RIESI: ITINERARI DELLA MEMORIA

ITINERARI DELLA MEMORIA

 NASCITA DI UNA SEZIONE ANPI

DALLE TESTIMONIANZE DELLE LOTTE DEI MINATORI  ALL’ANTIFASCISMO DELLA “REPUBBLICA DI RIESI”

120°  Fasci Siciliani  70°Resistenza

RIESI  6 AGOSTO 2013 

Con il Patrocinio dell’Anpi di Caltanissetta

Con il Patrocinio del Comune di Riesi

Con il Patrocinio della Presidenza del Consiglio Regionale del Piemonte

CONVEGNO

MERIDIONALI E RESISTENZA

Il contributo del Sud alla lotta di Liberazione in Piemonte 1943 – 1945

6 AGOSTO 2013 ORE 19.00

CAMERA DEL LAVORO RIESI

VIA PRINCIPE UMBERTO 23

MODERATORE

 Rosario Riggio

SALUTI

CAMERA DEL LAVORO RIESI –Filippo MARINO

SINDACO DI RIESI –Salvatore CHIANTIA

RELAZIONE

Filippo FALCONE

STORICO DELL’ISTITUTO GRAMSCI SICILIANO

ANPI SICILIA –Angelo FICARRA

ANPI CALTANISSETTA –Nicola BOCCADUTRI


 

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Sul percorso del recupero della memoria

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Naso convegno sui fratelli Di Lena testimoni di libertà.

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EGITTO: NON POSSIAMO PIU’ REGISTRARE VIOLENZA E MORTE Catania, 14 agosto: “Freedom” – libertà – gridano i bambini siriani.

Costituzione articolo 11: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali …

Costituzione articolo 3 : “tutti i cittadini  hanno pari dignità davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinione politiche, di condizioni personali e sociali”.

Da Domenico Stimolo una testimonianza della tragedia della guerra di cui non si parla.

Catania, 14 agosto: “Freedom” – libertà – gridano i bambini siriani.

 

Dopo il viaggio della morte, sei i deceduti all’atto dello sbarco sulla costa a ridosso di Catania, ora, dopo che in diversi sono fuggiti, il gruppo delle famiglie siriane rimaste unite si ritrovano dietro i cancelli di una scuola. Provengono da un’area di guerra e di orridi massacri civili. Sono passati quattro giorni. Loro sono sempre lì: undici adulti e dieci bambini. Vivono e dormono nella palestra. Una situazione di assoluta precarietà e promiscuità.  Un consistente spiegamento di polizia presidia l’interno e l’esterno della scuola.

Non intendono restare in Italia. Vogliono il “Diritto di Scelta”, accedere, cioè, alle procedure di richiesta d’asilo nei paesi europei dove risiedono loro familiari. Conoscendo la triste sorte subita da migliaia di migranti tenuti rinchiusi, anche per lunghissimo tempo, nei Cie e nei Cara, non vogliono farsi identificare,  farsi “punzonare” le impronte digitali. Infatti, le attuali leggi prevedono che si può chiedere asilo solo nel paese in cui si è stati identificati. E, in Italia, come ben noto, specie agli “sventurati” provenienti dall’altro mondo, le condizioni di inserimento sono proprio pessime.

Durante queste giornate, costantemente, all’esterno della scuola –“carcere”, sono stati presenti molte decine di volontari di associazioni antirazziste e gruppi della solidarietà civile, delle rappresentazioni sociali e cittadini democratici, per portare attivo sostegno e “calore”  umano. Sono state  continuamente proposte iniziative concrete, per migliorare le condizioni di vita dei profughi siriani, in rispetto dei loro diritti,  compreso l’aspetto sanitario, piscologico e della mediazione linguistica  e culturale.

Diversi cittadini hanno portato beni di vario genere per allievare le sofferenze. Dopo primi tiepidi inizi, i “controllori” hanno posto una rigida ed incomprensibile chiusura. Tutto viene respinto: vestiti, giochi, gelati e quant’altro che possa alleviare lo stato di forte ansia, specie dei bambini. Vengono rifiutati anche degli “innocenti” oggettini che procacciano l’emissione nell’aria di bolle-sapone.

Durante la mattinata di giorno 14 – giornata ufficiale di lutto per Catania – di fronte a oltre cinquanta persone, a cura delle associazioni antirazziste: Rete antirazzista cataneseCatania bene comune,  centro Experia,  Arci, Osservatorio su Catania, si è svolta una partecipata conferenza stampa, per denunziare l’insostenibile stato di vivibilità dei rifugiati.

Dopo…..una scena a dir poco straziante. Un gruppo di bambini siriani, con alcune piccole bandiere colorate su carta, si è messo a “sfilare” nel cortile della scuola. Al grido, lungamente ripetuto, di “Freedom” – Libertà!

Tutti i cittadini presenti dietro i cancelli hanno ripetuto in maniera possente questo grido di dolore. Sì, gli occhi dei bimbi luccicavano di lacrime

Poi, nel pomeriggio, la situazione è precipitata. Caricati su dei furgoni sono stati portati in un sito della polizia, e forzatamente  rilevate le impronte digitali, fatte le fotografie. Come successivamente raccontato da due donne e tre bambini ad una giovane interprete della Rete antirazzista, le scene dell’identificazione sono state molto agitate. Già, come si fa a far fare a degli umani disperati cose che assolutamente non vogliono fare? Ciascuno tenti la propria risposta!

 

Infine, attorno alle 20, sono stati trasferiti presso il Cara di Mineo, dove già  le presenze –reclusioni sono costituite da 3500 persone.

 

Durante questa estatemigliaia e migliaia di disperati, uomini, donne, tanti i bambini, provenienti da aree di guerra, dittatoriali, di gravissima sofferenza materiale, sono “sbarcati” dai barconi nelle coste siciliane, per richiedere aiuto e solidarietà, innalzando un lancinante grido di dolore. A Lampedusa e nelle coste sud-orientali dell’isola. In tanti, come già avvenuto nel corso degli ultimi anni, sono annegati nel mare Mediterraneo.

Solo nei paesi limitrofi alla Siria, sono stati accolti centinaia di migliaia di rifugiati sfuggiti alla guerra assassina che travaglia quel paese, uno, due milioni, chissà.

Poi, da un anno a questa parte ci sono gli egiziani, le drammatiche notizie dell’ultim’ora, danno conto degli ulteriore persone ammazzate dal piombo dello stato.

Fuggono, sempre, da Eritrea, Somalia,  Afghanistan, Palestina, paesi del CentrafricaTunisia, e tanti altre aree dove la morte assassina e le persecuzioni sono sempre in opera, bene alimentate dai mercanti  d’arme occidentali.

 

L’Europa ex colonialista, e l’Italia imperiale che “cercava un posto al sole”, che hanno riempito i propri forzieri ( di molte “famiglie” ed accozzaglie dedite alle rapine organizzate)   con le storiche espoliazioni effettuate e con gli stupri (… quanti meticci), oggi, rispondono, con la chiusura delle frontiere, con il “reato di clandestinità”, con le carceri per gli umani bollati “clandestini”.

 

Già, ieri i “diversi”: ebrei, rom, handicappati, oppositori, gay, come propugnato dai regimi nazi-fascisti, perseguitati, a decine di milioni; oggi, le proclamate “democrazie” blindano i loro confini. “Ributtando” a mare i disperati che cercano sostegno, accoglienza, solidarietà e possibilità di ricostruire una nuova vita.

Quanti cuori in gola, quante angosce, per nascondersi – mentre da noi impazza il “carnevale” estivo della grazia al cavaliere, come ieri tra chi cercava di sfuggire agli aguzzini nazi-fascisti – tra questi migranti disperati, che, dopo sbarcati, si “danno alla macchia” per non farsi rinchiudere dietro le sbarre.

Eppure l’art. 3 della nostra Costituzione, costruita sulle carni dei martiri antifascisti, declama che “ tutti i cittadini  ( della Gaia Terra, aggiungo) hanno pari dignità davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinione politiche, di condizioni personali e sociali

 

Di fronte a queste immane situazioni di sventura e di dolore servono corridoi umanitari gestiti dall’Italia e dall’Europa tutta, tanto sbandierata, da tronfi speculatori,  isola di pace.  In loco, dopo i 55 milioni di morti dell’ultima guerra in casa, che dovevano bandire discriminazioni e “caccie al nemico”. Non tanto i biasimi contro “ mercanti della morte” propagandati da torvi personaggi di tutte le “sponde” politiche …..come se i ricercanti asilo ed accoglienza avessero altre possibilità di fuga.

 

Serve accoglienza, gioia, civiltà democratica e sociale. Non galere e sbarre.

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“Ad ottobre in piazza per difendere la Carta”

Interessante intervista a Rodotà e Landini sulla difesa della COSTITUZIONE.

 ANPI Palermo “Comandante Barbato”
Costituzione, Rodotà e Landini: “Ad ottobre in piazza per difendere la Carta”

Nessun partito, nessuna lista, ma un fronte aperto per applicare la Costituzione, ripristinare l’agi…
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SANT’ANNA DI STAZZEMA

Sant’Anna di Stazzema, alta Versilia, è il paese protagonista di uno dei massacri più efferati condotti dai nazisti in ritirata.

In poche ore vengono massacrate con particolare crudeltà 560 persone, in gran parte bambini, donne e anziani di cui solo 390 identificabili. La vittima più giovane è Anna Pardini, di 20 giorni.

Per non dimenticare!

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RICORDANDO UMBERTO CARPI

Lo ricordiamo con affetto a Palermo il 3 dicembre 2010 per una lectio magistralis su l’unità d’Italia e la Resistenza, al congresso di Torino e in vari comitati e consigli nazionali. Ne riportiamo l’ultimo suo messaggio all’ANPI.

L’unica organizzazione politica e culturale di cui io oggi faccia parte, e con grande fierezza, è l’ANPI e considero un grande onore di essere stato inserito nel suo gruppo dirigente e nella redazione del suo giornale. Spero, malgrado lo stato fisico, d’esser riuscito a dar qualche contributo, almeno di passione. Del resto il 25 aprile comiziavo per voi ad Aosta ed è stato un bel finire così fra tanti partigiani vecchi e giovani in una città in cui  la Resistenza traspira dai muri…” .

 Umberto Carpi

La Presidenza e Segreteria di Palermo dell’ANPI sono vicini alla famiglia nel ricordo dell’alto impegno civile e morale del caro Umberto.  

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NISCEMI NO MUOS: Missione di libertà e democrazia

Cari Compagni l’ANPI in Sicilia è stata ed è contro tutte le servitù militari e di guerra, il racconto del nostro Domenico Stimolo per la sua profondità di contenuti e l’espressione poetica di una importante giornata di lotta, ci riporta alle giornate di COMISO con Pio La Torre, per continuare a dire NO a qualunque strumento di guerra. Ottavio Terranova 

Gli stoici, erano in diverse migliaia, ieri a NISCEMI

Il luogo non è una piazza, in veste “serale comizio”, tal per cui, come consolidato, si mette in atto il calcolo della “mattonella”: un metro quadro contiene 4 umani”.

Il luogo è ben altro. E  bastato che un presente, per lavoro, “ corrispondente di qualche primaria agenzia”, abbia lanciato il “referto”, che tutti, gli organi di informazione, non avendo propri inviati  sul posto, si siano lanciati nel riportare il numero, dei partecipanti: 1500, così hanno declamato e scritto a grande voce. Non corrispondente al vero.

Si metta un pomeriggio di un anonimo 9 agosto. Poi magari, per chi ne ha voglia, si scopre che la data è anche la ricorrenza del secondo lancio atomico in Giappone, Nagasaki. Quello dell’assassinio plurimo tecnologizzato.

Si metta ancora un “popolo “, per la pace, contro la militarizzazione del territorio,  in difesa della salute dei cittadini contro i velenosi raggi  che saranno irradiati dal costruendo gigantesco MUOS e da quelli nefasti inviati dalle 47 antenne già in opera da molti anni, che, sotto la calura infernale dei  37/ 38° circa in atto, dalle ore 15, o ancor prima, inizia la salita della  malmessa trazzera dentro l’Area protetta della fantasmagorica sughereta.

Un percorso di oltre 4 Km, 5, chissà, fortemente accidentato.

Si metta, ancora che, prima di arrivare all’ingresso della Sughereta, la strada provinciale della contrada Pisciotto è piena, per kilometri, di autoveicoli, posteggiati dai pacifisti convenuti. 1, 2, 3 Km , ancora, in relazione dell’orario di arrivo.

Quanti saranno, gli stoici? Non è facile. Chi ha collaudata esperienza di manifestazioni anche in luoghi che non siano piazze, può affermare, in parecchie migliaia. Quattro, cinque, seimila, chissà……tutto si perde all’immediata vista, nei boschi e, nell’immensa radura frammista a collinette ove sono allocati i metallici siti preposti al disfacimento altrui.

La situazione ambientale, l’ infernale calura, e il contesto del territorio  non sono certamente adatti per tutte le situazioni fisiche e per le fasce anagrafiche.

E’ dura! Ma  i migliaia di convenuti, tantissimi i giovani, ragazzi e ragazze, resistono. Salgono e manifestano, con gioia e pacifico ardore. Non vogliono che, questo luogo d’incanto e tutte le aree residenziali del territorio circostante ( …per decine di kilometri), siano “sventrate” dalle invisibili nefaste onde elettromagnetiche.

Ormai tardi, quasi nel buio,  i civici democratici “liberano” gli eroici, una decina, che da quasi due giorni, “librandosi nell’aria”,  sono saliti sui tralicci delle imponenti antenne, già “ in servizio di propagazione”.

Poi, sul tardi delle 21.00, la discesa nella Sughereta. Ormai buio pesto. Diverse lampade tascabili cercano di illuminare il percorso. Una scena bella, di entusiasmo corale, di allegria. Un chiacchierio diffuso di diffonde tra i secolari alberi dell’oasi ambientale.

La Missione, di libertà e democrazia,  è stata compiuta.

Poi, sulla provinciale, nel buio impenetrabile, che più oscuro non si può, tutti si mettono alla ricerca del proprio automezzo e dei pullman, per ritornare alle loro originarie destinazioni.

Molti si sono fermati, per la notte nel presidio permanente, installato ormai quasi da una anno nella contrada Ulmo, dall’altro lato della Sughereta.

Il popolo si è svegliato! Altri appuntamenti verranno a breve per fermare le armature metalliche della “morte”.

domenico stimolo

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Le falsità su Via Rasella di Pippo Baudo: la rettifica del Tg3

Questa sera, martedì 30 luglio, nel corso del Tg3 delle 19 (edizione nazionale) è stato letto il comunicato di rettifica delle falsità sui fatti di via Rasella pronunciate durante la puntata dell’8 luglio de “Il viaggio”.
Il direttore Bianca Berlinguer ha letto la seguente, circonstanziata, precisazione:
“Nella puntata di lunedì 8 luglio de “Il viaggio”, su RAI 3, condotto da Pippo Baudo, sono state fatte delle affermazioni imprecise e non corrispondenti a verità sull’eccidio delle Fosse Ardeatine e sui fatti di Via Rasella. Non fu offerta, infatti, alcuna possibilità ai partigiani dei Gap (gruppi di azione patriottica e non di azione proletaria come si è detto nella trasmissione) di offrirsi per salvare le vittime destinate alla fucilazione nelle Fosse Ardeatine: il Comando tedesco rese pubblica la notizia dell’eccidio solo dopo il suo compimento come riconosciuto dallo stesso maresciallo Kesserling nel corso di un processo. Ben due sentenze, poi, della Corte di Cassazione hanno qualificato l’azione diVia Rasella come “legittimo atto di guerra”. Il ricordo dei martiri delle Fosse Ardeatine, cui va sempre il nostro commosso pensiero, deve essere sempre improntato alla verità storica e mai strumentalizzato. La direzione RAI 3 prende doverosamente atto del comunicato dell’ANPI nazionale, rammaricandosi di quanto accaduto”.

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svastiche all’esterno della sede dell’ANPI nazionale a Roma

 

Le scritte inneggianti al criminale Erich Priebke e le svastiche apparse all’esterno della sede dell’ANPI nazionale a Roma, sono il solito vile atto di chi ancora non cede di fronte all’unica e sacrosanta verità della storia: il nazismo e il fascismo furono esclusivamente regimi sanguinari che hanno portato l’orrore della guerra e dell’odio razziale in tutta Europa e oltre.

L’ANPI proseguirà, senza farsi intimidire da alcuno, nel suo quotidiano impegno di promozione dei valori di giustizia, pace, libertà e democrazia che hanno animato la Resistenza e riconquistato il Paese alla civiltà.

LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPI 


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1943: LE POPOLAZIONI DI MASCALUCIA CACCIANO I TEDESCHI

La lapide che ricorda la sollevazione popolare di Mascalucia contro i tedeschi, “La prima scintilla della Resistenza”,  e le foto  di Nicola Musumarra e di Domenico Stimolo della celebrazione di ieri 27 luglio del 70° anniversario. E’ stata una importante  iniziativa dell’ANPI, del Comune di Mascalucia, dell’associazione APS “Ideali Giustizia e Verità”. Una  assemblea popolare , aperta da una ampia relazione di Nicola Musumarra, con gli interventi dei sindaci di Mascalucia e di Nicolosi, dell’Anpi di Nicolosi con il dott. Mazzaglia, del sottosegretario al Ministero della Giustizia avv. Berretta, della dott.ssa Carmen Privitera, di Achille Preda dell’ ass. bersaglieri con un commosso ricordo di un caduto e con il saluto del coordinamento regionale dell’ANPI portato a nome di Ottavio Terranova da Angelo Ficarra segretario dell’ANPI Palermo. E’ stato un momento importante del percorso del recupero della memoria con una significativa commossa partecipazione dei familiari delle vittime e di quanti lottarono per la libertà. 


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