ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA
COMANDANTE BARBATO PALERMO
ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA
COMANDANTE BARBATO PALERMO
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La Campagna promossa da EPSU sindacato europeo dei servizi pubblici è mirata a promuovere presso la Commissione Europea, attraverso la raccolta di almeno un milione di firme in 7 Paesi U.E. il diritto all’Acqua pubblica e per fare avanzare in Europa un modello di Democrazia e partecipazione fondato sui diritti di cittadinanza. |
ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA
COMANDANTE BARBATO – PALERMO
Oggi ricordiamo un momento terribile della barbarie fascista e nazista, violenza bestiale che ha sempre accompagnato, subalterna, gli esiti brutali della crisi del capitalismo
…..16 ottobre, la data che per gli ebrei romani e italiani, e per tutti gli italiani più rappresenta l’immagine della Shoah in Italia. Domani saranno consegnati alla Comunità Ebraica di Roma i documenti ritrovati nell’archivio di Bad Arolsen che riguardano i trecentocinquanta bambini ebrei deportati da Roma fra il 16 ottobre 1943 e il giugno 1944. Quei bambini non hanno potuto raccontare né testimoniare, perché sono finiti subito nelle camere a gas, perché nessuno di loro è tornato. Quei bambini hanno avuto il destino che Hitler voleva riservare a tutti gli ebrei, scomparire senza lasciare traccia. Sono i non testimoni. Quelli sommersi nel primo istante. E quante generazioni perdute, da quei bambini assassinati prima di vivere, quanti figli e nipoti che non sono nati dopo di loro a percorrere la loro vita, crescere, imparare, amare, soffrire e gioire come tutti. Quei documenti non potranno dirci, come per altri, adulti, sopravvissuti al campo, come essi hanno compreso e vissuto il loro percorso di morte. Ma ci potranno raccontare chi erano, ricordarci il loro nome, sapere degli sforzi per ritrovarli fatti dai loro cari dopo la Liberazione, dare insomma anche un volto ai loro nomi.
Anna Foa, storica
dal portale dell’ebraismo italiano
Scriveva Luis Sepulveda che «un popolo senza memoria è un popolo senza futuro». La memoria aggrega, è il collante che unisce generazioni, la memoria è la base della storia e del civismo. Ma in Italia la memoria spesso cambia forma, muta la sua pelle, si plasma a seconda della forma e dei contesti. Lascia spazio, alle volte, a rigurgiti di nostalgia che in politica trovano terreno nei movimenti che si rifanno al fascismo. Che non solo vengono tollerati, ma che spesso sono incoraggiati anche dai pubblici amministratori e ufficiali.
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Come è successo a Isernia. Dove fra qualche settimana si discuterà l’appello contro una strana sentenza di condanna di cinque uomini e due donne avvenuta il 5 maggio scorso. Strana non tanto per l’entità della pena, otto giorni di reclusione poi trasformati in un’ammenda da 1350 euro per ciascun imputato, quanto per le aggravanti.
I FATTI, IN BREVE
Il 27 ottobre del 2011 nella città molisana si confrontano due gruppi. Da una parte Casa Pound e Gioventù Italiana del Molise, movimenti di estrema destra, dall’altra il Comitato antifascista molisano. Quest’ultimo protesta contro la decisione della Amministrazione provinciale di concedere l’uso di una sala pubblica «alle associazioni neofasciste» che hanno organizzato un incontro pubblico. Per questo chiede e ottiene il permesso dalla questura di poter organizzare un sit in davanti al palazzo della Provincia. C’è forte tensione quel giorno. Alimentata anche dai giornali locali che ipotizzano l’arrivo di black block. Eppure tutto fila liscio. Le disposizioni del comitato per l’Ordine pubblico sono rispettate alla lettera fino a quando un gruppo di antifascisti, circa quaranta, si stacca dal sit-in. Ma fanno pochi metri. Fronteggiati dalla polizia desistono e se ne vanno via cantando. I gruppi, dunque, non vengono a contatto. Ma tanto basta perché la questura identifichi sette del Comitato e li porti davanti a un giudice. La colpa? Aver disatteso le disposizioni della questura, con le aggravanti di aver gridato, come scrive il procuratore Federico Scioli nella richiesta di condanna, «slogan del tipo “il Molise è antifascista” e intonato la canzone “Bella Ciao”».
Manifestazione regionale/nazionale No MUOS, Niscemi 6 ottobre 2012

I venti di guerra soffiano nuovamente sul Mediterraneo; la Sicilia, da settant’anni occupata dall’esercito degli Stati Uniti, continua a subire un ruolo centrale nella strategia militare sia NATO che statunitense. A Niscemi proseguono senza sosta i lavori di costruzione del Muos, che attraverso le sue enormi parabole permetterà il flusso planetario delle informazioni militari; Sigonella
Capitale mondiale dei droni (Global Hawk, Predator, Reaper) è in prima linea nelle politiche di attacco, come avviene da tempo con le guerre in Iraq, Afghanistan, Libia, ecc.
Il Muos, in costruzione dentro la Sughereta di Niscemi, Sito di Interesse Comunitario, è nocivo per la salute dei siciliani; nel breve e medio periodo l’esposizione alle sue microonde provocherà gravissime patologie, come tumori di vario tipo, leucemie infantili, infarti, melanomi, linfomi, malformazioni fetali, sterilità, aborti, mutazioni de sistema immunitario ecc.; esso grava su un territorio già stuprato dal Petrolchimico di Gela e dalle 41 antenne della base della marina militare USA NRTF, operanti anch’esse all’interno della Sughereta, le cui emissioni elettromagnetiche violano sistematicamente, dal 1991, i limiti previsti dalla legge.
L’ambiente circostante l’installazione, per il raggio di decine e decine di km verrà progressivamente devastato e reso sterile, mentre l’agricoltura, patrimonio produttivo delle aree circostanti, subirà pesanti condizionamenti.
Il MUOS è capace di interferire con le strumentazioni tecnologiche dei voli civili sull’aeroporto di Fontanarossa (già sottoposto a servitù militare dalla vicina base di Sigonella); è la vera causa della mancata apertura dell’aeroporto di Comiso; è un ingombrante ostacolo per il rilancio dell’economia territoriale; è soprattutto uno strumento di guerra e di morte.
Noi, coordinamento regionale dei Comitati NO MUOS
– vogliamo che si revochi immediatamente l’installazione del MUOS e che si smantellino le 41 antenne NRTF.
– Vogliamo la smilitarizzazione della base americana di Sigonella, da riconvertire in aeroporto civile internazionale.
– Vogliamo che il governo, che taglia le spese sociali aumentando ogni genere di tasse e imposte per salvare il capitale finanziario ed il debito delle banche, tagli invece le spese militari.
– Vogliamo che la Sicilia sia una culla di Pace al centro di un Mediterraneo mare di incontro, di convivenza e di cooperazione tra i popoli.
Facciamo appello per una manifestazione nazionale su questi temi da tenersi a Niscemi sabato 6 ottobre con concentramento alle ore 14,30 presso SP10 Contrada Apa da dove un corteo sfilerà fino alla base NRTF; In serata ore 19,30 (concentramento largo Mascione) corteo in città con concerto e interventi in piazza V. Emanuele.
Coordinamento regionale Comitati No MUOS

«L’assoluta gravità sta nel fatto che le violenze, generalizzate in tutti gli ambienti della scuola, si sono scatenate contro persone all’evidenza inermi, alcune dormienti, altre già in atteggiamento di sottomissione con le mani alzate e, spesso, con la loro posizione seduta in manifesta attesa di disposizioni, così da potersi dire che s’era trattato di violenza non giustificata e punitiva, vendicativa e diretta all’umiliazione e alla sofferenza fisica e mentale delle vittime». Corte di Cassazione, Sentenza numero 38085

Il deposito del testo della sentenza della Cassazione sulle incredibili e indicibili violenze di cui si è macchiata la polizia col massacro effettuato a Genova 2001 nella caserma Diaz su cittadini inermi ci dice, tra l’altro, come viviamo un periodo con molti pericoli per la democrazia. Ancora una volta è la Magistratura italiana che fa supplenza al silenzio, non solo delle Istituzioni allora in mano alla destra berlusconiana che si vantava di avere sdoganato con i Fini, gli Storace, i Santanchè, la destra fascista e nostalgica, ma anche di certa politica in cerca di una identità e schieratasi dietro una generica condanna bipartisan della violenza. Così la Cassazione usa le giuste parole e dice che il massacro alla caserma Diaz a Genova nel 2001 ha ricoperto di vergogna l’Italia nel mondo intero.
Dopo questa sentenza ci aspettiamo che il capo della polizia di allora, De Gennaro, sia rimosso dall’incarico di governo che oggi ricopre nell’aria dei servizi segreti.
“LA PIU’ GRAVE SOSPENSIONE DEI DIRITTI DEMOCRATICI IN UN PAESE OCCIDENTALE DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE”
AMNESTY INTERNATIONAL
p.s. Solo alcuni giorni fa un canale della televisione italiana commentava una scena illuminante in cui si vedevano alcuni polizziotti che pestavano, dopo averlo messo a terra, un uomo: I polizziotti non si sono accorti che stavano pestando un collega che era stato infiltrato tra i black bloc.
DI FRONTE ALLA VERGOGNA DEL SACRARIO AL FASCISTA GRAZIANI CRIMINALE DI GUERRA CONDANNATO A 19 ANNI PER CRIMINI CONTRO L’UMANITA’ COSTRUITO CON I SOLDI DELLA REGIONE LAZIO NON POSSIAMO FERMARCI ALLA PROTESTA.
CHIEDIAMO UN INTERVENTO DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI ROMA PER REPRIMERE RAPIDAMENTE QUESTO REATO DI APOLOGIA DEL FASCISMO CHE OFFENDE LA STORIA DELLA NOSTRA REPUBBLICA NONCHE’ QUANTI CADDERO PER LA LIBERTA’ DAL FASCISMO E DAL NAZISMO.
QUESTO VOLGARE MONUMENTO FASCISTA FATTO, CON SPERPERO DISINVOLTO ORMAI BEN NOTO, CON I SOLDI DELLA REGIONE LAZIO DEVE ESSERE ELIMINATO
ANPI PALERMO CHIEDE UN INTERVENTO DEL GOVERNO PERCHE’ SI PROCEDA RAPIDAMENTE ALLA RIMOZIONE DI QUESTO MONUMENTO CHE OFFENDE, ANCHE A LIVELLO INTERNAZIONALE, LA CIVILTA’ E LA DIGNITA’ UMANA
CHIEDIAMO ALLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA DI INTERVENIRE A DIFESA DELLA COSTITUZIONE E ALLA SALVAGUARDIA DELLA DEMOCRAZIA
DI SEGUITO IL LINK AL SITO DELL’ANPI NAZIONALE SULLA PROTESTA ORGANIZZATA AD AFFILE
http://www.anpi.it/affile-protesta-contro-il-sacrario-al-fascista-graziani/
Riportiamo anche di seguito il link alll’articolo di Gian Antonio Stella sul Corriere
Quel mausoleo alla crudeltà
che non fa indignare l’Italia
Il fascista Graziani celebrato con i soldi della Regione Lazio Continua a leggere