire su una strategia di intervento.
  • La minaccia del terrorismo dell’ISIS, le sue ricadute sulle scelte politiche dei paesi europei e sulla improvvisa percezione di disorientamento e insicurezza indotto nelle società e negli individui.
  • L’avanzata in Europa di partiti e aggregazioni politiche che si richiamano esplicitamente a ideologie autoritarie o chiaramente nazifasciste.
  • L’evento epocale della migrazione di milioni di uomini, donne, bambini dall’Africa e dal Medio Oriente, in fuga dal terrore, dai lutti e dalle distruzioni degli innumerevoli conflitti (che ignorano ormai i più elementari principi delle convenzioni internazionali) con la speranza di potere trovare in Europa salvezza, dignità, lavoro.

Quanto al quadro italiano, vengono messi in evidenza gli interventi di riforma dell’assetto costituzionale del Governo Renzi, rispetto ai quali l’ANPI ha assunto una posizione fortemente critica, ritenendo che riducano gli spazi di democrazia e configurino uno squilibrio tra i poteri dello Stato. In dettaglio:

  • La riforma dell’architettura costituzionale del Parlamento, con la modifica del bicameralismo perfetto che prevede l’abolizione dell’attuale Senato elettivo e la sua sostituzione con Senato delle Regioni. L’ANPI ha ufficializzato la sua posizione contraria alla riforma per i rischi di squilibrio tra i poteri del Parlamento e quelli dell’esecutivo
  • La legge 52/2015, meglio conosciuta come Italicum, che disciplina l’elezione della sola Camera dei deputati e prevede un sistema proporzionale a doppio turno con un forte premio di maggioranza che ridurrebbe ulteriormente la funzione e il ruolo delle opposizioni.

 

Il ruolo, i compiti e l’impegno dell’ANPI.

La prima responsabilità dell’Associazione, conforme alla sua ispirazione originaria e alla sua tradizione, è e rimane quello della Memoria: memoria della Resistenza, ovvero di fatti, di situazioni, di uomini e donne a cui il Paese deve la sua Libertà e la sua Rinascita dopo l’umiliazione della dittatura fascista e i disastri di una guerra terribile, inutile e ingiusta. B. Brecht scrisse che è “sciagurata la terra che ha bisogno d’eroi”. Si potrebbe riformulare la frase dicendo che i veri eroi non si considerarono mai tali e lo furono, loro malgrado, per necessità interiore, fatta di rispetto di se stessi, di dignità e di amore per la Patria. La memoria della Resistenza non ha quindi bisogno né di enfasi né di mitizzazioni, perché la verità storica non ha nulla a che fare con la mitologia: ma è questa verità che dà consistenza alla comprensione dei fatti e che non consente quella retorica che, ricordiamolo, pur facendo parte del costume italico, è stata soprattutto fascista. Andando nelle scuole, abbiamo sperimentato la forza persuasiva della documentazione visiva e grafica: avvicinare attraverso documenti e testimonianze i protagonisti della Resistenza, scoprire il loro profilo umano, comprendere il peso psicologico di scelte difficili e spesso fatali, è molto più efficace sul piano emotivo e psicologico di quanto non sia qualunque enfasi. Questo almeno è quanto abbiamo constatato negli studenti di ogni ordine e grado, coinvolti nella ricostruzione della microstoria delle loro famiglie o dei contesti di provenienza e messi a confronto (cosa sempre più rara) col racconto di esperienze semplici o drammatiche vissute da nonni, prozii, vicini di casa, sottratti con semplicità all’oblio. I loro volti, rintracciati su foto sbiadite o su documenti (fogli di congedo, tessere annonarie, lettere dai fronti della guerra…) di 80-70 anni or sono, restano impressi nella memoria e nella coscienza dei ragazzi più di qualsiasi nozione appresa sui libri.

La Resistenza è prima di tutto un fenomeno morale e civile, e solo secondariamente (per necessità) un fenomeno militare e politico.

Nel DPP viene sottolineato che la Resistenza non fu soltanto quella armata. Si tratta di un passaggio di grande importanza: di fatto ci fu anche una Resistenza le cui armi furono cultura, idee, valori, convinzioni, di persone provenienti da matrici ideologiche differenti, declinati diversamente dalle varie sigle dei movimenti e dei partiti antifascisti, ma fondamentali per mantenere viva la speranza del ripristino delle istituzioni rappresentative e, dopo il crollo del fascismo, per affrontare l’immensa opera della ricostruzione civile, sociale e politica del Paese. Accanto ai caduti, ai mutilati, ai deportati della lotta armata, ci furono i Matteotti, i Turati, i Gobetti, gli Amendola, gli Sturzo, i Rosselli, i Gramsci gli Spinelli e tutti i perseguitati, incarcerati e confinati dal regime. Le loro vite e le loro scelte, insieme a quelle dei partigiani, dei patrioti, dei militari internati, delle donne dei GDD, costituiscono il fondamento della Nuova Italia e della Costituzione repubblicana.

I Siciliani e la Resistenza. Continua a leggere

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ONORE E GLORIA AL PARTIGIANO DI GIULIANA

articolo pietro cacioppocertificato patriotaQUESTA MATTINA 10 MARZO 2016 E’ MORTO IL PARTIGIANO PIETRO CACIOPPO DA GIULIANA.

CON CATERINA POLLICHINO CI SIAMO RECATI, DA CORLEONE DOVE ERAVAMO PER L’ANNIVERSARIO DI PLACIDO RIZZOTTO, A GIULIANA A RENDERE L’OMAGGIO DELL’ANPI AL PARTIGIANO PIETRO DA GIULIANA. E’ STATO UN INCONTRO COMMOVENTE CON TUTTA LA FAMIGLIA, TRE FIGLI, TANTI NIPOTI E VICINI. IL PARTIGIANO “BARBA” ERA FELICE, CI DICONO I FIGLI, I NIPOTI, PER L’APPUNTAMENTO CON L’ANPI CHE AVEVAMO GIA’ FISSATO. E’ MORTO QUESTA MATTINA ALLE QUATTRO E MEZZO.

ERA VIGILE, PARLAVA DELLA SUA RESISTENZA, DELLA SUA MONTAGNA FINO ALLE QUATTRO CANTAVA BELLA CIAO. ADDIO COMPAGNO “BARBA” LA TUA FEDE PER LA LIBERTA’ E PER LA DIGNITA’ UMANA SARA’ SEMPRE UN FULGIDO ESEMPIO IDEALE E ORGOGLIO DELLA TUA GIULIANA E DI TUTTA LA SICILIA. ANGELO FICARRA SEGRETARIO ANPI PALERMO COMANDANTE BARBATO.

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PARTIGIANI DELLE MADONIE GRATTERI: GLI AMICI RITROVATI

logo_2Invito0001CON LA PRESIDENTE DELL’ANPI DI MONTEBELLUNA CATIA COSTANZO BOSCHIERI E IL SINDACO DI GRATTERI ROSARIO LAPUNZINA, RIPERCORRIAMO 70 ANNI DOPO LA STORIA DI SANTO SANTINO, PARTIGIANO “CICLONE” DI GRATTERI, COMANDANTE DEL BATTAGLIONE ANTONIO BOSCHIERI DELLA MATTEOTTI, DAL NOME DEL SUO AMICO DI LOTTA UCCISO NEL TRAGICO RASTRELLAMENTO NAZIFASCISTA SUL MONTE GRAPPA DEL SETTEMBRE DEL 1944.

RACCONTA SANTO: “DURANTE LA BATTAGLIA, LA RITIRATA E LA NOTTE IN CUI CI SIAMO SEPARATI, TONI ED IO SIAMO STATI SEMPRE ASSIEME. QUANDO POI, DOPO IL RASTRELLAMENTO, ABBIAMO RIORGANIZZATO LA BRIGATA, ABBIAMO DATO IL NOME DEL CARO TONINO A UN BATTAGLIONE DI CUI IO FUI COMANDANTE E NE FUI ORGOGLIOSO”.

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RICORDIAMO PLACIDO RIZZOTTO PARTIGIANO

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DA ORTOLEVA A PLACIDO RIZZOTTO RISCRIVIAMO LA STORIA DELLA RESISTENZA E DELLE LOTTE CONTADINE IN SICILIA

27 marzo 2012

L’ANPI Palermo chiede di più: dobbiamo ricostruire la memoria di questi eroi della libertà e dignità umana. Placido Rizzotto viene da lontanoSocialista, partigianoPresidente dell’ANPI Palermo. Rilancia la Camera del lavoro dopo il fascismo, figlio ideale di Bernardino Verro grande dirigente del movimento dei fasci dei lavoratori siciliani, che quella Camera del Lavoro di Corleone costruì facendo portare ai contadini, di ritorno dal lavoro, ognuno una pietra. Anche esso ucciso dalla mafia. Non possiamo fermarci ad un momento per quanto solenne.Vogliamo scavare fino in fondo nel cuore di questa storia, nella storia delle stragi rimosse, sepolte negli armadi della vergogna, figlia dei depistaggi operati fin da allora dai residuati nefandi del fascismo infiltrati nelle istituzioni dello stato. Fu scatenato allora in Sicilia un vero e proprio terrorismo politico-mafioso e statuale teso a bloccare con il ” vento del Nord” anche la costruzione di una cultura antifascista.. La strage di Portella della Ginestra, in cui caddero uccisi tanti lavoratori inermi, fu la prima strage di Stato, emblematica di questo processo. Per questo vogliamo andare oltre con tutte le ANPI d’Italia, nel nome della Resistenza e della Costituzione.

ANPI Palermo

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ANPI NEWS 193

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VERSO IL 16° CONGRESSO 8 MARZO RITA ATRIA , GIUSI NICOLINI

Giusi-Nicolini PATRIA INDIPENDENTE ON LINE

http://www.patriaindipendente.it/



160512074-e1ba9c26-35aa-4028-bada-d0ee675630958 MARZO  2016

LE DONNE SICILIANE CHE HANNO RESTITUITO LIBERTA’ IDENTITA’ E DIGNITA’ ALL’ITALIA E ALL’EUROPA

DIECI DONNE DELLA LIBERTÀ

8 marzo 2016: la storia della conquista della libertà in Italia attraverso le donne. Eccone dieci, delle tante che hanno contribuito a cambiare il Paese: Anita Garibaldi, Anna Maria Mozzoni, Camilla Ravera, Carla Capponi, Tina Anselmi, Gisella Floreanini, Nilde Iotti, Franca Viola, Tina Merlin, Giusi Nicolini

1946: il primo voto. 2016: le verità difficili da confessare

Franca Viola è stata la prima donna italiana a rifiutare il matrimonio riparatore. Divenne simbolo della crescita civile dell’Italia nel secondo dopoguerra e dell’emancipazione delle donne italiane.

Per le donne, la prima volta in assoluto. Poi, una nuova parola: emancipazione. Dopo, l’irruzione del femminismo e l’idea di liberazione. Divorzio, aborto, riforma del diritto di famiglia, violenza sessuale condannata come reato contro la persona. Ma oggi un ritorno all’indietro, su cui interrogarsi

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Appello per il 25 aprile 2016

25 APRILE 1945 – 25 APRILE 2016 RESISTENZA: OGGI DOMANI SEMPRE | Appello all’adesione per la festa della Liberazione
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   COMITATO PER IL 25 APRILE A PALERMO
25 APRILE 1945 – 25 APRILE 2016
RESISTENZA: OGGI DOMANI SEMPRE.
Difendiamo i valori di libertà, giustizia, solidarietà e pace che hanno animato la lotta di Liberazione e sui quali si fonda la Costituzione della Repubblica Italiana per un rinnovato impegno contro ogni forma di fascismo.
Il 25 aprile del 1945 l’Italia venne liberata dai nazifascisti con una lotta che vide fianco a fianco uomini e donne, operai e intellettuali, contadini e liberi professionisti del Nord e del Sud, di diversa fede politica e religiosa. Da lì la democrazia italiana ha iniziato il suo cammino, da lì è nata la nostra Costituzione.
Sono passati oltre 70 anni da quella data e oggi il paese e la sua democrazia corrono grandi pericoli.
I continui colpi del revisionismo storico e i tentativi di scrivere un’altra storia puntano a stravolgere la Costituzione e a consegnare i diritti, i valori, gli ideali ai potentati economico-finanziari, alle leggi del mercato e della mercificazione globale. Denunciamo, quindi, la demolizione dei diritti del mondo del lavoro, a cominciare dallo smantellamento dello Statuto dei Lavoratori, la contro-riforma del sistema scolastico, il tentativo di ingabbiare la libera informazione e la magistratura.
Quest’anno cade il Settantesimo anniversario del primo voto femminile in Italia. Oggi noi affermiamo con forza che molto si deve ancora fare affinché l’articolo 3 della Costituzione (“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”) sia veramente applicato a tutta la popolazione italiana. Una reale uguaglianza di genere passa da atti concreti politici e culturali, dalla rottura di pratiche consolidate. Quest’anno il 25 Aprile è anche dedicato alla Liberazione dal maschilismo e dal patriarcato, per una piena universalità dei diritti.
Infine, in un momento in cui i venti di guerra spirano più forti che mai, ricordiamo e ci batteremo perché l’articolo 11 della Costituzione (“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”) venga rispettato, senza tentennamenti o sotterfugi “internazionali”; inoltre, proprio difendendo i valori di giustizia, libertà, solidarietà e pace propugniamo il dovere dell’accoglienza verso quanti stanno scappando dalle aree dei conflitti o arrivano sulle nostre coste per provare a vivere una vita migliore.
Come siciliane/i e palermitane/i decidiamo di non restare indifferenti e fermi a guardare, ci mobilitiamo, scendiamo in piazza e ci riprendiamo questa giornata di festa, per mantenere vivo il ricordo della Resistenza e della Liberazione, in forma attiva e non solo celebrativa, fuori da una visione puramente retorica o soltanto simbolica, affinché nelle nuove generazioni si rafforzi l’amore per la libertà e l’impegno per i principi di giustizia sociale, per riaffermare i valori ricevuti in eredità: la solidarietà e il riconoscimento dell’antifascismo e della democrazia come valori comuni e doveri sociali.
Il 25 Aprile richiama tutti a un impegno costante per difendere e testimoniare ogni giorno questi valori.
Come siciliane/i e palermitane/i affermiamo con forza quanto sia importante continuare la battaglia civile e culturale contro quelli che rimuovono, che dimenticano, che preferiscono la retorica alla responsabilità verso la propria storia.
Chiamiamo tutte e tutti, giovani e anziani, donne e uomini, cittadine e cittadini di oggi e di domani, tutte le forze che si riconoscono nei valori dell’antifascismo, a scendere in piazza, a festeggiare il 25 aprile, per non essere tra gli indifferenti
Chiamiamo tutti e tutte a essere partigiani e partigiane.
ORA E SEMPRE RESISTENZA

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   ANPI PALERMO COMANDANTE BARBATO
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RIFORMA COSTITUZIONALE: IO VOTO NO

RIFORMA COSTITUZIONALE

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