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Patria Indipendente

è il mensile ufficiale dell’ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Dopo 60 anni, è cambiato nella veste grafica e nei contenuti. Patria è oggi la rivista della Costituzione – il lascito più grande della Resistenza – dei suoi pilastri: l’etica nella politica, il riconoscimento dei diritti (di tutti i diritti, compresi quelli umani), l’antifascismo, l’aspirazione ad una società più “giusta”, eguale, libera  e umana, l’impegno contro la violenza, le discriminazioni, il razzismo, la xenofobia.

Una rivista, dunque, per tutte le cittadine e i cittadini “di buona memoria”, che hanno a cuore un futuro di libertà e democrazia per il Paese.

 

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Alle speranze delle partigiane e dei partigiani e ai loro sogni va dato oggi il massimo tributo perché la memoria non sia formale e retorica, ma sia utile per capire e affrontare il presente e il futuro.

Carlo Smuraglia

Presidente Nazionale ANPI

 

 

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allarme nostalgici infiltrati

da Repubblica on line del 21 giugno 2013:

Palatucci, lo “Schindler italiano”
in realtà collaborava con i nazisti

Palatucci, lo "Schindler italiano" in realtà collaborava con i nazistiDichiarato martire da papa Giovanni Paolo II “per aver salvato 5000 ebrei”, riconosciuto come “un giusto” da Israele, si è ora scoperto che ebbe un ruolo fondamentale nel trasferimento ad Auschwitz di 412 ebrei di Fiume. E il museo dell’Olocausto di Washington ha rimosso il suo nome dalla mostra

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MERIDIONALI E RESISTENZA

 

Domenica 16 giugno si è svolto a Torino al Teatro Carignano il convegno “Meridionali e Resistenza” Il contributo del Sud alla lotta di Liberazione in Piemonte, 1943 – 1945. E’ stato un convegno estremamente interessante promosso dal Consiglio Regionale del Piemonte con il “comitato della regione Piemonte per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana” e con l’Istituto Piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea ‘Giorgio Agosti’ , presieduto da Roberto Placido Vicepresidente  del Consiglio regionale del Piemonte. Al convegno ha partecipato una delegazione del coordinamento regionale delle ANPI siciliane con Maria Letizia Colajanni, Angelo Ficarra e Angelo Lauricella. Tanti  i siciliani incontrati al Carignano di Torino a partire da Alessandro Colajanni, il figlio maggiore del Comandante Pompeo presente con figlia e nipotina, la figlia Rosalba del partigiano Mauro Zito di S.Mauro Castelverde con il marito, Enzo Barnabà lo storico originario di Valguarnera di cui l’ANPI Palermo ha presentato di recente alla Biblioteca Francescana “I Partigiani di Piazza Martiri” la storia straordinaria del partigiano Salvatore Cacciatore di Aragona impiccato dai fascisti ad un lampione della piazza principale di Belluno oggi anche a lui dedicata, il professore Rosario Riggio di Riesi organizzatore nel novembre 2011 di un convegno a Torino su siciliani e Resistenza, l’ingegnere Alfonso Palermo originario di S. Cataldo, nipote di Ottavio Terranova, che lavora a Torino oltre ad essere lodevolmente impegnato sulla frontiera del volontariato.

Curato dal prof. Claudio Dellavalle Presidente dell’Istituto ‘Giorgio Agosti’ il volume “Meridionali e Resistenza” in cui è riportato il database costruito con la partecipazione di tutti gli Istituti di Storia della Resistenza in Piemonte dedicato a Partigianato piemontese e società civile. La  Banca dati dei Partigiani Piemontesi è consultabile on line all’indirizzo:

http//intranet.istoreto.it/partigianato/default.asp

af

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E’ morto il compagno Giuseppe Salamone

L’ANPI Palermo nel darne l’annuncio è vicina al dolore della moglie e dei figli. Giuseppe Salamone è stato per alcuni anni Presidente dell’ANPI Palermo Comandante Barbato  fino alla presidenza di Pino Lo Bello. Dirigente operaio animato da una grande passione politica e sindacale si è distinto  sempre per una forte carica di profonda umanità . Stroncato da un male inesorabile non si era arreso, ha lottato con consapevolezza fino alla fine. Era stato alla testa dei lavoratori e delle lavoratrici della Coop XXV aprile in difesa del lavoro. Lo avevamo con gioia visto il 25 aprile al Giardino Inglese e poi al Teatro Massimo e ancora il 1° maggio a Portella. Aveva voluto, nonostante la sofferenza, con grande dignità,  salutare i suoi compagni. Domani 20 giugno alle ore 10 al cimitero di S. Orsola daremo l’ultimo saluto a Giuseppe.

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ATTENZIONE: SUGGERIMENTI MOLTO PERICOLOSI

 Da Arturo Giunta Presidente ANPI di Enna ci perviene questa segnalazione
anche su contropiano.org
“Liberatevi delle Costituzioni antifasciste e sinistroidi”. A dirlo è la banca d’affari JP Morgan. Ecco da dove arrivano i suggerimenti alle riforme istituzionali che vogliono attuare anche nel nostro paese. 
La rivelazione è del Wall Street-Italia di oggi ed è esplicita sia nella presentazione che nella traduzione del documento di 16 pagine diffuso dalla banca d’affari JP Morgan. La liquidazione delle Costituzioni ispirate all’antifascismo (declinato sia per il franchismo in Spagna che per i Colonnelli in Grecia) diventa un obiettivo dichiarato dei poteri forti finanziari. Certi discorsi ormai si sentono quotidianamente anche nell’agenda politica del nostro paese. L’austerità resterà nel panorama politico europeo ancora per molto tempo, dunque le garanzie non devono più far parte di questo mondo. Adesso è un pò più chiaro il perchè e a che cosa puntano.
Qui di seguito l’articolo riportato su Wall Street Italia di oggi 18 giugno 2013: Continua a leggere
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120° FASCI SICILIANI

 

nella immagine (forse dei fratelli Ximenes) il largo dove avvenne la strage di Caltavuturo il 20 gennaio 1937 oggi ricordata con una lapide ai caduti.af

da Francesco Fustaneo  su “controlacrisi”

Il movimento dei Fasci Siciliani. Una verità messa a tacere – ControLaCrisi.org

www.controlacrisi.org

Che la storia, in ogni epoca e luogo la scrivessero i vincitori l’avevo sempre saputo, ma constatarlo personalmente ha avuto un’ impatto emotivo molto forte. La prima volta che la mia strada si intrecciò con la storia del Movimento dei Fasci siciliani Continua a leggere
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Costituzione, non si può giocare col fuoco

Costituzione, non si può giocare col fuoco

 

Pubblichiamo di seguito un documento con cui Libertà e Giustiziaannuncia una grande mobilitazione in difesa della Costituzione e della Repubblica parlamentare. Prima di luglio si terrà un incontro organizzativo fra tutte le associazioni -tra queste l’ANPI Nazionale – che hanno partecipato all’iniziativa del 2 giugno a Bologna:

 “Sono stati superati i confini della legalità e della decenza costituzionale. Adesso è l’ora di raccogliere attorno a un unico obiettivo tutte le forze, le associazioni, i movimenti che scelgono di opporsi allo scardinamento della repubblica parlamentare (…)

Da ANPI NEW

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A BOLOGNA SMURAGLIA: DIFENDIAMO LA COSTITUZIONE. NO AL PRESIDENZIALISMO

DA ANPI NEW  

NOTAZIONI DEL PRESIDENTE NAZIONALE ANPI

CARLO SMURAGLIA:

► A Bologna, promossa da Libertà e Giustizia, con l’adesione di oltre cento

associazioni, fra cui – tra le prime l’ANPI – si è svolta ieri, 2 giugno, una

importante manifestazione con un titolo significativo “Non è cosa vostra”, per

contrastare i progetti di riforme Costituzionali che stanno emergendo in scala

governativa. La piazza era pienissima, in una giornata di sole, che non riusciva a

contenere l’entusiasmo e la volontà di impegno di tante donne e uomini convenuti

da tante parti dell’Emilia, della Romagna, della Toscana ed anche da Regioni più

lontane.

Una giornata festosa, ma anche di riflessione e soprattutto di impegno, in cui si

sono succeduti dal palco, tutti applauditissimi, gli interventi di Zagrebelsky,

Rodotà, Settis, Dalla Chiesa, Smuraglia, Landini, Pace, Carlassare, Giulietti,

Camusso e molti altri che mi spiace di non poter richiamare, tutti, in questa sede.

In ognuno, il proposito di ritrovarsi e di dare continuità al movimento, nelle forme

che verranno concordemente definite. Insomma, una bellissima manifestazione,

seria, impegnativa e combattiva.

Ritengo utile pubblicare di seguito il testo del mio discorso, non per esibirlo, ma

perché è utile ripercorrere il cammino che finora è stato seguito, riflettere sui

pericoli, verificare le prospettive, e farlo insieme è certamente di grande rilievo.

Naturalmente, dato che c’erano molti oratori, il discorso in piazza è stato un po’

sintetizzato, restando ferma la sostanza.

“Ad una magnifica manifestazione come questa, che oltretutto cade in un giorno in cui

solitamente festeggiamo la Repubblica e la Costituzione e che oggi assume un valore

particolarissimo, non poteva mancare la presenza e l’apporto di una Associazione come

l’ANPI che ha fatto della difesa ed attuazione della Costituzione uno dei suoi contenuti ed

obiettivi basilari.

Noi siamo contrari al sistema “costituente” che ci viene proposto e minaccia di esserci

imposto, perché questa Costituzione può certamente essere modificata col normale sistema

previsto dall’art. 138 della Costituzione nei pochi punti sui quali ci sono già convergenze

essenziali, ma non può e non deve essere stravolta nei suoi contenuti e nella struttura

complessiva non solo della prima, ma anche della seconda parte.

Oltretutto, di questo “ processo costituente” non c’è necessità ne tanto meno urgenza. Ci

hanno detto che questo Governo, davvero eccezionale nella sua composizione, avrebbe

dovuto fare poche cose estremamente necessarie ed urgenti (prima di tutto la riforma della

legge elettorale e pressoché insieme provvedimenti immediati per uscire dalla gravissima

emergenza sociale che il Paese sta dolorosamente vivendo).

Invece, la legge elettorale è stata collocata dopo il lungo processo “riformatore” che si

ipotizza, mentre tardano a venire quei provvedimenti decisivi per l’attività produttiva, per il

lavoro, per lo sviluppo che il Paese attende da mesi e che non possono essere ulteriormente

differiti.

Sembra invece, a leggere le cronache, che il problema principale sia quello del

presidenzialismo o quello di attribuire più poteri all’esecutivo. Tutte cose che non hanno

fondamento e che vanno vigorosamente contrastate.

Ero già preoccupato di fronte alle incognite di un Governo composto da forze in gran parte

inconciliabili. Ma poi lo sono diventato ancora di più quando ho letto il discorso di

insediamento del nuovo Presidente del Consiglio. Per la verità vi ho subito cercato, ma

invano, la parola “antifascismo”; in compenso ne ho trovate altre, davvero preoccupanti.

Le ricordo sinteticamente: Continua a leggere

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Ricordando Francesco Lo Sardo nell’anniversario della morte

 

150° Unità d’Italia

Le città di Naso e Capo d’Orlando

onorano la memoria del concittadino

On. Avv. F. LO SARDO

che negli anni della comune territorialità rappresentò nel Parlamento

istanze di libertà e democrazia,

pagando con la vita l’avversione al regime.

A imperitura memoria *17 dic. 2011

lapide affissa sulla facciata del Comune di NASO

nell’anniversario della morte nel carcere fascista di Poggioreale a Napoli 30 maggio 1931, con piacere pubblichiamo questo articolo della Professoressa Franca Sinatra Brisca dalla rivista “Centonove”.

Omaggio all’On. le Francesco Lo Sardo nell’anniversario della morte 31 maggio 1931 – 2013

 

Spigolature dall’Epistolario dal carcere. In una Ballata – testo inedito per cantastorie –  la ricostruzione immaginaria della morte dell’unico figlio Ciccinuzzo, travolto nel terremoto di Messina 1908.

 

Di Franca Sinagra Brisca

 

Subito a sinistra per chi entra nel Gran Camposanto di Messina, si incontra la tomba di famiglia dei Lo Sardo e balzano all’occhio, su due stele affiancate, le sculture di un ragazzino accovacciato e del busto possente del padre, mentre ai loro piedi è la lastra di Teresa Fazio moglie e madre; lì un libro aperto porta incisi alcuni versi dal carducciano “Pianto antico”.

L’evento sismico disastroso della notte del 28 dicembre 1908, prossima ai festeggiamenti del capodanno, segnò indelebilmente anche la vita dei coniugi Lo Sardo. Nell’Epistolario il padre ripetutamente ricorda “…la sacra memoria del figlio…il nostro adorato e non mai a bastanza rimpianto Ciccinuzzo…ferita sempre viva e sanguinante”.

Da quella catastrofe  si sviluppò la  battaglia politica condotta dall’Onorevole contro le truffe sugli aiuti alla ricostruzione edilizia, la stessa che gli costò la messa al bando e l’acredine delle classi borghesi fasciste in combutta con l’ordine ecclesiastico, sfociate  nella vendetta giudiziaria che lo condannò innocente a morire di stenti in carcere: “Che cosa abbiamo goduto noi della vita! Lotte, guerre, terremoti…di fronte a cui questa mia immeritata prigionia non è che un piccolo incidente”.

La vicenda politica del Nostro fu opposta all’attuale situazione giudiziaria di troppi nostri politici, e sembra indurci a credere che la loro demagogia difensiva si alimenti anche della diffusa ignoranza di quest’esempio eroico di ingiusta condanna, trasformata a morte per stenti,  comminata all’On. le Lo Sardo vero perseguitato politico storico.

E’ indicativo tener conto anche del fatto che, lui in carcere, fu defraudato dal governo fascista che varò come proprio il programma da lui proposto sui mutui edilizi. Combattente volontario nella Grande Guerra, contemporaneo di A. Gramsci di cui fu compagno nel carcere di Turi, il nasitano avvocato F. Lo Sardo scrisse un epistolario dei più limpidi per correttezza morale e umanità.

Al figlio quasi quattordicenne era stato dato (usanza tassativa all’epoca verso i primogeniti) lo stesso nome del padre: Ciccinuzzo. Un nome che nel doppio diminutivo tipico del dialetto siciliano, ricorda ancora l’infanzia, i giochi, le vacanze a Naso e a Galati (paesi sui Nebrodi), e suscita impressioni di parentela familiare  numerosa (la tribù, a detta dell’Onorevole), di viaggi e incontri, di avvenimenti gioiosi, di sapori e di dolciumi in occasione della festa di quel fine d’anno 1908. Molti giovani rampolli Lo Sardo che erano appena giunti festosi dalla costa tirrenica  a Messina  ospiti dei parenti, quella notte furono travolti dal sisma; in casa Lo Sardo per generosa cortesia il letto di Ciccinuzzo fu offerto alla giovane nipote galatese Maria, scambio decisivo per la morte del ragazzo e la salvezza della parente.  Il ragazzo restò figlio unico e il lutto non fu mai accettato dal dolore dei genitori, che nelle frequenti visite alla tomba per l’omaggio dei fiori freschi, rinnovavano il colloquio col figlio per una specie di continuità con l’impegno delle cure genitoriali, così nella lettera a Teresina “Io ti vedo da qui dinanzi alla cara effigie circondata di fiori e di verde, io ti vedo piangere le stesse lacrime che io piango e che sono di amarezza e di conforto insieme.” Anche la stima, l’affetto e il completo affidamento che il carcerato diede al nipote omonimo avv. Ciccino Lo Sardo, suggeriscono ancora la ricerca della figliolanza ingiustamente interrotta.

La seguente narrazione immaginaria degli avvenimenti di quella tragica notte 1908 incentra nel figlio l’omaggio per l’odierna ricorrenza della morte del padre On. le Francesco Lo Sardo martire di libertà, rinnovando la memoria di una delle storiche vicende che segnarono il corso della sua vita.

Di Franca Sinagra Brisca                                                  Padova, aprile 2013

 

 

Pianto per Ciccinuzzo Lo Sardo.

Testo per cantastorie.

 

1. ( è il ragazzino che parla)

Festosamente è vigilia

Sta per finire quest’anno

Con noi c’è babbo in famiglia.

Arriverà il Capodanno

Notte di sonno e poi veglia

Giunti i parenti a Messina

Ci sorprenderà meraviglia,

Ma a noi il destino è rovina.

Ritornello:

2.  Non giostra fu non girotondo

La stanza balla a me intorno

Terremoto mi graffierà

Maremoto mi strapperà.

Dove sei mà, dove sei pà

Voi siete là, io muoio qua.

Rotolo sbatto scompiglio

L’onda travolto ha tuo figlio!

3. ( recitato: Sui genitori abbattuti)

Balza e rincalza il terrore

Urlan nel grande fragore

Voglion le braccia afferrare

L’ombra del figlio al passare.

“Ciccinuzzo… sei salvato?”

( recitato: Scavano lenti piangendo )

“Dove ti sei accucciato?”

Ecco trovato… ( recitato: Ciccinuzzoooo) dormiente

D’un duro sonno incosciente ( recitato: noooo)

 

Ritornello

4.

Gli amici son tutti morti.

Strazio infinito, stravolti,

Del terremoto signore

Stanno fissando il furore

Annichilisce la gente

Un attimo solamente

Sopravvissuti per caso

Vedon del mondo l’occaso!

Ritornello

5.   (recitato: Nel  Gran Camposanto a Messina)

Ciccio ha una tomba con scritto

Tutto l’amore del padre.

Bello è quel  figlioletto

Dentro la statua; la madre

Porta dei fiori in bocciolo

Plange il suo unico frutto

Vive pensando al figliolo

Or che il marito anche è morto.

Ritornello

Epilogo.   Seconda parte finale della ballata: Il papà di Ciccinuzzo, appena morto a Poggioreale,  è andato incontro al figlioletto e i due si sono finalmente ritrovati per stare sereni e appagati da reciproco amore.

 

6. ( recitato: Ciccinuzzo, tuo padre ti ha raggiunto)

Eccomi, figlio, arrivato

Carcere duro  all’avvocato

Prendi adesso la mia mano,

Ché mi hanno assassinato,

Ai contadini in rivolta

Tolta i fascisti han la scolta.

Noi martiri di libertà

Noi vendicati saremo

La Resistenza vincerà

E crolleranno allo stremo

Re dittatura e fascisti (recitato: mai più!)

Repubblica coi comunisti (recitato: lavoro / uguaglianza / libertà!)

 

7.(coda)   Svegliati amore ilare

Dammi ‘a manuzza  felice

Babbo t’aiuta ad andare

Or l’avvenir ci predice

Rosso in futuro un gran sole!

Con  Falce  Libro e  Martello

Nel novo  mondo alla prole

Ogni compagno è fratello!


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NO MUOS DIFENDIAMO IL DIRITTO ALLA VITA E ALLA PACE

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