Pubblicato su “Centonove” n. 22 del 06 /06/ 2014 pag.35
Anniversari. Un libro dell’Anpi celebra la nostra storia
Fasci Siciliani & Resistenza
La raccolta degli atti di un convegno curata da A. Ficarra svela la ricchezza innovativa dei fascianti che faranno da base alle lotte operaie. E alla prima bandiera rossa…
Di Franca Sinagra Brisca
PALERMO. Nella collana de I quaderni dell’ANPI Sicilia, diretta dal prof. Giuseppe Marino, sono stati pubblicati gli atti del Convegno “Dai Fasci siciliani alla Resistenza” tenutosi a Palazzo delle Aquile il 23 aprile del 2013, edito dal Gruppo Istituto Poligrafico Europeo, di 125 pagine, corredata da una ricca Appendice e breve inserto iconografico.
La raccolta è curata da Angelo Ficarra, vicepresidente ANPI, che si batte per il recupero e la rivisitazione della memoria storica. Fra gli altri interventi, Gonzalo Alvarez Garcìa e Umberto Santino accentrano i loro contenuti sul proposito di restituire alla memoria un grande passato e la necessità di raccontare ai nipoti la storia coraggiosa dei Fasci dei Lavoratori Siciliani. La ricchezza innovativa dei fascianti, prima esperienza organica di una lotta di liberazione del popolo siciliano nell’organizzazione e nei contenuti del movimento di riscatto dal feudalesimo, farà da base alle lotte contadine e operaie seguenti per tutta la prima metà del Novecento (compresa la bandiera rossa inalberata nell’1892), anni che rappresentano un passaggio cruciale per la ricostruzione della democrazia nazionale. E’ A. Ficarra a ricordare che fu “il più grande movimento di massa dell’ Ottocento europeo dopo la Comune di Parigi”, interrotto e ripreso “sempre contro quel sistema oppressivo agrario-mafioso di cui il regime di Mussolini si era fatto ferreo tutore e garante nazionale”.
Per Giuseppe Carlo Marino, Ottavio Terranova e Giusto Catania, quelle lotte vennero consegnate “con una rappresentazione gattopardesca”…”al desolato orizzonte dell’arretratezza meridionale, valutandoli alla stregua delle Jacquerie medioevali, così declassati a mero ribellismo di cafoni e di poveracci”, mentre nella Resistenza, fra le migliaia di siciliani, Pompeo Colajanni (nome di battaglia Barbato preso dall’esponente di spicco dei Fasci) liberava Torino prima di rientrare a Palermo e Placido Rizzotto era partigiano in Toscana, per riprendere la lotta al rientro a Corleone.
Alla sequenza degli scritti convegnistici, con lo speciale “Il processo imperfetto” di Rino Messina sulle mostruosità giuridiche di quei processi al pericolo rosso e della proclamazione dello stato d’assedio, fa seguito una corposa appendice interessantissima, composta da uno stralcio prezioso dell’antico testo di Adolfo Rossi del 1894 “L’agitazione in Sicilia” (riedito integralmente nel 1988 da La Zisa), la significativa opera per la scena degli insegnanti Carmelo Botta e Francesca Lo Nigro “Il dramma degli oppressi”, l’inedita Cronologia “Dai Fasci Siciliani alla repressione del 2° Dopoguerra” l’elenco della toponomastica viaria, un saggio di A. Ficarra “Il falso del falso Crispi”.
Questa pubblicazione è un testo utilissimo che, compendiando i fatti, racchiude in sé vari strumenti applicabili per il rinnovo e la rifondazione della grandezza della memoria storica di fine Ottocento in Sicilia, un’epopea gloriosa che supera di molto, in coralità e incisività dei contenuti, quella del far west americano, cui ci ha abituati la TV dal suo apparire e che spesso ci indirizza verso vere e proprie deviazioni culturali.