Deprechiamo indebite pressioni sulla magistratura

Il segretario dell’ANPI Palermo e il coordinatore regionale delle ANPI siciliane,  rispettivamente Angelo Ficarra e Ottavio Terranova, condividono pienamente e fanno propria l’indignazione espressa dallo storico Giuseppe Carlo Marino sull’inquietante iniziativa editoriale annunciata vistosamente dal “Corriere della sera” del 17 febbraio ultimo scorso. Si tratta del libro di G. Fiandaca e S. Lupo sulla trattativa Stato-mafia, che, secondo quanto riferisce la stampa, delegittimerebbe il lavoro dei magistrati della Procura di Palermo che proprio per questo processo sono oggetto delle minacce di morte della mafia. Soprattutto colpisce la tempistica dell’iniziativa che indubbiamente esercita una non indifferente ma indebita pressione sulla magistratura inquirente mentre è ancora in corso il procedimento giudiziario. Tra l’altro ricordano altre iniziative dello stesso tenore assunte in passato in occasione del processo per la trattativa Stato-mafia che riguardava l’allora  presidente del consiglio Giulio Andreotti del quale una definitiva sentenza della Cassazione accertò rapporti con cosa nostra fino all’anno 1980, pur dichiarandoli non perseguibili per avvenuta prescrizione. 

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Corte di Cassazione e strage di Piazza della Loggia

 La Corte di Cassazione ha annullato, in parte, la più recente sentenza della Corte d’appello di Brescia, nel procedimento che si occupa, ancora una volta, della strage di Piazza della Loggia, avvenuta – come è noto – alla fine di maggio del 1974. Sono trascorsi quarant’anni e che cosa abbiamo in mano?

 

L’assoluzione di Delfo Zorzi, per anni considerato il sospettato – indiziato numero 1 è ormai definitiva; ma c’è la prospettiva di un nuovo giudizio, in Assise d’Appello, nei confronti di Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonti. Certamente, quest’ultima parte è positiva, perché lascia aperta una strada ed una prospettiva. Ma se si pensa ai dodici processi, ai quarant’anni trascorsi da allora, agli otto morti ed ai cento feriti, si ha la sensazione orribile di una giustizia che non riesce a farsi strada, a darci almeno una verità giudiziaria su un fatto così tremendo(…)

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LETTERA APERTA ALLA SCORTA CIVICA

 

Sentito, partecipato incontro fra una delegazione dei dipendenti della Procura della Repubblica di Palermo capeggiata dalle  signore Gisella Taormina e Maria Antonietta Zagra e i rappresentanti delle associazioni ANPI dei Partigiani italiani, dei Professionisti liberi, del Forum acqua e beni comuni, Cittadinanza per la Magistratura e vari cittadini anche di varie città di Italia (oggi era presente una cittadina di Bergamo) che questa mattina 21 febbraio erano di turno  come “Scorta Civica” a manifestare la solidarietà ai magistrati della Procura di Palermo e particolarmente al dott. Di Matteo pesantememnte minacciati dalla mafia. Un caloroso solidale abbraccio e applauso ha accolto la lettura della lettera dei dipendenti della Procura che qui di seguito riproduciamo.

LETTERA APERTA ALLA SCORTA CIVICA

“Siamo dipendenti della Procura della Repubblica di Palermo e vogliamo far sentire la nostra voce sulle manifestazioni che in questi ultimi mesi si sono tenute nel piazzale..

Abbiamo visto grande partecipazione e udito la voce di tanti cittadini, giovani, ed anziani, i quali, benché assillati da problemi personali e familiari, hanno voluto dare la loro presenza ed esprimere fortemente la loro affettuosa solidarietà ai magistrati in atto impegnati nei processi, di cui la stampa e la televisione hanno dato molto risalto.

Gruppi di cittadini, associazioni, istituzioni, si sono voluti costituire in scorta civica, ed hanno dato prova di una effettiva vicinanza a quei magistrati della Procura di Palermo e particolarmente al dott. Di Matteo, che oggi vengono minacciati dalla mafia e la cui vita è a rischio.

L’iniziativa presa ha un alto valore morale e sociale perché esalta la funzione giudiziaria che è posta dalla Costituzione a presidio della legalità e della giustizia.

Noi pubblici dipendenti, dobbiamo attenerci alle norme del rapporto di lavoro, per cui non possiamo, nelle ore di lavoro, allontanarci dall’ufficio cui siamo assegnati, né tantomeno abbandonarlo.

Non possiamo non dire a chiara voce che in questi momenti avremmo voluto scendere dai piani alti e con la scorta civica vivere insieme queste meravigliose giornate, ma non è stato possibile.

Nonostante ciò, ci sentiamo con il cuore e con la mente vicini a Voi cittadini, e condividiamo pienamente lo spirito e le finalità della iniziativa.

Palermo lì 09-02-2014                                                      I DIPENDENTI DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI PALERMO

SEGUONO LE FIRME

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IL MUOS È ILLEGITTIMO, la repressione arbitraria e immorale

Dietro la costruzione del MUOS ci sono responsabilità istituzionali gravissime, ma ad essere sanzionati sono le attiviste e gli attivisti del movimento NO MUOS.

 

Il MUOS è illegittimo perché

  • La base non poteva essere concessa perché mai autorizzata dal Parlamento ai sensi dell’art. 80 della Costituzione
  • Le autorizzazioni erano illegittime e carenti, come evidenziato dalla Verificazione ordinata dal TAR
  • Privo delle autorizzazioni necessarie, come le concessioni edilizie e il nulla osta del Genio Civile
  • Le revoche regionali del 29 marzo erano in realtà degli annullamenti, quindi i lavori sono abusivi
  • Non si capisce come la Soprintendenza di Caltanissetta abbia rilasciato il nulla osta paesaggistico a un’opera per la cui esecuzione è stata sventrata un’intera collina in piena riserva naturale
  • Altrettanto inspiegabile è il nulla osta dell’Azienda Foreste Demaniali malgrado l’installazione sia incompatibile con il regolamento della stessa riserva
  • ·         Ai lavori partecipa una ditta priva di certificazione antimafia scortata in pompa magna dalle forze dell’ordine pronte a rimuovere i tappeti umani dei manifestanti (poi sanzionati e denunciati) che protestavano legittimamente.
  • Sicuramente della Regione Siciliana, con le sue autorizzazioni e il balletto delle revoche e contro-revoche
  • Sicuramente del Governo Nazionale che ha sottoscritto trattati internazionali ai quali non era stato autorizzato appropriandosi di competenze del Parlamento
  • Sicuramente della Soprintendenza di Caltanissetta che ha concesso un nulla osta “inspiegabile”
  • Sicuramente dell’Azienda Foreste Demaniali con il proprio nulla osta altrettanto “leggero”
  • Sicuramente del Prefetto di Caltanissetta, che come apprendiamo dai file di Anonymus, mentre i lavori erano sospesi, brigava con Governo Nazionale, Regione e Governo Statunitense perché i lavori non si interrompessero e progredissero
  • Sicuramente della Questura di Caltanissetta che ha scortato in cantiere gli operai della ditta priva di certificazione antimafia, sanzionando chi protestava
  • ·         Sicuramente di chi non ha vigilato sulla correttezza delle autorizzazioni e legittimità dei lavori.

Quali e di chi sono le responsabilità di un’opera illegittima oggi completata?

Ma allora chi paga per queste responsabilità?
Solo le attiviste e gli attivisti per essersi opposti e puntato il dito contro chi calpestava il diritto, mettendo in pericolo la salute, l’incolumità, l’avvenire, l’identità culturale di un territorio pur di costruire una criminale base di guerra degli USA!

Sono tantissime le persone multate e denunciate perché si opponevano: contro di loro anche una campagna di autentica intimidazione che serve a sfiancare e a indebolire la protesta.

 

Terrorista è chi devasta, deturpa e militarizza i territori

Il coordinamento regionale dei Comitati NoMuos continuerà a battersi fino alla completa smilitarizzazione della Sughereta.

 

PROTESTIAMO CONTRO LA REPRESSIONE A NISCEMI e in Italia, per la libertà di tutte/i gli attivisti delle lotte sociali (No Muos, NoTav, disoccupati, occupanti di case, attivisti per i beni comuni, ecc.).

 

Additiamo CHI HA GRAVISSIME RESPONSABILITÀ NELLA  VICENDA MUOS e 46 ANTENNE NRTF.

 

Sabato 22 febbraio tutti/e a Caltanissetta: inizio del corteo alle ore 9,30  da  piazza Falcone Borsellino  fino al Palazzo del governo in Viale Regina Margherita. Al termine della manifestazione, intorno alle 12,30 si terrà una conferenza stampa davanti alla Prefettura.

 

Sabato 1 marzo alle 14,00 tutti/e a Niscemi in contrada Ulmo nel cuore della Sughereta.

 

                                                  Coordinamento regionale dei comitati NoMuos

                                                               wwww.nomuos.info 


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Notazioni del Presidente Nazionale ANPI, Carlo Smuraglia:

Notazioni del Presidente Nazionale ANPI, Carlo Smuraglia:

 

► I fatti politici non hanno smentito le mie preoccupazioni della settimana scorsa e si sono affrettati a disperdere i miei sogni. Non entrerò, come sempre, nelle vicende interne del PD e neppure – specificamente – in quelle relative al Governo del Paese. Ma se la mia indicazione di fondo era che bisognava occuparsi rapidamente dei problemi reali del Paese, ottenendo da subito una vera riforma della politica, da me considerata prioritaria rispetto ad ogni altra cosa, devo dire che la smentita è stata rapida e netta

 

Nella news-letter uscita la settimana scorsa, esprimevo giudizi preoccupati sulla situazione politica e poi indicavo una mia “agenda” ideale, considerandola come una sorta di sogno, probabilmente destinato a morire. I fatti non hanno smentito le mie preoccupazioni e si sono affrettati a disperdere i miei sogni. Non entrerò, come sempre, nelle vicende interne del PD e neppure – specificamente – in quelle relative al Governo del Paese.Ma se la mia indicazione di fondo era che bisognava occuparsi rapidamente dei problemi realidel Paese, ottenendo da subito una vera riforma della politica, da me considerata prioritaria rispetto ad ogni altra cosa, devo dire che la smentita è stata rapida e netta.

E’ ben difficile parlare di “nuova politica” di fronte al rapidissimo mutamento di situazione che si è verificato nel giro di una settimana, col Governo Letta “indotto” alle dimissioni e il “trionfo” del nuovo Segretario del PD, che si avvia alla conquista di gran carriera del posto di Presidente del Consiglio, sulla base semplicemente delle decisioni adottate dal suo partito(…)

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CARE MINEO: La lotta, per il riscatto degli Umani, continua.

CARA MINEO 16/02: ….Eppur si muove il fronte antirazzista

Molte“ zeppole” avvelenate pervase di odio e di perversa discriminazione contro gli essere umani, sui “nuovi diversi”, i migranti, ( rom) , in travagliata ricerca di pace, giustizia e libertà, sono stati scientificamente seminati nel corso degli ultimi anni. Sono stati stravolti i valori fondativi costituzionali della nostra Repubblica, sui dettami dei diritti civili, dell’accoglienza  e della solidarietà. Tante nuove,  mute ed egoiste indifferenze si sono consolidate. Troppe “civili coscienze” dormono sonni tranquilli di fronte ai grandi atti reclusori in atto.

Andando indietro nella memoria recente e persecutoria della nostra storia, avvenne già nel 38, ai danni di altri “diversi”, imperando, in quei nefasti dì, dittatura, censure e violenze.

Eppure si muove, pur con difficoltà, in maniera attiva e propositiva,  il Fronte antirazzista e solidale.

E’ avvenuto ieri nel catanese, davanti al CARA di Mineo. La mega area di “richiusura” – la più grande in Europa – per migliaia di migranti, uomini e donne che, sfidando le “ire” mortali del Mar Mediterraneo, dopo lunghi attraversamenti in terra d’Africa, sono approdati in Sicilia….i sopravvissuti, fuggendo da guerre, dittature e fame. Così come avviene in tant’altri luoghi sparsi nell’isola e nel territorio nazionale, chiusi dalle sbarre integrali ( CIE).

Quattromila e più in quest’oggi sono lì “giacenti”. Rimangono “posteggiati” per lunghi tempi, anche oltre l’anno e mezzo, per cercare di avere riconosciuto il diritto d’asilo; in una quotidianità travagliata, asfittica e sofferente. Poi, con la carta in mano, vengono di fatto lasciati in strada, privi di adeguati supporti per l’integrazione sociale per realizzare la nuova agognata vita.

I cittadini democratici, “ non dormienti”, in diverse centinaia, provenienti da località del catanese e di altre zone siciliane, hanno manifestato domenica 16 febbraio, al grido di  Per la chiusura del Cara di Mineo e di tutte le galere etniche”. Le bandiere delle associazioni si sono mischiate a quelle della Pace e del No Muos.

Una mattinata di intensa ed attiva solidarietà, di mischiamento dei colori umani – il bianco e il nero -, di protesta e rivendicazioni. Un’iniziativa promossa da un cartello di circa quaranta Soggetti della rappresentazione associativa, politica e sindacale.

In parecchi dei migranti, pur nel quadro intimidatorio quotidianamente subito, hanno partecipato. Hanno raccontato, urlato, le sofferenze, le speranze, le gravi insufficienze della propria vivibilità, a partire dai diritti più elementari.

Non hanno Libertà, sono impauriti, sgomenti del trattamento subito.

La lotta, per il riscatto degli Umani, continua.

 

domenico stimolo

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L’incredibile TG3 ( RAI) Sicilia del 10 febbraio sulla “Giornata del Ricordo”

L’ANPI Palermo protesta per l’incredibile TG3 ( RAI) Sicilia del 10 febbraio sulla “Giornata del Ricordo”

L’ANPI Palermo rimane trasecolata e protesta  di fronte al servizio della redazione del TG3 Sicilia già in onda la mattina del 10 febbraio per un’informazione sulla giornata del ricordo esclusivamente affidata alle farneticanti elucubrazioni appartenenti  alla nuova destra  neofascista mitteleuropea.  Angelo Ficarra segretario ANPI Palermo

Nel contesto del TG3( Rai) Sicilia delle 14.00 viene riportato un servizio informativo dedicato alla “Giornata del Ricordo”, evidenziato con il titolo:  “ mille siciliani morirono nelle foibe”.

Viene intervistato il prof. Ingrassia Michelangelo, docente di storia contemporanea dell’Università di Palermo. Richiama il libro  (“ Foibe, dalla Sicilia al Carso” – 2006), di un giornalista messinese, Davide Gambale.  Riferisce che nel libro sono riportati i nominativi di circa 200 siciliani vittime dei partigiani comunisti di Tito, che furono infoibati”. “ Poliziotti, carabinieri, finanzieri, civili delle zone di emigrazione”.

Poi, aggiunge che “ studi più recenti hanno ampliato questo dato specifico a circa 1000 i siciliani coinvolti”.

I “mille siciliani” richiamati stupiscono alquanto. A maggior ragione se la notizia viene confrontata con la nota riportata dalla RAI in data odierna ( televideo) sulla “Giornata del Ricordo”, dove, tra l’altro, viene precisato che “ Il dossier del Centro Studi Adriatici” del 1989 riporta complessivamente 10.137 vittime, 994 le salme esumate dalle foibe e 326 le vittime accertate ma non recuperate”.

Com’è possibile che su circa 10.000 vittime complessive 1000 siano stati siciliani?

Più dei deportati siciliani nei lager nazisti ( circa 900)! Tutti bene elencati, nei vivi e nei morti, nella narrazione settantennale di ricerca dei sopravvissuti ai campi di sterminio e negli approfondimenti di molti storici!

C’è qualcosa di rilevante che non torna.

Tanti sono gli studi, le ricerche, i libri che hanno come tema gli eccidi nel “ confine nord-orientale negli anni tra il 1943 e il 1945” –  a partire, per ordine cronologico, da quelli operati dai nazifascisti – e gli infoibati.

I numeri dei morti ammazzati continuano ad essere molto articolati e differenziati.

In questa breve nota, per non prolungare,  non entro in questo merito. Mi attengo solo alle notizie riportate dalla RAI, televisione pubblica.

Nulla a dire sul movente scatenante di questa immane tragedia umana. La guerra di aggressione fascista in stretta combutta con la Germania nazista (…quelli della “razza eletta”) all’area balcanica e ai popoli europei tutti.

Nulla a dire, su un dato certo, sugli orrori consumati in Iugoslavia dagli invasori nazifascisti e dai loro alleati locali, con quasi 1.500.000 vittime.

Nulla a dire sui “ confini nord-orientali” che, dopo l’armistizio del’8 settembre, erano stati occupati dall’esercito nazista e dai militari della Rsi di Mussolini, militanti in vari corpi,  e della cruenta Lotta di Liberazione che vi si svolse.

domenico stimolo

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“Il MUOStro di Niscemi. Per le guerre globali del XXI secolo”

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Il giornalista e saggista Antonio Mazzeo presenterà a Piazza Armerina il suo ultimo libro-inchiesta dal titolo
Il MUOStro di Niscemi. Per le guerre globali del XXI secolo” (Editpress, dicembre 2013),
mercoledì 12 febbraio, ore 16,30,
presso l’Auditorium del Liceo Scientifico di Piazza Armerina.
 
L’iniziativa è organizzata dal Comitato No MUOS di Piazza Armerina e dall’ANPI, sezione provinciale di Enna. Il libro di Mazzeo racchiude tutte le utili informazioni per capire cosa è il MUOS (Mobyl User Objective System) in fase di istallazione dentro la sughereta di Niscemi e fare il punto della situazione su una vicenda che ha molteplici risvolti di natura ambientale, sanitaria e territoriale legati alla geopolitica degli Stati del Mediterraneo.
Interverranno, oltre Antonio Mazzeo, Ornella Muni, giovane mamma No MUOS, Gaspare Di Stefano, ANPI, Gianluca Murella, Comitato No MUOS di Piazza Armerina, che modererà il dibattito. Sarà proiettato il film documentario ‘Come il fuoco sotto la brace’ del regista ragusano Giuseppe Firrincieli che sarà presente all’evento.
Il Comitato di Piazza Armerina ringrazia il dirigente scolastico Lidia Di Gangi per la sensibilità mostrata verso la tematica oggetto di discussione.

 

 

 

 

 

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Appello del Manifesto contro una riforma elettorale con tanti vizi

http://www.anpi.it/pp/

Appello del Manifesto contro una riforma elettorale con tanti vizi

Il presidente nazionale dell’Anpi, Carlo Smuraglia, come giurista, ha firmato l’appello lanciato da il Manifesto contro la proposta di riforma elettorale Renzi-Berlusconi.

La proposta di riforma elettorale depositata alla Camera a seguito dell’accordo tra il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi e il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi consiste sostanzialmente, con pochi correttivi, in una rifor­mulazione della vecchia legge elettorale – il cosiddetto “Porcellum” – e pre­senta perciò vizi analoghi a quelli che di questa hanno motivato la dichiara­zione di incostituzionalità ad opera della recente sentenza della Corte costitu­zionale n.1 del 2014.

Questi vizi, afferma la sentenza, erano essenzialmente due.

Il primo consisteva nella lesione dell’uguaglianza del voto e della rappresen­tanza politica determinata, in contrasto con gli articoli 1, 3, 48 e 67 della Costi­tuzione, dall’enorme premio di maggioranza – il 55% per cento dei seggi della Camera – assegnato, pur in assenza di una soglia minima di suffragi, alla lista che avesse raggiunto la maggioranza relativa. La proposta di riforma introduce una soglia minima, ma stabilendola nella misura del 35% dei votanti e attri­buendo alla lista che la raggiunge il premio del 53% dei seggi rende insoppor­tabilmente vistosa la lesione dell’uguaglianza dei voti e del principio di rappre­sentanza lamentata dalla Corte: il voto del 35% degli elettori, traducendosi nel 53% dei seggi, verrebbe infatti a valere più del doppio del voto del restante 65% degli elettori determinando, secondo le parole della Corte, “un’alterazione profonda della composizione della rappresentanza democratica sulla quale si fonda l’intera architettura dell’ordinamento costituzionale vigente” e compro­mettendo la “funzione rappresentativa dell’Assemblea”. Senza contare che, in presenza di tre schieramenti politici ciascuno dei quali può raggiungere la soglia del 35%, le ele zioni si trasformerebbero in una roulette.

Il secondo pro filo di ille git ti mità della vec chia legge con si steva nella man cata pre vi sione delle pre fe renze, la quale, afferma la sen tenza, ren deva il voto “sostan zial mente indi retto” e pri vava i cit ta dini del diritto di “inci dere sull’elezione dei pro pri rap pre sen tanti”. Que sto mede simo vizio è pre sente anche nell’attuale pro po sta di riforma, nella quale pari menti sono escluse le pre fe renze, pur pre ve den dosi liste assai più corte. La desi gna zione dei rap pre­sen tanti è per ciò nuo va mente ricon se gnata alle segre te rie dei par titi. Viene così ripristinato lo scandalo del “Parlamento di nominati”; e poiché le nomine, ove non avvengano attraverso consultazioni primarie imposte a tutti e tassati­vamente regolate dalla legge, saranno decise dai vertici dei partiti, le elezioni rischieranno di trasformarsi in una competizione tra capi e infine nell’investitura popolare del capo vincente.

C’è poi un altro fattore che aggrava i due vizi suddetti, compromettendo ulte­riormente l’uguaglianza del voto e la rappresentatività del sistema politico, ben più di quanto non faccia la stessa legge appena dichiarata incostituzionale. La proposta di riforma prevede un innalzamento a più del doppio delle soglie di sbarramento: men tre la vecchia legge, per questa parte tuttora in vigore, richiede per l’accesso alla rappresentanza parlamentare almeno il 2% alle liste coalizzate e almeno il 4% a quelle non coalizzate, l’attuale proposta richiede il 5% alle liste coalizzate, l’8% alle liste non coalizzate e il 12% alle coalizioni. Tutto questo comporterà la probabile scomparsa dal Parlamento di tutte le forze minori, di centro, di sinistra e di destra e la rappresentanza delle sole tre forze maggiori affidata a gruppi parlamentari composti interamente da persone fedeli ai loro capi.

Insomma questa proposta di riforma consiste in una riedizione del porcellum, che da essa è sotto taluni aspetti – la fissazione di una quota minima per il premio di maggioranza e le liste corte – migliorato, ma sotto altri – le soglie di sbarramento, enormemente più alte – peggiorato. L’abilità del segretario del Partito democratico è consistita, in breve, nell’essere riuscito a far accettare alla destra più o meno la vecchia legge elettorale da essa stessa varata nel 2005 e oggi dichiarata incostituzionale. Di fronte all’incredibile pervicacia con cui il sistema politico sta tentando di riprodurre con poche varianti lo stesso sistema elettorale che la Corte ha appena annullato perché in contrasto con tutti i principi della democrazia rappresentativa, i sottoscritti esprimono il loro sconcerto e la loro protesta

Contro la pretesa che l’accordo da cui è nata la proposta non sia emendabile in Parlamento, ricordano il divieto del mandato imperativo stabilito dall’art.67 della Costituzione e la responsabilità politica che, su una questione decisiva per il futuro della nostra democrazia, ciascun parlamentare si assumerà con il voto. E segna lano la concreta possibilità – nella speranza che una simile pro­spettiva possa ricon durre alla ragione le mag giori forze poli ti che – che una simile rie di zione pale se mente illegittima della vecchia legge possa provocare in tempi più o meno lunghi una nuova pronuncia di illegittimità da parte della Corte costituzionale e, ancor prima, un rin vio della legge alle Camere da parte del Pre si dente della Repub blica onde sol le ci tare, in base all’art.74 Cost., una nuova deli be ra zione, con un mes sag gio moti vato dai mede simi vizi con te stati al Por cel lum dalla sen tenza della Corte costi tu zio nale. Con con se guente, ulte­riore discredito del nostro già screditato ceto politico.

Firmatari

Gaetano Azzariti, Mauro Barberis, Francesco Bilancia Michelangelo Bovero, Ernesto Bettinelli, Paolo Caretti, Lorenza Carlassare, Giovanni Cocco, Claudio De Fiores, Mario Dogliani, , Gianni Ferrara, Luigi Ferrajoli, Angela Musumeci, Alessandro Pace, Stefano Rodotà, Carlo Smuraglia, Luigi Ventura, Massimo Villone, Ermanno Vitale. Pietro Adami, Felice Besostri, Anna Falcone Antonello Falomi, Domenico Gallo, Raniero La Valle, Giovanni Incorvati, Roberto La Macchia, Fabio Marcelli, Valentina Pazè, Paolo Solimeno.

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CASTELBUONO commemora i suoi partigiani

Giorno 5 Febbraio p.v. alle ore 10,30 presso la Sala delle Capriate, Via Roma, si svolgerà la commemorazione del partigiano castelbuonese Cristoforo Carabillò, ucciso barbaramente a Reggio Emilia il 3 febbraio 1945.L’iniziativa è organizzata dall’Amministrazione Comunale di Castelbuono in collaborazione con l’A.N.P.I (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) , durante la stessa verrà letta la biografia di Cristoforo Carabillò e verrà donata agli eredi una targa all’alto valore.

Cristoforo Carabillò
> Nato a Castelbuono (Palermo) nel 1917, fucilato a Reggio Emilia il 3 febbraio 1945, tenente dei Bersaglieri.
> Al momento dell’armistizio era ufficiale in servizio alla caserma dei Bersaglieri di Scandiano (RE). Con un piccolo gruppo di commilitoni si preoccupò subito di recuperare nell’edificio e di nascondere quante più armi possibile; lo stesso fece alla Rocca. Un mese più tardi era inquadrato in una formazione delle Squadre di Azione Patriottica con l’incarico di segretario del Comando unificato di settore. Quando la Liberazione era ormai imminente “Cris” (questo il nome di battaglia di Carabillò), fu intercettato nei pressi del Caffè Boiardo di Scandiano da una pattuglia della GNR. Incarcerato il 27 dicembre 1944, restò ai “Servi” sino a che i fascisti non lo prelevarono con altri tre resistenti caduti nelle loro mani. “Cris” fu fucilato all’altezza di via Porta Brennone (per rappresaglia dopo il ferimento di cinque poliziotti avvenuto il giorno prima in corso Garibaldi), con Sante Lusuardi (nome di battaglia “Dario”), Dino Turci “Ercole” di Correggio, Vittorio Tognoli “Marco” di Scandiano. I loro cadaveri vennero lasciati sul posto, riversi sulla neve, per alcuni giorni.

da fb Giusy Vacca

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