trattativa stato mafia

Per avere un quadro più ampio del dibattito suscitato da “La mafia non ha vinto” di Lupo e Fiandaca, abbiamo recuperto questo intervento di Umberto Santino del 10 aprile scorso sulla trattativa Stato mafia.

Umberto Santino / Centro Impastato

La mafia ha vinto o no?

“La mafia ha vinto”, proclamava Tommaso Buscetta confessandosi al giornalista Saverio Lodato, in un libro del 1999; “La mafia non ha vinto” è il titolo di un libro dello storico Salvatore Lupo e del giurista Giovanni Fiandaca da qualche settimana in libreria.

Temo che affermazioni così nette non riescano a cogliere una realtà che è un po’ più complessa. Possiamo dire che la mafia, in particolare Cosa nostra, dopo le stragi del ’92 e del ’93, proprio per gli effetti boomerang di quelle stragi, ha ricevuto colpi durissimi, con gli arresti e le condanne di quasi tutti i capi riconosciuti e di moltissimi gregari, ma non è il caso di cantare vittoria. Se va criticata la retorica secondo cui la mafia è invincibile, è “più forte di prima”, penso che non sia conveniente introdurre un’altra retorica, secondo cui la mafia è “alle corde” o, come si diceva nel dicembre del 2000, nel corso della conferenza di Palermo delle Nazioni Unite, la convenzione sul crimine transnazionale stipulata in quell’occasione era “il cappio al collo di un agonizzante”. Se la mafia siciliana è in difficoltà, l’accumulazione illegale è in buona salute e gruppi di tipo mafioso proliferano a livello mondiale, per gli effetti criminogeni dei processi di globalizzazione. Continua a leggere

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120° DEI FASCI SICILIANI TRA MEMORIA E ATTUALITA’

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Aiutiamo l’ANPI a difendere la democrazia

DONA IL 5 x 1000 + campagna abbonamenti 2014

Il 5×1000 all’ANPI

Destinare il 5 per mille della dichiarazione dei redditi 2014 all’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia è semplice:

  1. Nel quadro Scelta per la destinazione del cinque per mille dell’Irpef dei Modelli CUD, 730-1 e Unico
    apponi la tua firma solo nel primo dei sei spazi previsti, quello con la dicitura “Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale e delle associazioni riconosciute che operano nei settori di cui all’art. 10, c. 1, lett a), del D.Lgs. n. 460 del 1997
  2. Sotto la firma inserisci il Codice Fiscale dell’ANPI 00776550584

È importante firmare anche se il calcolo della tua Irpef è pari a zero o a credito. La ripartizione delle somme tra i beneficiari viene calcolata in proporzione al numero di sottoscrizioni ricevute da ciascun soggetto.
Quindi firma e fai firmare in favore dell’ANPI.

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“per un teatro d’impegno civile”

L’ANPI Palermo segnala con piacere questo appuntamento a cui vi invita a partecipare.

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STORIE E SAPERI DI RESISTENZA E LIBERAZIONE

MARTEDI’ 20 MAGGIO 2014 – ORE 18/20

Presso il Conservatorio “Vincenzo Bellini”, Via Squarcialupo, 45-Palermo

 

STORIE E SAPERI DI RESISTENZA E LIBERAZIONE

Oggi come ieri: no alle culture violente

Nell’ambito della X edizione del “Premio L. Grassi”, Nazionale & Speciale Provincia di RE

Incontro con gli studenti di Reggio Emilia Milano e Palermo promosso da: ANPI Palermo e ANPI Reggio Emilia

Patrocinio del Comune di Palermo

Collaborazione della Provincia di RE e di Solidaria onlus Palermo.

Andrea Gherpelli, Attore e Consulente artistico, proporrà letture dedicate al tema

 

All’incontro saranno presenti:

Antonella Azoti figlia di Nicolò e Giorgio Colajanni, figlio di Pompeo

 

PROGRAMMA

Ore 18:00:Saluto delle istituzioni

PROF. Giuseppe SILVESTRI, Pres. conservatorio “V. Bellini”, già Rettore UNIPA

M° Daniele FICOLA, Rettore del Conservatorio “V. Bellini”

Interventi:

Ottavio Terranova, Presidente ANPI PALERMO

Fiorella Ferrarini, Vice Presidente ANPI RE

Salvatore Cernigliaro, Presidente di Solidaria Onlus (PA)

Mario Conte, Consigliere della Corte d’Appello (PA)

Alessandro Gallo, Educatore di Teatro Civile per la legalità e Scrittore

Ore 20:00: Conclusioni di Giuseppe Carlo Marino, Prof. Ord. di Storia Contemporanea UNIPA

 

Concerto per la Liberazione, composto da Franco Vito Gaiezza al piano e Francesco La Bruna al violino, in omaggio a Giovanni Ortoleva, partigiano delle Madonie trucidato nel Vercellese, e a tutti i caduti per la Libertà

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ANPInews: 70° della fondazione dell’ANPI

Notazioni del Presidente Nazionale ANPI, Carlo Smuraglia:

 

Dunque, la Corte di Cassazione ha confermato definitivamente la condanna di Dell’Utri a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Ho detto “definitivamente” non per caso(…)

Quello che è accaduto in questi giorni, a Milano, è semplicemente colossale. Non mi interessa disquisire sul fatto se si tratta di una nuova Tangentopoli o della stessa. L’unica cosa che appare certa è che  adesso sembrerebbe trattarsi di Comitati di affari che lavorano per sé; e ci riescono, nonostante che ci sia stato assicurato, fin dall’inizio, che  in vista dell’Expo ci sarebbero stati controlli particolarmente intensi soprattutto sugli appalti(…)

A Milano, sabato scorso, sono state asportate tre corone collocate di recente sotto le lapidi dedicate a caduti per la Libertà. Un altro atto di inequivocabile matrice fascista (chi altro potrebbe anche solo concepire un atto del genere?), che fa il paio – del resto – con la manifestazione prettamente fascista svoltasi, ancora a Milano, pochi giorni fa(…)

 

 

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Gonzalo Alvarez Garcia: Ortega Y Gasset “Europa: meditazione sull’idea di nazione”

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Carlo Smuraglia: Confronto sulle riforme costituzionali

Non siamo conservatori, ma il cambiamento si realizza solo nel solco della Costituzione e nel quadro di una democrazia che si rafforza anziché ridurre gli spazi della rappresentanza

Carlo Smuraglia: Introduzione
(Roma, 29.4.2014,Teatro Eliseo)
Consentitemi, prima di tutto, di esprimere la mia emozione nel vedere questa bella sala
strapiena, con tante bandiere, fazzoletti dell’ANPI, ragazzi e ragazze, giovani e anziani,
di cui molti venuti da lontano (Sicilia, Sardegna, Piemonte, Veneto, Calabria, per dire
solo alcune delle provenienze); tutti col sorriso di chi è felice di incontrarsi, di ritrovarsi
insieme in una bella iniziativa della propria Associazione, su temi di grande importanza.
A tutti i presenti, che non sono solo iscritti all’ANPI, anche ai molti che non conosco,
che hanno ricevuto l’invito o semplicemente hanno visto i manifesti, un grazie di cuore
per la presenza qui, in una giornata importante e ricca di calore, anche se poi destinata al
ragionamento ed alle riflessioni più che sui dati puramente emozionali.
In questa sala c’è tutto l’orgoglio dell’ANPI, rigorosa custode dei valori costituzionali e
per questo ha promosso questa manifestazione. Preciso subito che non è per avviare un
cammino solitario, ma per lavorare unitariamente con tutti coloro che credono, appunto,
nei valori di fondo che devono regolare la vita del nostro Paese.


Sono quindi particolarmente lieto di aver ricevuto diverse adesioni di Associazioni che
hanno sempre dedicato il loro impegno al sostegno dei valori e princìpi costituzionali; e
di aver qui sul palco alcuni vecchi amici con i quali siamo legati, da molti anni, da
rapporti di stima e amicizia e che ho sempre apprezzato per le loro qualità e per la loro
preparazione. Parlo di Stefano Rodotà e Gianni Ferrara, ma mi riferisco anche a
Lorenza Carlassare, che non ha potuto venire e di cui ho letto la lettera di disappunto
per l’impegno che l’ha tenuta lontana da Roma.
Anche lei appartiene alla categoria di coloro che studiano, lavorano, riflettono e non
improvvisano; una qualità che sta diventando rara, ma che me la rende sempre più
amica, stimata ed apprezzata. Continua a leggere

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Gravissima decisione del CSM che con la decisione di escludere dai processi contro la mafia i PM non della DIA ha di fatto scippato a Di Matteo il processo sulla trattativa Stato mafia.

Le gravissime dichiarazioni di Carlo Smuraglia, Stefano Rodotà e Gianni Ferrara di sistema illegale, di fatto colpo di stato continuato forse facevano anche riferimento a questa incredibile notizia?

Ieri questa gravissima situazione è stata denunziata da Salvatore Borsellino con la SCORTA CIVICA  in piazza Politeama dalla tribuna prima del comizio del Movimento 5 stelle

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COMUNICATO ANNIVERSARIO OMICIDIO PROCURATORE SCAGLIONE

Pubblichiamo un interessante comunicato della famiglia nell’anniversario dell’omicidio Scaglione

COMUNICATO ANNIVERSARIO OMICIDIO PROCURATORE SCAGLIONE

 ComunicatoQuarantatreesimo anniversario dell’omicidio del Procuratore Pietro Scaglione e dell’agente Antonio Lorusso

Lunedì 5 maggio ricorrerà il quarantatreesimo anniversario dell’omicidio del Procuratore capo della Repubblica di Palermo Pietro Scaglione e del suo fedele
agente di custodia, Antonio Lorusso. Definito – anche in sede giurisdizionale penale – “un magistrato integerrimo,persecutore spietato della mafia”, Scaglione si occupò
dei principali misteri siciliani dal dopoguerra al 1971, anno della sua uccisione, in via Cipressi, vicino al cimitero dei Cappuccini di Palermo.
Per quanto riguarda gli “Atti relativi ai mandanti della strage di Portella della Ginestra”, nelle conclusioni del PM Pietro Scaglione (datate 31 agosto 1953),
i moventi principali accreditati furono i seguenti: la “difesa del latifondo e dei latifondisti”; la lotta “ad oltranza” contro il comunismo; la volontà da parte
dei banditi di accreditarsi come “i debellatori del comunismo”, per poi ottenere l’amnistia; la volontà di “usurpazione dei poteri di polizia devoluti allo Stato”; la
“punizione” contro i contadini che lottavano per la terra.
In relazione ai delitti dei sindacalisti siciliani negli anni Quaranta e Cinquanta, l’allora Sostituto procuratore generale Pietro Scaglione chiese sia il rinvio a giudizio
per gli indagati dell’omicidio di Salvatore Carnevale, sia l’ergastolo per i boss imputati nel processo contro i responsabili dell’assassinio di Placido Rizzotto. In
particolare, nella requisitoria del 1956 sul caso Carnevale, il pm Scaglione parlò di “febbre della terra” e scrisse che l’attività del sindacalista di Sciara era temuta da
coloro che avevano interesse al mantenimento del sistema latifondista.
Nell’inchiesta sulla scomparsa del giornalista Mauro De Mauro, l’intervento del procuratore Scaglione fu “attivissimo”, come, tra l’altro, dichiarato dalla moglie
del giornalista nell’intervista a “La Domenica del Corriere” del 13/06/1972 e come confermato dalla sentenza della Corte di Appello di Genova del 01/07/1975.
Il Procuratore Pietro Scaglione promosse anche numerose inchieste a carico di politici, di amministratori e di colletti bianchi, come risulta dagli atti giudiziari, dalle
sentenze e dalla testimonianza del giornalista Mario Francese (ucciso dalla mafia nel 1979). Secondo Francese, infatti, il procuratore Scaglione “fu convinto assertore che la mafia aveva origini politiche e che i mafiosi di maggior rilievo bisognava snidarli nelle pubbliche amministrazioni. E’ il tempo del cosiddetto braccio di ferro tra
l’alto magistrato e i politici, il tempo in cui la “linea” Scaglione portò ad una serie di procedimenti per peculato o per interesse privato in atti di ufficio nei confronti
di amministratori comunali e di enti pubblici. Procedimenti di nuovo stampo, che cominciarono a destare sensazione nell’opinione pubblica, per la personalità degli
incriminati. [….] Impossibile, in questo momento fare un preciso bilancio dei processi disposti da Scaglione contro pubblici amministratori per peculato, interesse
privato, corruzione ( FRANCESE, Il giudice degli anni più caldi, in Il Giornale di Sicilia, 6 maggio 1971, p. 3).
Secondo Paolo Borsellino, “la mafia condusse una campagna di eliminazione sistematica degli investigatori che intuirono qualcosa. Le cosche sapevano che erano
isolati, che dietro di loro non c’era lo Stato e che la loro morte avrebbe ritardato le scoperte. Isolati, uccisi, quegli uomini furono persino calunniati. Accadde così per
Scaglione [….]” (in La Sicilia, 2 febbraio 1987, p.10).
L’uccisione del Procuratore Scaglione – scrisse a sua volta Giovanni Falcone ebbe “lo scopo di dimostrare a tutti che Cosa nostra non soltanto non era stata intimidita
dalla repressione giudiziaria, ma che era sempre pronta a colpire chiunque ostacolasse il suo cammino” (in La Posta in gioco, Bur, Rizzoli, 2011, p. 320).
Il Procuratore Scaglione svolse, con impegno e dedizione, anche la funzione di Presidente del Consiglio di Patronato per l’assistenza alle famiglie dei detenuti ed ai
soggetti liberati dal carcere, promuovendo, tra l’altro, la costruzione di un asilo nido; per queste attività sociali, gli fu conferito dal Ministero della Giustizia il Diploma di
primo grado al merito della redenzione sociale, con facoltà di fregiarsi della relativa medaglia d’oro. Infine, con Decreto dello stesso Ministero della Giustizia del 1991,
previo parere favorevole del Consiglio Superiore della Magistratura, Pietro Scaglione fu riconosciuto “magistrato caduto vittima del dovere e della mafia”.

Distinti saluti
I familiari del Procuratore Scaglione
Disponibile
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