sulla medaglia concessa di recente a Paride Mori

La Segreteria Nazionale dell’ANPI, richiamandosi alle recenti dichiarazioni del Presidente nazionale, Carlo Smuraglia (Newsletter ANPI n. 155 e 156), ritiene che rispetto al caso della medaglia al repubblichino Paride Mori – oltre che delle altre 300, a quanto si legge sulla stampa,  concesse nel corso degli ultimi anni – ci si trovi di fronte ad una applicazione della legge 92/2004 in netto contrasto con i valori, princìpi e norme della Costituzione.

Stante la gravità e inammissibilità di quanto accaduto, si chiede con forza alla Presidenza del Consiglio di sospendere temporaneamente l’applicazione della Legge suddetta e di dar luogo ad una indagine accurata, non solo sulla medaglia concessa di recente a Paride Mori (per la quale esistono già, comunque, elementi più che sufficienti per imporne la revoca), ma anche a quelle concesse negli anni precedenti a persone ritenute meritevoli del riconoscimento previsto dalla legge citata e che, invece, risulterebbero assolutamente in contrasto con le norme  e lo spirito della legge e della Costituzione. In ogni caso, nessun riconoscimento – né per questa legge né per altre – può essere attribuito a chi militò per la Repubblica Sociale Italiana, in nome di una  presunta pacificazione. Non c’è nulla da “pacificare”; c’è solo da rispettare la storia e la Costituzione, nata dalla Resistenza.

L’ANPI svolgerà ogni azione necessaria per ottenere i risultati più sopra indicati, in nome della verità e della giustizia; considerandosi fin d’ora mobilitata, in tutti i suoi organismi, per la difesa di princìpi e valori assolutamente imprescindibili. 

LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPI

Roma, 2 aprile 2015


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FIRMA ANCHE TU LA PETIZIONE POPOLARE PER LA REVOCA DELLA MEDAGLIA AL FASCISTA REPUBBLICHINO PARIDE MORI

PETIZIONE POPOLARE PER LA REVOCA DELLA MEDAGLIA AL FASCISTA REPUBBLICHINO PARIDE MORI 

Su change.org  la petizione “Al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, Al Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, Al Presidente del Senato Pietro Grasso: Revoca medaglia a Paride Mori”.
Paride Mori è il fascista repubblichino (di Traversetolo, PR) che combattè col grado di capitano nel Battaglione bersaglieri “Mussolini” della R.S.I. nelle zone del confine nordorientale e sotto il  comando diretto dei Tedeschi della Germania nazista, e che morì il 18 febbraio 1944 in provincia di Gorizia in uno scontro coi partigiani. Il 10 febbraio u.s. il vice primo ministro Delrio, la Presidente della Camera Boldrini, il  Presidente della Repubblica Mattarella, gli hanno dato una medaglia in quanto “vittima delle foibe”!
A questo convinto fascista, militare volontario nel ’44 a quarantadue anni, nessuna medaglia può essere data dalla Repubblica nata dalla Resistenza antifascista.
Sotto, il link per accedere alla petizione on line 

https://www.change.org/p/al-presidente-del-consiglio-dei-ministri-matteo-renzi-al-presidente-della-camera-dei-deputati-laura-boldrini-al-presidente-del-senato-pietro-grasso-revoca-medaglia-a-paride-mori?recruiter=49818198&utm_source=share_petition&utm_medium=email&utm_campaign=share_email_responsive

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LAPIDE IN MEMORIA DELLA STRAGE DI PALERMO 19 OTTOBRE 1944

PALERMO GIOVEDI’ 2 APRILE ORE 11,00

FINALMENTE DOPO 71 ANNI LA LAPIDE IN MEMORIA DELL’ORRENDA STRAGE DI PALERMO VERRA’ COLLOCATA DOVE LA STRAGE FU PERPETRATA IN VIA MAQUEDA DAVANTI AL PALAZZO CHE ALLORA OSPITAVA LA PREFETTURA DI PALERMO OGGI SEDE DELLA PROVINCIA.

CADE FINALMENTE IL TENTATIVO DURATO TANTI ANNI, L’ULTIMO EFFETTUATO DALL’ EX COMMISSARIO ALLA PROVINCIA CHE SI OPPOSE A CHE LA LAPIDE FOSSE COLLOCATA, DI NASCONDERE AI PASSANTI LE DIMENSIONI E L’EFFERATEZZA DI UNA FRA LE PIU’ CRUDELI STRAGI AVVENUTE IN ITALIA DURANTE LA II GUERRA MONDIALE.

LA LAPIDE COMMEMORA L’ASSASSINIO AVVENUTO IL 19 OTTOBRE DEL 1944 DI 24 CITTADINI INERMI, IN GRAN PARTE MINORENNI,  E DI BEN 158 CITTADINI FERITI A COLPI DI MITRA E DI BOMBE A MANO.

AD OPERARE LA STRAGE FU UN DRAPPELLO DI SOLDATI INVIATI DALLA QUESTURA, PERDURANTE IN ITALIA LA LOTTA DI LIBERAZIONE DAL NAZIFASCISMO.

LA CITTA’ DI PALERMO  E’ SEMPRE IN ATTESA DI UN SEGNO DI RESIPISCENZA DA PARTE DELLO STATO.

ANPI Palermo

af

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CGIL MEMORIA E IMPEGNO RICORDANDO CALOGERO CANGELOSI

MEMORIA E IMPEGNO, LEGALITA’ E FUTURO. RICORDANDO CALOGERO CANGELOSI, SEGRETARIO DELLA CAMERA DEL LAVORO, ASSASSINATO A CAMPOREALE LA SERA DEL 1° APRILE 1948 DALLA FEROCE MAFIA DI VANNI SACCO.

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antimafia: L’ALTRA RESISTENZA

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Manifestazione 25 aprile a Milano

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CARLO SMURAGLIA: le nostre posizioni di antifascisti e di combattenti per la libertà.

Ho appreso dalla stampa la notizia della consegna di una medaglia, in una sala della Camera dei deputati, dove si trovavano anche il Presidente della Repubblica e la Presidente della Camera, ad un fascista della Repubblica di Salò: Paride Mori. La notizia appariva così incredibile (e grave) che sono stato lieto di apprendere, da una dichiarazione emanata dalla Presidenza della Camera, che la Presidente Boldrini non aveva dato alcun premio, né aveva in alcun modo concorso ad individuare il nome del “premiato” tra quelli meritevoli di onorificenza (sono parole pressoché testuali del comunicato della Presidenza della Camera).

Altrettanto credo sia accaduto per il Presidente Mattarella, ma non è possibile anticipare nulla al riguardo, finché non ci sarà qualche comunicazione da parte del Quirinale.

Di certo, un’onorificenza è stata consegnata dal Sottosegretario Del Rio e dunque a nome della Presidenza del Consiglio. Anche il Sottosegretario ignorava tutto? Sembrerebbe impossibile; comunque, chi ha proposto e deciso quella onorificenza proprio nell’anno del 70° anniversario della Resistenza? A quali criteri ha obbedito la speciale Commissione che valuta per la Presidenza del Consiglio le onorificenze? È veramente difficile accontentarsi della prospettazione di un “errore”, a fronte di situazioni che imporrebbero una vera sensibilità democratica.

Pensiamo che su questo debba essere fatta chiarezza assoluta ed al più presto. Altrimenti dovremmo pensare che la Presidenza del Consiglio, che si propone di celebrare il 25 aprile e il 70° è disponibile, al tempo stesso, a riconoscere “i meriti” di chi militò dalla parte della dittatura, del fascismo, della persecuzione degli ebrei, degli antifascisti e dei “diversi”. Davvero, tutto questo appare inconcepibile; l’ANPI attende, comunque, chiarimenti precisi e definitivi e, soprattutto, che ognuno si assuma le responsabilità che gli competono. Dopo di che, prenderemo – a ragion veduta – le nostre posizioni di antifascisti e di combattenti per la libertà, che non conoscono né tentennamenti né ambiguità, ma si riconoscono nella vera storia del nostro Paese e nella Costituzione che lo regola e pretendono che altrettanto facciano le istituzioni

 

CARLO SMURAGLIA

Presidente Nazionale ANPI

 

Roma, 16 marzo 2015

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Graziano Delrio, presente alla cerimonia, tenta di fare retromarcia.

Una medaglia del governo è stata data a un militare fascista “in riconoscimento del sacrificio offerto per la Patria”.

È successo lo scorso 10 febbraio in occasione dei festeggiamenti per il Giorno del ricordo in cui si fa memoria delle vittime dei massacri delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Oggi il presidente della Camera Laura Boldrini ha innescato la miccia che ha fatto detonare una polemica senza precedenti. Così, mentre anche le autorità si affannano a cercare di capire come sia successo, garantendo che sarà presto fatta chiarezza, il governo si è subito affrettato a garantire che è disposto a una marcia indietro. “Se la commissione che ha vagliato centinaia di domande ha valutato erroneamente – ha assicurato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio – il riconoscimento dovrà essere revocato”.

Dopo Laura Boldrini (che aveva provato a sfilarsi addebitando al governo la scelta dei caduti da medagliare nella “giornata del ricordo”), ora anche il vicepresidente del Consiglio, Graziano Delrio, presente alla cerimonia, dice di aver firmato un provvedimento del cui merito non era a conoscenza.

Figura pessima doppia, insomma.

Il comunicato di ieri sera, dopo una giornata di incazzatura feroce da parte di mezza Italia (noi compresi), è il solito democristiano “non sono stato io” (risentirsi Caparezza, per capire). “Se la commissione che ha vagliato centinaia di domande ha valutato erroneamente, il riconoscimento dovrà essere revocato”. Continua a leggere

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Delrio. Medaglia d’oro al fascista assassino

Un insulto clamoroso alla Resistenza, alla Costituzione, a Bologna, alla memoria dei Partigiani e quindi all’origine stessa di questa Repubblicache sta ormai affondando nell’infamia.

VERGOGNA!!! Del Rio ha buttato giù la maschera!!!

A lanciarlo, premiando con la medaglia d’oro un fascista repubblichino, collaborazionista dei nazisti, un assassino inquadrato nelle Ss, la presidente della Camera e il vicepresidente del consiglio, quel Delrio che era stato addirittura sindaco di Reggio Emilia in virtù della sua apparente “democraticità” di democristiano “popolare”. La vera natura del regime si vede anche da queste cose. O forse si chiarisce in modo lampante, meglio di tante analisi, in un colpo solo, proprio da questo tipo di iniziative. Che sarebbe sbagliato considerare solo simboliche: sono invece un programma politico, una promessa di “reintegro” dei nazifascisti all’interno del sistema di potere e controllo.

Un’infamia clamorosa, che ha sconcertato persino il giornale più renziano del paese, quella Repubblica che rappresenta forse la perversione più autentica del “perbenismo” presuntamente “democratico”. Di seguito l’articolo con cui dà notizia dell’infamia commessa ieri.

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“Passaggio dalla migrazione come sofferenza, alla mobilità come diritto umano.

MESSAGGIO DI PALERMO AL MONDO!!!

“Passaggio dalla migrazione come sofferenza, alla mobilità come diritto umano. Le attuali previsioni internazionali – continua Orlando – garantiscono, ipocritamente, il diritto di emigrare, ma non garantiscono un corrispondente diritto all’ingresso, con uno specifico dovere di accoglienza da parte degli Stati. Anche se il permesso di soggiorno è previsto dalla legge, questo non significa che sia una buona cosa: anche la schiavitù e la pena di morte erano previste dalle leggi.

Terza ed ultima giornata oggi ai Cantieri culturali alla Zisa, del convegno internazionale, “Io Sono persona”, dove è stata approvata, su proposta del sindaco Leoluca Orlando, la “Mobilità umana internazionale – Carta di Palermo 2015”, per l’abolizione del permesso di soggiorno e per l’approvazione delle modifiche radicali alla legge sulla cittadinanza, in modo che vada verso un allargamento dei diritti degli essere umani.

“Questo è un giorno storico per la nostra città – ha detto il sindaco Orlando che ha concluso i lavori -. Il nostro è un atto per la storia. E’ tempo, quindi, che almeno l’Unione europea promuova l’abolizione del permesso di soggiorno sollecitando la Comunità mondiale al riconoscimento della mobilità di tutti gli esseri umani come un diritto, non soltanto al suo interno. Il nodo centrale è, pertanto, il passaggio dalla migrazione come sofferenza, alla mobilità come diritto umano. Le attuali previsioni internazionali – continua Orlando – garantiscono, ipocritamente, il diritto di emigrare, ma non garantiscono un corrispondente diritto all’ingresso, con uno specifico dovere di accoglienza da parte degli Stati. Anche se il permesso di soggiorno è previsto dalla legge, questo non significa che sia una buona cosa: anche la schiavitù e la pena di morte erano previste dalle leggi. Occorre, quindi, riconoscere il diritto alla mobilità, sia per quanto riguarda la possibilità di lasciare il proprio Paese, sia per quella di essere accolto. Inoltre bisogna accelerare l’iter per il rilascio della cittadinanza alle persone che nascono sul nostro territorio, occorrono tempi più rapidi. E’ singolare il fatto che noi, in due anni, abbiamo concesso più di mille cittadinanze e che, coloro che ci hanno preceduto, ne abbiano concesse appena una decina. Non occorre scomodare né dichiarazioni universali, né interventi di altri Paesi per procedere ad una riforma radicale della legge sulla cittadinanza, sempre rinviata da decenni, dal Parlamento italiano. Occorre – prosegue il sindaco di Palermo – riconoscere la piena equiparazione, a fini dell’accesso a tutti i servizi e anche di elettorato attivo e passivo, a cominciare dalle elezioni amministrative locali, di persone cittadini italiani e persone residenti stabilmente in Italia. Occorre ridurre i tempi e le pastoie burocratiche che ostacolano il riconoscimento della cittadinanza italiana, rimettendo alla discrezionalità più totale e sensibilità delle amministrazioni locali ridurre i tempi e la penosità delle procedure”

Orlando ha anche detto che la “Carta di Palermo 2015” “sarà oggetto di un’apposita seduta della Consulta delle Culture ed il testo sarà poi inoltrato al Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, a Papa Francesco, al presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, ai presidenti di Senato e Camera, all’Organizzazione delle Nazioni unite, a tutte le Agenzie internazionali, al presidente del Parlamento europeo, a quello della Commissione europea e, tramite l’Anci nazionale, a tutti i sindaci italiani e all’Ars, sperando di aprire un dibattito su questo argomento che porti all’avvio di una petizione europea che ponga sul tavolo della Comunità internazionale le questioni sulle quali abbiamo discusso in questi giorni che non sono più procrastinabili”. Continua a leggere

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