NO TRIV – Salvaguardia della salute dei cittadini e la tutela mari .
Resistere… Resistere… Resistere…

foto di Antonella Leto.

Antonella Leto

COMUNICATO STAMPA

CROCETTA SI SCHIERI PER LA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE E CONTRO TRIVELLAZIONI ED INCENERITORI

Palermo 9 settembre. Il Forum Siciliano dei Movimenti per l’Acqua ed i Beni Comuni ha scritto al presidente Crocetta per sollecitare una sua forte presa di posizione in conferenza stato-regioni contro i decreti attuativi dello Sblocca-Italia del governo Renzi, ed in particolare contro l’art.35 sulla gestione dei rifiuti, e chiede che la Regione Siciliana deliberi per il referendum abrogativo dell’art. 35 del decreto sviluppo del governo Monti, per bloccare i processi autorizzativi sulle trivellazioni a mare per la ricerca di idrocarburi e gas.

Le due iniziative promosse rispettivamente da Zero-Waste Sicilia e dal Coordinamento Nazionale No-Triv, già componenti del nostro Forum regionale, sono supportate da un’ampia documentazione che abbiamo nuovamente trasmesso al Presidente, nella quale si evidenziano le ragioni etiche, tecniche e scientifiche che dovrebbero indurre Crocetta a farsi interprete dell’interesse collettivo del nostro territorio, concorrendo a determinare una opposizione convinta ai decreti attuativi, ed a promuovere insieme ad almeno altre quattro regioni entro il 30 settembre il referendum abrogativo.

Riteniamo indispensabile che la nostra regione si doti di una politica energetica rivolta all’uscita dal fossile ed orientata alle energie rinnovabili ed al recupero di materia anziché all’incenerimento, anche in considerazione dei mutamenti climatici in atto ai quali la conferenza sul clima di Parigi di dicembre 2015 dovrà dare risposta.

Crediamo che gli obiettivi di salvaguardia della salute dei cittadini e la tutela dei nostri mari debbano indurre a promuovere politiche di salvaguardia e sostenibilità ambientale; che con la conversione ecologica, che promuoviamo, si possa contribuire ad aumentare i livelli occupazionali nei settori del turismo e dell’impiantistica necessaria alla conversione energetica, dando ossigeno all’economia siciliana anziché favorire gli interessi di gruppi finanziari che poco o nulla lasciano sul territorio.

Auspichiamo pertanto, insieme a moltissime altre associazioni e personalità della cultura a livello nazionale, che il nostro appello possa essere accolto e che la Sicilia imbocchi un percorso virtuoso che faccia gli interessi della collettività.

Aderiamo a tutte le manifestazioni di ordine regionale e nazionale che sostengono questi obiettivi comuni.

Forum Siciliano dei Movimenti per l’Acqua ed i Beni Comuni.

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GUERRE E RIGURGITI FASCISTI : gravissimi campanelli d’allarme

On.le Presidente della  Repubblica, Sergio Mattarella

On.le Presidente del Senato della Repubblica, Pietro Grasso

On.le Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini,

 Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi

 On.le Ministro degli Interni, Angelino Alfano

 

 

Illustri Presidenti e Onorevole Ministro,

dalle pagine milanesi di un quotidiano nazionale (La Repubblica), ho appreso che sarebbero previste, a breve, in Lombardia, due manifestazioni di netta marca fascista (significativo il titolo dell’articolo “La galassia nera arriva a Milano“), una Festa nazionale di tre giorni di CasaPound, a Milano e, pressoché contemporaneamente, un meeting internazionale a Cantù, promosso da Forza Nuova. La concomitanza di due manifestazioni del genere, che hanno precedenti ben noti, indigna e preoccupa chiunque sia dotato di una vera sensibilità democratica. In particolare l’ANPI, riconosciuta da diverse  sentenze di Tribunali militari come erede e successore dei Combattenti per la libertà, è legittimata e tenuta a reagire nei confronti di eventi che contrastino con i valori per i quali si batterono donne e uomini della Resistenza e su cui si fonda la Costituzione repubblicana. La nostra mobilitazione, dunque, è legittima e doverosa; ma non basta, perché il primo compito e il primo dovere di intervento spettano alle Istituzioni democratiche, che devono sapere, e far sapere, che i diritti di libertà trovano un limite imprescindibile nella natura democratica e antifascista del nostro Stato.

A nome di tutta l’Associazione che ho l’onore di presiedere attendo, quindi, un pronto e deciso intervento da parte di chi ha competenza in materia e una indifferibile presa di posizione delle massime Istituzioni nazionali sulla questione di fondo: l’Italia, che si è liberata 70 anni fa dalla dittatura fascista e dall’occupazione tedesca, è e deve essere un Paese democratico e antifascista, non lasciando alcuno spazio a chi sogna impossibili ritorni o propugna forme nuove di autoritarismo.

Con osservanza,

 Il Presidente Nazionale ANPI

Prof. Carlo Smuraglia

 

 

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A proposito di “stranieri”, emigrazione e guerra.

E’ IMPORTANTE CONOSCERE QUELLO CHE SU QUESTE TRAGEDIE E’ STATO SCRITTO

“A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che «ogni straniero è nemico». Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente…Parte del nostro esistere ha sede nelle anime di chi ci accosta: ecco perché è non-umana l’esperienza di chi ha vissuto giorni in cui l’uomo è stato una cosa agli occhi dell’uomo”.

Se questo è un uomo – Primo Levi

Non vogliamo essere rassegnati ad assumere in massa e definitivamente – pagandone in futuro le inevitabili conseguenze di odio e violenza – atteggiamenti di rifiuto-rigetto nei confronti di esseri umani colpevoli di essere a noi “stranieri nemici”, soltanto perché non abbiamo scelto di rifiutare che l’uomo, qualsiasi essere umano possa essere “una cosa” agli occhi dell’uomo”.

Leoluca Orlando – Sindaco di Palermo, in L’Unità del 18 agosto 2015.

“Se è pur vero che fra i buonisti si incontrano talora persone superficiali inclini a generici embrassons nous, coloro che vengono spesso definiti con sprezzo «buonisti» sono in linea di principio esseri umani che si pongono il problema dell’altro, delle minoranze e si ritengono responsabili del «volto altrui», per dirla con il filosofo Levinass, o mettono in pratica il dettato evangelico: «Ciò che fai allo straniero lo fai a me». Del resto, la questione dell’accoglienza dell’altro è la madre di tutte le questioni, quella la cui mancata soluzione è causa di ogni violenza e di tutte le infamie che devastano la convivenza delle comunità.

Nel mio caso, appartengo ad una ulteriore fattispecie, sono un ex «altro» entrato nel salotto dei privilegiati. Io sono ebreo e so che significa essere gravato da pregiudizi, calunniato, perseguitato, deriso, massacrato e sterminato.

Oggi, molti cattivisti vi diranno che l’ebreo non è come il rom. Oggi ve lo dicono, ma in passato i «perfidi giudei» erano trattati allo stesso modo, con una sola differenza che i rom non ricevevano l’accusa di essere deicidi, in quanto cristiani o mussulmani.

Credete che l’antisemitismo abbia perso aggressività a causa dell’orrore provocato dalla Shoà? Non è così, anche rom e sinti hanno subito lo stesso destino. La vera ragione è che oggi esiste uno stato ebraico ( la definizione è di Teodor Herzel, suo Ideologo, das Juden Staat ) con un esercito, un governo e servizi segreti che sanno essere molto «cattivisti».

Per rom e sinti non c’è nessuno Stato che parli e agisca, nessuno li difende da posizioni di forza e gli attacchi razzisti contro di loro sono solo azioni di vigliacchi. È razzista chiunque attribuisca reati di individui all’intera comunità. Ma io, che appartengo simultaneamente anche ad un altra categoria, i settantenni, ho buona memoria. E che c’entra con l’argomento in discussione? C’entra!

Ricordo quando sui muri della prospera «Padania», della sua capitale «morale» c’erano le infami scritte razziste «via i meridionali dalle nostre città!», «non si affitta ai terroni!». Mi ricordo dell’eco di Marcinelle quando i nostri italiani più poveri, trattati come bestie in quanto italiani, venivano venduti come schiavi da miniera perché tutta l’Italia avesse carbone. Mi ricordo delle scritte «vietato agli italiani e ai cani» nel civile Nord Europa.

Allora gli zingari eravamo noi. Salvini se lo ricorda?

Ma cosa volete che si ricordi un populista demagogo alla ricerca di voti? A lui, a quelli come lui, i voti non servono per fare politica, ma per fare un mestiere, quello del nazionalista da piccola patria, come i Karadzic, gli Arkan, i Mladic e i loro omologhi croati, gli sterminatori della ex Jugoslavia. Un mestiere molto redditizio che si nutre di odio, approfitta della paura dei più fragili, garantisce posti nei parlamenti e gratificante visibilità mediatica”.

Moni Ovadia – Manifesto 30 maggio 2015

Sono il nuovo Sindaco delle isole di Lampedusa e di Linosa. Eletta a maggio 2012, al 3 di novembre mi sono stati consegnati già 21 cadaveri di persone> annegate mentre tentavano di raggiungere Lampedusa e questa per me è una cosa insopportabile. Per Lampedusa è un enorme fardello di dolore. Abbiamo dovuto chiedere aiuto attraverso la Prefettura ai Sindaci della provincia per poter dare una dignitosa sepoltura alle ultime 11 salme, perché il Comune non aveva più loculi disponibili. Ne faremo altri, ma rivolgo a tutti una domanda: quanto deve essere grande il cimitero della mia isola?

Non riesco a comprendere come una simile tragedia possa essere considerata normale, come si possa rimuovere dalla vita quotidiana l’idea, per esempio, che 11 persone, tra cui 8 giovanissime donne e due ragazzini di 11 e 13 anni, possano morire tutti insieme, come sabato scorso, durante un viaggio che avrebbe dovuto essere per loro l’inizio di una nuova vita. Ne sono stati salvati 76 maerano in 115, il numero dei morti è sempre di gran lunga superiore al numero dei corpi che il mare restituisce.

Sono indignata dall’assuefazione che sembra avere contagiato tutti, sono scandalizzata dal silenzio dell’Europa che ha appena ricevuto il Nobel della Pace e che tace di fronte ad una strage che ha i numeri di una vera e  propria guerra. Sono sempre più convinta che la politica europea sull’immigrazione consideri questo tributo di vite umane un modo per calmierare i flussi, se non un deterrente. Ma se per queste persone il viaggio sui barconi è tuttora l’unica possibilità di sperare, io credo che la loro morte in mare debba essere per l’Europa motivo di vergogna e disonore.

In tutta questa tristissima pagina di storia che stiamo tutti scrivendo, l’unico motivo di orgoglio ce lo offrono quotidianamente gli uomini dello Stato italiano che salvano vite umane a 140  miglia da Lampedusa, mentre chi era a sole 30 miglia dai naufraghi, come è successo sabato scorso, ed avrebbe dovuto accorrere con le velocissime motovedette che il nostro precedente governo ha regalato a Gheddafi, ha invece ignorato la loro richiesta di aiuto. Quelle motovedette vengono però efficacemente utilizzate per sequestrare i nostri pescherecci, anche quando pescano al di fuori delle acque territoriali libiche.

Tutti devono sapere che è Lampedusa, con i suoi abitanti, con le forze preposte al soccorso e all’accoglienza, che dà dignità di esseri umani a queste persone, che dà dignità al nostro Paese e all’Europa intera.

Allora, se questi morti sono soltanto nostri, allora io voglio ricevere i telegrammi di condoglianze dopo ogni annegato che mi viene consegnato. Come se avesse la pelle bianca, come se fosse un figlio nostro annegato durante una vacanza”.

Giusi Nicolini – Sindaco di Lampedusa – dicembre 2012

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L’ANPI A USTICA

 

Con le parole e le immagini di Lucia Vincenti in occasione della presentazione del suo “Vento di Sicilia” diamo notizia della bella iniziativa de ‘L’ANPI a Ustica’ .

La storia dell’isola tra passato e presente. Tra luoghi di confino e acque cristalline..
Col presidente Anpi Ottavio Terranova, il presidente Vito Ailara, la prof. Rosa Venuti, la prof Annamaria Amitrano, il dott. Nuccio Pepe; il sindaco Attilio Licciardi.
Con l’occasione sono state conferite tessera ad honorem e pergamena al sindaco Attilio Licciardi e al presidente Vito Ailara.
Un pomeriggio dedicato ad una stupenda visita guidata sui luoghi storicamente determinanti. La casa di Gramsci.. E il centro documentazione. Nell’isola vi era persino la “fossa” dei condannati. Ed entrata li.. Tra le viscere della terra, mi sembrava di trovarmi tra le pagine del libro di Natoli..
E alla fine, L’emozione più grande.. La commozione del sindaco che da sfogo alle lacrime ricevendo tessera e pergamena Anpi..

Lucia Vincenti

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NON C’E’ PIU’ TEMPO

Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo

Il mio editoriale per L’Unità di oggi:

SE QUESTA E’ EUROPA.GENOCIDIO TEMPO NIENTE.

“A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che «ogni straniero è nemico». Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente…
Parte del nostro esistere ha sede nelle anime di chi ci accosta: ecco perché è non-umana l’esperienza di chi ha vissuto giorni in cui l’uomo è stato una cosa agli occhi dell’uomo.”
(Se questo è un uomo – Primo Levi)

Sento, sentiamo in tanti, la vergogna di assistere ad un genocidio, ad un genocidio che 70 anni fa che Primo Levi ha con forza denunciato e che oggi non ha il volto del nazifascismo, ma ha il volto di una Unione Europea vittima di una “infezione latente”, nascosta dietro egoismi sempre più criminogeni e criminali.
Se questo è un uomo, denunciava Primo Levi.
Se questa è Europa, denunciamo noi.
Non c’è più tempo di trarre conforto dal comportamento generoso di quanti in mare – dalla Guardia Costiera ai semplici pescatori, passando per Medici senza Frontiere e per tanti uomini di mare di diversa nazionalità – soccorrono migliaia di migranti; non è più tempo di ricordare la solidarietà e l’accoglienza esemplari delle comunità siciliane e la straordinaria collaborazione tra istituzioni e volontariato che si registra nei porti di Palermo, della Sicilia e di tante altre comunità e città del Meridione; non è più tempo di sottolineare che a fronte di quasi 300.000 migranti che sono passati attraverso la Sicilia negli ultimi 20 mesi non si è manifestato un solo significativo atto di razzismo e intolleranza, come purtroppo a volte è successo in altre comunità italiane cui è stato richiesto di accogliere 5, 10 o 20 migranti.
Non è più tempo di trarre conforto da testimonianze positive di generosità e di civile accoglienza.
Oggi non c’è più tempo per continuare a negare che la mobilità internazionale è un diritto umano inviolabile e che nessuno può essere costretto a morire nel luogo dove è nato.
Non c’è più tempo per continuare ad applicare i criminali e criminogeni accordi europei, che condannano alla schiavitù e alla pena di morte centinaia di migliaia di persone ad opera di criminali scafisti e anche troppo spesso di turpi speculatori della cosiddetta accoglienza.
Non c’è più tempo per ritardare ancora la abolizione del permesso di soggiorno, quale strumento di schiavitù e morte. Una proposta che è già stata codificata nella “Carta di Palermo” approvata a Palermo a marzo di quest’anno.
Non c’è più tempo per continuare in atteggiamenti che peseranno sulla stessa futura convivenza all’interno dell’Unione Europea.
Non c’è più tempo per l’immobilismo o per voltare lo sguardo da un’altra parte, come 70 anni fa compresero che non c’era più tempo coloro che anche a rischio della loro stessa vita tentarono di mettere in salvo le vittime designate della bestialità nazifascista.
Non c’è più tempo per l’indifferenza, come 70 anni fa compresero che non c’era più tempo per l’indifferenza i tanti partigiani che in Italia e in Europa ma anche in Germania con i giovani della Rosa Bianca fecero una scelta di parte.
Non c’è più tempo oggi per l’Unione Europea; si liberi subito dalla vergogna di ciò che peserà come un macigno sulla sua stessa ragione di esistere, da una vergogna che la Storia attribuirà alla responsabilità di quanti hanno avuto la possibilità di costruire una straordinaria esperienza di rispetto degli esseri e dei diritti umani ed hanno invece scelto la cieca e criminale obbedienza al Dio denaro.
Non c’è più tempo, come ci ricordano le migliaia di vittime; le migliaia di esseri umani di ogni età, religione, etnia, i cui resti sfigurati vengono recuperati nel mare e spesso senza il conforto di un nome e ancor più i cui resti restano inghiottiti senza il conforto di una sepoltura.

Non c’è più tempo, come ci ricordano le mamme, le figlie, i fratelli posti a migliaia dentro orrende zattere della morte e spesso posti nella disumana condizione di sopravvivere a discapito di altri figli, genitori, sorelle.
Non c’è più tempo, come ci ricordano quanti abbiamo incontrato e sentito raccontare terribili esperienze di violenza e brutalità, quanti abbiamo visto in lacrime silenziose tentare o non riuscire a riconoscere il corpo sfigurato di propri cari, madri incinte e bambini di appena un anno.
Non c’è più tempo per scegliere se essere complici di incivili criminali e della “civilissima” Europa che quelle migliaia di morti portano sulla coscienza.
Non c’è più tempo se non vogliamo essere rassegnati ad assumere in massa e definitivamente – pagandone in futuro le inevitabili conseguenze di odio e violenza – atteggiamenti criminali nei confronti di esseri umani colpevoli di essere a noi “stranieri nemici”, soltanto perché non abbiamo scelto di rifiutare che l’uomo, qualsiasi essere umano possa essere “una cosa” agli occhi dell’uomo.

Leoluca Orlando

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Onore e gloria al partigiano Mario Vela

Sommatino, l’ultimo commosso 

addio al partigiano Mario Vela

L’ANPI Palermo e l’ANPI Sicilia rendono commossi onore e gloria al partigiano Mario Vela
Mercoledì pomeriggio la comunità di Sommatino ha dato il suo ultimo saluto al partigiano Mario Vela. 

 

Un uomo-  ha detto l’arciprete Don Domenico Lipani della Chiesa Madre durante la messa- che nella sua giovinezza si è prodigato di lottare per la propria patria come partigiano per la liberazione dell’Italia dal potere  nazifascista. Mario Vela nei suoi 99 anni di vità, è stata anche un buon marito, padre e lavoratore, che si è prodigato sempre per la famiglia”. Parole che hanno toccato i  famiglia dell’anziano e tutti i cittadini di Sommatino. Ai funerali erano presenti il Sindaco di Sommatino, Crispino Sanfilippo, l’assessore alla Cultura, Giusy Auria e una delegazione dell’ANPI di Sommatino e Riesi, che hanno voluto rendere onore esponendo la bandiera tricolore e lo stendardo dell’ANPI. Alla conclusione della santa messa il Sindaco ha espresso parole di elogio per Mario Vela. “Era un uomo che non amava stare sotto i riflettori, nonostante avesse dato un forte contributo alla lotta partigiana. Quello che lo contraddistingueva era la sua umiltà.  Mario Vela era nato a Ravanusa (AG) il 30 Gennaio 1916. Partigiano combattente. Zona d’operazione Monastero prov. Macerata. Appartenente alla Divisione Garibaldi formata da 350 uomini. Comandava la formazione il tenente Augusto Pantanelli”. I componenti delle sezioni ANPI  di Riesi e Sommatino hanno consegnato alla famiglia il fazzoletto tricolore dell’ANPI, realizzato per la ricorrenza dei 70 anni della liberazione d’Italia. Inoltre è stato comunicato che un mese fa per Mario Vela è stata avvita la procedura per l’ottenimento della medaglia d’oro per i 70 anni della liberazione, che la richiesta è stata accettata e adesso si aspetta la consegna ufficiale. Tanti i messaggi di cordoglio sulla pagina facebook dell’ANPI dedicati al compianto Mario Vela. “Perdere un altro partigiano è sempre un grande dolore- scrive Silvia Baglio- condoglianze da parte mia e della sezione Anpi Centocelle alla famiglia. Caro Mario non ti ho conosciuto ma il tuo ricordo di partigiano e difensore dei nostri valori rimarrà sempre con noi e d’esempio ai giovani”. “Dato che i personaggi storici- afferma lo scrittore di Favara, Pasquale Cucchiara- che hanno animato questo periodo per motivi anagrafici ci stanno lasciando tocca a noi preservare questi ideali di libertà e democrazia con coraggio e spirito di abnegazione. Grazie partigiano Mario”. Un messaggio anche dal fiduciario dell’Anpi provincia di Caltanissetta Giuseppe Cammarata che scrive: “ci associamo al dolore della famiglia per la scomparsa del partigiano Mario Vela. Grazie per aver contribuito a renderci LIBERI”.

 

Fonte: Fonte: www.today24.it Venerdì 7 agosto 2015

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Partigiani siciliani: mostra fotografica ANPI RIESI Gaetano Butera

Venerdì 7 agosto alle ore 18,30

“Partigiani Siciliani” mostra fotografica a cura dello studioso Enzo Giuliana
Contemporaneamente verrà svolta la presentazione del libro Altri Uomini di Pasquale Cucchiara.
Presso Chiesa Valdese, Via Capitano Faraci n 65

Venerdì 7 agosto 2015 alle ore 19.00, l’ANPI Riesi sezione Gaetano Butera presenterà nel cortile della Chiesa Valdese in Via Capitano Faraci n. 65 il libro di Pasquale Cucchiara dal titolo: “Altri uomini- storie di antifascisti e partigiani favaresi”.  Nel corso della presentazione del libro, l’autore renderà nota una ricerca condotta su partigiani e antifascisti locali e i nomi dei riesini che hanno contribuito alla lotta per la liberazione dell’Italia dal dominio nazifascista. Il volume di Cucchiarà  è gia stato presentato nei mesi scorsi presso la Camera dei Deputati e nel Comune Favara; e adesso farà tappa a Riesi.   Inoltre, all’interno dei locali della Chiesa Valdese sarà possibile visitare una mostra fotografica dal titolo “Partigiani Siciliani” a cura dello storico sommatinese Enzo Giuliana, che da molti anni si occupa di sviluppare delle ricerche sui partigiani della nostra isola, raccogliendo testimonianze verbali e scritte per dare un volto a tutti quei uomini che hanno lasciato tutto per andare a combattere in nome dell’amata Libertà. Materiale che è stato pubblicato nel suo libro: “Libertà a caro prezzo”. Un iniziativa promossa dall’ANPi locale in ricorrenza del 70° anniversario della liberazione dell’Italia che rientra nella programmazione dell’Estate Riesina. Recentemente  i componenti dell’ANPI  hanno partecipato alla 6° Marcia delle Legalità organizzato dall’Oratorio Salesiano,  dove il giovane socio, Rocco Millaci ha consegnato il fazzoletto tricolore dell’ ANPi con dedica al Questore di Caltanissetta,   Bruno Megale, che ha gradito il dono, e ha esortato i ragazzi a  intraprendere iniziative in favore della legalità. 

Fonte: www.today24.it 2 agosto 2015

RASSEGNA STAMPA PRSENTAZIONE “DAI FASCI SICILIANI ALLA RESISTENZA”

Una frase molto attuale di Pietro Calamadrei, che è stata ricordata dal giovane Simone Ballaera per spiegare la sua tesi di maturità “Libertà” di fronte ad Angelo Ficarra, segretario dell’ANPI di Palermo, che ieri ha presentato nel centro polivalente comunale di Riesi il suo ultimo  libro: “Dai Fasi Siciliani alla Resistenza”. Due argomenti apparentemente lontani dal tempo, ma uniti da un filo rosso che unisce la storia di un popolo oppresso in un primo momento dalla classe feudale, e in un secondo momento dalla dittatura nazifascista. La prima iniziativa istituzionale organizzata  dell’ANPI Riesi sezione Gaetano Butera, nata il 23 maggio 2015. Un evento a cui ha preso parte il segreterio della CGIL Riesi, Filippo Marino, il referente dell’ANPI Riesi, Giuseppe Calascibetta e il sindaco del Comune di Riesi, Salvatore Chiantia. Dopo i loro interventi il sedicenne Rocco Millaci, componente ANPI ,  ha letto una lettera di Silvia Baglio, nipote del partigiano Gaetano Butera, e infine la tredicenne Alessia Cammarata che in rappresentanza della 3°A anno 2014-2015 della scuola media Carducci, ha presentato il documentario realizzato in collaborazione con l’ANPi Riesi, dal titolo Siciliane nella Resistenza. Sono seguiti gli interventi del referente Anpi provinciale, Giuseppe Cammarata, e dal componente dell’ANPI Riesi,  Rosario Riggio. L’autore Angelo Ficarra ha presentato il suo libro, sottolienando che Riesi è stata la capitale del movimento operaio in Sicilia. Successivamente Pino Testa ha illustrato un ricerca storica realizzata nel 1988 su Gaetano Butera, dall’insegnante Cesare Conti insieme ai suoi alunni. Sono seguiti gli interventi dell’assessore clla cultura, Franco La Cagnina, del vice presidente dell’AGISCO Domenico Pistone, che ha illustrato il documentario e la pubblicazione su La Repubblica di Riesi,  del  componente dell’AUSER Nicola Boccadutri e di  Domenico Nicolosi di Niscemi. Un iniziativa molta apprezzata dai presenti  e in particolari dai giovani. “Vogliamo ringraziare tutti i presenti – affermano i componenti dell’ANPi –  le associazioni e i rappresentanti politici che hanno partecipato alla presentazione del libro, . Si ringrazia il Comune che ci ha concesso il locale del Centro Polivalente e la CGIL che per l’occasione ha offerto il buffet”.
Fonte: www.today24.it  Data, 25 luglio 2015
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SERVIZIO IDRICO IN SICILIA

ATTENZIONE, MOLTO IMPORTANTE: IL PERCORSO CONTROVERSO E RESO TORTUOSO PER RIPORTARE LA GESTIONE DEL SERVIZIO IDRICO IN SICILIA NELLE MANI DELL’AMMINISTRAZIONE PUBBLICA E SENZA LA RICERCA DEL PROFITTO, GIUNGE AL TERMINE!
Martedi 4 agosto alle ore 16.00 inizierà nell’Aula dell’Assemblea Regionale Siciliana, la discussione generale che proseguirà mercoledi 5 agosto e che si protrarrà fino al 12 agosto, data di chiusura dei lavori in Assemblea e della possibile votazione finale della legge,esattamente:
LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE E DEI CONSIGLI COMUNALI (E DI UN CONSIGLIO PROVINCIALE) E CON LE FIRME DI 35.000 CITTADINI-ELETTORI SICILIANI,, “ADEGUAMENTO DELLA DISCIPLINA DEL SERVIZIO IDRICO ALLE RISULTANZE DEL REFERENDUM POPOLARE NAZIONALE DEL 12 E 13 GIUGNO 2011”.

INDICIAMO. QUINDI, UN SIT-IN LI’ IN PIAZZA PARLAMENTO, DAVANTI LA SEDE DEL PARLAMENTO SICILIANO, E CHIEDIAMO A TUTTI GLI AMICI E COMPAGNI DI PERCORSO DI QUESTI ULTIMI 5 ANNI, DI ESSERE PRESENTI ADESSO, NEL MOMENTO, CIOE’, NEL QUALE IL LUNGO E DIFFICILE ITER STA ANDANDO A COMPIMENTO.
SAPPIANO I PARLAMENTARI SICILIANI TUTTI CHE CONOSCIAMO BENE IL DDL ED OGNI SUA PICCOLA INTERPRETAZIONE, E QUINDI SEGUIREMO IL DIBATTITO ED IL VOTO FINALE RELATIVO; COSì IL DEPUTATO REGIONALE CHE DOVESSE TROVARSI CONTRARIO ALLA GESTIONE PUBBLICA DEL SERVIZIO IDRICO E CHE DOVESSE SENTIRSI FAVOREVOLE AD UNA GESTIONE PRIVATA DI UN BENE COMUNE INDISPENSABILE COME L’ACQUA, CON IL CONSEGUENTE PESANTE PROFITTO CHE PESEREBBE SULLE BOLLETTE DEI CONSUMATORI A VANTAGGIO DI ALCUNE IMPRESE PRIVATE, SAPPIA CODESTO PARLAMENTARE CHE NOI GLI CHIEDEREMO CONTO DEL SUO LEGITTIMO VOTO, E GLI CHIEDEREMO LE RAGIONI DI UN TALE TRADIMENTO DEL VOLERE DEI SICILIANI. NULLA VERRA’ IGNORATO, E DIVULGHEREMO CON TUTTI I MEZZI POSSIBILI ED IMMAGINABILI LE RISULTANZE DEL VOTO TOTALE E DEL COMPORTAMENTO DI OGNUNO. OGNI DEPUTATO SI PRENDA LE SUE RESPONSABILITA’ E NOI CE NE FAREMO DIVULGATORI.

TUTTI DAVANTI ALL’ARS IL 4 AGOSTO MARTEDI’, ALLE ORE 15:30 3 FINO ALLE 19:30, ALMENO NELLA PRIMA GIORNATA. VI ATTENDIAMO COME E’ GIUSTO CHE SIA DOPO TANTI ANNI DI BATTAGLIE FATICOSE ED AL MOMENTO DELLA CONCLUSIONE DEL PERCORSO.

SI PREGA VIVAMENTE DIFFONDERE, PER OGNUNO CHE NE ABBIA
INTERESSE.

p.s.

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“viva preoccupazione per la riduzione degli spazi di democrazia e dell’effettività dei diritti”.

10 luglio 2015

Il Comitato nazionale dell’ANPI esprime “viva preoccupazione per la riduzione degli spazi di democrazia e dell’effettività dei diritti”.

Questo il testo del documento diffuso oggi.

Il Comitato nazionale, nella riunione del 30 giugno 2015, ha preso in esame la situazione delle “riforme“ in Italia, decidendo di esprimere – al termine del dibattito – viva preoccupazione per l’andamento delle cose e per il rischio che gli spazi di democrazia, anziché ampliarsi, finiscano per ridursi, così come di alcuni diritti possa essere ridotta l’effettività; e ciò in un Paese che attraversa ancora una difficile situazione di crisi, non solo economica, ma anche politica e morale.

Sulla legge elettorale, il giudizio dell’ANPI è sempre stato severo e tale resta anche dopo la definitiva approvazione (con la fiducia). La legge, così come è stata approvata, anche a prescindere dalla anomalia dell’entrata in vigore differita al luglio 2016, non appare conforme né al dettato costituzionale né agli interessi di un Paese democratico.

Resta ancora un premio di maggioranza eccessivo e resta la possibilità che, dopo un ballottaggio, esso venga attribuito ad un partito che ha riscosso complessivamente troppo pochi voti per meritare un premio. Resta il problema dei “nominati” anziché eletti, con la possibilità per costoro, di candidarsi in più circoscrizioni. Resta la discussione se sia davvero preferibile assegnare il premio ad una lista anziché ad una coalizione; resta, il fatto che una effettiva, reale e piena rappresentanza non risulta in alcun modo garantita, così come non è garantito un vero esercizio della sovranità popolare.

Questa legge non è utile al Paese e non corrisponde all’interesse dei cittadini. È possibile che sia chiamata ad esprimersi la Corte Costituzionale; oppure che siano gli stessi cittadini a manifestare, nelle forme più opportune, il loro dissenso.

L’ANPI continua a ritenere che questa legge rappresenti un vulnus al sistema democratico, sicuramente da eliminare con sostanziali cambiamenti.

La riforma del Senato.

L’ANPI continua a ritenere che si tratti della sostanziale abolizione di uno dei rami del Parlamento, con cui si elimina un contropotere, essenziale per l’equilibrio previsto dal legislatore costituente. Vi erano modi assai più semplici e meno invasivi per correggere alcuni effetti del cosiddetto bicameralismo perfetto. Si è invece battuta un’altra strada, grave e pericolosa.

Non è solo questione di elezione diretta, pur fondamentale; è anche questione di contenuti, cioè di poteri. Così come sono stati configurati, essi sono troppi per un organismo sostanzialmente delegittimato e contemporaneamente troppo pochi rispetto a quello che occorrerebbe, per ottenere quell’essenziale equilibrio di poteri che è alla base della volontà espressa dalla Costituzione. Oltretutto, se davvero si vuol ridurre il numero dei parlamentari (ma per ragioni di funzionalità e non per venire incontro alla pressione dell’antipolitica) lo si faccia per entrambe le Camere. Tanto più che un Senato di 100 componenti non potrebbe avere un peso determinante anche nell’ipotesi di lavori congiunti con la Camera, così come questa resterebbe strutturata.

L’ANPI confida che si possa ancora correggere quella anomalia giuridico-istituzionale che si va costruendo; ed auspica che il Senato faccia fino in fondo il suo dovere di difesa dei princìpi e dei valori costituzionali.

La riforma della scuola.

Non è concepibile una riforma della scuola effettuata a tamburo battente, con una fretta ingiustificata e contro gran parte del mondo della scuola. L’ANPI ribadisce: che la scuola da rafforzare in primis è quella pubblica, senza escamotage per aggirare i divieti costituzionali; che la scuola non può essere elitaria e differenziata in base a criteri diversi dal merito e dalla qualità; che la scuola ha bisogno di collaborazione e di partecipazione di tutti (studenti, insegnanti, famiglie) e non di centri autoritari, dotati di poteri discrezionali; che la scuola deve rispondere principalmente al suo ruolo ed alla sua missione vera, che è quella di creare, “cittadini” consapevoli ed attivi; che la scuola ha bisogno di valorizzazione delle professionalità, di organici completati e di personale inserito validamente e razionalmente nel quadro generale dell’insegnamento. Una scuola adeguata ai tempi, non può limitare l’insegnamento della storia a poche nozioni, ristrette nel tempo; ma deve aiutare a conoscere il passato, anche il più recente, per capire meglio il presente ed affrontare consapevolmente il futuro; deve, soprattutto, recare un contributo decisivo per indirizzare i giovani verso una cittadinanza attiva.

Solo da una grande ed approfondita discussione pubblica (che del resto era stata promessa, senza poi esito) e da una riflessione collettiva e partecipata, potrebbe nascere una riforma in grado di risolvere gli annosi problemi che tutt’ora affliggono la scuola e la rendono non idonea ad affrontare le grandi sfide del mondo contemporaneo. Allo stato, mancano tutti i presupposti perché si possa parlare di una vera riforma della scuola.

Alla tematica del lavoro – sul quale peraltro l’ANPI si è più volte espressa – sarà dedicata una riflessione specifica, in relazione alla sua particolare rilevanza (art. 1 della Costituzione) e complessità.

In ogni caso, una stagione di riforme è possibile e necessaria. Ma essa può essere realizzata solo con la più ampia partecipazione dei cittadini, con effettivi confronti con le organizzazioni sindacali e con le rappresentanze di categoria, nell’ambito di una rigorosa volontà di dare finalmente attuazione alla Costituzione repubblicana, soprattutto nella parte inerente ai diritti dei lavoratori e delle lavoratrici e dei cittadini e delle cittadine nel loro complesso.

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L’ANPI Palermo incontra Di Matteo:

ANPI Palermo Comandante Barbato

Carissimi il 27 luglio si è svolto un breve, significativo incontro, presso il palazzo di Giustizia, con il magistrato Antonino Di Matteo nel corso del quale il Presidente dell’ANPI Palermo Ottavio Terranova, ha consegnato la tessera ad Honorem dell’ANPI che reca la seguente motivazione:

<Ad Honorem nella ricorrenza delle lotte dell’8 luglio 1960 in difesa della Costituzione, per essersi instancabilmente impegnato per gli alti ideali di Giustizia e Libertà, per fare piena luce sulle stragi che hanno insanguinato la nostra storia repubblicana>

Il Dott. Di Matteo si è detto felice ed onorato di ricevere la tessera ad honorem e la relativa pergamena  della Associazione dei Partigiani italiani, con profonde e commosse parole di ringraziamento ed ha rivolto, con una particolare attenzione verso i giovani, preoccupazione per quanto avviene nel nostro Paese e un accorato appello per la difesa del nostro bene supremo, la Carta Costituzionale nata dalla Resistenza.

  Angelo Ficarra

Segretario Anpi Palermo

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