Da Marzabotto Antonio Ortoleva
Marzabotto ha offerto un caloroso benvenuto alle delegazioni dell’Anpi provenienti da tutta Italia per partecipare alla Festa nazionale, la seconda della lunga storia dell’associazione, dopo quella di Ancona di due anni fa. C’era anche Palermo – con il presidente Ottavio Terranova, il segretario Angelo Ficarra, Maria Letizia Colajanni, Antonio Ortoleva e Giulio Azzarello – presente con un proprio stand. Il raduno si è svolto dal 14 al 17 giugno tra il parco adiacente alla stazione del paese simbolo del martirio antifascista e l’aula comunale.
La delegazione siciliana ha ricevuto un’accoglienza particolare: venivamo da lontano e un po’ ci si poteva considerare una “delegazione straniera” tenendo in conto la sorpresa negli occhi di tanti alla frase: veniamo da Palermo. Sorpresa mista ad ammirazione per la scelta di esserci. Tra l’altro un viaggio a spese dei partecipanti come contributo a un’associazione che gode di prestigio e stima ma non certo di un ampio bilancio economico.
C’erano giovani da gran parte del Nord Italia e anche dall’estero (non dal Sud), c’erano partigiani ultraottantenni che mostravano forte tempra morale e peraltro anche fisica. Come Umberto Lorenzoni, sanguigno presidente dell’Anpi di Treviso o quel possente patriota di Reggio Emilia, alto, robusto e inviolabile come una vera quercia, o lo stesso brusco e famoso William Michelini, lunga militanza da presidente della mitica Bologna partigiana. C’erano all’incontro con il leader nazionale Smuraglia ben 68 presidenti o rappresentanti di comitati provinciali, da Palermo a Gorizia, da Potenza a Torino, il cui presidente è stato l’unico che ha ricevuto più applausi del nostro Terranova, le cui capacità dialettiche di trascinare gli astanti sono ben note. C’erano ancora rappresentanti, figli e nipoti di deportati, di perseguitati politici, di patrioti combattenti in Spagna contro il colpo di stato che sfociò nella lunga e opprimente dittatura di Francisco Franco, gloriosi garibaldini dal piglio risorgimentale. Alcuni di questi giovani libertari di allora rientrati in Italia divennero qualche anno dopo comandanti partigiani grazie alla loro esperienza militare ottenuta sui campi di battaglia spagnoli. Giovanissimo il presidente Anpi di Marzabotto, Federico, un Under 30 dal sorriso piantato tra la barbetta scura e la calda cordialità emiliana.
E c’era soprattutto Edda, la custode del Sacrario che custodisce un migliaio di martiri civili e militari di Marzabotto, bella e con un leggero trucco e tonica nel corpo e sobriamente elegante nei suoi ottanta e oltre. Vive da sola con i suoi animali in campagna. La sua storia è struggente, forte e delicata. “Avevo 15 anni e provammo con un ragazzo di 18 una passione semplice senza che mai ci toccammo. Lui partì partigiano e non tornò mai più. Io quando ascolto Bella ciao, mi commuovo, piango quando si canta “e se io muoio da partigiano, tu mi devi seppellir”.
Forum ben fatti e con specialisti di alto livello; buoni pranzi sotto il tendone grazie a volontari di ogni dove; musica, teatro e intrattenimenti ridotti al minimo per rispetto dei terremotati ai quali è andato tuttavia l’ultimo applauso della Festa. Girava per il campo un iscritto di Mirandola, epicentro del sisma. Sventolava una bandiera dell’Anpi nuova di zecca, appena stampata. Le altre erano rimaste sotto le macerie della sede crollata. Le idee cambiano, la gente pure, l’ideale non muore.