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MARIA LUISA BOCCIA E LE RAGIONI DEL NO
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SMURAGLIA RICORDA TINA ANSELMI
Il presidente dell’Anpi ricorda la democristiana amata dalla sinistra: “Era spinta dal suo desiderio di vita, dalla volontà di rendere il mondo un posto migliore”
di SILVIA BIGNAMI
BOLOGNA – “Non si poteva non amare Tina Anselmi. In tutto ciò che fece, fu sempre spinta dalle stesse motivazioni che la convinsero a diventare staffetta partigiana. Quelle ragioni le spiegò lei stessa in una delle pagine più belle che io abbia mai letto, sulla Resistenza. Lei disse che ‘quello che la spingeva era il desiderio di vita e di costruire un mondo migliore’”. Carlo Smuraglia, presidente dell’Anpi, ricorda Tina Anselmi, morta la scorsa notte a 89 anni. Prima donna ministro. “Giudicata e scelta per le sue qualità e non per il fatto di essere donna”. “Capace di essere femminile” e allo stesso tempo di “guidare con straordinaria fermezza una commissione delicatissima come quella sulla P2. Senza scoraggiarsi mai. Nemmeno quando attorno a lei tanti si chiedevano, con scetticismo, chi fosse mai questa Anselmi, e cosa volesse davvero”.
Smuraglia, lei la conosceva?
“Non l’ho conosciuta in modo approfondito, ma l’ho riconosciuta sempre come una donna straordinaria, sotto ogni profilo. Da partigiana, col nome di Gabriella, diede una descrizione del perchè entrò nella Resistenza che mi è rimasta impressa per sempre. ‘Lo feci per desiderio di vita’, disse. Anche se disprezzava le armi, si disse pronta a morire con le armi in pugno, per la libertà. Il racconto che Tina fece di quegli anni mi ha sempre colpito, sotto molti aspetti, anche umani”.
In che senso?
“Lei era una ragazzina in quegli anni. Un’adolescente. Tendiamo a pensare ai partigiani sulle montagne, vestiti come capita, non interessati ai fatti della vita. Ma lei raccontando quella esperienza disse una volta: ‘Eravamo ragazzi, e talvolta noi donne non disdegnavamo una gonna più sbarazzina. Certo, tenevamo le scarpe basse, ma le calze erano colorate’. Quanta umanità c’è in questo ricordo”.
Anselmi fu anche la prima donna ministro della Repubblica.
“Sì, fu ministro del Lavoro e della Sanità. Non ministeri di secondo piano. Con lei è nata la riforma nazionale della Sanità. E fu scelta per le sue competenze, non per il fatto di essere donna, quando una scelta di questo tipo non era affatto scontata. E per gli stessi motivi fu scelta per guidare la commissione sulla loggia massonica P2. Un ruolo molto delicato, per il quale soprattutto in quel periodo si sarebbe potuto pensare di nominare un uomo. Fu scelta lei per la sua capacità di essere al di sopra delle parti, per la fermezza, la determinazione. E lei fu all’altezza delle attese, nonostante gli scetticismi”.
Ci fu scetticismo, su quella scelta?
“Molti, attorno a lei, ma anche sui giornali, parlavano sottovoce. Si chiedevano: ‘Ma chi è questa Anselmi? Cosa vuole davvero?’. Si trattava di una donna, e molti dubitavano: ‘Mah, chi lo sa…’. Lei a queste voci di sottofondo rispondeva: ‘Mi è stato dato un incarico e devo cercare di ristabilire la verità dei fatti’. Ha lavorato sempre con fermezza, lamentandosi solo dei mezzi insufficienti a quell’indagine, che impedirono forse di scavare fino in fondo nella storia della P2. Si scoprirono molte cose, ma lei disse sempre che avrebbe voluto andare ancora più a fondo”.
Non si lasciò scoraggiare.
“No, mai, questo è il suo insegnamento, anche oggi. Perchè tutti dovremmo essere giudicati dalle nostre qualità e competenze. A prescindere dal sesso. Questa è la vera parità. Questa è la parità che rappresenterebbe la piena realizzazione dell’articolo 3 della nostra Costituzione”.
La parità si raggiungerà quando non avremo più bisogno delle quote rosa?
“Sì, esattamente. E Tina Anselmi fu una anticipatrice, in questo senso”.
Anselmi era anche democristiana, eppure fu molto amata dalla sinistra. Perchè, secondo lei?
“Perchè era capace di essere aperta. Al sociale, ai problemi del lavoro, dei più deboli. Ma infondo perchè in tutta la sua esperienza politica continuò a essere animata dalle stesse ragioni per cui decise di entrare nella Resistenza: il desiderio di vita. Questo si poteva avvertire, in lei. Questa autenticità, questa passione. Non si poteva non amarla”
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A Catania “sbarcano” venti cadaveri. A Goro e Gorino la “festa” con salsiccia.
A Catania “sbarcano” venti cadaveri. A Goro e Gorino la “festa” con salsiccia.
…Sapesse “contessa”…alla fabbrica di Ald… quella dei continui morti in mare….e poi, i novelli razzisti dicono che sono i nuovi terroni.
Lunedì scorso l’allegra “festa paesana” con blocchi stradali e grigliate notturne con salsiccia ( …mancavano i fuochi artificiali e le maschere di carnevale) a Goro e Gorino, in provincia di Ferrara, per respingere dodici donne e otto bambini (…che fatica…ragazzi…che virgulto coraggio……per bloccare la nerboruta resistenza), che inondavano di lacrime il pullman che li trasportava, costretto a ritornare indietro a seguito dei nuovi ordini impartiti dalla Prefettura.
Oggi, 28 ottobre, sono sbarcati a Catania ( Sicilia), da una nave di salvataggio gestita da “ Save the Children”, venti cadaveri di umani ( dieci donne e dieci uomini) annegati nel Mare Mediterraneo, accompagnati da duecentonovanta viventi, a bordo di una piccola “imbarcazione” mentre erano in procinto di inabissarsi in mare.
A Messina con la nave Dattilo sono sbarcati 1000 profughi, e alcuni cadaveri.
Ieri sono arrivati ad Augusta ( Sicilia) 339 profughi salvati in mare da un mercantile danese, recuperati da tre gommoni alla deriva nel mare in tempesta. Hanno testimoniato di cinquantuno profughi morti annegati nel viaggio di fuga.
Proprio in queste ultimissime giornate, mentre a Goro e Gorino si alzava il fumo della salsiccia arrostita con grigliate in strada, sono morte annegate altre novantasette persone al largo della Libia.
Ricapitolando,…..mentre ancora si innalzano i fumi degli arrosti messi nei bracieri di Goro e Gorino, due naufragi con 148 annegati.
Oggi, come consolidato in tutte le numerose occasioni di sbarco avvenute in Sicilia, nessuna manifestazione di dissenso razzista è stata registrata! Gli sbarchi sono ormai giornalieri.
Infine sarebbe cosa buona e giusta che il Vaticano, giusto per ripristinare il proprio verbo di cristiana solidarietà ed accoglienza, intervenisse con grande urgenza nei riguardi del parroco di Gorino che ( come riportato da organi di informazione) ha esposto dentro e fuori la chiesa due cartelli con lo scritto: “ Visto che noi siamo, per voi, infedeli: ma perché non ve ne andate nel vostro califfato di Iraq con il santo Califfo El Bagdadi, il quale vive di armi e uccide a tutto spiano coloro che non sono sunniti”?
Incredibilmente disdegna l’elementare fatto ormai ben noto che molti dei profughi richiedenti asilo in Italia sono fuggiti dalle aree di guerra controllati in maniera più o meno diretta dal cosiddetto “ stato islamico”.
Nel frattempo il Governo accetta tranquillamente che l’un quarto dei comuni italiani ( 8000 e più) rifiuti la presenza di profughi nel proprio territorio, mentre si pretende che tutti gli stati europei accettino la distribuzione degli umani fuggiti, sbarcati in Italia. Eppure nominalmente si dice che la legge vale per tutti. Nei fatti viene rinnegato lo Stato unitario!
Notizia: domani, 29 ottobre, dopo i misfatti avvenuti a Goro e Gorino, a Ferrara manifestazione davanti alla Prefettura di Ferrara. Si indovini da parte di Chi?
domenico stimolo
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c’é chi dice NO
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VILLA FILIPPINA: UNA NOTTE PER LA COSTITUZIONE CON DI MATTEO
Una notte in difesa della Democrazia e della Costituzione.
Una indimenticabile, lucida, appassionata orazione di Antonino Di Matteo per salvare la Costituzione che va applicata e non stravolta nei suoi principi fondamentali obiettivo vero di questa controriforma che di fatto cancella la sovranità popolare
NON CI FERMA NESSUNO!!! SIAMO DI SANA E ROBUSTA COSTITUZIONE
Lo sguardo limpido e fiero di Peppino Benincasa, 94 anni, sopravvissuto alla strage nazifascista di Cefalonia, si incrocia con quello di Nino Di Matteo. Giusto il tempo per un saluto. Il vecchio partigiano ha un telo di plastica sulle spalle. Anche lui è stato investito dall’acquazzone che per una ventina di minuti ha interrotto la manifestazione “Una notte per la Costituzione”. Ma nemmeno le intemperanze della natura riescono a scalfirlo. Pochi istanti e due mondi si interfacciano. Da una parte un uomo che ha combattuto per difendere la democrazia e la libertà negli anni bui della nostra storia e dall’altra colui che segue quelle stesse impronte, seppur in un altro contesto, in un periodo storico altrettanto oscuro. Entrambi sorridono, è una sorta di passaggio del testimone. (Lorenzo Baldo)
Giuseppe Benincasa Ottavio Terranova Angelo Ficarra
Giusy Vacca, Caterina Pollichino, Salvo Li Castri, Armando Sorrentino, Angelo Ficarra, Daniela Dioguardi, Antonino Di Matteo, Giuseppe Benincasa, Salvatore Borsellino, Fabio, Giuseppe Sunseri, Sandro Immordino, Giorgio, Giovanni,Maurizio Pizzuto, Anto Vecchi, Antonio Terranova, Simone Cappellani, Linda Grasso, e tanti tanti altri.
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ANPI news n.219 18/25 ottobre 2016
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“I processi penali per i crimini nazifascisti in Italia”
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Giuseppe Carlo Marino: Le riforme costituzionali nell’Italia del secondo dopoguerra
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