LEGAMI DI MEMORIA

XIX Legami di Memoria
“Questa terra diventerà bellissima”

Mercoledì 17 luglio duemilatredici ore 20.30
Atrio “Paolo Borsellino” – Biblioteca Comunale di Casa Professa

PALERMO: FERITE, CONTRADDIZIONI, SORPRESE.

Interventi artistici
Nicola Alesini, musicista
Franco Carollo, regista teatrale – Attori teatro dell’ UTLE
Lina La Mattina, poetessa

Omaggio a Franco Scaldati a 40 anni dal debutto teatrale
Letture
Melino Imparato, attore
Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo

Testimonianze
Vittorio Teresi, magistrato
Rita Borsellino, Pres. Onoraria Centro studi “Paolo Borsellino”

Coordinano
Anna Bucca, presidente Arci Sicilia
Alfio Foti, Centro studi “Paolo Borsellino”

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DURE PRESE DI POSIZIONE DELLA SEGRETERIA NAZIONALE ANPI E DEL COORDINAMENTO ANPI SICILIA SULLE GRAVI PROVOCAZIONI SU VIA RASELLA E SULLO SBARCO IN SICILIA DEL 10 LUGLIO 1943

Considerazioni e domande del Coordinatore Regionale ANPI Sicilia Ottavio Terranova sugli aspetti organizzativi del 70° Anniversario dello sbarco degli Alleati in Sicilia.

L’importante anniversario, sbarco degli Alleati in Sicilia del 10 luglio 1943, primo atto operativo diretto in Europa contro il potere liberticida assassino nazi-fascismo, ha avuto ampia attenzione da parte degli organi di informazione siciliani. Parecchi i resoconti dedicati agli eventi organizzati in diverse località, specie nella Sicilia orientale.

Il riferimento principale è stato rivolto ad una struttura organizzativa che ha come unico ragguaglio di nominazione l’indirizzo di un sito della rete internet. La divulgazione delle iniziative – Convegno del 10 luglio, Mostra fotografica “ Phil Stern Sicily 1943”, Mostra internazionale di modellismo storico, Concorso internazionale di modellismo storico – a partire da una brochure con otto facce, ha come “etichetta”, il titolo: “ Lo sbarco in Sicilia 1943/2013”.

Spiccano in primo piano i loghi istituzionali di: Regione Siciliana, Assemblea Regionale Siciliana, Provincia Regionale di Catania, Comune di Catania. Seguono, poi, i loghi di altri Soggetti, essenzialmente privati.

Conseguentemente, par di capire che il progetto, la scelta delle tematiche, la gestione operativa e quant’altro di necessario, compreso il piano delle risorse economiche necessarie, abbiano piena e chiara connotazione pubblica.

Anche la nostra struttura regionale dell’ANPI ha ricevuto la comunicazione (con brochure), inviata a firma di “ On. Salvo Pogliese, Vice Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana”.

Ebbene, stupisce che nella richiamata stampa di accompagnamento non vengano assolutamente ricordati il contesto e gli eventi complessivi correlati nello scenario generale della guerra mondiale scatenata dal fascismo e dal nazismo fedele alleato.

Nulla si ricorda dello stato dittatoriale, razzista, di Mussolini, vigente con la forza in Italia, che aveva cancellato, con la violenza, tutte le libertà civili e sociali; della ferrea alleanza ideologica e militare con la Germania nazista di Hitler che voleva imporre in Europa e nel mondo la “razza eletta”; delle aggressioni, a partire dal giugno 1940, comandate dal regime fascista, contro tutti i popoli europei; della scientifica eliminazione, a milioni, negli appositi luoghi allestiti ed attrezzati, degli oppositori e di tutti i “diversi”, a partire dagli ebrei.

Nulla viene evidenziato sullo stato di distruzione materiale ed umano che il nazi-fascismo, specie con la guerra d’aggressione, aveva spietatamente apportato all’Italia e all’Europa tutta.

 

Sono le ragioni che determinarono l’impegno degli Alleati per arrivare in Italia e quindi in Europa, mandando i loro figli a morire nei nostri territori.

Eppure si ricorda lo sbarco degli Alleati in Sicilia solo come asettico fatto storiografico, senza evidenziare lo stato di schiavitù imposto dal nazi-fascismo agli italiani e ai popoli europei, senza nessuno elemento per onorare e rivalutare i valori dell’antifascismo, determinanti per costruire la nuova Europa, libera e democratica. Puntando, invece, sul piano operativo, al “modellismo” e al turismo del segmento storico; con l’indirizzo, di fatto, di dare stura ad un’operazione di vero e proprio revisionismo storico, nascondendo e soverchiando, le motivazioni del primo atto della Liberazione alla “fortezza nazifascista europea”, con l’assoluta amplificazione di alcuni tragici ed inconsulti eventi operati dagli Alleati durante i primi giorni dello scontro, anche contro civili.

 

Infatti, il contenuto generale di tutti gli interventi del Convegno “ Sicilia 1943, operazione Hushy”, svoltosi a Catania il 10 luglio svoltosi presso le “Ciminiere” ( di proprietà della Provincia Regionale), ha riprodotto questo indirizzo di fondo….quasi, quasi, siamo stati occupati. In più all’ingresso della sala, incredibilmente, è stato installato un tavolo con molti libri di chiaro riferimento neofascista. Chi ha autorizzato?

 

E’ questo il reale pensiero delle pubbliche democratiche Istituzioni siciliane – Regione ( Presidente, Rosario Crocetta), Provincia ( Commissario Straordinario, Antonina Liotta) e Comune di Catania Sindaco, Enzo Bianco) – figlie della nostra Costituzione, nate, come tutte, dalla riconquista della democrazia e delle libertà, dalla sconfitta del nazifascismo, con il diretto sacrificio di tanti cittadini siciliani?

A leggere e sentire gli atti sembrerebbe di sì.

Questo ci sgomenta!

Come ufficialmente dichiarato dagli organizzatori la brochure è stata inviata a decine di migliaia di referenti a carattere nazionale ed internazionale.

Gli Alleati si interrogheranno: “perché venimmo”?

Inoltre, molte pagine pubblicitarie di giornali regionali e organi di informazione nazionali ( riviste e quant’altro) sono state direttamente impegnate.

 

Ci chiediamo:

 

  • Qual è stato il ruolo propositivo ed organizzativo delle strutture istituzionali richiamate?
  • Perché non è stata costituita un’ apposita Commissione scientifica/storica per la definizione e la preparazione delle iniziative che riguardano la celebrazione del 70° Anniversario dello sbarco degli Alleati in Sicilia?
  • Perché non sono stati coinvolti gli Istituti storici, le strutture universitarie, e le Associazioni – come l’Anpi – che rappresentano la Memoria dell’antifascismo e della Liberazione?
  • Chi ha scelto i relatori del convegno?
  • Quanti e quali fondi economici di natura pubblica sono stati stanziati e spesi a supporto delle iniziative organizzate?

 

Una risposta di merito, ai cittadini, è d’obbligo.
Palermo 12/7/2013

Comunicato Stampa sulla vicenda Pippo Baudo – Via Rasella

L’ANPI Nazionale ritiene indispensabile che vengano effettuati un preciso chiarimento e una reale precisazione dei fatti nel corso della stessa trasmissione o in qualsiasi altra forma pubblica, per ristabilire la verità. In caso contrario, l’ANPI si riserverà di esperire ogni necessaria azione a tutela dell’immagine e dell’onore dei partigiani, come espressamente richiesto e previsto dal suo Statuto

Abbiamo appreso, con sdegno, quanto è stato detto – a proposito di via Rasella e delle Fosse Ardeatine – nel corso della trasmissione di lunedì 8 luglio su Rai 3, in prima serata, nel programma “Il viaggio”, condotto da Pippo Baudo; ed abbiamo apprezzato il pronto intervento dell’ANPI di Roma, con esatte puntualizzazioni. I tentativi del conduttore  Pippo Baudo, pubblicati sulla stampa nazionale, di attenuare e “chiarire” sono stati, in un certo senso, peggiori del male, perché alla fine si è avallata ancora la tesi della responsabilità dei partigiani per quanto è avvenuto, a Roma, in quel tragico marzo del 1944, insistendo nella deformazione dei fatti e nella formulazione di giudizi oltraggiosi e sommari. 
L’ANPI Nazionale tiene a ricordare agli ignari e a coloro che vogliono dimenticare o deformare la realtà: che l’azione condotta dai partigiani (fra cui Bentivegna e Capponi) è stata riconosciuta come “legittima azione di guerra” da due sentenze della Cassazione, pronunciate rispettivamente in sede penale e civile; che da tutti gli atti dei processi risulta con chiarezza che non ci fu nessun avvertimento preventivo, né fu offerta alcuna possibilità per i partigiani di assumersi  la responsabilità di salvare vite umane, per la semplice ragione che – invece – i comandi tedeschi decisero di comunicare la notizia dell’eccidio alle Fosse Ardeatine solo dopo l’esecuzione; che i Gap che operarono dopo l’8 settembre, erano “gruppi d’azione patriottica” e non possono essere confusi con i “gruppi armati proletari”, costituiti dai terroristi molti anni dopo; che infine Bentivegna non è mai stato parlamentare, mentre è assolutamente pacifico che a lui fu assegnata una medaglia d’argento ed alla Capponi una medaglia d’oro proprio per le azioni compiute nella Resistenza, a Roma  e altrove; che, infine, alcune delle affermazioni effettuate nel corso della trasmissione anche dal Direttore del Mausoleo delle Fosse Ardeatine sono state definite “false” da una sentenza del 2007 della Corte di Cassazione.L’ANPI Nazionale ritiene indispensabile che vengano effettuati un preciso chiarimento e una reale precisazione dei fatti nel corso della stessa trasmissione o in qualsiasi altra forma pubblica, per ristabilire la verità. A questo fine formula una precisa richiesta indirizzata non solo ai protagonisti della recente vicenda, ma anche al Presidente e al Direttore generale della Rai; richiesta che sarà proposta anche in modo formale, riservandosi l’ANPI – in caso contrario – di esperire ogni necessaria azione a tutela dell’immagine e dell’onore dei partigiani, come espressamente richiesto e previsto dallo Statuto dell’Associazione. Non può, non deve essere consentito, infatti, di infangare l’onore e l’immagine di partigiani combattenti, il cui contributo alla lotta di Liberazione è stato ampiamente e definitivamente riconosciuto, al di là di ogni mistificazione e di ogni strumentalizzazione.
LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPI 
Roma, 12 luglio 2013

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OTTO LUGLIO: L’impegno per la difesa della democrazia e della Costituzione


In via Maqueda angolo via Celso alla cerimonia in ricordo dei morti dell’8 luglio 1960 a Palermo. Nella foto accanto la figlia di Ciccio Vella  Fina e la nipote Ina, tanti compagni edili,  l’Assessore Giusto Catania in rappresentanza del Sindaco Orlando, Mario Ridulfo della Fillea CGIL il sindacato di Vella, Maurizio Calà segretario della Camera del Lavoro , Maria Letizia Colajanni e Angelo Ficarra per l’ANPI Palermo.

il busto di Rosario Garibaldi Bosco dirigente del Fascio dei Lavoratori di Palermo, realizzato in occasione del centenario dei Fasci Siciliani, accanto allo stendardo dell’ANPI Palermo e sotto un grande medaglione in memoria di Francesco Vella e Andrea Gangitano realizzato dallo scultore Rosario Guddo e voluto dal sindacato della Fillea CGIL.

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OTTO LUGLIO ’60’ : LA DIFESA DELLA DEMOCRAZIA

 NON SOLO PER NON DIMENTICARE MA PER RICORDARE A TUTTI CHE  I PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA COSTITUZIONE NON SI TOCCANO.  CON PIACERE PUBBLICHIAMO QUESTO ARTICOLO DI DOMENICO STIMOLO. Sopra la foto di un momento significativo della manifestazione  ricordo, a cura del circolo Vella, nella sera dell’8 luglio 2010

Per ricordare i tragici eventi del luglio 60, in Sicilia e in Italia

La prima settimana di luglio la Sicilia fu attraversata da una lunga scia di sangue. Grandi manifestazioni popolari si svolsero nelle principali città isolane, così come avvenuto in molte città italiane.

Il governo Tambroni, un monocolore democristiano subentrato al dimissionario governo Segni, era in carica dal 25 marzo sostenuto dal decisivo appoggio parlamentare del’ Msi. Una situazione dirompente. A soli 15 anni dalla conclusione della Lotta di Liberazione i neofascisti erano ritornati in auge.

L’aspetto determinante della sdegno e della rabbia popolare fu l’indizione del congresso nazionale  del’ Msi per il 2 luglio a Genova. Un vero e proprio oltraggio per la città medaglia d’oro della Resistenza. In città si svolsero diverse forti manifestazioni di protesta, indette dai partiti della sinistra e dall’ Anpi, con sciopero generale indetto dalla Cgil. Alla grande iniziativa del 29 giugno intervenne con un vibrante discorso Sandro Pertini ( futuro Presidente della Repubblica). Durante l’immenso corteo del 30 giugno, aperto dai comandanti partigiani, avvennero scontri di notevole portata con la polizia. Il corteo, pacifico, fu attaccato dalle forze dell’ordine. L’obiettivo dei manifestanti era rivolto a non fare offendere l’onore democratico di Genova dal congresso dei neofascisti. Il 2 luglio la Camera del Lavoro indisse un altro sciopero generale; lo stesso giorno il congresso fu annullato.

Nei giorni seguenti, dato il permanere del governo Tambroni,  molte manifestazioni di protesta si svolsero nelle città italiane. Quasi tutte furono funestate da incidenti con polizia e carabineiri. A Reggio Emilia il 7 luglio il corteo con decine di migliaia di partecipanti fu caricato violentemente dalla polizia che spararono oltre 500 colpi di arma da fuoco. Cinque lavoratori furono uccisiLauro Ferioli ( 22 anni) Ovidio Franchi ( 19 anni, operaio), Emilio Reverberi ( 39 anni, operaio, ex partigiano),Marino Serri ( 41 anni, contadino, ex partigiano), Afro Tondelli ( 35 anni, operaio, ex partigiano).

In quelle giornate gravissimi accadimenti si verificarono in Sicilia. Le grandi manifestazioni che si svolsero in molte città richiedevano anche lavoro e giustizia sociale. Le condizioni di vita dei lavoratori, dei contadini e degli strati poveri della società siciliana, erano pessime. Sfruttamento, emarginazione ed emigrazione erano le caratteristiche principali che “qualificavano” gran parte della popolazione.

Tutte le manifestazioni, di notevolissima partecipazione popolare, furono caratterizzate dalla reazione violenta della polizia e dei carabinieri, che caricarono i cortei e  spararono con tutti gli strumenti a disposizione ….. abbondante fu il sangue versato.

 

Il 5 luglio a Licata ( Agrigento) rimase ucciso Vincenzo Napolioperaio di 25 anni. Cinque manifestanti restarono feriti in maniera grave.

 

L’8 luglio a Palermo restarono uccisi: Francesco Vella, 42 anni, sindacalista della Cgil; Giuseppe Malleo, 16 anni; Andrea Gancitano, 18 anni; Rosa La Barbera, 53 anni, casalinga; 36 manifestanti furono feriti da proiettili; 400 i fermati, 71 gli arrestati.

 

L’8 luglio a Catania rimase ucciso da un colpo di arma da fuoco sparato dalla polizia  Salvatore Novembre, giovane lavoratore edile di 20 anni. Molti altri manifestanti rimasero feriti dai manifestanti.

 

tragici eventi catanesi sono rievocati da Nicola Musumarra – allora giovane ventenne protagonista dei fatti, ferito alla gola da un proiettile – in un libro edito due anni addietro “ 1960 fermammo Tambroni, 2011 fermeremo Berlusconi”. Scrive tra l’altro “ L’arrivo della polizia nella piazza ( Stesicoro) fu accompagnato da una fitta sparatoria e che non sparassero in aria lo constatammo con gli schizzi che uscivano dalle angurie 8 rimaste esposte per la vendita) colpite dai proiettili. Lo constatammo anche dai primi compagni che caddero feriti. I poliziotti fecero il tiro a segno con i giovani lavoratori. Capimmo che la situazione era seria e grave. Invitammo i manifestanti a tenersi alo coperto nelle traverse di via Gambino e di piazza Spirito Santo. Le pietre ritardarono l’avanzata dei poliziotti ma non poterono fermare le pallottole e le granate sparate contro noi giovani. I primi feriti vennero posti dentro le auto che riuscimmo a trovare nelle vicinanze e portati negli ospedali più vicini……………. Solo uno, Salvatore Novembre, rimase là sopra isolato e troppo vicino ai poliziotti e ai carabinieri, le grida non bastarono per farlo indietreggiare, per farlo metter al riparo. Continuò a stare all’avanguardia per difendere il suo diritto a manifestare……….fu colpito, mentre si difendeva riparandosi dietro un rudere, da un vile cecchino che mirò alla gola per ucciderlo…….”.

 Il 19 luglio si dimise il governo Tambroni.

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Ribellarsi alla mafia nella Sicilia moderna: due storie a confronto

Da controlacrisi di Francesco Fustaneo               Logo ControLaCrisi.org
Se dovessi scegliere un luogo dove rappresentare l’eterno scontro tra bene e male credo che la Sicilia sarebbe un’ ambientazione appropriata: terra di sofferenza, di violenze e di mafia , ma al contempo terra di ribellione, di martiri e di eroi. Le storie che sto per raccontarvi incarnano in se molto del bello e del brutto di quello che la Sicilia può riservare a chi la vive. Quelle in questione sono storie vere, di due uomini che probabilmente non si conoscono l’uno con l’altro, ma accomunati da valori morali quali l’ onestà e il senso di giustizia e l’amore per la propria terra.
Il primo di cui parlerò è Vincenzo Liarda, di Polizzi Generosa, piccolo centro nelle Madonie.
La storia di Vincenzo , sindacalista della Flai Cgil ha inizio nel 2003, periodo in cui è vice presidente del Consiglio Continua a leggere
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DITTATURE FASCISTE SBOCCO DELLE CRISI DELLA FASE EDULCORATA DEL CAPITALISMO

 10 LUGLIO 1943  SBARCO ALLEATO IN SICILIA CONTRO LE DITTATURE NAZI FASCISTE IN EUROPA

Gli impeti guerreschi del fascismo erano ormai “sazi”. Gli appetiti “ imperiali” avevano già provocato la morte di alcune centinaia di migliaia di italiani, giovani vestiti con la divisa, inviati in vari fronti europei e africani, civili, uomini, donne, bambini. Un paese distrutto, portando morte e distruzione in tanti altri stati aggrediti e invasi. Tutto per “la gloria del duce e del re imperatore”.

La resa dei conti era vicinissima. Dopo la sbornia di potenza…. dei primi giorni, spietatamente tutto era venuto alla luce, tutto era stato tragicamente perduto. Le

truppe italiane inviate a destra e manca per rinfrescare la gloria di Roma erano state comandate per essere “burattini di latta” spediti all’avventura per procacciare morte propria ed altrui. Restava il suol patrio vilmente infangato nei vent’anni del regime fascista e ampiamente scarnificato dalle bombe, e alcune “sacche” di presenza in Grecia, Albania, Iugoslavia e Francia.

Mancavano solo quindici giorni al 25 luglio, dalla caduta, per autodissoluzione, rovinosa della dittatura.

Il professore Carmelo Salanitro, nativo di Adrano e insegnante al Liceo Classico Mario Cutelli di Catania, fu facile profeta. Da anima ribelle alle sopraffazioni del regime dopo l’inizio della guerra aveva scritto nei suoi bigliettini di denunzia: “ il fascismo sta ricoprendo la nazione di sangue e di rovine”“ il fascismo ha scatenato senza motivo una guerra criminosa, ove i nostri figli e fratelli trovano la morte. Siciliani, non combattiamo. Il vero nemico dell’Italia è il fascismo. Viva la Pace. Viva la Libertà”. Scoperto, denunziato dal preside, per avere detto la verità contro Mussolini e i gerarchi votati alla distruzione dell’Italia,  fu condannato a 18 anni di carcere. Quindi la morte, per mano dei suoi aguzzini nazisti,  nel Lager di Mauthausen il 24 aprile 1945.

domenico stimolo ( Gruppo Memoria e Libertà)

NE DISCUTONO

 Introduce

 Nicola Cipolla – Presidente del Cepes

Nicola Tranfaglia –  Prof. di storia della mafia

                                      all’università  di Torino  

 “L’arrivo degli alleati in Sicilia”

 Giuseppe Casarrubea – Storico

“Operazione  Husky”

 

Umberto Santino – Presidente del Centro

      “Peppino Impastato

 “Il ruolo della mafia nella ricostituzione del blocco

dominante nel secondo dopoguerra”.

 Giusto Catania – Assessore Partecipazione e

                                Decentramento Comune di Palermo  

Maurizio Calà – Segretario Camera del Lavoro PA

 Ottavio Terranova – ANPI Sicilia

 Presiede e interviene il Sindaco di  Palermo Leoluca Orlando

 

  • Perche Churchill  e Roosevelt decisero, alla Conferenza di Casablanca di sbarcare in Sicilia e non, come era loro  possibile, in Sardegna o in Toscana e creare così il secondo fronte.
  • Perchè inglesi e americani sostennero il separatismo contro i partiti nazionali: PCI, PSI DC, in vista di trasformare la Sicilia in una grande Malta o nella 49° stella
  • Perché alla direzione dell’Amgot fu scelto Charles Poletti, ex governatore democratico di New York, sostenuto da “cosa nostra” di Lucky Luciano.
  • Come l’arrivo di Togliatti a Napoli e di Li Causi in Sicilia aprirono la strada della Repubblica, della Costituzione e dello Statuto dell’Autonomia siciliana in contrapposizione all’ipotesi separatista.
  • Il ruolo dei decreti Gullo per sviluppare in Sicilia una guerra di liberazione contro il feudo, la mafia, il separatismo nelle campagne e per la Repubblica e per l’Autonomia
  • Dopo il viaggio di De Gasperi negli Stati Uniti il separatismo privo dl sostegno americano finisce e i suoi esponenti  mafiosi: Vizzini, Genco Russo, Volpe passano alla DC mentre i socialisti    di Vacirca, indipendentisti, passano prima al PSI e poi danno vita alla scissione saragattiana.
  • Come con Lucio Tasca, latifondista, separatista, nominato sindaco da Poletti, inizia l’influenza della mafia palermitana sul Comune di Palermo che continuerà ininterrottamente fino ai tentativi delle amministrazioni Orlando prima con La Rete e ora con Italia dei Valori.

 

 

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IMPORTANTE INIZIATIVA DELL’ANPI PER RICORDARE L’INIZIO DELLA LIBERAZIONE DELLA SICILIA DAL NAZIFASCISMO.

8 LUGLIO ORE 18

L’iniziativa è anche una risposta allo asettico convegno  pseudo storico, come appare fin dalla sua presentazione, promosso con chiari obiettivi revisionistici da alcuni nostalgici della destra siciliana (Nello Musmeci ed altri)  con l’incredibile partecipazione di un assessore del governo Crocetta, di un  vice presidente della Assemblea Regionale, di un assessore della giunta comunale Bianco, nonché della provincia di Catania.  

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Il centro studi Pio La Torre ci informa che alle 9:30 della mattina del 4 luglio 2013, sono state  raggiunte  20.910 firme alla petizione online  per reintitolare a Pio La Torre l’aeroporto di Comiso.

FIRMIAMO E

Continuiamo a diffondere l’appello, sempre al seguente link

 

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Anpi in lutto per la scomparsa di Margherita Hack


 Commozione e lutto all’Anpi per la morte dell’astrofisica Margherita Hack. 

La Segreteria Nazionale si è detta “profondamente addolorata per la scomparsa di una grande donna che ha fatto dell’antifascismo e dell’amore per la democrazia una fortissima e battagliera ragione di vita. Ci stringiamo attorno ai familiari e a tutte quelle italiane e  italiani cui Margherita ha saputo trasmettere entusiasmo civile e voglia di combattere e partecipare”.

link permanente a questa pagina: http://anpi.it/a967/

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Smuraglia: precarietà della politica e democrazia costituzionale

 

Da 

Anpinews n. 81.pdf Anpinews n. 81.pdf

 

 

Notazioni del Presidente Nazionale ANPI, Carlo Smuraglia:

► Chi dubitava, chi pensava che esagerassimo, chi credeva alle “buone intenzioni”, è servito. Un emendamento di alcuni esponenti del PDL, al Senato, dimostra con chiarezza che tra gli obiettivi del percorso di riforme costituzionali, c’era – eccome – anche la giustizia. Anzi, per qualcuno, è addirittura uno degli obiettivi fondamentali

Opplà. Chi dubitava, chi pensava che esagerassimo, chi credeva alle “buone intenzioni”, è servito. Un emendamento di alcuni esponenti del PDL, al Senato, dimostra con chiarezza che tra gli obiettivi del percorso di riforme costituzionali, c’era – eccome – anche la giustizia. Anzi, per qualcuno, è addirittura uno degli obiettivi fondamentali.Si tratterebbe, secondo l’emendamento, di inserire nella legge costituzionale che si sta esaminando in Parlamento, tra i temi da discutere, oltre alle indicazioni già note, anche quelle relative alle tematiche inerenti alla giustizia, cioè di un tema che non compariva nel quadro degli accordi di governo e che, finora, sembrava da tutti ignorato.Non c’è neppure da stupirsi, perché di fatto qualcosa di analogo è già accaduto, diversi anni fa, all’epoca della Bicamerale. Si era giurato che non si sarebbe parlato di giustizia e poi, un giorno venne fuori che di giustizia bisogna occuparsi, a fondo; fu nominato un relatore a fu poi predisposto un testo, che per fortuna è finito nel nulla ed ivi è bene che resti (…)


 

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