MEMORIE E TESTIMONIANZE: I Bentivegna

Silvia Bentivegna

I fratelli bentivegna furono veramente GRANDIOSI credimi.

il mio trisavolo stefano era un rivoluzionario puro, che dopo il fallimento dell’unificazione ( perchè l’Italia paradossalmente fu meno unita dopo l’unità) per il dolore , il tradimento e la delusione divenne un anarchico poi un marxista. C’è tanto di lui in me, e nn lo dico tanto per dire, ma perchè sono convinta che chi crede può fare grandi cose e chi prova passione per la liberta’ e giustizia sociale,( passione nel senso di sentimenti forti), puo’ comprendere ciò che fu, ciò che provarono e ciò che li porto’ ad agire nell’interesse dei piu’ deboli, per un riscatto sociale vero. Continua a leggere

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COSI’ RICORDO IL LATINISTA MARIO GEYMONAT

In memoria di Mario Geymonat figlio di Ludovico Geymonat uno dei pochi professori in Italia che rifiutò la tessera del fascismo a costo della persecuzione e dell’esilio. Con il nome di battaglia Luca fu partigiano inPiemonte nella 150ª Brigata Carlo Pisacane

di Sebastiano Saglimbeni

Il cinque luglio 2010, di pomeriggio, ho chiamato per telefono Mario Geymonat che   mi ha riposto con voce disturbata, ma gioiosa. E’ trascorso un trentennio da quando mi ha fatto dono, con dedica, delle  Bucoliche, da lui tradotte con tanto di commento, ed edite da Garzanti. Le ho lette e rilette nel testo virgiliano e nella  sua traduzione. Ho  inteso quel dono come uno stimolo che  subito mi ha fatto riprendere lo  studio del latino che avevo trascurato e la lettura di alcuni classici che ho provato ai volgere nella nostra lingua. L’ amico è il curatore di tutta l’opera critica di Virgilio. Lavorò tanto  consultando codici e commenti antichi e moderni.   Continua a leggere

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Messaggi appello sui fasci dei lavoratori siciliani

grazie mille per avere condiviso questo link. Abbiamo visto qui a Londra l`emozionante video della celebrazione dell`anniversario del 1993 e abbiamo passato un po` del nostro pomeriggio a rileggere delle poesie di Buttitta, fra cui Lamentu per la morti di Turiddu Carnalivali per arrivare infine al quadro di Guttuso Crocifissione che mi ha mostrato Chiara e che non conoscevo. In questo quadro, come nella poesie di Buttitta e come nell`apparato simbolico delle sfilate organizzate dal movimento dei fasci, si fa appello a un immaginazione popolare. Ma qui, la crocifissione, lungi dall`essere vista come un momento di manifestazione divina viene vista come un atto di prepotenza umana, le sagome dei poveri Cristi crocifissi, infatti, si prestano ad essere le silhouette simboliche dei morti ammazzati di Caltavuturo e dei tanti morti senza nome che continuano a vivere nel sale della nostra meravigliosa e maledetta terra che tanto mi manca!
Un abbraccio
leonardo
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Ecco i documenti ufficiali sulle foibe e l’esodo dall’Istria

Dal sito di  ANPI Gorizia

Speciale foibe

L e foibe, la deportazione, l’esodo degli italiani d’Istria e della Dalmazia, la violenza contro i diversi gruppi etnici, Trieste e la vicenda del

territorio libero con la Zona A e la Zona B, la guerrafredda, le persecuzioni jugoslave e l’oppressione fascista e nazista della Croazia e della Slovenia, gli orrori del

regime di Ante Pavelicˇ e le vicende dei serbi. E ancora la situazione della Venezia Giulia, le crisi del 1950 e del 1953, lo scontro tra l’Urss di Stalin, il Cominform

e il maresciallo Tito. E tutti i drammi al confine orientale che hanno provocato stragi, lutti, tanto dolore, tante incomprensioni e ignobili speculazioni propagandistiche.

Soprattutto da parte di una destra neofascista che, sul problema delle foibe, per esempio, dimentica sempre di ricordare che furono le decisioni di Mussolini

e di Hitler a far precipitare nella tragedia un dramma antico. Continua a leggere

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Appello per una via dei Fasci Siciliani in ogni comune dell’Isola

 

 Tela (3 metri x 2) sui fasci dei lavoratori siciliani di Lorenzo Zampirollo realizzata in occasione del centenario dei fasci ne 1993

 APPELLO FIRMATO DAI COORDINAMENTI REGIONALI DI ANPI , ARCI , LIBERA E CGIL

Circa centoventi anni fa, tra il 1892 e il 1894, nelle campagne e nelle della Sicilia nacque e si sviluppò il movimento dei Fasci dei lavoratori, al quale aderirono contadini, operai, artigiani e intellettuali, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle classi subalterne, di opporsi a viso aperto all’aristocrazia agraria, alla mafia dei gabelloti e dei campieri. Il loro era un sogno di giustizia sociale e di libertà, che aveva l’obiettivo di costruire una nuova società. Fra gli aderenti al movimento dei Fasci, un ruolo di primo piano ebbero le donne, che tentarono per la prima volta nella storia dell’Isola di organizzarsi per emanciparsi e rivendicare lavoro e diritti. Continua a leggere

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27 gennaio: il dovere della memoria

L’orrore del passato che pende minaccioso sul nostro futuro

E’ il titolo di un articolo di Luciano Guerzoni, vice Presidente nazionale dell’ANPI che evoca alla memoria l’immane tragedia della deportazione, dei campi di sterminio, della barbarie dei fascismi, italiano ed europei e del nazismo. Ci richiama alla necessità di “ricordare non solo per un giorno ma sempre, in ogni tempo momento e luogo per onorare tutte le vittime” e per gridare alto l’ammonimento di Bertolt Brecht “contro il ripetersi di una barbarie che segnò la più immane  e dolorosa sconfitta della civiltà umana”.

Denuncia comequel passato angoscioso penda  minaccioso sul nostro futuro”, tanto da essere purtroppo, nella indifferenza delle democrazie europee, “realtà dell’Ungheria di oggi, nazione di grandi tradizioni civili, antifasciste e democratiche e di tante eccellenze nella cultura e nell’arte. “ Da qui la necessità per l’ANPI di un dialogo continuo con le nuove generazioni,  per garantire un futuro alla libertà, alla democrazia, alla dignità di ogni essere umano.

Per vedere le pagine che seguono,  editate in occasione del conferimento della medaglia di onore alla memoria del deportato Antonino Lo Bello padre del nostro Pino Lo Bello già Presidente dell’ANPI Palermo 27 gennaio 2012  vai alla pagina “Speciale 27 gennaio”  dopo OSSERVATORIO DEMOCRAZIA

 

PER NON DIMENTICARE IL CORAGGIO,

LA COERENZA,  LA SOFFERENZA E L’ANTIFASCISMO

ANTONINO LO BELLO



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Risorgimento e masse contadine in Sicilia Il miraggio della terra.

locandina presentazione libro Oddo-2

“Tutto cominciò, forse, nel lontano 1946 quando, bimbo di sei anni, vidi sfilare nella strada principale del paese, Villafrati dove abitavo, sessanta partigiani della brigata Garibaldi con il fazzoletto rosso al collo. A guidarli era Pompeo Colajanni, il Comandante Barbato, che aveva liberato Torino dai nazifascisti.”  Dall’introduzione di Pippo Oddo al libro che viene presentato.

Istituto Gramsci  Siciliano  e l’Università degli Studi di Palermo Facoltà di Lettere e Filosofia

PRESENTANO il libro di GIUSEPPE ODDO

“Il miraggio della terra.     Risorgimento e masse contadine in Sicilia (1767 – 1860)” Salvatore Sciascia Editore 2010

intervengono: Mario Giacomarra Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia Università di Palermo relazione introduttiva: Rosario Mangiameli Università di Catania

Andrea Gianfagna Fondazione “Giuseppe Di Vittorio” già segretario generale della Federbraccianti CGIL

Gino Massullo Storico della società rurale italiana di Roma e direttore di Glocale rivista di storia e scienze sociali

Giuseppe Politi Presidente nazionale CIA

Salvatore Nicosia Presidente Istituto Gramsci Siciliano

Sarà presente l’autore

Partecipano:  Rosellina e Salvatore Bentivegna, Mariella Maggio, Emanuele Sanfilippo, Carmelo Gurrieri, Vito Lo Monaco, Salvatore Tripi, Ottavio Terranova, Mario Liberto, Claudio Paterna.

Venerdì 10 febbraio 2012 ore 16 Aula Magna Facoltà di Lettere e Filosofia

Viale delle Scienze edificio 12 – Palermo

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Riappropriamoci della storia. Per non dimenticare

Circa 45.000 italiani finirono nel lager; 8.500 erano ebrei. Solo uno su dieci fece ritorno, oltre 35.000 furono uccisi dalle punizioni, dalle vessazioni, dalle privazioni, dalla fatica o gasati.
La maggior parte di loro morì nei campi di Auschwitz, Mauthausen, Dachau, Flossenbürg, Buchenwald, Dora, Ravensbrück, Bergen Belsen, Sachsenhausen, Natzweiler, Neuengamme e Lubli-Majdanek.
Anche l’Italia ebbe un suo campo della morte, la Risiera di San Sabba dotata anche di forno crematorio. L’Italia ebbe anche i campi di passaggio alla morte di Bolzano, Borgo San Dalmazzo e Fossoli di Carpi.
Lucia Vincenti.
Ho condiviso e ascoltato con le lacrime agli occhi per la commozione…
E tra quelle meravigliose donne… anche la siciliana Maria Monturo… Onore a te Maria.

 La donna nella Resistenza, documentario di Liliana Cavani (1965)

http://www.youtube.com/watch?v=NL83oJWRJkk&feature=share

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L’importanza della memoria

L’importanza della memoria

 Leggendo questa interessante riflessione sull’importanza della memoria di Stefania Consenti mi è venuto spontaneo pensare “Quando resteremo soli, se si dovesse spegnere quello che oggi possiamo definire minuscolo barlume di ricordo dei “fasci dei lavoratori siciliani”  che ne sarà della memoria di quello che è stato definito il più grande movimento di lavoratori in Europa dopo la Comune di Parigi? Che ne sarà delle pagine più autentiche e gloriose della storia di quelle lotte e delle stragi perpetrate dallo Stato italiano e dalla mafia che insanguinarono quel movimento rimosse col terrore dalla memoria del popolo siciliano? Facciamo sì che la risposta possa essere l’Appello di Caltavuturo riempito dalle indicazioni preziose estrapolabili dall’articolo che segue.
Quando resteremo soli, quando anche l’ultimo testimone della Shoah non sarà in vita, saremo capaci di continuare a trasmettere la memoria della Shoah alle nuove generazioni? Un interrogativo che si pongono in molti, storici, educatori  e anche giornalisti, ma che finora ha trovato solo parziali risposte. Ma il Futuro della memoria dipende anche da come noi sapremo raccogliere  questa sfida. Continua a leggere
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Per una via dei Fasci Siciliani in ogni comune dell’Isola

                     

 

APPELLO: Per una via dei Fasci Siciliani in ogni comune dell’Isola

Circa centoventi anni fa, tra il 1892 e il 1894, nelle campagne e nelle città della Sicilia nacque e si sviluppò il movimento dei Fasci dei lavoratori, al quale aderirono contadini, operai, artigiani e intellettuali, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle classi subalterne, di opporsi a viso aperto all’aristocrazia agraria, alla mafia dei gabelloti e dei campieri. Il loro era un sogno di giustizia sociale e di libertà, che aveva l’obiettivo di costruire una nuova società. Fra gli aderenti al movimento dei Fasci, un ruolo di primo piano ebbero le donne, che tentarono per la prima volta nella storia dell’Isola di organizzarsi per emanciparsi e rivendicare lavoro e diritti. Continua a leggere

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