ANTONIO ORTOLEVA: c’era una volta l’India e c’è ancora

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Venerdì 30 ottobre, alle ore 17:00, presso L’archivio di Stato di Palermo (corso Vittorio Emanuele,…31)ANTONIO ORTOLEVA PRESENTA IL SUO C’ERA UNA VOLTA L’INDIA E C’è ANCORA. Io ci sarò

foto di Angelo Ficarra.
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C’ERA UNA VOLTA L’INDIA

C’ERA UNA VOLTA L’INDIA

E C’E’ ANCORA

PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI ANTONIO ORTOLEVA

RIFLESSIONI SU UN VIAGGIO IN INDIA12193817_10153688083943967_5268027134034252785_n

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LA STRAGE DI VIA MAQUEDA 19 ottobre 1944 – 19 ottobre 2015

 

ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA
  COMANDANTE BARBATO – PALERMO
PER NON DIMENTICARE
ANNIVERSARI TERRIBILI DELLA STORIA
IL NOSTRO PENSIERO COMMOSSO VA AL 16 OTTOBRE 1943 ROMA RASTRELLAMENTO DEL GHETTO E PRIMO VAGONE PIOMBATO CHE PARTE DALL’ITALIA FASCISTA PER I CAMPI DI STERMINIO NAZISTI.
19 OTTOBRE 1944 PALERMO STRAGE DI VIA MAQUEDA  DETTA DEL PANE. STRAGE PER OLTRE 50 ANNI NEGATA.
NELLA PALERMO DA PIU’ DI UN ANNO (GIUGNO 1943) LIBERATA DAL FASCISMO GRAZIE ALLE FORZE ANGLO-AMERICANE, PASSATA DAGLI INIZI DEL 1944 SOTTO L’AMMINISTRAZIONE DEL GOVERNO BADOGLIO, 24 CITTADINI INERMI CHE MANIFESTANO PACIFICAMENTE SOTTO IL PALAZZO COMITINI, ALLORA SEDE DELLA PREFETTURA,  VENGONO BARBARAMENTE UCCISI DA SOLDATI DELL’ESERCITO ITALIANO IN SERVIZIO DI ORDINE PUBBLICO CON LANCI DI BOMBE A MANO E COLPI DI MOSCHETTO FACENDO ALLORA REGISTRARE 158 FERITI DI CUI MOLTI IN MODO GRAVE.
Lunedì 19 ottobre depositiamo dei fiori presso la lapide posta in via Maqueda palazzo Comitini alle ore 11,30
Nella stessa data e nello stesso luogo alle ore 19  veglia commemorativa. Verranno deposti lumini a ricordo dei caduti nel luogo della strage. Siamo tutti invitati a esprimere una riflessione, un pensiero sul tragico evento a tutt’oggi ignorato dai testi scolastici.
In allegato un elenco dei primi messaggi pervenuti alla segreteria ANPI Palermo.
Con il Comitato delle associazioni che hanno dato vita al 70° della liberazione
ANPI Palermo Comandante Barbato
Ottavio Terranova Presidente         Angelo Ficarra Segretario
Palermo 15 ottobre 2015

Franco Carollo “A parte le eccezioni, la strage è di per se un atto di “guerra civile”, ma, in Sicilia, esso è di norma concepito e realizzato con la deforme e demoniaca vocazione “pedagogica” di un’intimazione di “pace” che i potenti rivolgono ai subalterni per assicurarsi del loro dominio. In definitiva, quel che si vuole mettere in campo è una singolare “pedagogia della paura” [ Giuseppe Carlo Marino. La Sicilia delle Stragi” /pg. 20 ]

1 min · Mi piace

Anacreonte La Mantia

36 min ·

Tragico evento mai riportato dai libri di storia.

Palermo Palazzo Comitini
Invito ricevuto da Franco Carollo

Alle ore 12,30 del 19 ottobre 1944 un plotone di fanteria del 139 Rgt della Divisione Sabauda al comando del S.Ten.Lo Sardo spara e lancia bombe su una folla non armata per le più varie motivazioni ritrovatasi davanti alla sede della Prefettura : alcuni chiedevano “pane e lavoro”, altri soltanto di passaggio. Donne al lavoro e bambini curiosi

L’unilaterale azione militare -eseguita in due fasi- provocò 24 morti e 158 feriti di cui nessuno avrebbe poi dato conto.
Una lapide tardivamente posta all’interno di Palazzo Comitini cita i nomi dei Caduti, una seconda targa (ancor più tardivamente posta nell’adiacente Vicolo sant’orsola, nel settantesimo) indica il luogo del massacro.

l’ A.N.P.I. “Comandante Barbato/Palermo” parteciperà all’evento promosso per le h. 11,30 quanto i cittadini democratici di Palermo deporranno un fiore sotto la lapide che ricorda la strage.

l’ A.N.P.I. -in sintonia con tutte le associazioni antifasciste che già si ritrovarono unite nel “Documento per il Settantesimo del 25 aprile “- promuove una Veglia Commemorativa : h. 19,00, via Maqueda/PalazzoComitini.
Ai cittadini democratici di Palermo si chiederà :
-di accendere una lumino,
-di lasciare una riflessione scritta

Per non dimenticare
Per ricordare che il nostro impegno antifascista non indietreggia

mirella.mascellino@inwind.it

 

00:31 (6 ore fa)

 

a me

 

Ho trovato un testimone della strage del pane. Ho la video intervista. Appena è pronta vi invio il link.

Mirella

Lia Blanda
16 ottobre alle ore 10:51

 

Lunedì 19 ottobre l’ANPI Palermo Comandante Barbato insieme al Comitato delle associazioni che hanno dato vita al 70° della liberazione, alle ore 11,30, in occasione della ricorrenza della Strage di via maqueda, detta Strage del pane ,da oltre 50 anni negata e di cui non troviamo menzione sui libri di scuola ,depositerà dei fiori presso la lapide posta in via Maqueda palazzo Comitini alle ore 11,30 .
Lo stesso giorno alle ore 19 si terrà una veglia commemorativa sempre in via Maqueda dove accenderemo dei lumini in ricordo dei caduti nel luogo della strage.
Nell’invitare tutte le associazioni aderenti a Scorta Civica vi invitiamo a portare una riflessione anche breve scritta da far pervenire poi alle famiglie.
Ottavio Terranova Presidente
Angelo Ficarra Segretario

 

Caro Terranova,

Mi compiaccio per l’iniziativa del ricordo del 19 ottobre. Abbiamo fatto ristampare il Quaderno del CEPES dal titolo “19 Ottobre la strage degli innocenti, tra volti nello scontro  tra separatisti di Lucio Tasca e militari monarchici”, potremmo nell’occasione distribuire un  certo numero di questi opuscoli come contributo del CEPES al ricordo della strage e alla vostra iniziativa. Spero di poter essere presente.

Saluti

Nicola Cipolla

 

Dario Becci

 

21:29 (9 ore fa)
a me

 

Agiamo oggi e sempre, affinché i crimini non si ripetano!

 

Un abbraccio
Dario Becci

D 6 17
D-68159 Mannheim
Deutschland / Germania
Tel. +49 (0)621 397 20 94
Mobil / Cell. +49 (0)160 439 25 77
info@dariobecci.de

Francesco Maria Martorana

34 minuti fa

Spero di esserci! Complimenti per il lavoro; un caro abbraccio!

Inizio modulo

Mi piace   https://www.facebook.com/events/183734728627176/permalink/184860541847928/

 

moceo.pietro@tiscali.it

 

17:23 (31 minuti fa)
a me

 

Carissimi Ottavio e Angelo,

avrei voluto essere accanto a voi, come l’anno scorso, ad onorare, ritto in raccoglimento, sia i martiri del 16 ottobre ’43 che, dopo un rastrellamento nazista si avviavano verso i campi di sterminio nazisti, sia i caduti  nella strage “del pane” perpetrata dall’esercito di Badoglio  in via Maqueda contro cittadini di ogni età che manifestavano pacificamente davanti al Palazzo Comitini, all’epoca  sede della Prefettura.

Seri motivi familiari, che ben conoscete, mi impediscono di partecipare, ma si sappia che l’esempio e il coraggio di quei caduti mi accompagneranno per tutta la vita.

Piero Moceo

 

mirella.mascellino@inwind.it

 

16 ott (3 giorni fa)

 

a me

 

Ho trovato un testimone della strage del pane. Ho la video intervista. Appena è pronta vi invio il link.

Mirella

—-Messaggio originale—-
Da: anpisegreteriabarbato@gmail.com
Data: 15/10/2015 22.54
A: <undisclosed-recipients:;>
Ogg: Fwd: ANPI STRAGE DI VIA MAQUEDA

Angelo Di Naro https://www.facebook.com/angelo.dinaro?fref=nf

6 h ·

CONTROINFORMAZIONE
ORE 23,59 stà per finire questo giorno e lo vogliamo ricordare:

19 OTTOBRE 1944 – 19 OTTOBRE 2015

19 OTTOBRE 1944 – BOMBE SULLA FOLLA

Esattamente 71 anni fa, il 19 0ttobre del 1944 all’incirca verso mezzogiorno, in via Maqueda a Palermo davanti a Palazzo Comitini, attuale sede della Provincia ed a quel tempo sede della prefettura cadevano sotto il proditorio fuoco del militi del 139° fanteria dell’esercito italiano al comando del sottotenente Calogero Lo Sardo 24 inermi cittadini palermitani, la maggior parte giovanissimi e lasciando anche sul selciato 158 feriti.

Giuseppe Balistreri ( 16 anni),Vincenzo Cacciatore (38),Domenico Cordone(16), Rosario Corsaro(30), Michele Damiano(12),Natale D’Atria(28),Andrea Di Gregorio (16), Giuseppe Ferrante (12), Vincenzo

Galatà ( 19),Carmelo Gandolfo ( 25),Francesco Gannotta ( 22), Salvatore Grifati ( 9 ), Eugenio Lanzarone ( 20), Gioacchino La Spia ( 17),Rosario Lo Verde (17), Giuseppe Maligno (22),Erasmo Midolo (19), Andrea Oliveri (16), Salvatore Orlando (17), Cristina Parrinello (61), Anna Pecoraro ( 37), Vincenzo Puccio (22 ), Giacomo Venturelli (60) e Aldo volpes ( 23 ): questi furono i 24 morti quasi tutti giovani in aggiunta ai 158 feriti di quel tragico ottobre del 1944

Lia Blanda Importantissimo intervento di Angelo Ficarra che racconta tutta la tragedia di una strage negata per così tanto tempo! Grazie Giusy Vacca Emoticon smile

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Antonella Primula Daonensis ti ha taggato in un post.

Antonella Primula ha scritto: “https://l.facebook.com/l/hAQH_LnTRAQEqbP79PpFbn3QseMo5AhdCIFUVF1m6yzAMvQ/https%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3DhSG8vVoVYpg%26feature%3Dyoutu.be

19 OTTOBRE 2015 ASSISTENTI IG-PERSONALI IN LOTTA PER LA DIFESA DEL POSTO DI LAVORO E IL DIRITTO ALLO STUDIO DEI RAGAZZI DIVERSAMENTE ABILI DELLE SCUOLE SUPERIORI CONTRO LO STATO DI POLIZIA, L’OSTRUZIONISMO E LA REPRESSIONE SEMPRE E SOLO RIBELLIONE.

ASSISTENTI IG-PERSONALI IN LOTTA DAVANTI PALAZZO COMITINI SEDE EX PROV. PALERMO
E’ GRAVISSIMO CHE I SERVIZI NONOSTANTE L’INDIZIONE DELLE GARE NON SONO PARTITI IL 14 SETTEMBRE, GRAVE LESIONE DEL DIRITTO ALLO STUDIO, SANCITO DALLA COSTITUZIONE, PER GLI STUDENTI DISABILI MENTRE I NORMODOTATI VANNO A SCUOLA.
I SERVIZI DI ASSISTENZA IG-PERSONALE, ALLA COMUNICAZIONE, TRASPORTO SONO SERVIZI ESSENZIALI COME DA NORMATIVA VIGENTE CHE NON SI POSSONO ASSOLUTAMENTE SUBORDINARE A VINCOLI DI BILANCIO COME STABILITO DALLE DIVERSE SENTENZE DEI TAR ED E’ GRAVE CHE LA EX PROVICIA SU QUESTO NON RISPETTA LA LEGGE VIGENTE.
IL DIRITTO ALLO STUDIO DEI RAGAZZI DISABILI DEVE ESSERE GARANTITO DA SUBITO SENZA SE E SENZA MA!
OLTRETUTTO E A MAGGIOR RAGIONE SONO ASSOLUTAMENTE ILLEGITTIMI I TAGLI CHE LA EX PROVINCIA STA FACENDO AI POSTI DI LAVORO DEGLI ASSISTENTI, 9 UNITA’ PER GLI IGIENICO PERSONALE CHE NOI COMBATTIAMO PER I SEGUENTI MOTIVI:
1) LE RISORSE CI SONO, INTANTO QUELLE CHE IL GOVERNO RENZI HA STANZIATO LE LA PROV DI PALERMO (LA SECONDA CITTA’ DOPO ROMA) 1 MILIONE E MEZZO ALL’INCIRCA AGGIUNGENDO A QUESTE 2) QUELLE CHE LE AUTONOMIE LOCALI DEVONO TRASFERIRE, PER PASSARE, INFINE, A QUELLE RISPARMIATE DALLA PROV DALLA NON PARTENZA REGOLARE DEL SERVIZIO (LA SCUOLA E’ INIZIATA IL 14 SETTEMBRE!) E CHE AMMONTA A CIRCA 500 MILA EURO SOLO PER L’IGIENICO PERSONALE. QUINDI IL TAGLIO DELLE RISORSE NON PUO’ ASSOLUTAMENTE ESSERE GIUSTIFICATO! A MAGGIOR RAGIONE SE
3) SE A QUESTI DUE PUNTI AGGIUNGIAMO ANCHE CHE LE TABELLE CHE LA PROV. HA PRESENTATO DI ASSEGNAZIONE UTENTE-OPERATORE SONO ILLEGITTIME PERCHE’ NON ASSEGNANO UN NUMERO SUFFICIENTE DI OPERATORI AL REALE FABBISOGNO, I DISABILI IN CARROZZIAN NON VENGONO CONSIDERTI GRAVI E NON SI PONE PER LORO, COME E’ LEGITTIMO CHE SIA, IL RAPPORTO 1/1 MA SI ASSEGNANO AD UN SOLO OPERATORE 4 ADDIRITTURA 5 ALUNNI DISABILI COMPRESO LA CARROZZINA PONENDO AI SENSI DELLA LEGGE SU SALUTE E SICUREZZA, UNA SITUAZIONE DI GRAVE PERICOLO SIA PER GLI STUDENTI CHE PER GLI OPERATORI OGGETTIVAMENTE IMPOSSIBILITATI AD ASSISTERLI.
ANNI FA QUESTA O.S. HA FATTO RIVEDERE LE TABELLE PER LO STESSO PROBLEMA E L’ ALLORA PRESIDENTE AVANTI, COSI’ COME IL COMMISSARIO TUCCI, HA FATTO RIVEDERE I PARAMETRI CONSIDERANDO ANCHE TUTTE LE DOMANDE DI ASSISTENZA GIUNTE CON L’ORGANICO DI FATTO NELLE SCUOLE DOPO LE BOCCIATURE O NUOVI TRASFERIMENTI DEGLI ALUNNI CHE LA PROVINCIA HA CONGELATO E CHE INVECE DEVONO ESSERE MESSE IN CONTO… E’ ILLEGALE NON FARLO… SU QUESTO LA PROVICNIA DEVE RISPETTARE LA LEGGE E RIFARE TUTTI I CONTEGGI!
I TAGLI AI POSTI DI LAVORO SONO ASSOLUTAMENTE INGIUSTIFICATI E DEVONO RIENTRARE!!!!
QUESTA O.S NON ACCCETTERA’ ALCUN TAGLIO E FARA’ DI TUTTO AFFINCHE’ I RESPONSABILI DEGLI EVENTUALI LICENZIAMENTI PAGHINO LO SCOTTO SOCIALE E POLITICO!
PER ULTIMO, MA NON MENO IMPORTANTE, GLI ASSISTENTI IGIENICO-PERSONALE INFINE INFORMANO CHE IN TUTTI QUESTI ANNI HANNO SVOLTO IL SERVIZIO DI ASSISTENZA NON LIMITANDOSI ALLA SOLA CURA DELL’IGIENE O AL FATTO DI AIUTARE I RAGAZZI PER ESEMPIO NELL’ORA DELLA RICREAZIONE MA, COME DAI CAPITOLATI DI APPALTO DELLA EX PROVINCIA E MANSIONARI IN ESSI CONTENUTI, HANNO ESERCITATO ALTRE MANSIONI COME IL SUPPORTO NEI LABORATORI, NELLE GITE, IN CLASSE SU RICHIESTA DEI DOCENTI E STAGE LAVORANDO SULLA GRADUALE ASSUNZIONE DA PARTE DEGLI STUDENTI DELL’AUTONOMIA PSICO-FISICA… ATTIVITA’ CHE POSSIAMO CERTIFICARE CONCRETAMENTE, DA ANNI CHIEDONO ALLA REGIONE IL RICONOSCIMENTO DI QUESTE MANSIONI CON L’AGGIORNAMNETO PROFESSIONALE CHE E’ PREVISTO PERALTRO PER LEGGE. ORA LO CHIEDIAMO ANCHE ALLA LUCE DEI SERI RISCHI OCCUPAZIONALI CHE INVESTONO LA FIGURA DELL’IGIENICO PERSONALE SIA PER VIA DELLE FORMAZIONI CHE IL MIUR METTE IN ATTO PER I COLLABORATORI SCOLASTICI CHE NEL TEMPO DOVREBBERO FARE L’ASSISTENZA DI BASE, SIA PER LE NUOVE FIGURE CHE STANNO ENTRANDO SULLA SCENA DELL’ASSISTENZA, ANCORA SPERIMENTALI, SEPPUR PREVISTE DALLA L.104, PERCHE’ NON AVENTI ANCORA SUL PIANO NAZIONALE UN UNICO PROFILO NORMATIVO IN MERITO A TITOLI E MANSIONI, STIAMO PARLANDO PER ESEMPIO DELL’ASSISTENZA ALL’AUTONOMIA, NUOVA FIGURA CHE STA PRENDENDO PIEDE PER VIA DEI RICORSI CHE LE FAMIGLIE DEGLI STUDENTI DISABILI FANNO.

Slai Cobas s.c Palermo

 

Giusy Vaccahttps://www.facebook.com/giusy.vacca ha condiviso il video di Antonella Primula Daonensis.

9 ore fa ·

Stavolta non ci sono state le bombe e l’ esercito non ha sparato sulla gente che manifestava per i propri diritti, ma il silenzio delle Istituzioni nei confronti di chi perde il lavoro o non ha garantiti i diritti è una cosa inaccettabile. Alcuni rappresentanti dell’ANPI hanno sentito il dovere di essere vicini ai precari Assistenti Igienico Personale dei ragazzi diversamente abili delle scuole superiori che stavano manifestando, e con grande commozione si sono uniti a loro per far sentire la loro vicinanza, uniti nella lotta. Ora come allora, la dura lotta per difendere il diritto al lavoro… Pane e lavoro….

https://www.facebook.com/n/?mirabile.salvatore.7&aref=1445335899401719&medium=email&mid=5228633476b25G5af4f9966c2eG522867cdd6df7G5bG4f44&bcode=1.1445335899.Abnw9zF6r5uAfS_v&n_m=angelo.ficarra37%40gmail.com&lloc=image
Mirabile Salvatore
20 ottobre alle ore 12:11

 

 

Storia di la straggi du pani.12 1‘Na spuntania pacifica sciupirata di genti viulentimenti affucata cu muschetti e puru bummi a manu di surdati di l’esercitu ‘talianu. Tuttu si svurgìu prestu ‘nta ‘na mangiata di cincu secunni ddà ran matinata o palazzu Cumitini sempri fermu di la via Maqqueda città di Palermu. 2Lu millinuvicentuquarantaquattru lu diciannovi ottubbri parìa scartru fu ‘na ranni traggedia ca fu juvidìa di la Sicilia libbirata ca chiuvìa. Ci foru firiti tra manifestanti persiru vita vinti quattru ‘nnuccenti du’ fim mi ni e tan ti po vi ri fig ghi c’addumannavanu pani e travagghi. 3Straggi tinta pu populu sicilianu doppu lu sbarcu ‘ngrisi e ‘miricanu ‘na carnificina tinta pi crudirtà ca nun si la scorda tutta l’umanità. Ma la tinturìa e la vriogna fu tanta ca nuddu ci cridissi si nun si cunta ca prestu misiru tuttu a tacìri pi scurdarisi la genti lu dispiacìri. 4E misiru in motu ‘n’operazioni pa mimoria faricci cancillazioni tantu ca ammugghiarunu l’indagini e scrissiru virità ‘nta du’ pagini. U jornu du diciannovi ottuviru prutistava lu populu cchiù poviru cu muvimentu siparatista juntu ca du Statu vulìa raggiuni e cuntu. 5Fimmini e picciriddi e picciotti prucidianu facennu scrusci e botti genti vinuta di lu centru storicu ‘nta ‘na dimustranza di populu ‘roicu. ‘Na tinta pagina di la nostra storia ca a mizziornu di la chiazza Pritoria lu curteu partiu versu la prefittura pacificamenti e senza primura. 6Li scioperanti ianu ‘nta lu prefettu gridannu cu vuci un coru pirfettu pi essiri pagati ‘deguatamenti cu pani e travagghiu principarmenti. Li cchiù ‘ncazzati ‘mpugnavanu furcuna e c’un curteu chinu chinu di pirsuna truvaru ‘nprifittura i puliziotti ma cu trenta carrabbineri picciotti. 7Li scioperanti tutti cristiani boni ma sappiru ca lu prefettu D’Antoni e l’autu Cummissariu Ardisiu puru eranu fora città e s’incazzaru. ‘Na pocu di chiddi nirvusi pigghiaru a pitrati li saracineschi puru di negozi chi chiusiru li battenti ma tuttu si svurgìa pacificamenti. 8Ammatula dumannavanu rispettu e di parlari cu lu viciprefettu ca scantatu di ddà genti affamata fici certamenti ‘na grossa minchiata. ‘Nveci di ddì ran dispirati carmari pinsà rivorgisi a li militari ca pinnianu du prisidiu sicilianu e ‘ntirvinni l’esercitu italianu. 9La richesta fu accittata cavuda du cumannu militari da Sabauda ca fu allarmatu ‘nta li matinati e da caserma parteru li surdati. Cinquantatri surdati li cchossà sardi cu fucili e cartucci sti ran bardi cu du bummi si misiru a marciari pi la via Maqqueda subitu sgumbrari. 10La fudda ca s’avìa fattu veru assai quattrumila affamati cu tanti guai a li Quattru Canti tiraru pitrati ma ‘plaudianu ‘o passaggiu di surdati. Ma iddi si ‘ntisiru sfuttuti puru e sti militari si prioccuparu picchì tanti disoccupati jungìanu anchi sa fudda nun avìa armi ‘nmanu. 11 Nun fici atru tutta sta situazioni allarmari tutti di prioccupazioni ca davanti o palazzu Cumitini supra la fudda ci foru sparatini. Ubbidennu a lu cumannu precisu di pigghiari fucili e fari usu spararu a la genti ‘mmediatamenti pi fari scappari chiddi sciuperanti. 12 A via Maqqueda ci fu sangu e botti fu carnificina cu sangu a frotti e li strati ca eranu ddà vicini parsiru comu macelli clandistini. Ci foru centucinquantottu firiti vintisei morti e militi sfriggiati tantu ca lu pumiriggiu li pumperi ddù ran sangu appiru a puliziari. 13°A scurata stissa a manu a manu fu procramatu lu luttu cittadinu ma ddì morti gridanu forti ancora e cercanu sempri travagghiu tutt’ora. Pani e travagghiu da terra si voli ‘nta la Sicilia sempri spunta lu suli e cu à putiri puru iddu mori pani e travagghiu arricrìa lu cori. Totò Mirabile.

 

 

Giuseppe Carusotto ha condiviso il video di Antonella Primula Daonensis. 9 h ·

Grazie Antonella, grazie Compagno Angelo Ficarra per questo contributo video e per questa pagina di storia non molto conosciuta. La prima strage di Stato in Sicilia, la prima strage fatta partire da un malleabile sottotenentino!! Da noi la guerra era finita quell’ottobre ’44 lasciando miseria come in tutte le guerre. Ripensando a quei giorni la memoria va anche ai partigiani lasciati soli a combattere contro i nazifascisti al di la’ della linea gotica dal residuo di un fascistissimo è scombussolato esercito Italiano e dagli alleati fino alla successiva primavera.Il sacrificio enorme dei partigiani nell’Italia Settentrionale oltre a scacciare l’invasore e le carogne fasciste, salvo’ le fabbriche che hanno rischiato la distruzione da parte dei nazifascisti in ritirata. Angelo ed è magnifica quell’idea che ci accennavi a Riesi quest’estate su una formazione sul l’apprendimento di quella che è stata la straordinaria storia dei Partigiani, ricordando ai giovani fatti come questo che avete celebrato ieri, canalizzando tutto in una banca della memoria con contributi video e audio. Saluti Compagni.

Mostra allegato

 

Salvo Li Castri Giusto per far conoscere i motivi che hanno determinato la protesta (civilissima) degli operatori alla assistenza dei ragazzi disabili (molti dei quali, in assenza del servizio sono costretti a rimanere a casa). Durante la cerimonia ufficiale nel cortile di Palazzo Comitini e dell’inno nazionale hanno smesso l’uso dei fischietti. A loro e’ andata la nostra solidarieta’. Spero che la vicenda venga risolta. Peraltro la Provincia (o ex) ha deliberato in data 21 settembre la prosecuzione del loro utiluzzo. Per cui non si comprende da cosa dipenda (non sarebbe la prima volta) l’attuale stato di disagio (per i disabili, le famiglie ed i lavoratori privi di lavoro).

https://www.facebook.com/antonellaprimula.daonensis?pnref=story

 

 

Giuseppe Carusotto ha condiviso il video di Antonella Primula Daonensis.
10 h·

Grazie Antonella, grazie Compagno Angelo Ficarra per questo contributo video e per questa pagina di storia non molto conosciuta. La prima strage di Stato in Sicilia, la prima strage fatta partire da un malleabile sottotenentino!! Da noi la guerra era finita quell’ottobre ’44 lasciando miseria come in tutte le guerre. Ripensando a quei giorni la memoria va anche ai partigiani lasciati soli a combattere contro i nazifascisti al di la’ della linea gotica dal residuo di un fascistissimo è scombussolato esercito Italiano e dagli alleati fino alla successiva primavera.Il sacrificio enorme dei partigiani nell’Italia Settentrionale oltre a scacciare l’invasore e le carogne fasciste, salvo’ le fabbriche che hanno rischiato la distruzione da parte dei nazifascisti in ritirata. Angelo ed è magnifica quell’idea che ci accennavi a Riesi quest’estate su una formazione sul l’apprendimento di quella che è stata la straordinaria storia dei Partigiani, ricordando ai giovani fatti come questo che avete celebrato ieri, canalizzando tutto in una banca della memoria con contributi video e audio. Saluti Compagni.

Mostra allegato

 

Salvo Li Castri Giusto per far conoscere i motivi che hanno determinato la protesta (civilissima) degli operatori alla assistenza dei ragazzi disabili (molti dei quali, in assenza del servizio sono costretti a rimanere a casa). Durante la cerimonia ufficiale nel cortile di Palazzo Comitini e dell’inno nazionale hanno smesso l’uso dei fischietti. A loro e’ andata la nostra solidarieta’. Spero che la vicenda venga risolta. Peraltro la Provincia (o ex) ha deliberato in data 21 settembre la prosecuzione del loro utiluzzo. Per cui non si comprende da cosa dipenda (non sarebbe la prima volta) l’attuale stato di disagio (per i disabili, le famiglie ed i lavoratori privi di lavoro).

https://www.facebook.com/antonellaprimula.daonensis?pnref=story

 

Velia Amelia Salvificihttps://www.facebook.com/vecchi.salvifici ha condiviso il video di Antonella Primula Daonensis.

19 min ·

Un pezzo della NOSTRA storia, e la replica senza fine di una Sicilia degradata al rango di colonia…

Giusy Vacca

15 ottobre 23:35:47

Si, doveroso prendere coscienza della gravità di quanto sta succedendo, per attivarsi e resistere, anche in nome di tutti coloro che si sono battuti per la democrazia. Non possiamo permetterci di arrivare ad un punto di non ritorno…

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La partecipazione delle donne alla Resistenza

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14 novembre ROMA: NO TRATTATIVA STATO MAFIA

Solidarietà dell’Anpi al Pm Di Matteo

ANPI PALERMO – COMANDANTE BARBATO.

L’ANPI Palermo – Comitato Comandante Barbato aderisce alla Manifestazione nazionale del 14 novembre 2015 a Roma per chiedere verità e giustizia per le stragi degli anni 1992 e 1993.

 

L’ANPI Palermo – Comitato Comandante Barbato ha dedicato il massimo dell’attenzione al processo avviato a Palermo nel 2013 per fare luce sulla trattativa fra settori dello Stato e la mafia e per fare luce sui mandanti occulti delle stragi degli anni 1992 e 1993, che tanti lutti hanno provocato.

Nel gennaio del 2014, l’ANPI Palermo –Comitato Comandante Barbato si è unita a tanti cittadini ed Associazioni in un Presidio davanti al Palazzo di Giustizia di Palermo per esprimere solidarietà ai magistrati della Procura della Repubblica di Palermo e chiedere il massimo della protezione per i magistrati e le forze dell’ordine minacciati dalla mafia e ha partecipato alle numerose iniziative di Scorta civica per chiedere ai cittadini, ed in particolare ai giovani, di non essere spettatori ma di scendere in campo “per un Paese libero dalla criminalità organizzata, libero dalla insicurezza, libero da tutto ciò che comprime la nostra dignità di persone, nel senso indicato dalla Costituzione”, come dichiarato dal Presidente Nazionale dell’ANPI Carlo Smuraglia nella lettera di solidarietà indirizzata al Pm Nino Di Matteo.

In coerenza con l’attività svolta e con lo spirito di partigiani della Costituzione, l’ANPI Palermo – Comandante Barbato partecipa alla Manifestazione nazionale del 14 novembre 2015 a Roma per chiedere verità e giustizia per le stragi degli anni 1992 e 1993 e per pretendere dalle più alte cariche dello Stato democratico che sia assicurato il massimo della protezione ai Magistrati, Agenti di polizia, Carabinieri e funzionari, quotidianamente impegnati nel contrasto alle organizzazioni criminali, per estirpare una malapianta che continua a mortificare i più elementari diritti democratici, che sono il cardine della nostra Costituzione.

 

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NO all’eccidio del popolo Kurdo

ANPI NEWS 177

CARLO SMURAGLIA E LA TRAGEDIA DEL POPOLO KURDO.

La tragedia di Ankara e la violenza nel mondo
Non posso dire di avere davanti agli occhi la ormai consueta distesa di cadaveri e di resti, di persone e cose provocata da ogni attentato, non perché quello di Ankara sia meno grave di altri (oltre 120 morti e si parla di più di 500 feriti), ma per la semplice ragione che la pubblicazione e la trasmissione delle immagini è stata vietata dal Governo Erdogan.
Così, alla tragedia di manifestanti per la pace che vengono uccisi, per di più alla vigilia delle elezioni e dunque con un chiaro significato politico intimidatorio, si aggiunge la clamorosa dimostrazione della natura del regime di Erdogan, il quale non solo persegue i suoi interessi con l’autoritarismo che conosciamo, ma addirittura proibisce le manifestazioni di pensiero e la diffusione di notizie scomode (peggio del fascismo, se possibile).
Siamo di fronte ad un altro gradino dell’escalation mondiale, in cui molti popoli perdono la libertà e addirittura la vita. I curdi vengono prima bombardati “per caso” e poi uccisi perché la loro rappresentanza non deve andare al governo; in Palestina stanno scoppiando violenze e scontri e non si capisce dove si andrà a finire. Non sto qui ad analizzare le ragioni ed a soffermarmi su chi ha ucciso per primo; ma sottolineerò che queste cose non accadono per caso, ma nascono da situazioni che si è voluto incancrenire, anche a dispetto delle indicazioni di Paesi tradizionalmente amici di Israele.
Anche in questo caso nessuno ha nulla da guadagnarci; è una partita drammatica che non si può concludere con una vittoria e una sconfitta, ma con la soluzione di un problema reale, importantissimo che è un problema di convivenza, di libertà, di umanità, per tutti. Voglio sottolineare che su tutto grava l’ombra sinistra dell’ISIS, che finora rappresentava un pericolo temuto da entrambe le parti: adesso, l’ombra si è fatta più scura e degli errori di ognuno c’è chi è pronto ad approfittare, in Siria come in Palestina ed Israele.
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Ancora una volta, la linea di due Stati indipendenti, costretti dalla sorte a convivere a breve distanza, e destinati a comprendersi e rispettarsi se non vogliono vivere perennemente in uno stato di guerra o pre-guerra, è l’unica che può prospettarsi con serietà e che dovrebbe essere accettata da parte di chi ancora resiste alla sola idea della “pacificazione”. Va ricordato, a costoro, che i costi, in misura maggiore o minore, finiscono per pagarli tutti, e che il caos può costituire soltanto un facile terreno per chi, come l’ISIS, persegue ben altri obiettivi.
Esprimo tutta la mia solidarietà nei confronti delle vittime della violenza. Ma devo esprimerla in questa specifica occasione, in modo particolare, nei confronti del popolo curdo, che sta subendo, da tempo immemorabile, persecuzioni, che si protraggono nel tempo, nelle forme più svariate ed ora si esprimono perfino con un vile attentato a cittadini che manifestano per la pace e la libertà.

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ANPI PALERMO NO AL GENOCIDIO DEL POPOLO CURDO

L’ANPI chiede di fermare il genocidio dei Curdi

In piazza contro il fascismo in Turchia

Il terribile attentato di Ankara, avvenuto durante una manifestazione per la pace, ha causato quasi cento morti e diverse centinaia di feriti, un bilancio tremendo destinato purtroppo ad aggravarsi.

Questa strage dalla chiara matrice fascista islamica, segue altri attentati come quelli di Diyarbakir e Suruc altrettanto sanguinosi ed una sistematica eliminazione di dirigenti e militanti delle formazioni curde e turche progressiste e di sinistra in Turchia.

Come democratici ed antifascisti italiani non possiamo rimanere indifferenti a quello che sta accadendo, chiediamo che ci sia nel nostro paese, che ha conosciuto la terribile stagione delle stragi fasciste di stato, la più ampia mobilitazione possibile per far in modo che le richieste di pace della manifestazione di Ankara, la fine del confronto armato con i curdi, venga fatta propria dalle istituzioni europee e che immediatamente ci si attivi per richiedere al governo turco l’immediata fine delle ostilità contro il popolo curdo, ricordando anche l’appello di Papa Francesco. Chiediamo che venga fatta luce sulle stragi e che la comunità internazionale si impegni per impedire l’involuzione autoritaria in Turchia.

Chiediamo che il Sindaco di Palermo si faccia tramite di queste nostre richieste con il Presidente della Repubblica per far arrivare con forza il messaggio di solidarietà del popolo italiano ai progressisti curdi e turchi così duramente colpiti.

L’Anpi Palermo indice un presidio a Piazza Pretoria per giorno 12 ottobre alle ore 17,00. Chiediamo a tutti i cittadini democratici ed antifascisti di mobilitarsi ed essere presenti, facciamo appello a tutte le forze democratiche alla mobilitazione.

Angelo Ficarra                                      Ottavio Terranova            

Segretario Anpi Palermo                    Presidente Anpi Palermo 

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Lampedusa faro di civiltà nella tragedia neocapitalista delle migrazioni

PROIEZIONE DEL FILM DOCUMENTARIO DI ANTONINO MAGGIORE
SULLE TRAGEDIE NEOCAPITALISTICHE DELLE MIGRAZIONI
NEL GIORNO ANNIVERSARIO  DELLA TRAGEDIA NELLE ACQUE DI LAMPEDUSA DEL
3 OTTOBRE  2013
CHIESA S. NICOLO’ ALL’ALBERGHERIA 3 OTTOBRE ORE 20,00
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COSTITUZIONE E DEMOCRAZIA

http://ilmanifesto.info/

Edizione del 2 ottobre 2015

Il precedente pericoloso

Massimo Villone

 

Ave­vamo la Costi­tu­zione di De Gasperi, Togliatti, Nenni, Mor­tati, Cala­man­drei, Perassi e altri, a molti di noi cari. Una Costi­tu­zione che ha retto bene il paese per decenni, anche in momenti bui. Abbiamo da oggi la Costi­tu­zione di Renzi, Boschi e Cocian­cich. Ogni tempo ha gli eroi che si merita.

Quando fu pre­sen­tato per l’Italicum il noto emen­da­mento Espo­sito, fu chiaro che si poneva un pre­ce­dente peri­co­loso, tale da poter stron­care non solo l’ostruzionismo, ma qual­siasi dibat­tito o con­fronto par­la­men­tare. Rias­su­mere un det­tato nor­ma­tivo in un emen­da­mento da ante­porre e da votare prima degli altri ha infatti la con­se­guenza, secondo una let­tura nota­rile dei rego­la­menti, di far cadere ogni altro emen­da­mento per­ché l’Aula ha ormai deciso. Scrissi allora su que­ste pagine che il pre­si­dente avrebbe dovuto dichia­rare l’emendamento Espo­sito inam­mis­si­bile, per carenza di con­te­nuto nor­ma­tivo. Fece diversamente.

Vicenda simile abbiamo ora con l’emendamento Cocian­chic (1.203). Non importa chi l’abbia scritto. Cal­de­roli ha rife­rito in Aula voci per cui Cocian­cich «avrebbe detto a più per­sone che igno­rava il con­te­nuto ovvero la por­tata del suo emendamento».

Non sap­piamo se sia vero. Comun­que, non ci voleva un genio del diritto par­la­men­tare per infi­larsi nel varco aperto allora dalla deci­sione del pre­si­dente del senato sull’emendamento Espo­sito. La cosa fu già grave con l’Italicum. È ancor più grave adesso, con una riforma della Costi­tu­zione di grande momento. E non si può riba­dire abba­stanza che il senso della Costi­tu­zione, ed in spe­cie dell’art. 138, non è certo quello di favo­rire i truc­chetti per stron­care il dibat­tito, e arri­vare in qua­lun­que modo alla decisione.

Dopo tanto esi­tare, il pre­si­dente Grasso è sceso in campo per il governo. Per la verità, qual­che sospetto l’avevamo. Ne tro­viamo ora con­ferma nelle deci­sioni sull’ordine delle vota­zioni e sui subemendamenti.

Qual era il cor­retto ordine di vota­zione degli emen­da­menti? Secondo prin­ci­pio, gli emen­da­menti si votano a par­tire dal più lon­tano fino al più vicino al testo da emen­dare. In Aula, è stata con­te­stata a Grasso la scelta di met­tere in prima fila l’emendamento 1.203, e il pre­si­dente in realtà non ha rispo­sto. Ancor più signi­fi­ca­tiva la deci­sione di pre­clu­dere ogni sube­men­da­mento al Cocian­cich. Va infatti con­si­de­rato che gli emen­da­menti di mag­gio­ranza (quelli con­cor­dati in casa Pd) sono stati por­tati a cono­scenza dei sena­tori all’ultimo momento. Molti sono andati in Aula senza nem­meno averli visti. Il pre­si­dente ha deciso che i ter­mini per la pre­sen­ta­zione di sube­men­da­menti erano già sca­duti. Forse vero, ma le con­di­zioni reali del dibat­tito avreb­bero certo sug­ge­rito, se non impo­sto, almeno una breve ria­per­tura dei ter­mini. Appro­vato il Cocian­cich, Grasso ha anche respinto il ten­ta­tivo di sube­men­darlo attra­verso l’art. 100, comma 5, reg. sen., norma rara­mente invo­cata, che però avrebbe potuto con­sen­tire una almeno par­ziale ria­per­tura del confronto.

Il trucco c’è, e si vede. Con que­ste deci­sioni, l’approvazione del nuovo art. 55 della Costi­tu­zione si è sostan­zial­mente risolta nel voto sull’emendamento Cocian­cich, che ha pre­cluso tutti gli altri, men­tre veniva con­te­stual­mente impe­dito ai sena­tori di oppo­si­zione qual­siasi inter­vento in via di sube­men­da­mento. È stata così anche supe­rata una raf­fica di voti segreti, rischiosi per il governo. All’accusa di avere con­sen­tito l’uso stru­men­tale dell’emendamento 1.203 con­tro le oppo­si­zioni — avan­zata da molti nella seduta di gio­vedì — Grasso ha rea­gito con stizza, ma senza porre argo­menti. E nem­meno ha rac­colto le ripe­tute e insi­stite richie­ste di riu­nire la Giunta per il rego­la­mento. Non a caso. Come sap­piamo, i numeri della Giunta non sono blin­dati per il governo, e il pas­sag­gio poteva rive­larsi peri­co­loso. Ana­lo­ghe mano­vre si pre­an­nun­ciano per gli arti­coli suc­ces­sivi al primo. A quanto leg­giamo, per i sube­men­da­menti all’art. 2 il tempo con­cesso è mezz’ora.

Grasso pro­ta­go­ni­sta, dun­que. Avremmo pen­sato che il primo dovere di un pre­si­dente di assem­blea fosse nei con­fronti dell’istituzione pre­sie­duta. Dob­biamo ricre­derci. Pos­siamo forse capire l’atteggiamento tenuto verso gli 82 milioni di emen­da­menti Cal­de­roli, per cui poteva valere l’argomento che non si può mai favo­rire la para­lisi dell’istituzione. Ma que­sto era ieri. Oggi, vediamo Grasso schie­rato al fianco del governo. Erano pos­si­bili scelte diverse, e let­ture di rego­la­mento secun­dum con­sti­tu­tio­nem, più attente alla neces­sità che una Costi­tu­zione nasca da un con­fronto reale, e non per il soste­gno acri­tico di mag­gio­ranze occa­sio­nali e rac­co­gli­ticce, popo­late di anime morte e di voltagabbana.

Quanto accade ci con­ferma che la fu mino­ranza Pd ha sba­gliato facen­dosi rias­sor­bire nel grup­pone, e sostan­zial­mente scom­pa­rendo nel gorgo della rot­ta­ma­zione costi­tu­zio­nale. Un pezzo del paese non accetta la Costi­tu­zione di Renzi, senza se e senza ma per­ché quella che abbiamo è di gran lunga migliore. Il sena­tore Cocian­cich ci comu­nica in una inter­vi­sta di pre­fe­rire la pre­ci­sione e non la quan­tità come Cal­de­roli. Rispetto ad entrambi, pre­fe­riamo l’intelligenza.

 


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Una riforma che divide, la Costituzione e la casa di tutti

Una riforma che divide, la Costituzione e la casa di tutti

Ad un passo dall’approvazione della riforma del Senato, si cambia la Costituzione come se servisse per dividere, per far prevalere un’unica ragione

 

Siamo ad un tornante decisivo. Se il Senato approverà il disegno di legge costituzionale senza modifiche profonde non rimarrà che aspettare pochi mesi per un’ultima votazione da parte dei due rami del Parlamento e poi si giungerà al referendum, senza possibilità di cambiar più nulla. Siamo, dunque, alla probabile vigilia della più profonda trasformazione della Repubblica democratica nata dalla Resistenza. Eppure non sembra esservi una diffusa consapevolezza della solennità e gravità del momento. L’intero dibattito politico sembra ben più attento alle procedure parlamentari, agli equilibri tra le diverse anime dei partiti (profonda la divisione all’interno del maggiore partito di governo), alla sfida tra leader, che non al merito della riforma propagandata.

 

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Cicerone pronuncia nel Senato romano le Catilinarie

 

Pur di non discutere si forzano le procedure parlamentari e si forniscono interpretazioni “strette” dei regolamenti delle Camere. La risicata maggioranza filogovernativa si chiude a riccio di fronte alle legittime divisioni politiche, ai contrasti di opinione, alle proposte alternative delle opposizioni (ma anche dinanzi alle preoccupazioni che provengono dall’interno stesso della fragile maggioranza): anziché discuterle nel merito nelle sedi proprie (in Parlamento) ci si limita ad irriderle nelle sedi improprie (interviste, direzioni di partito, dialoghi diretti con l’opinione pubblica). La diffusa mancanza di consenso non ferma la corsa intrapresa, semmai impone la ricerca di strade traverse per ottenere comunque “i numeri necessari”: quasi che la riforma della Costituzione fosse una mera questione contabile. Non ci si avvede che una Costituzione approvata a stretta maggioranza sarebbe una Costituzione dimidiata, non potendo più rappresentare la “casa di tutti”, ma finendo per essere percepita come imposta dal Governo in carica a tutti i cittadini. Verrebbe meno così uno dei caratteri più profondi della nostra Costituzione repubblicana, formata per unire tutte le diverse anime che avevano combattuto il regime autoritario fascista. Ora, non più: la Costituzione serve per dividere, per far prevalere un’unica ragione, magari uno specifico indirizzo politico contro i suoi “nemici”. Lo scontro in atto – più sul Governo che sul merito della riforma – ne rappresenta plastica dimostrazione.

 

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Catilina durante l’orazione di Cicerone, raffigurato da Cesare Maccari Palazzo Madama (Roma), 1880

 

In questa prospettiva ha assunto un valore simbolico un solo punto, importante ma non decisivo: le modalità di elezione dei senatori. Quel che sembra però in tal modo sottovalutarsi è che la composizione degli organi costituzionali (del Senato, nel nostro caso) è una conseguenza delle funzioni che essi esercitano. Non avrebbe senso, ad esempio, far eleggere direttamente dal corpo elettorale un ramo del Parlamento privo di ogni potere, puro simulacro di una Camera “rappresentativa”. Ed è proprio questo il rischio maggiore che si corre. La scarsità di funzioni proprie, la minorità rispetto all’altro ramo del Parlamento, la confusione nelle competenze attribuite, il dominio che su di esso eserciterebbe l’esecutivo, secondo quanto previsto dal disegno di legge in discussione, rendono assai debole l’organo Senato.

C’è molta confusione del dibattito politico, che sembra più propenso alla propaganda che non alla riflessione. Eppure cambiare una costituzione presupporrebbe grande attenzione e competenza. Così non è. Basta richiamare la cronaca. Si è partiti da una considerazione che può essere condivisa, accettata da tutti i soggetti politici: si è proposto di differenziare le funzioni esercitate dai due rami del Parlamento, il nostro bicameralismo perfetto ha fatto il suo tempo ed è ora di differenziare il lavoro delle due Camere. Un accordo generalizzato s’è anche trovato con riferimento ai compiti esclusivi della Camera dei Deputati: solo ad essa va attribuito il potere di conferire la fiducia al Governo. E l’altro ramo del Parlamento? Qui la confusione ha regnato sovrana, sin da principio. In una prima fase, nell’originario disegno di legge del Governo, s’era pensato di farle esprimere solo dei pareri sulle leggi approvate dalla Camera (ma, incoerentemente, s’era lasciato anche al Senato il delicatissimo compito di revisione della costituzione), poi si sono assegnati una serie disorganica di competenze legislative, moltiplicando irragionevolmente la tipologia delle leggi, complicando (anziché semplificare!) i rapporti con l’altro ramo del Parlamento, infine – nell’ultimo esame svolto dalla Camera – si sono ridotti ulteriormente i poteri e confuse le funzioni del Senato.

 

Appio Claudio il Censore viene condotto nel senato Romano
Appio Claudio il Censore viene condotto nel senato Romano

 

Nel dibattito pubblico, ma anche nei testi in discussione, si sostiene che al Senato spetterebbe il compito di rappresentare le istituzioni territoriali. A tutto concedere, dovrebbe però aggiungersi che sarebbe questa una rappresentanza assai fragile, vista la riduzione dei poteri e dell’autonomia che questa revisione costituzionale impone. Un netto passo indietro rispetto alla pur insoddisfacente riforme del titolo V effettuata nel 2001.

In sostanza tutto concorre non tanto a semplificare il sistema istituzionale quanto a renderlo incoerente, con il rischio di passare da un bicameralismo perfetto ad un bicameralismo confuso. Non sarebbe certo un buon risultato.

È per questo che una classe dirigente consapevole dovrebbe avere il coraggio di tornare a riflettere, ritrovare le fila perdute di un percorso coerente di riforma, prima di gettare a mare una costituzione che può essere riformata, ma non stravolta.

Gaetano Azzariti, professore di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università “La Sapienza” di Roma

 

 

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