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- L'ANPI di Bolzano annuncia un esposto contro il post, con citazione di Goebbels, di un consigliere comunale di FdITutti i dettagli su https://www.ansa.it/amp/trentino/notizie/2025/06/23/anpi-alto-adige-annuncia-esposto-contro-post-con-goebbels_1ecc22be-3150-4139-8398-a64cf26a091a.html
- Pagliarulo: "L'irresponsabilità di Trump mette a rischio la pace mondiale. Il governo italiano non dia disponibilità per l'uso delle basi NATO e americane"«L’attacco ai siti nucleari segna in modo indelebile l'avventurismo e l'irresponsabilità di Trump al servizio della politica bellicista e criminale di Netanyahu, è una catastrofica violazione del diritto internazionale, sancisce che l'Iran è il Paese aggredito. È possibile ora un'espansione del conflitto che coinvolga il Pakistan, potenza atomica. L'eventuale ritorsione iraniana col blocco dello […]
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- "Condanniamo l'aggressione israeliana all'Iran e lanciamo un appello affinché l'Italia ne richieda la fine e vengano aperti i valichi ai soccorsi umanitari e si cessi immediatamente il fuoco a Gaza""La Segreteria nazionale ANPI condanna con gravissimo allarme l’aggressione di Israele nei confronti dell’Iran in violazione di qualsiasi norma del diritto internazionale e della convivenza fra i popoli. Non è in discussione la odiosa natura teocratica e oscurantista del regime di Teheran. Sono in discussione i fondamenti della pace mondiale e della coesistenza fra popoli […]
- Pagliarulo: "Il governo Netanyahu è una minaccia alla pace mondiale. Basta con l'appoggio ad Israele, basta con l'accordo di libero scambio commerciale, basta con l'invio di armi. L'Italia e l'Ue riconoscano finalmente lo Stato di Palestina"Dall'intervento di ieri 15 maggio a Monte Sole, al termine della Marcia "Save Gaza", del Presidente nazionale ANPI Gianfranco Pagliarulo: "E' chiaro o non è chiaro che la la terza guerra mondiale è dietro l'angolo? Il governo Netanyahu è una minaccia alla pace mondiale. Dopo l'attacco all'Iran, dopo Gaza, la Cisgiordania, dopo 2 anni di […]
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Memoria e Libertà
Pubblicato in ANTIFASCISMO, Lotte contadine, memoria, Movimento Fasci Lavoratori Siciliani, Resistenza
Contrassegnato Domenico Stimolo, Nunzio Di Francesco
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I QUADERNI DELL’ANPI PALERMO
Dopo “Nicola Barbato” a cura di Vittorio Riera e “Memorie di Cefalonia” di Giuseppe Benincasa nuova edizione a cura di Franco Ciminato dopo quella esaurita curata da Pippo Oddo, è uscito un nuovo volume della collana dei Quaderni dell’Anpi Palermo.
Vi segnaliamo anche “La violenza e il coraggio Donne, Fascismo, Antifascismo, Resistenza ieri e oggi” atti del convegno nazionale del 16 marzo 2013 a Milano con gli interventi, tra le altre, di Maria Letizia Colajanni e di Giusy Vacca dell’ANPI Palermo.
“Dai Fasci siciliani alla Resistenza” con i contributi di Gonzalo Alvarez Garcia, Carmelo Botta, Giusto Catania, Angelo Ficarra, Francesca Lo Nigro, Giuseppe Carlo Marino, Rino Messina, Adolfo Rossi, Umberto Santino, Ottavio Terranova.
Pubblicato in ANTIFASCISMO, Lotte contadine, memoria, Movimento Fasci Lavoratori Siciliani, Resistenza
Contrassegnato "Dai Fasci Siciliani alla Resistenza", Adolfo Rossi, Angelo Ficarra, Carmelo Botta, Francesca Lo Nigro, Giuseppe Benincasa, Giuseppe Carlo Marino, Giusto Catania, Giusy Vacca, Gonzalo Alvarez Garcia, Maria Letizia Colajanni, Rino Messina, Umberto Santino, Vittorio Riera
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Martedì 29 aprile a Roma, al Teatro Eliseo, dalle ore 16:30
“Riforme, rappresentanza, coerenza costituzionale nel cambiamento:
una questione democratica”
Martedì 29 aprile a Roma, al Teatro Eliseo, dalle ore 16:30, manifestazione pubblica dell’ANPI sul progetto di riforma costituzionale ed elettorale all’esame del Parlamento
Interverranno:
CARLO SMURAGLIA, LORENZA CARLASSARE, STEFANO RODOTA’, GIANNI FERRARA
Antifascisti e democratici insieme per lanciare l’allarme contro un progetto che, unendosi ad una legge elettorale come quella che è stata approvata alla Camera ed al proposito di irrobustire i poteri del Presidente del Consiglio e del Governo, si risolverebbe (oltretutto) in una ulteriore e grave riduzione degli spazi di democrazia, che subiscono da tempo una lenta ma progressiva erosione e che, invece, l’ANPI considera intangibili, alla luce dei princìpi e dei valori costituzionali.
Troviamoci insieme con la voce delle radici, di quell’antifascismo e di quella Resistenza da cui la democrazia ha preso le mosse e da cui non è possibile prescindere.
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Contrassegnato Carlo Smuraglia, Gianni Ferrara, Lorenza Carlassare, Stefano Rodotà
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Memoriali
Riprerndiamo con piacere questa proposta del Centro Impastato per un memoriale laboratorio della lotta alla mafia mentre discutiamo di un Monumento Memoriale ai caduti per la Libertà, la Giustizia e la difesa della dignità umana
Umberto Santino per Repubblica Palermo
Palermo risponderà a Berlino? Il Memoriale-laboratorio della lotta alla mafia
Su queste pagine Augusto Cavadi , dopo aver raccontato “cosa succede a Berlino”: cittadini che non buttano cartacce per terra, pagano regolarmente il biglietto sull’autobus, rispettano le regole e altre stranezze inconcepibili per molti palermitani, descrive quelle che potremmo chiamare le “infrastrutture della memoria” che ricordano la storia del nazismo e dell’Olocausto e propone di fare qualcosa del genere a Palermo, richiamando un progetto del Centro Impastato. Il Centro da anni propone di creare un Memoriale-laboratorio della lotta alla mafia. Di recente Pif, fresco reduce dal successo del suo film, ha chiesto a Telecom Italia di realizzare un Museo dell’antimafia e la sua richiesta quasi certamente avrà un seguito (già ci sono offerte di spazi). Il problema non è il nome, che potrebbe essere quello proposto dal Centro o un altro (qualcuno ha proposto, più sinteticamente: No Mafia Museum), ma la qualità del progetto.
Un museo all’antica, con immagini di delitti mafiosi e di manifestazioni contro la mafia attaccate alle pareti, non credo che sia utile. Pensiamo a una struttura polivalente che sia insieme: percorso museale sulla mafia e sull’antimafia (l’abbiamo delineato nella cartella dal titolo “Mafia e antimafia ieri e oggi” e nel progetto di mostra “Fare memoria” che sposa i criteri della museologia moderna che privilegia l’interattività, come accade per esempio al Memoriale degli ebrei vittime del nazismo di Berlino che anch’io ho visitato qualche anno fa); itinerario didattico (utilizzando i materiali prodotti dalle scuole con cui operiamo da molti anni e con cui operano altre associazioni e fondazioni); biblioteca e archivio di documenti (verseremmo i materiali raccolti in 37 anni di attività); cineteca e videoteca (c’è un repertorio vastissimo che va adeguatamente decrittato e un libro, dal titolo Mafiamedia, scritto da un giovane studioso, Andrea Meccia, e con l’introduzione di chi scrive, in corso di stampa preso l’editore Di Girolamo, aiuta a farlo); istituto di ricerca (in continuità con le nostre attività documentate in decine di pubblicazioni, e in collegamento con l’Università e altri istituti di ricerca a livello locale, nazionale e internazionale); luogo di incontro e di progettazione. In breve: uno spazio da vivere e non solo da visitare.
La proposta, presentata all’Amministrazione comunale e alla Regione (che nel 2010 ha costituito un comitato per la creazione di un Museo della memoria e della legalità, ben presto arenatosi), ha raccolto molteplici adesioni, da Francesco Renda, grande storico della Sicilia e delle lotte contadine dai Fasci siciliani al secondo dopoguerra, recentemente scomparso, alla Cgil, di fondazioni e associazioni, tra cui Addiopizzo, Libero Futuro, CRESM Belice/Epicentro, Salvare Palermo, Lega Ambiente (iniziative che si legano alla nostra “campagna della memoria” le stiamo conducendo con l’ANPI), e si è avvalsa della collaborazione e potrebbe contare sulla disponibilità di operatori culturali con una lunga esperienza sul terreno degli allestimenti di gallerie e di mostre. Per noi si potrebbe partire anche subito.
Abbiamo indicato anche spazi che potrebbero essere utilizzati: un capannone ai Cantieri culturali della Zisa o alla Fiera del Mediterraneo (al cui riuso ha mostrato interesse l’Associazione degli imprenditori), un palazzo nel centro storico, per esempio il palazzo delle Finanze, di recente abbandonato, che sorge nel luogo in cui erano le carceri della Vicaria, ma ce ne sono molti altri.
Abbiamo pensato anche a un bene confiscato alla mafia e c’era stato assegnato il villino in cui ha trascorso gli ultimi anni di latitanza Totò Riina; l’abbiamo visitato e, pur avendo presente il grande valore simbolico, abbiamo constatato che è inadeguato, troppo decentrato e di difficile accesso, e ci abbiamo rinunciato anche perché avremmo dovuto restaurarlo a nostre spese (il Centro non ha mezzi adeguati, poiché è totalmente autofinanziato).
Inoltre, con Salvare Palermo, abbiamo più volte proposto di attuare la proposta di Rosario La Duca di un Museo della città e le due proposte erano entrate nel programma presentato per la candidatura di Palermo capitale europea della cultura 2019, purtroppo non accolta. Gli amministratori, redigendo il programma, assicuravano che esso sarebbe stato realizzato, a prescindere dall’accettazione della candidatura. Hanno intenzione di mantenere quell’impegno?
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Contrassegnato "Comitato di Liberazione", Centro Impastato, Giuseppe Carlo Marino, Umberto Santino
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IL MANIFESTO: Pd, fermate il ddl senato. Ce lo chiede l’Anpi
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Contrassegnato IL MANIFESTO 9 APRILE 2014
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“IO PARTIGIANA” Incontro con Lidia Menapace”
ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA
COMANDANTE BARBATO – PALERMO
I N V I T O
MARTEDI 15 APRILE ALLE ORE 17,30,
LA PARTIGIANA LIDIA MENAPACE PRESENTERA’ PRESSO LA SEDE
DELLA RAI SICILIA VIALE STRASBURGO, IL SUO ULTIMO LIBRO:
“ IO PARTIGIANA” La mia Resistenza
VI INVITIAMO A PARTECIPARE E A DIFFONDERE QUESTO MESSAGGIO
Nella mattinata del 15, Lidia Menapace incontrerà gli studenti di Palermo
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Contrassegnato "IO PARTIGIANA", ANPI Palermo, Lidia Menapace
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IMPORTANTISSIMA PRESA DI POSIZIONE SULLO SCANDALOSO INCONTRO DI BERLUSCONI CON NAPOLITANO AL QUIRINALE
—-Messaggio originale—-
Da: ufficiostampa@anpi.it
Data: 03/04/2014 11.54
Il Presidente Nazionale dell’ANPI:
” la presenza di Berlusconi al Quirinale inquieta e preoccupa perché suona come pressione anche alla magistratura”
Quando ho sentito che Berlusconi si era recato ancora una volta al Quirinale e si era a lungo intrattenuto col Presidente, non ci volevo credere, tanto una cosa del genere mi sembrava – e mi sembra – lontana dal mio pensiero e, spero dal pensiero di tanti cittadini e dell’intera Associazione che presiedo.
Ci sono detenuti nelle carceri che scontano pene, magari meritate; cosa devono pensare di un condannato per gravi reati che frequenta liberamente i palazzi del potere, per il quale il Tribunale di sorveglianza non decide da mesi una sorte imposta da una sentenza definitiva e dalla legge?
E cosa può pensare il cittadino comune, incensurato e privo di problemi giudiziari, come me, che ha chiesto da parecchi giorni un incontro ad un Ministro per parlare di un problema importante (e lo ha fatto non a nome suo, ma a nome di una gloriosa Associazione come quella dei Partigiani di Italia) ed ancora attende una risposta? Nelle istituzioni, c’è tempo per un condannato e non per una importante Associazione?
Né mi interessa l’oggetto del colloquio. La presenza al Quirinale di un personaggio che proprio sui giornali di ieri poneva un’alternativa (“o ricevo una tutela contro gli attacchi giudiziari o faccio cadere tutto”), ha di per sé un significato, che va contro ogni concezione civile ed etica della politica e suona come pressione anche sulla Magistratura, che dovrà sciogliere il nodo conclusivo in un’udienza ormai prossima.
Conosciamo i precedenti: un anno fa, quando si entrò in campagna elettorale, furono rinviati i processi di Berlusconi, per consentire un sereno svolgimento della campagna elettorale e la possibilità per l’imputato di parteciparvi. E non fu una cosa bella. Qualcuno sta pensando che l’esperienza possa essere ripetuta?
Noi speriamo di no: se accadrà qualcosa di simile, lo considereremo uno strappo alla giustizia, all’uguaglianza e ad altri valori consacrati nella Costituzione. L’ANPI non farà le barricate, né inscenerà manifestazioni di piazza: ma su tutte le piazze d’Italia, il 25 aprile, nel ricordare i Caduti per la libertà e nel rivolgere a loro un pensiero affettuoso e grato, diremo loro a gran voce e con immensa tristezza: “questa non è l’Italia che avete sognato e per la quale avete combattuto ed immolato la vostra vita”.
Carlo Smuraglia – Presidente Nazionale ANPI
Roma, 3 aprile 2014
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SMURAGLIA sul progetto di “abolire” il Senato
NOTAZIONI DEL PRESIDENTE NAZIONALE ANPI
CARLO SMURAGLIA:
► Sul progetto di “abolire” il Senato: un problema delicato e complesso, da
affrontare con ponderazione e con rispetto per la Costituzione
Sono costretto a tornare ancora una volta sulla questione della cosiddetta “abolizione” del
Senato.
Riassumo le osservazioni che ho già fatto in precedenza, per maggiore chiarezza:
a) esistono dubbi sulla legittimità di questo Parlamento ad eliminare addirittura una delle due
Camere; quanto meno si dovrebbe porre il problema della “opportunità” che questo
Parlamento faccia riforme così impegnative sul piano costituzionale; Continua a leggere
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Contrassegnato #abolizione Senato#, ANPINEW;, Carlo Smuraglia
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Il ricordo della partigiana Graziella Giuffrida
Il ricordo della partigiana Graziella Giuffrida
«Questa giunta dia un segnale di diversità»
Originaria di San Cristoforo, si trasferisce giovanissima al Nord per insegnare. Ma lì aderisce anche come volontaria alla Resistenza. Trovata armata da un gruppo di tedeschi, viene uccisa il 24 marzo del 1945. Dal 2003 l’associazione dei partigiani etnea si batte per intitolarle una strada. Impossibile perché esiste già una via Fratelli Giuffrida, dedicata a lei e al fratello. Senza nomi né descrizione
Via Fratelli Giuffrida è una traversa di via Plebiscito, a 50 metri circa dalla chiesa dei Cappuccini. La targa non riporta nient’altro e così sono in pochi i catanesi a sapere che quella strada è in realtà intitolata a Graziella e Salvatore Giuffrida, due giovani etnei uccisi durante la lotta di liberazione dal nazifascismo. Una polemica cominciata nel 2003 e mai sopita con le diverse amministrazioni comunali catanesi che si sono succedute negli anni, ma ancora più viva oggi nell’anniversario della morte della giovane, uccisa il 24 marzo 1945. Impossibile, nonostante le cinquemila firme a sostegno della proposta, intitolarle una strada perché ne esiste già una, seppure quasi anonima, dedicata a entrambi i fratelli. «Ma il Comune potrebbe almeno avere cura di prendere uno scalpellino per fare aggiungere i nomi dei due e spiegare chi sono: martiri per la libertà», commenta Domenico Stimolo, per diversi anni responsabile organizzativo dell’Anpi Catania.
Graziella Giuffrida era nata nel quartiere San Cristoforo nel 1924. A vent’anni lasciò Catania per andare a fare la maestra al Nord, dove si unì come volontaria alle squadre di Azione partigiana. Ma un incontro ravvicinato con un gruppo di soldati tedeschi su un tram le costò la vita. «Lei bella e giovane, loro stronzi e basta cominciarono ad importunarla e lei reagì e loro, stronzi e vigliacchi, le misero le mani addosso e addosso le trovarono una pistola – racconta il docente in pensione e scrittore etneo Elio Camilleri nella sua scheggia dedicata alla donna – Gli stronzi e vigliacchi l’arrestarono e la torturarono e la violentarono e poi gli stronzi e vigliacchi e, ora anche assassini, l’ammazzarono e la buttarono in un fosso». Era il 24 marzo 1945. La stessa sorte toccò anche al fratello Salvatore.
La vicenda, mai dimenticata da alcuni catanesi, torna di attualità nel 2003 quando l’allora giunta di Umberto Scapagnini propone una rosa di tre nomi per l’intitolazione di altrettante strade. Tra questi c’è il nome di Filippo Anfuso, «braccio destro di Galeazzo Ciano, il ministro degli Esteri che trattava con la Germania fino all’aprile del ’45», spiega Stimolo. L’associazione dei partigiani catanesi non ci sta e propone tre nomi alternativi di concittadini, con cinquemila firme a sostegno: Graziella Giuffrida, Giuseppe Di Stefano – tenente della IX armata in Grecia che collaborò con i partigiani ellenici – e Francesco Martelli – maggiore di cavalleria che organizzò il movimento partigiano in Friuli. «Ma l’amministrazione proseguì sulla sua linea e la richiesta rimase congelata», racconta Stimolo.
Qualche anno fa, fu lo stesso assessore all’Ambiente e alla mobilità Saro D’Agata, allora all’opposizione, ad avanzare di nuovo la richiesta per Graziella Giuffrida. In quell’occasione si scoprì come fosse impossibile realizzare un presunto doppione con la via Fratelli Giuffrida. Che, in ogni caso, resta ancora senza nomi né descrizione. «In generale, se l’amministrazione volesse scegliere dei nuovi concittadini per dedicare loro delle strade, vorrei far presente che basterebbe attingere alla lapide che c’è nell’atrio del chiostro del palazzo comunale che riporta una trentina di nominativi di partigiani catanesi che morirono per la Resistenza – conclude Domenico Stimolo – Sarebbe davvero un segnale di diversità, specie in vista del 25 aprile».
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